giovedì 19 gennaio 2023

Cronaca di una sconfitta annunciata, 19.01.43

Cronaca di una sconfitta annunciata; dall'11 dicembre 1942 al 31 gennaio 1943, giorno per giorno, la cronistoria dell'ARMIR durante l'offensiva sovietica "Piccolo Saturno". Tratto da "Le operazioni delle unità italiane al Fronte Russo (1941-1943), edito dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.

19 GENNAIO.

DIFESA DI VOROSCILOVGRAD E DI UN ALTRO SETTORE SUL DONEZ.

Durante le ore diurne del 19 gennaio il nemico svolgeva violente azioni d'artiglieria e mortai su Makarof, Kruscilovka e Ilievka. All'imbrunire i presidi italiani di Makarof e di Kruscilovka erano attaccati da formazioni partigiane. Infine, alle ore 22,30 unità regolari sovietiche iniziavano l'attacco di Kruscilovka. II presidio italiano (1 compagnia fucilieri, 1 compagnia mortai, 1 sezione cannoni da 75/27) resisteva tenacemente. I reparti italiani inviati a sostegno, a loro volta attaccati ed accerchiati durante la marcia, riuscivano a liberarsi, contenendo l'attacco che da Kruscilovka tendeva ad Ivanovka.

ROTTURA DEL SETTORE TENUTO DAL XXIV CORPO D'ARMATA CORAZZATO TEDESCO ED ISOLAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO.

Il 19 gennaio, lo stesso Comando insisteva perché fosse mantenuta ancora la linea del Derkul, ma, poiché si erano già verificate infiltrazioni nemiche ad ovest dell'Ajdar, quell'intenzione risultava superata ed il Comando dell'8a Armata ordinava il ripiegamento sull'Ajdar della 19a corazzata. Nel medesimo giorno la caduta di Valujki e la minaccia che si profilava sulla sede del Comando d'Armata a Kupjansk determinavano lo spostamento di esso a Tciugujev.

RIPIEGAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO (17-31 GENNAIO).

Il 19 gennaio il movimento proseguiva con lentezza, attardato dalle descritte difficoltà, secondo le prescrizioni impartite dal Comando del Corpo d'Armata. La Divisione Tridentina si scontrava con le forze del nemico che ostacolavano la sua marcia ad occidente. La colonna del 6° alpini (con i gruppi Bergamo e Vicenza, il II battaglione misto genio ed i servizi divisionali), che aveva anche il compito di proteggere il fianco destro scoperto del Corpo d'Armata, puntava per Repjevka su Postojalyi e trovava questa località occupata dai russi. Il battaglione Verona muoveva all'attacco ma, dopo alterne vicende, non riusciva ad occupare l'abitato per il sopraggiungere di elementi corazzati russi. Il Verona doveva ripiegare su Repjevka, contenendo la pressione avversaria.

Il 5° alpini (con il gruppo Val Camonica) puntava su Skororyb, donde muoveva per attaccarlo una colonna motorizzata nemica. Nel combattimento che ne seguiva gli alpini riuscivano ad occupare il paese, distruggendo alcuni carri armati, catturando prigionieri e materiali vari. Mentre il Verona era impegnato contro le forze nemiche di Postojalyi, il grosso della colonna raggiungeva Opyt (a sud - est di Repjevka). Di là il battaglione Val Chiese veniva avviato a sostegno del Verona che si era asserragliato a Repjevka. A Opyt erano già arrivati i Comandi dei Corpi d'Armata Alpino e XXIV tedesco, numerosi alpini della Julia e circa mille sbandati ungheresi provenienti dalla 23a Divisione dislocata a sinistra della Tridentina e scompaginata dall'azione del nemico. Durante le ore del mattino giungevano altri sbandati ungheresi ed i resti del XXIV Corpo tedesco, da inquadrare nella Tridentina.

La situazione incerta, aggravata dal fatto che la destra del Corpo d'Armata rimaneva scoperta, e che la Tridentina si trovava in anticipo sul movimento delle altre Divisioni, induceva il Generale Nasci a sostare per l'intera giornata, per poi riprendere l'attacco il giorno successivo nella zona di Postojalyi. Frattanto veniva rinforzata la difesa di Opyt, si riordinavano gli sbandati, per quanto possibile, in reparti di formazione, si concentravano a Repjevka l'intero 6° alpini (meno la 54a compagnia del Vestone) ed i reparti tedeschi. La Divisione Vicenza nelle ore del mattino occupava Samojlenkof dopo breve combattimento. Alle ore 17 riceveva l'ordine del Comando di Corpo d'Armata di proseguire su Lesnitscianskij per concorrere nel giorno seguente con la Tridentina ad un'azione su Postojalyi.

Nella notte ormai scesa, districatasi dalla confusione delle migliaia di sbandati stranieri e dei ritardatari, marciava sull'obiettivo preceduta dall'avanguardia del battaglione Pieve di Teco, rinforzato da un gruppo di artiglieria a cavallo. L'avanguardia, mal diretta da guide ed interpreti, anziché marciare su Postojalyi aveva deviato su Opyt; veniva perciò subito sostituita dal CLVI battaglione mitraglieri divisionale e dall'altro gruppo di artiglieria a cavallo. La Divisione Cuneense non era ancora riuscita a collegarsi con il Comando di Corpo d'Armata. Il Comandante della Divisione aveva, a Popovka, un colloquio con il Generale tedesco Comandante del gruppo di combattimento Rheingold, il quale gli confermava che l'itinerario Rossosc - Olichovatka - Valujki era in mano nemica; era invece controllato da unità tedesche l'itinerario Popovka - Kulascevka - Sceljakino (o Varvarovka) - Valuiki. Pertanto, il Comandante della Cuneense decideva di deviare dall'itinerario assegnatogli dal Comando di Corpo d'Armata.

Distrutti tutti gli automezzi e abbandonato il carreggio, la Cuneense marciava su due scaglioni, con il III/277° in retroguardia. Verso le ore 19 questo reparto era attaccato e sopraffatto da reparti nemici in tuta mimetica bianca, scambiati per tedeschi. Erano anche attaccati e quasi distrutti la 14a compagnia del battaglione alpini Borgo San Dalmazzo e la 72a. Il III/277° era rimasto con la Divisione Cuneense. La 21a compagnia del battaglione Saluzzo, impegnandosi in tenace combattimento, permetteva alla colonna di proseguire su Novo Postoialyi, dove raggiungeva la Divisione Julia impegnata in combattimento.

La Divisione Julia raggiungeva faticosamente la zona di Novo Postojalovka - Soloviev - Kopanki, trovandola fortemente occupata dai russi. Iniziava una lotta che durava per l'intera giornata. Sempre durante il giorno 19, il Comando d'Armata ordinava che i resti del XXIV Corpo tedesco puntassero da soli su Rovenki, mentre il Corpo d'Armata Alpino avrebbe dovuto proseguire nel ripiegamento previsto. Il Generale Nasci, in accordo con il Comandante del XXIV Corpo e con il Generale tedesco capo dell'Ufficio di collegamento, rispondeva che l'ordine era ineseguibile, date le condizioni della Grande Unità tedesca. Il Comando d'Armata accettava, ordinando di accelerare il movimento, puntando su Valujki. Ripetute richieste fatte dal Comandante del Corpo Alpino per ottenere l'intervento di aerei non potevano essere soddisfatte. Lo stesso Comandante sollecitava la Julia e la Cuneense affinché al più presto superassero il solco della valle Olchovatka.

Nessun commento:

Posta un commento