sabato 21 gennaio 2023

Cronaca di una sconfitta annunciata, 21.01.43

Cronaca di una sconfitta annunciata; dall'11 dicembre 1942 al 31 gennaio 1943, giorno per giorno, la cronistoria dell'ARMIR durante l'offensiva sovietica "Piccolo Saturno". Tratto da "Le operazioni delle unità italiane al Fronte Russo (1941-1943), edito dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.

21 GENNAIO.

ROTTURA DEL SETTORE TENUTO DAL XXIV CORPO D'ARMATA CORAZZATO TEDESCO ED ISOLAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO.

Il 21 gennaio, per l'impossibilità di recidere un'infiltrazione del nemico su Belokurakino, lo schieramento doveva essere arretrato alla valle Belaja, a nord di Starobelsk. Il Comando del Gruppo di Armate mutava il limite meridionale del settore dell'Armata, che risultava ampliato. All'obiezione del Comando 8a Armata che le ridotte forze disponibili non ne avrebbero consentito neppure la vigilanza, praticamente facilitando le Iniziative del nemico, il 23 gennaio veniva fissato come nuovo limite di settore la linea Kantemirovka - Starobclsk - Liman - ansa del Donez 12 km a nord di Slavjansk - Barvenkovo - Lozovaja. Però l'Armata doveva cedere la 19a Divisione corazzata al Gruppo di Armate Don. Le unità rimaste ripiegavano svolgendo azione ritardatrice.

RIPIEGAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO (17-31 GENNAIO).

Il 21 gennaio il Comandante del Corpo d'Armata, tenuto conto della situazione generale, accertato che la Tridentina aveva sopravanzato le altre Divisioni di circa una tappa, e considerate le condizioni di sempre più ridotta efficienza delle altre Grandi Unità, decideva che la Tridentina assumesse la funzione di avanguardia dell'intero Corpo d'Armata sull'itinerario Kravzovka - Sceljakino - Ladomirovka - Sciabskoje - Nicholajevka - Valuiki. Le altre Divisioni si sarebbero accodate muovendo a cavallo del medesimo itinerario, secondo l'ordine e le località di sbocco nella valle Olchovatka.

Il movimento veniva ripreso dopo che era apparsa evidente l'intenzione del nemico di opporre al movimento stesso successivi sbarramenti sulle rotabili che tagliavano l'asse di marcia, facendo largo impiego di mezzi motorizzati. La Divisione Tridentina muoveva da Novo Charkovka su Lymarevka e Sceliakino, con il proposito di marciare rapidamente, anche a costo di gravi sacrifici, per non dare tempo ai sovietici di organizzarsi su posizioni retrostanti. Inoltre: - eseguire le marcie durante le molte ore di oscurità, per sfuggire all'osservazione del nemico, lasciandolo incerto sulla direzione seguita; - evitare per quanto possibile di percorrere rotabili ed attraversare abitati; - tenere distinti i reparti in grado di combattere dalla massa degli sbandati di varie nazionalità, affinché non fosse rotta la compagine organica ed intralciata l'eventuale azione tattica; - appoggiarsi agli abitati per dare ricovero agli uomini durante le ore di riposo ed attenuare in qualche modo le conseguenze negative della rigidissima temperatura.

Il movimento era ripreso alle ore 2 e l'avanguardia occupava Lymarevka alle 8, togliendola a forze regolari e partigiane respinte il giorno precedente da Novo Charkovka. Il freddo eccezionale della giornata imponeva di non procedere oltre, pur se la località non era in grado di dare ricovero a tutta la massa presente. Dovevano essere abbandonate le ultime autocarrette, per impiegare lo scarsissimo carburante nel traino delle artiglierie. Feriti ed ammalati venivano trasportati a braccia e le slitte trainate da uomini, in un'esemplare gara di solidarietà umana. La Divisione Vicenza si muoveva ormai nella scia della Tridentina e non riusciva a stabilire il collegamento radio con la Cuneense e la Julia, per sopperire alla perdita delle stazioni subita ad Opyt dal Comando di Corpo d' Armata e della Tridentina.

La colonna raggiungeva Lymarevka con una marcia lenta e faticosa che richiedeva assolutamente una sosta nell'abitato, dove per altro una parte degli uomini doveva rimanere all'aperto per l'insufficiente capienza delle abitazioni. Veniva costituita una specie di ospedale per il ricovero degli intrasportabili, affidandoli alle cure di personale volontario. Nella località erano sopraggiunti i Comandanti della Cuneense e della Julia, che ricevevano verbalmente gli ordini del Comandante del Corpo d'Armata. All'alba la Divisione Cuneense giungeva in zona di Postojalyi e verso le ore 12 il 1° alpini conquistava l'abitato con il concorso di un reparto tedesco. Proseguiva su Novo Charkovka, raggiungendola nelle prime ore d'oscurità e sostandovi per la notte. La Divisione Julia da Samojlenkof proseguiva con l'8° alpini ed il gruppo Conegliano su Novo Charkovka e la superava proseguendo verso ovest. Il Comando della Divisione ed il 9° alpini con i gruppi Udine e Val Piave raggiungevano Lesnitscianskij. Di qui il Comando proseguiva su Novo Charkovka, mentre i reparti si fermavano per riordinarsi e consumare il rancio. Attaccati da forti unità nemiche appoggiate da carri armati, venivano quasi totalmente annientati e solamente pochi elementi riuscivano a salvarsi. Il Comando della Divisione si univa ai Comandi della Cuneense e della Vicenza.

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