domenica 31 dicembre 2023

Italiani nella neve, parte 5

Italiani nella neve: Il cinema della campagna italiana di Russia, di Sergio Spinnato - tratto da HUMANITIES, anno VI, numero 12, dicembre 2012.

Quinta parte, il Neorealismo (4).

Infine, l’ultima tappa di questo viaggio è rappresentata da I girasoli (1970). La pellicola, firmata da Vittorio De Sica, uno dei registi simbolo del Neorealismo, racconta la vicenda amorosa tra Antonio (Marcello Mastroianni), militare partito per la guerra di Russia, e Giovanna (Sophia Loren) vedova di guerra. Giovanna, spazientita dalla spola tra i diversi distretti militari e rincuorata da un reduce (Glauco Onorato) che ha visto Antonio vivo, decide di partire per la Russia. Dopo una lunga ricerca, Giovanna scopre che Antonio è vivo e che si è fatto una famiglia. La donna torna in Italia e distrugge tutti i ricordi della loro vita comune. Antonio, qualche tempo dopo, ritorna in Italia per riconquistare Giovanna e scopre che la donna convive e ha un figlio. I due, dopo essersi dichiarati il loro amore decidono, per il bene dei figli, di separarsi definitivamente.

Il regista Vittorio De Sica, maestro del cinema neorealista e vincitore di quattro premi Oscar con "Sciuscià" (1946), "Ladri di biciclette" (1948), "Ieri, oggi e domani" (1965) e "Il giardino dei Finzi-Contini" (1972), per la lavorazione de I girasoli si avvalse del supporto di collaboratori di grandissimo livello come i poetici sceneggiatori Tonino Guerra e Cesare Zavattini, il direttore della fotografia Giuseppe Rotunno e le musiche del maestro Henry Mancini, anch’egli pluripremiato all’Oscar.

La scelta del cast fu un qualcosa di abbastanza semplice. De Sica, puntando per così dire sull’usato sicuro, assegnò a Mastroianni e alla Loren i ruoli dei protagonisti, andando così a ricostituire quel trio delle meraviglie che fece grande il cinema italiano. La coppia Mastroianni - Loren, interprete comune di quattordici film, sapeva passare con grande disinvoltura dalla commedia al dramma raggiungendo strepitosi successi come "Ieri, oggi e domani" e "Matrimonio all’italiana", entrambi diretti da De Sica, e "Una giornata particolare" (1972) diretto da Ettore Scola. Questa straordinaria coppia del cinema aveva raggiunto una maturità artistica e un equilibrio di coppia perfetto, anche in considerazione del fatto che entrambi, nella loro carriera da “solisti”, erano considerati dei divi.

In effetti "I girasoli", se messo a paragone con gli altri successi della coppia Mastroianni – Loren, appare molto meno riuscito. Probabilmente la sceneggiatura, che è scritta su misura della Loren, nuoce all’interpretazione di Mastroianni che oltre a comparire relativamente poco, «risulta disorientato e stranamente passivo». In realtà la sceneggiatura non poteva non essere differente. L’intento dichiarato di De Sica non era tanto raccontare le vicende belliche della campagna di Russia, ma analizzare i contraccolpi e le dolorose ripercussioni che questa guerra aveva sulle famiglie rimaste in Italia. Il film, distribuito nel 1970, ottenne un ottimo successo al botteghino arrivando ad incassare 2.466.452.000 di lire, piazzandosi al secondo posto nella classifica dei film più visti nella stagione 1969/1970, alle spalle di "Nell’anno del Signore" di Luigi Magni. La pellicola, pur avendo ottenuto un successo di pubblico enorme, non riuscì a conquistarsi i favori della critica. In tal senso Paolo Merenghetti stronca in maniera categorica il film arrivando a dire: "Scombiccherata operazione produttiva voluta da Carlo Ponti in funzione dei protagonisti, qui però smorti ed enfatici. Il tocco di De Sica è visibile solo nella scena dell’arrivo dei reduci presi d’assalto dai parenti e in qualche momento intimista".

Ad onor del vero, analizzando il film, ci si accorge a distanza di anni che le critiche dell’epoca furono eccessivamente feroci. Non bisogna dimenticare che il film ha permesso alla Loren di vincere il David di Donatello come migliore attrice protagonista e alla colonna sonora di Henry Mancini di essere candidata all’Oscar del 1971, nella sezione drammatica. Probabilmente questa presa di posizione della critica fu dovuta al fatto che sia De Sica sia Zavattini erano degli artisti ormai a fine carriera, di conseguenza il film che venne fuori «fu molto tradizionale, lontano dalla voglia di rinnovamento che si respirava nelle strade», insomma lontano da tutta quella stampa che inseguiva il “il mito della Nouvelle Vogue”. Il film, aldilà degli innegabili pregi artistici, da una prospettiva del racconto storico appare carente e superficiale, al punto che il sociologo e giornalista Rocco Turi lo definisce «uno dei film più reticenti della storia del cinema». Turi, argomentando tale presa di posizione, aggiunge: "Sfiora le vicissitudini dei soldati italiani dell’Armir che nella campagna di Russia furono considerati dispersi; omette piccoli passaggi che avrebbero consentito al film di spiegare agli italiani – come in un libro – una parte di storia vera che essi ancora non conoscono, piuttosto che ridursi a una storiella d’amore. Il documento, quindi – anche se politicamente controllato – segna la data della prima denuncia pubblica sulle vicende dell’Armir, ancora oggi tabù […]".

Nonostante la forte stroncatura da parte degli esperti, "I girasoli" verrà apprezzato e difeso da alcuni critici, pochi a dir la verità. Tra coloro che lo accolsero positivamente possiamo ricordare Leo Pestelli, critico de “La Stampa” di Torino, che scrisse: "I girasoli è un film del buon tempo antico, spianato, caldo, sincero, dove la regia di De Sica, non frastornata da elementi intellettualistici, libera di effondersi, incontra momenti della sua antica grazia e incisività e gusto del chiaroscuro".

Le fotografie di Mario Bagnasco, 41

Le fotografie di Mario Bagnasco, Primo Capo Squadra o Capo Squadra della Legione CC.NN. "Valle Scrivia".

"Rastrellamenti con qualunque tempo nei boschi vicino a Taly agosto 1942".

Il viaggio del 2013, da Warwarowka a Shukowo

Immagini del mio primo trekking effettuato nel 2013... Mercoledì 23 gennaio - 5a tappa Km.26,0: da Warwarowka a Garbusowo, a Ribalzin a Shukowo. Da qualche parte nella steppa.





venerdì 29 dicembre 2023

Il viaggio del 2013, da Warwarowka a Shukowo

Immagini del mio primo trekking effettuato nel 2013... Mercoledì 23 gennaio - 5a tappa Km.26,0: da Warwarowka a Garbusowo, a Ribalzin a Shukowo. Arrivo a Garbusowo dove è presente una delle pochissime lapidi dedicate ai nostri caduti nella Campagna di Russia.





giovedì 21 dicembre 2023

I giorni di Selenyj Jar

Sono anche i giorni di Selenyj Jar, il quadrivio insanguinato...

Enrico Rebeggiani (Chieti, 1 agosto 1916 - Ivanowka, 22 dicembre 1942)… «Eroico combattente d'Albania, benché assegnato a servizio condizionato presso un deposito per ferite riportate in combattimento, chiese ed ottenne di seguire il suo battaglione in partenza per il fronte russo. In più giorni di sanguinosi combattimenti, contro nemico preponderante di uomini e di mezzi combatté ininterrottamente. Col suo coraggio fu di esempio costante ai suoi alpini. Il suo valore culminava il giorno 22 dicembre, quando, comandante di un plotone sciatori arditi, occupava di sorpresa una importante posizione che il nemico aveva strappato ad altro reparto. Contrattaccato più volte rimaneva in posto con mirabile fermezza, anche quando il suo plotone era quasi distrutto. Benché ferito, visto il nemico che si ritirava, riuniti i pochi superstiti, noncurante del micidiale fuoco di artiglieria, si slanciava all'inseguimento; ferito una seconda volta incitava i suoi alpini a proseguire nella lotta gridando: "Avanti, L'Aquila". Colpito a morte consacrava la sua vita alla Patria Fronte Russo, Ivanowka quota 204, 19-20-21-22 dicembre 1942.»

Nelle immagini quota 204 ripresa dal satellite e successivamente fotografata nell'inverno del 2020, l'ultimo, purtroppo, viaggio in Russia.





Un flammiere ad Arbusowka

"Alle ore 7.00 circa del giorno 22 dicembre il flammiere Mario Iacovitti, preso uno dei cavalli presenti, si lanciò contro le linee sovietiche sventolando un tricolore, galvanizzando così alcuni reparti italiani che avrebbero poi sferrato un improvviso attacco contro alcuni reparti sovietici; catturato, rientrò in Italia alla fine della guerra, gli fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare".

Mario Iacovitti riposa al cimitero del Verano a Roma; lo trovai casualmente anni fa presso il sacrario militare.



I giorni di Arbusowka

Sono i giorni di Arbusowka, sono le ore di Arbusowka, la "valle della morte"...

"I feriti, con le membra spezzate e mutilate, venivano trascinati via e affidati ai medici che, senza attrezzatura e con scarsissimi materiali, iniziarono, su questa banchina glaciale, un prodigioso impegno che sarebbe andato avanti fino alla notte del 24 dicembre e che alcuni di loro avrebbero proseguito in prigionia, restando a fianco dei loro sventurati pazienti. Tutti i feriti, da quella sera, iniziarono un vero calvario. I più fortunati furono stivati in fredde isbe. La maggior parte rimase all’addiaccio. Venivano addossati alle pareti esterne delle case o ai pagliai, avvolti in coperte. Molti sarebbero morti assiderati…".

Arbusowka può essere considerata la più sanguinosa battaglia sostenuta dal Regio Esercito durante la Campagna di Russia: dei circa 25.000 italiani chiusi nella sacca, ben 20.500 circa furono uccisi, feriti o presi prigionieri in circa 4 giorni di combattimenti.

Le prime due immagini sono rarissime fotografie scattate all'epoca ad Arbusowka; la terza l'ho scattata nell'estate del 2019 proprio nella zona delle isbe occupate dai nostri soldati.





martedì 19 dicembre 2023

Conferenza a Novara

Per chi mi ha chiesto la possibilità di poter visionare la conferenza tenuta domenica a Novara, ecco il link delle riprese effettuate dalla Provincia di Novara... l'audio è un po' basso ma con l'adeguato volume è possibile ascoltarla per intero.

In ricordo di chi fu primo...

In ricordo di tutti quei soldati che primi sostennero e cercarono di arginare l'offensiva sovietica "Piccolo Saturno".

"Su Olimpo si stava rovesciando un uragano di fuoco. Non tirava un alito di vento e il fumo delle esplosioni ristagnava, irritando gli occhi abbagliati dalle vampe ininterrotte. Immersa nella fitta caligine, la spianata di Olimpo era percorsa in ogni direzione dai superstiti del caposaldo X, disorientati, terrorizzati, sbandati. Alcuni ufficiali, esausti, cercavano invano di bloccarli. Sulle nostre teste cominciarono a esplodere le granate a shrapnel. Sospese a 10 metri di altezza comparivano come d’incanto delle nuvolette dense, colorate in rosa ciclamino, in violetto o in arancione. Subito dopo le orecchie erano frustate dal rumore delle esplosioni e dai sibili aspri delle centinaia di pallettoni che ci piovevano addosso…".

Il caposaldo Olimpo e la spianata all'epoca nella prime due immagini; il caposaldo Olimpo e la spianata fotografato nell'estate del 2019.





sabato 16 dicembre 2023

In memoria del Seniore Giacomo Comincioli

Comandante del 15° Battaglione "M" del Gruppo C.C.N.N. "Leonessa", partecipando a numerosi combattimenti, cadde in azione il 15 dicembre del 1942 durante un assalto durato quattro ore contro Quota 192 nei pressi di Orobinskji, nelle vicinanze del Don. Per questa azione nel 1952 fu insignito alla Medaglia d'argento al Valor Militare.

«Comandante di Battaglione, ricevuto l’ordine di contrattaccare una posizione aspramente contesa, nonostante la violenta reazione, si poneva alla testa del suo reparto e con magnifico slancio respingeva le soverchianti forze nemiche. Ferito gravemente, conscio della propria fine, incitava i suoi uomini alla lotta e cadeva da valoroso. Don - quota 192 (fronte russo), 15 dicembre 1942.»

In suo ricordo è stata posto un medaglione con inciso il suo nome al centro della grande Croce posta sulla cima dell'Adamello, e la sezione dell'Associazione Volontari di Guerra di Brescia porta il suo nome. Il 25 maggio 1999 è stata posta una lapide in suo ricordo presso la Chiesa degli Alpini di Boario Terme.

martedì 12 dicembre 2023

Podcast sulla Campagna di Russia

In pochi minuti cerco di sintetizzare quasi due anni di campagna sul fronte orientale dei nostri reparti dallo CSIR all'ARMIR.



Il viaggio del 2013, da Warwarowka a Shukowo

Immagini del mio primo trekking effettuato nel 2013... Mercoledì 23 gennaio - 5a tappa Km.26,0: da Warwarowka a Garbusowo, a Ribalzin a Shukowo. Lungo la strada che da Warwarowka ci porterà a Garbusowo.



In memoria di Peppino Prisco

In memoria di Peppino Prisco, scomparso il 12 dicembre di 22 anni fa... si arruola negli Alpini a 18 anni, partecipando alla Campagna di Russia in qualità di tenente nel Battaglione "L'Aquila" del 9º Reggimento Alpini, inquadrato nella Divisione Alpina Julia, e guadagnandosi una medaglia d'argento al valor militare.

Il Battaglione "L'Aquila" partecipò agli scontri che si verificarono a Selenyj Jar, il famoso quadrivio insanguinato, e rientrò in Italia al termine della campagna con 159 Alpini e 3 Ufficiali... lui era uno di quelli!

domenica 10 dicembre 2023

Onori a Carlo Poncia

E’ morto l’alpino Carlo Poncia ultimo reduce di Russia della ANA di Colico.

Onori ad Arnaldo Sgarbi

Ieri in visita ad un cimitero ho trovato LUI: Arnaldo Sgarbi, caduto sul fronte russo, di Riccardo e Zampolli Margherita, nato il 21.03.2013 a Pegognaga (MN) e morto il 06.10.1942 in Russia; esumato nel 1993 e riconsegnato ai parenti nel 1994 e qui tumulato; inquadrato nel 79° Reggimento Fanteria "Roma" della Divisione Fanteria Pasubio. Almeno LUI è tornato a casa.

giovedì 7 dicembre 2023

Libri: "SOLO IL CIELO STELLATO"

Volevo segnalare questo nuovo libro, già acquistato, del Capitano Ugo Pesci rientrato in Italia al termine delle ritirate della Campagna di Russia. Particolarmente interessante anche per la sua presenza sia a Arbuzovka che a Čertkovo.

Il Capitano Ugo Pesci faceva parte del 109° Battaglione Mitraglieri aggregato al Corpo d’Armata Alpino. Posto in linea nel settore di Kasankaja il plotone del Capitano la sera del 16 dicembre 1942 ricevette l'ordine di spostarsi nelle retrovie verso Bogomoloff poi in direzione Makaroff e successivamente a Popowka.

L’inedito diario dell’ufficiale racconta i dettagli di una ritirata che ben presto diventa una rotta. Osserva reparti allo sbando, atti di eroismo, e incontra anche enormi magazzini stracolmi di viveri, utensili, slitte, mercanzie e vettovaglie che, se ben distribuite, avrebbero contribuito ad una difesa certamente migliore.

Osservando l’alleato tedesco, che ha mezzi e logistica di gran lunga migliori, il Capitano Pesci paragona scelte e comportamenti giungendo a giudizi non certo lusinghieri.

Dopo giorni e notti passate trascinandosi nella steppa finalmente il gruppo di Pesci raggiunge Starobilsk (nel diario Starobesck) e riesce a salire su un treno merci diretto a Valuiki. Poi verso Kharkiv dove viene ricoverato in un ospedale. È il 19 gennaio 1943: il Corpo d’Armata alpino ha ricevuto l’ordine di ripiegamento solamente da tre giorni.

L'Autore.

Ugo Pesci (Fermo, 1909-2005) aveva 33 anni, due figli e uno in arrivo quando partì come Capitano per la campagna di Russia nel 1942. L’ultimo figlio sarebbe nato dopo il suo ritorno. Diplomato perito all’Istituto tecnico industriale Montani di Fermo, ha lavorato al Consorzio di bonifica del Tenna occupandosi di acquedotti e opere di difesa idraulica. Frequentava i monti Sibillini, Appennino alle spalle di Fermo. Ha collezionato molti libri anche di guerra ma non ha mai avuto piacere nel raccontare quel periodo così terribile, né ha mostrato, se non a pochi intimi, il suo diario. Da giovane burbero e severo anche con i figli, è stato poi generoso e amichevole con i sei nipoti che ha avuto. Grande lettore, appassionato di musica classica, ha coltivato l’interesse per l’arte romanica, la fotografia e la buona tavola.

Lorenzo Pesci, che ha curato la pubblicazione del diario, è nato a Fermo nel 1971. Ingegnere civile è esperto di sistemi informativi geografici. È il nipote del Capitano Ugo Pesci.

Il libro è acquistabile a questo link https://www.tralerighelibri.com/product-page/solo-il-cielo-stellato-ci-%C3%A8-rimasto-diario-della-campagna-di-russia?fbclid=IwAR0CDZC2IkCdVozawFaw895IPVVqq3OHRX5c1UkKOpZicubkj98DlnmzsJU

mercoledì 6 dicembre 2023

Documenti relativi ai rapporti italo-tedeschi, 2

Eccomi con una nuova ricerca e con nuovi documenti relativi ai rapporti fra italiani e tedeschi sul Fronte Russo: diffidenze, collaborazioni, contrasti e modi totalmente differenti di condurre una guerra sono raccontati sia da parte tedesca che da parte italiana e danno un'idea abbastanza precisa della situazione.

Il SECONDO documento, riportato integralmente, è quello relativo a "Relazione del nucleo di collegamento tedesco sul Corpo di spedizione italiano del 9 giugno 1942 - BA-MA, MFB4 18276, ff. 156-161."

Nucleo di collegamento tedesco presso il Corpo di spedizione italiano in Russia

N° 594/42 documento segreto

Posto di Comando Tattico del Corpo, 9 giugno 1942

In riferimento a: gruppo di Armate von Kleist Ic 5070/42 documento segreto del 7/6/1942

Oggetto: Situazione del Corpo di spedizione italiano

Al comando della 17ª Armata - Ia

Qui di seguito riportata la costituzione organica del Corpo di Spedizione italiano. Il nucleo di collegamento tedesco riferisce al riguardo:

1. Organico.

a) TRUPPE DEL CORPO D’ARMATA. In generale: massa autotrasportabile, questo significa ridotte forze da combattimento, in particolare di autoveicoli da combattimento, per poter effettuare maggiori spostamenti delle truppe con l'assegnazione di mezzi di trasporto di cui dispone l'Armata. IL REPARTO CORAZZATO possedeva carri armati da tre tonnellate, non adatti, la maggior parte dei quali si erano già bloccati durante la marcia (il Corpo di Spedizione disponeva soltanto di un reparto corazzato: il gruppo “San Giorgio” della 3ª Divisione Celere, dotato di 60 carri armati leggeri di tipo L 3-33 dal peso di circa tre tonnellate e armati con una sola mitragliatrice; al fronte russo questo tipo di carro armato si rivelò molto vulnerabile all’impiego; entro l’1/10/1941 il gruppo “San Giorgio” aveva già perso un terzo dei suoi mezzi corazzati. In seguito i carri armati non furono più impiegati e il reparto funse da fanteria). Richiesti nuovi carri armati, dovrebbero arrivare con i trasporti dll’8ª Armata. GRUPPO DI CAVALLERIA: nata dalla riorganizzazione della Divisione Celere, i cui reggimenti di cavalleria e d’artiglieria a cavallo non erano più in grado di operare dopo l’occupazione della zona industriale. Lo stato dei cavalli notevolmente migliorato dopo il completamento (il 50 per cento della forza effettiva pronta ad entrare in azione). Il Reggimento di Cavalleria “Savoia” è in condizioni migliori del “Novara”, perché mentre veniva impiegato come fanteria (da febbraio a maggio) nel gruppo von Mackensen i cavalli non potevano lavorare e venivano semplicemente curati dai prigionieri (il gruppo Mackensen, guidato dal Comando del III Corpo d’Armata corazzato, venne impiegato per respingere l’offensiva sovietica contro la 6ª e la 17ª Armata, iniziata il 18/1/1942; come supporto a queste operazioni il CSIR formò un’unità di intervento che inizialmente doveva svolgere solo funzioni di copertura, ma in seguito partecipò anche ai combattimenti; questa unità di intervento sotto il comando del colonnello Giuseppe Musinu era composta dal Gruppo “San Giorgio” senza carri armati, da reparti del Reggimento di Cavalleria “Lancieri di Novara” a piedi e da due battaglioni di genieri, originariamente addetti alla costruzione di ponti). LEGIONE CROATA: pronta a entrare in azione, buona truppa. Il suo utilizzo è vincolato agli ordini del Duce. La Legione può essere impegnata solo all’interno delle unità italiane. BATTAGLIONE MONTE CERVINO: pronto a entrare in azione. Buona truppa. Pensato come battaglione di addestramento sciatori. Arrivato soltanto a marzo a causa delle difficoltà nei trasporti. Impiegato temporaneamente come battaglione di addestramento per le truppe d'assalto poi nel gruppo von Mackensen. CAMICIE NERE: in fase di riordinamento che era assolutamente necessaria dopo l'impiego in battaglie difensive presso la Celere (al CSIR era assegnata la 63ª Legione “Tagliamento” con il 63° e 79° Battaglione di Camicie Nere e un Battaglione di armi pesanti proveniente dall'Esercito; in totale la Legione contava nell'agosto del 1941 circa 1.600 uomini che disponevano di 78 mitragliatrici, 24 mortai e 8 cannoni contro carro da 47/32; quando a metà dicembre del 1941 il Corpo di Spedizione passò definitivamente alla difensiva, la Legione si trovava presso la 3ª Divisione Celere che disponeva soltanto di una debole fanteria, ma doveva difendere un settore particolarmente a rischio nella zona di sutura con il XLIX Corpo d'Armata da montagna; una parte considerevole delle perdite subite dal CSIR nel corso della cosiddetta battaglia di Natale nel settore della 3ª Divisione Celere, dal 20/12 al 31/12/1941 le perdite totali ammontavano a circa 1.350 uomini, riguardarono la Legione “Tagliamento”). Truppa di scarsissimo valore bellico, il corpo ufficiali è costituito esclusivamente da ufficiali di complemento, le truppe per lo più da soldati anziani, scarso equipaggiamento con armi pesanti, il suo valore militare non è considerato molto alto nell'esercito. BATTAGLIONE DI MITRAGLIERI: dotato di animali da soma, autotrasportabile. ARTIGLIERIA: artiglieria a cavallo proveniente dalla Celere dove ha combattuto valorosamente, il reggimento d'artiglieria del corpo d'armata (motorizzato) solo calibro 10,5 cm, gittata 13 km. Manca totalmente l'artiglieria di medio e grosso calibro. Autoveicoli da traino trattori ruotati. Anche la contraerea è sotto il comando del comandante dell'artiglieria. REPARTO CACCIACARRI: valutazione dei cannoni vedi 2°. GENIERI: riuniti insieme alla truppa collegamenti sotto il comandante dei genieri del corpo. L'addestramento si limitava originariamente all’impiego come battaglione pontieri o costruzioni, non erano genieri d'assalto. Devono essere integrati in completamento dopo l'impiego come fanteria nel gruppo von Mackensen. GRUPPO COLLEGAMENTI DIVISIONALI: la mancanza di effettivi, di equipaggiamento e di addestramento rende molto difficile il comando inteso alla tedesca. BATTAGLIONE CHIMICO: due compagnie di decontaminazione, una compagnia lanciafiamme che viene impiegata spesso nei combattimenti all'interno degli abitati e nelle battaglie per la conquista delle postazioni fortificate. SERVIZI DI TRASPORTO: i resti sono attualmente assegnati all’Intendenza.

b) DIVISIONI “PASUBIO” E “TORINO”: divisioni autotrasportabili. Per metterle in movimento con la marcia motorizzata necessitano dell'assegnazione di automezzi per truppe e trasporto degli animali da soma (559 autocarri da 35 uomini, 160 [?] da 8 animali). Senza l'assegnazione di mezzi di trasporto sono una semplice fanteria con un equipaggiamento ridotto, composto soltanto da autoveicoli da combattimento e da animali da soma (850 a divisione) per il trasporto delle armi pesanti e delle munizioni. La costituzione su due reggimenti si è dimostrata svantaggiosa, nell'attacco manca il reggimento di riserva, nella difesa mancano le forze di fanteria. Il raggruppamento dei mortai in battaglioni è utile per la creazione di centri di gravità. L'artiglieria debole, calibro 7,5 e 10 cm. L’artiglieria della divisione è impiegata in prima linea nei combattimenti ravvicinati, anche perché i reggimenti di fanteria sono sprovvisti di propri cannoni di fanteria; le loro 13e compagnie dotate di cannoni da 4,7 cm (“Torino”) e da 6,5 cm (“Pasubio”) svolgono al tempo stesso funzioni da reparto cacciacarri e cannoni di fanteria. La dotazione con reparti cacciacarri, generi e trasmissioni è assolutamente inadeguata. Nell'organico manca del tutto un'unità d'esplorazione.

c) DIVISIONE “CELERE”: finora Divisione di cavalleria con due Reggimenti di cavalleria e uno di fucilieri (bersaglieri), è diventata una Divisione motorizzata con l’aggiunta di un secondo Reggimento bersaglieri e di un Reggimento d’artiglieria motorizzato. Solo il battaglione mortai viene ancora trasportato a soma; attende la fornitura di propri automezzi. Il valore bellico dei bersaglieri per tradizione e selezione più alto rispetto a quello della restante fanteria.

d) I SERVIZI NELLE RETROVIE: l’approvvigionamento del Corpo avviene tramite l’Intendenza; l’intendente è stato finora un misto tra Quartiermeister del Corpo, responsabile dei rifornimenti, ufficio distaccato del Quartiermeister generale, ora diventa organo dell’Armata. Dato che le Divisioni sono sprovviste di proprie colonne di rifornimento, dipendono interamente dall’assegnazione di mezzi di trasporto o dall’afflusso a tergo. Molto ben sviluppati i servizi sanitari. Hanno svolto bene e con successo il proprio lavoro. I servizi amministrativi (commissariato) più schematici e lenti di quelli tedeschi. Non sono in grado di organizzare lo sfruttamento sistematico delle risorse locali senza gli addetti agricoli tedeschi. La creazione di piccole basi di approvvigionamento (tappe) lungo le vie di rifornimento, dotate di mezzi di trasmissione e con possibilità di alloggiamento, assistenza e vettovagliamento si è rilevata valida diverse volte ed è stata sempre mantenuta fino a 200 km di profondità.

e) AERONAUTICA: sotto il comando del Corpo che in genere stabilisce autonomamente e fin nei minimi dettagli i compiti di ricognizione e l’impiego dei caccia. L’attività di ricognizione spesso schematica ed effettuata con prudenza a causa del materiale scadente. I caccia di per sé efficaci, ma sprovvisti di un’apparecchiatura radio di comunicazione terra-bordo, l’azione di caccia libera quindi una semplice questione di fortuna.

2. Equipaggiamento.

a) ARMI E ATTREZZATURA: armi portatili della fanteria: mitragliatrici e mortai adatti. Mitra disponibili, scarso equipaggiamento nella truppa. Tranne poche eccezioni le perdite sono state sostituite. ARTIGLIERIA: l’artiglieria di Divisione calibro 7,5 e 10 cm insufficiente sia per gittata che per potenza. Cannone da 10,5 dell’artiglieria del Corpo d’Armata (fino a 13 km di gittata) efficace. Lo svantaggio è la traiettoria lunga. Le canne al momento sono fortemente logorate dall’uso. Ricambi in arrivo. Non ci sono proiettili perforanti. I cannoni antiaerei da 7,5 e da 2 cm efficaci, ma anche qui mancala munizione perforante. CANNONI CONTROCARRO: stesso calibro 4,7 cm nei Reggimenti di fanteria e nelle unità cacciacarri del Corpo e della Divisione. Per il suo rendimento di tiro corrisponde al massimo al vecchio calibro tedesco 3,7 cm. Velocità iniziale 360 m/sec., distanza di tiro ottimale 200, distanza massima di efficacia 700 m. Mancano armi adeguate contri i carri armati russi medi e pesanti. I cannoni antiaerei da 7,5 cm […]. ATTREZZATURA DEI GENIERI: pontoni di legno già sperimentati nella testa di ponte di Dnepropetrovsk (durante i combattimenti intorno alla testa di ponte di Dnepropetrovsk i genieri italiani costruirono un importante ponte di barche sul fiume; ciò valse loro una lode speciale del comandante del 1° Gruppo corazzato). Con quelli costruiti in proprio il carico sale da 5-10 a 7-13 tonnellate. APPARECCHI DI TRASMISSIONE: sono insufficienti e hanno scarse prestazioni, l’apparecchio telefonico è vecchio, sensibile all’umidità, non c’è abbastanza cavo. Gli apparati radio sono in parte moderni ed efficienti, ma di poca utilità sul campo (cfr. al riguardo in generale “Servizi logistici”, pp. 97-117; sulle deficienze della truppa collegamenti italiana sul fronte orientale cfr. Massignani, “Alpini e tedeschi”, pp. 114-119).

b) SITUAZIONE DEGLI AUTOMEZZI: al momento la loro manovrabilità è fortemente ridotta. Utilizzabilità dei propri automezzi: 75 per cento Divisione Celere, 35-40 per cento Divisioni Pasubio e Torino. Disponibilità operativa delle due Divisioni: dovrebbe aumentare del 15-20 per cento entro tre settimane con il raggruppamento di tutti i servizi di riparazione e l’arrivo dei pezzi di ricambio (stando a quanto afferma l’intendente). Inoltre al momento sono completamente sprovvisti di proprie autocolonne per il trasporto motorizzato. Automezzi appena arrivati: ottima impressione, tutti dello stesso modello. Ulteriori colonne stanno giungendo con il trasporto dell’8ª armata. Piccoli veicoli motorizzati adatti come autoveicoli da combattimento della fanteria; autocarro da una tonnellata, motore potente, utilizzabilità fuori strada solo limitata dai pneumatici a tallone lisci. Le motociclette a due e tre ruote sono buone. La maggior parte degli autocarri ha bisogno di gasolio, gli automezzi a benzina [si limitano] in genere alle motrici, agli autocarri fuoristrada (nel Battaglione chimico), ai piccoli veicoli, alle autovetture e alle motociclette. In periodi tranquilli il consumo è per 2/3 gasolio e per 1/3 benzina, V.S. [?] per l’impiego di tutti gli automezzi è 1/2 e 1/2.

c) SITUAZIONE DEI CAVALLI: il 50 per cento dei cavalli dei Reggimenti di cavalleria e del Reggimento di artiglieria a cavallo sono nuovamente operativi. I complementi stanno arrivando. Anche i muli dei Reggimenti di fanteria al 50 per cento.

d) VESTIARIO: va bene. L’abbigliamento invernale è arrivato in tempo, per lo più con trasporto aereo. Molto funzionale: la camicia dell’uniforme per l’estate può essere indossata senza giacca.

3. Situazione del personale.

a) PERDITE: vedi allegato 2 (nell’allegato 2 del nucleo di collegamento tedesco n° 594/42 documento segreto sono elencate le perdite subite dal CSIR dall’inizio della missione fino all’1/6/1942; il Corpo di spedizione italiano registrava 1.435 morti, 5.924 feriti, 361 dispersi e 12.144 malati e infortunati; stando a questo documento, le perdite totali del CSIR all’1/6/1942 ammontavano a 19.864 uomini). Durante gli attacchi le perdite sono sempre maggiori che nelle truppe tedesche a causa della scarsa collaborazione tra le varie armi e perché non si sfrutta abbastanza il terreno. Le perdite per congelamento erano inizialmente alte (1.200 nel Corpo nella prima metà di dicembre), ma sono diminuite rapidamente grazie all’intervento energico del generale comandante e a un sistema difensivo costituito da capisaldi (stando ai dati dell’Intendenza del CSIR, nel dicembre del 1941 furono registrati 1.379 casi di congelamento e 1.054 nel gennaio del 1942; tra agosto del 1941 e la fine del giugno del 1942 l’Intendenza registrò in totale 3.614 casi di congelamento).

b) COMPLEMENTI: fino alla fine di dicembre 1941 il Corpo di spedizione non aveva complementi, ora grazie agli arrivi solo il 50 per cento degli uomini si trova nel Corpo fin dall’inizio. I complementi costituiti da uomini idonei. Altri 6.000 uomini stanno arrivando, tuttavia pochi vuoti ancora da colmare.

c) CONDIZIONE E MORALE DELLA TRUPPA: la truppa ha superato sorprendentemente bene l’inverno, conquistando maggiore fiducia in se stessa e maggiore fermezza. Riguardo alla salute, a posteriori danni al cuore, ai polmoni e ai reni. Dopo ormai undici mesi d’impiego, segni di stanchezza non tanto nella truppa ma nel corpo ufficiali, in gran parte non all’altezza (in una relazione, firmata da Messe, del Comando del CSIR si legge: “Le conseguenze [della guerra invernale] si son fatte e si fanno sentire: parecchi ammalati, una sorprendente difficoltà di ripresa delle energie fisiche dopo indisposizioni anche leggere, intenso logorio nervoso, cuori che si sfiancano e fenomeni tubercolari che si presentano in soggetti costituzionalmente sani e immuni da tare precedenti. Gli ufficiali hanno proporzionalmente sofferto più della truppa”). LICENZE: rese più difficili dai regolamenti di quarantena per l’ingresso in Italia (era prevista una quarantena di 15 giorni in campi allestiti appositamente per questo scopo; a causa dei regolamenti di quarantena, a cui si aggiungevano i problemi legati al trasporto e la lunghezza del viaggio, era praticamente impossibile concedere ai soldati del CSIR regolari licenze in patria). Il Corpo prevede di sostituire gli uomini con i complementi nel caso in cui ci siano gravi motivi familiari. SPIRITO: buono, senza dubbio per particolare merito del generale comandante che sa come prendere i soldati, non sempre facili da trattare; le sue premure vengono accolte con gratitudine. Influsso molto positivo della Chiesa.

4. Profilo dei comandanti e degli ufficiali di stato maggiore.

a) CORPO D’ARMATA: GENERALE COMANDANTE, Sua Eccellenza Messe. Forte personalità, è convinto che una leale collaborazione sia utile sul piano militare e politico. Sul piano tattico agisce con prudenza, e tiene conto del valore bellico della sua truppa. Grande autorità sulla truppa, ha una posizione di rilievo personale presso il Duce e la Casa Reale (è stato aiutante di campo, anche se promosso dal grado di sottufficiale). CAPO DI STATO MAGGIORE: (colonnello Utili), intelligente, flessibile, bravo e molto schietto. Ia (tenente colonnello Conti), molto intelligente. INTENDENTE AI SERVIZI: (maggiore Cangini), ufficiale dinamico ed energico, che su ordine del capo è subentrato nella gestione dell’approvvigionamento al sottocapo (tenente colonnello Alessi, 52 anni) preposto a tale attività. IC (tenente colonnello Bianchi), ambizioso, ha organizzato il servizio informazioni, in particolare, il controspionaggio.

b) TRUPPE DI CORPO D’ARMATA: COMANDANTE DI CAVALLERIA (generale Barbò), simpatico e cameratesco, non ha una forte personalità. COMANDANTE DI ARTGLIERIA (generale Dupont), molto attivo, spesso in prima linea presso la sua artiglieria, si è occupato molto in prima persona dell’ampliamento delle postazioni avanzate in qualità di comandante interinale di una Divisione (dall’8/1 al 16/2/1942 Francesco Dupont guidò come generale di Brigata e in qualità di sostituto la Divisione Torino). COMANDANTE DEI GENIERI DEL CORPO (generale Tirelli), personalmente molto vivace, cerca di rimediare fin dove possibile alla carenza di apparecchi di trasmissione e allo scarso addestramento dei genieri.

c) DIVISIONI: DIVISIONE CELERE: comandante (generale Marazzani), anziano ufficiale di cavalleria, un tempo addetto diplomatico a Varsavia; si è adeguato bene al comando tedesco. CAPO (colonnello Battaglini), intelligente, certamente non del tutto trasparente. La Divisione ha imparato molto sotto il XLIX Corpo d’Armata (da montagna) tra dicembre 1941 e maggio 1942. DIVISIONE TORINO: comandante (generale Lerici), meriterebbe di essere comandante di Divisione anche nell’esercito tedesco. CAPO (maggiore Turrini), buon Ia. L’anno scorso la Divisione valeva poco, ma con il nuovo comandante e il nuovo Ia è notevolmente cambiata. DIVISIONE PASUBIO: comandante (generale Giovanelli), anziano, non ha energia, come comandante è debole. CAPO (colonnello Ricca), ha molte doti, ma è poco interessato al servizio; quando è necessario può improvvisare abilmente. Nonostante questo organico, nel settembre del 1941 la Divisione ha lavorato bene nel gruppo von Schwedeler e mantiene ancora oggi stretti rapporti con esso (ottimo ufficiale di collegamento della Divisione).

Giudizio finale.

1. Il Corpo è al momento pronto all’impiego. a. nell’attuale postazione, con ulteriore potenziamento e afflusso di materiali da costruzione per difendersi dagli attacchi russi di piccola e media portata. Armi insufficienti contro i carri armati medi e pesanti e rafforzamento del terreno ancora scarso. L’addestramento dei gruppi guastatori controcarro e la costruzione degli sbarramenti controcarro procedono; b. per la ripresa del movimento con la Divisione Celere e alcune parti delle truppe del Corpo subito, con le Divisioni Pasubio e Torino dopo l’aumento della propria mobilità. Questa non consente attualmente nemmeno la marcia delle Divisioni compatte, il Corpo non ha a disposizione proprie colonne per il trasporto motorizzato. Con la fornitura dei 400 autocarri promessi, già arrivati all’Intendenza, è pronto alla marcia in forma precaria. La pausa di almeno 20 [?] giorni, richiesta dal comandante della Divisione Pasubio in particolare, per far riposare gli uomini, non è indispensabile visto che è stata una primavera tranquilla sul piano dei combattimenti - nell’autunno del 1941 il Corpo ha fatto presente più volte, prima delle operazioni, la propria limitata efficienza, ma durante le operazioni si è mostrato all’altezza degli impieghi richiesti.

2. Per garantire la piena capacità operativa il generale comandante, attualmente a Roma, si proponeva di richiedere (tra il 24/ e il 20/6/1941 il generale Messe si trovava in Italia): a. La prima nuova Divisione dell’8ª Armata giunta con i trasporti, per poterla impiegare immediatamente con la Divisione Celere e con le truppe del Corpo. b. Artiglieria pesante per rafforzare la bassa potenza di fuoco, soprattutto in fase di attacco. c. Carri armati, necessari come supporto morale alla fanteria durante gli attacchi. d. Difesa controcarro, sono già stati accordati 18 cannoni controcarro (f) da parte dell’OKH. e. Apparecchi di trasmissione, per colmare una delle principali lacune del comando delle truppe. f. Colonne motorizzate, mezzi di trasporto provenienti dalle colonne in arrivo con l'8ª Armata.

Non si prevede ancora quali tra queste richieste verranno soddisfatte. Il ritorno del generale comandante è atteso per il 15 giugno. In generale il Comando e i soldati sono pienamente disponibili a collaborare, e maggiore è il valore combattivo delle truppe - a parte la mobilità - rispetto all’anno scorso grazie alle esperienze fatte durante l’inverno.

Maggiore di s.m. (il documento, contrassegnato come bozza, non riporta alcuna firma ma venne probabilmente redatto dal maggiore Fellmer).

martedì 5 dicembre 2023

Cerimonia e conferenza a Novara

Domenica 17 dicembre a Novara dalle ore 15:15 si terrà una cerimonia per ricordare tutti i caduti, i dispersi e i combattenti della Campagna di Russia, con particolare attenzione a tutti quelli che presero parte alla battaglia di Arbuzokva. A seguire terrò una conferenza storica sugli avvenimenti e proietterò diverse immagini dei miei viaggi in Russia presso il Museo Storico "Aldo Rossini" sito in Viale della Rimembranza, Novara.

Invisibili, Fante Ivo Concetto Folegani

Quando abbiamo iniziato questo progetto sapevamo cosa volevamo ottenere, ma non sapevamo ancora bene come arrivare al risultato che ci eravamo prefissati e soprattutto non eravamo certi di come poter raccontare al meglio le storie degli INVISIBILI. Anche in questa intervista abbiamo avuto il vero piacere di conoscere la bella famiglia di Ivo Concetto Folegani, un fante disperso in Russia della Divisione di Fanteria Torino. Non solo ci hanno aperto la porta di casa come a conoscenti di lunga data, ma soprattutto ci hanno "regalato" e condiviso con noi le loro emozioni che a distanza di oltre 80 anni sono vivissime in tutti loro.

Se hai una testimonianza viva ed autentica da raccontare e vuoi partecipare a questo progetto, scrivimi a questo indirizzo email 𝒅𝒂𝒏𝒊𝒍𝒐.𝒅𝒐𝒍𝒄𝒊𝒏𝒊@𝒈𝒎𝒂𝒊𝒍.𝒄𝒐𝒎.

sabato 2 dicembre 2023

Intervista a Fanchini Pierino

Intervista all'Alpino Fanchini Pierino, classe 1923.

A seguito della serata organizzata al Teatro Sterna di Quarona, il Presidente Gianni Mora, il gentilissimo Valter Stragiotti e tutto il Consiglio Sezionale, in occasione del 100° anniversario della Sezione Valsesiana hanno aderito alla mia richiesta di diffondere il contenuto del dvd "Ciau Pais", 34 storie di Alpini che sono tornati; obiettivo come sempre quello di fare tesoro e memoria dei nostri soldati e raccontare alle nuove generazioni la loro storia ed il loro sacrificio. Dal bel dvd prodotto dalla Sezione Valsesiana sono state estratte le singole interviste. Un grosso grazie a tutta la sezione per il permesso accordatomi.

Le fotografie di Mario Bagnasco, 40

Le fotografie di Mario Bagnasco, Primo Capo Squadra o Capo Squadra della Legione CC.NN. "Valle Scrivia".

"Cimitero germanico".

Il viaggio del 2013, da Warwarowka a Shukowo

Immagini del mio primo trekking effettuato nel 2013... Mercoledì 23 gennaio - 5a tappa Km.26,0: da Warwarowka a Garbusowo, a Ribalzin a Shukowo. Partenza alla mattina presto da Warwarowka e monumento ai caduti russi della battaglia.



Ricordi, parte 25

Ogni dicembre, ogni gennaio, immancabilmente il pensiero torna in Russia, più forte che mai. Le ore nella neve, nel silenzio assoluto con i mie pensieri e con la consapevolezza di camminare nei loro stessi luoghi, mi mancano, come tutti gli anni dopo la prima volta che sono stato in Russia nel 2011. E ogni inverno tornano alla mia mente le parole di Mario Rigoni Stern nell'apertura del suo libro "Ritorno sul Don"...

«… Ogni anno quando cadeva la prima neve e dalla finestra che guarda gli orti vedevo tetti e montagne imbiancarsi, mi prendeva una malinconia che stringeva il cuore e mi isolava da tutto il resto. Come se questa neve avvolgesse e coprisse la vita che è nel corpo. Anche di notte mi svegliavo quando nevicava. Lo sentivo che nevicava, e stavo immobile dentro il letto. I primi anni prendevo gli sci e andavo. Andavo da solo dove non avrei incontrato nessuno. Nessuno, tranne quello che avevo lasciato là. […] Ma io sapevo. Avevo visto cose che non si possono dire alle madri. Così, ogni volta che nevicava era come morire un poco…».

Podcast sul Progetto Invisibili

Come nasce il progetto dedicato a dar voce a tutte quelle persone che hanno perso, fra i caduti e i dispersi, un padre, un nonno o uno zio nella Campagna di Russia.