Chi sono

Ho iniziato a viaggiare in Russia nel 2011. Non ho avuto parenti direttamente coinvolti nelle vicende della Campagna di Russia; in famiglia non c'era un nonno che raccontava di quella tragedia; a dire il vero in famiglia non c'era nessuno che raccontava di quelle vicende, tanto meno della Seconda Guerra Mondiale.

La storia della Seconda Guerra Mondiale, ma in particolare quella della Campagna di Russia, però l'ho avuta "addosso" da sempre. Non ricordo il momento preciso in cui mi resi conto di tutto ciò; ricordo però che un giorno forse del tutto causalmente iniziai a leggere "Il sergente nella neve" o "Centomila gavette di ghiaccio". Fu come un colpo di fulmine; non conoscevo nulla di quella storia; forse neanche a scuola mi era stato raccontato nulla. Da quel momento ho iniziato a comprare libri a decine che mi permettessero di conoscere quella tragedia che si era consumata neanche troppi anni addietro e di cui nessuno mi aveva raccontato prima; poi forse anche un pò causalmente comprai "Ritorno sul Don"...

Questo è stato il libro che in qualche modo ha cambiato la mia vita: non era più la storia di una guerra lontana ma di un'esperienza umana, si vissuta da un protagonista di quelle vicende, ma sempre un'esperienza che in qualche modo avrei potuto rivivere, seppur con tutti i distinguo del caso. Dopo aver letto il libro di Mario Rigoni Stern ed averne sofferto, pagina dopo pagina, si era insinuato in me il chiodo fisso di andare in Russia.

Non sapevo come, non sapevo quando, ma dovevo andarci; non mi bastava più leggere, dovevo toccare con mano e vedere con i miei occhi quei luoghi per vivere davvero le sensazioni che ogni libro riusciva a trasmettermi. Ma era possibile? Come avrei potuto realizzare questo sogno? Mi sembrava di dover affrontare chissà quale sfida impossibile...

Poi il caso volle che nella stanza di attesa del mio dentista, sfogliando un vecchio numero di Airone, trovai proprio un articolo che illustrava come due ragazzi italiani avessero camminato in quelle zone e per di più in solitaria. Dovevo anche io provare a realizzare qualche cosa di simile: l'idea di poter, non solo visitare, ma camminare in quei luoghi come fecero i nostri soldati anni fa, mi sembrava unica e "totale". Dovevo riuscirci anche io!

Scoprii che fino a qualche anno prima un'agenzia di Alba, se non ricordo male "La Rondine", aveva effettuato viaggi in Russia in particolare per i reduci ed i parenti di quei sfortunati ragazzi; ma scoprii anche e presto che quei viaggi non venivano più fatti, perché a quanto pare c'era poco interesse. Forse i reduci ormai erano troppo pochi e troppo anziani per affrontare un viaggio del genere; figuriamoci poi le nuove generazioni che non conoscono nulla e vivono ormai in un paese che non ha alcun interesse a tener vive quelle storie di uomini e di sofferenza, tutto troppo scomodo forse.

Se nessuno li organizzava, non restava che provare in prima persona. Nel Gennaio 2011 grazie al contributo di un noto tour operator del bresciano e grazie ad alcune persone a me care che mi hanno supportato nell'impresa, riuscii finalmente ad effettuare un primo viaggio esplorativo nelle zone del fronte tenute dagli Alpini, potendo così vedere per la prima volta nella mia vita quei luoghi di cui avevo tanto letto.

Ma non era abbastanza... volevo di più; con il giusto rispetto verso i protagonisti di quelle vicende, volevo e dovevo avvicinarmi il più possibile alla loro situazione, per capire, per provare, per sentire. Ecco che allora nel Gennaio 2013 riuscii ad organizzare un primo trekking esattamente lungo il percorso della ritirata della Divisione Alpina Tridentina, dal Don fino a Nikolajewka. C'ero riuscito!

Pensavo di avere finalmente raggiunto il mio "traguardo"... invece ero solo all'inizio di quella che poi è diventata una vera e propria passione, un motivo di vita. Da allora non mi sono più fermato e tutte le volte che posso, d'inverno come d'estate, volo in Russia in mezzo a quei ragazzi che ancora, in tanti, in troppi, riposano sotto un metro di terra.