Le Medaglie d'Oro

Riporto l'elenco delle Medaglie d'Oro al Valor Militare nella Campagna di Russia, elencate in ordine alfabetico con la relativa motivazione.

Colonnello Medico BOCCHETTI Federico - Corpo Sanitario.
Motivazione: "Volontario di ogni guerra, tempra geniale di organizzatore, suscitatore di entusiasmi, sempre pervaso dalla sublime missione di medico e di soldato ebbe ovunque cara la suprema gioia del dovere. Informato che in una zona totalmente accerchiata dal nemico giacevano centinaia di feriti, animato dal più ardente desiderio di recare lenimento alle sofferenze, sagacia di consiglio alla organizzazione di assistenza e - ove possibile - di sgombero, spontaneamente volle raggiungere per le contese e quasi vietate vie dell’aria la zona assediata, portandovi il soffio benefico del suo spirito e della sua opera. Ma nel volo di ritorno scompariva nel cielo della lotta, eternando nella perennità luminosa del simbolo la figura di chi sopravanza i termini dell’io nella più generosa dedizione alla Patria e alla Umanità. - Fronte russo, Cielo di Cercowo, 29 dicembre 1942".



Caporal Maggiore BRISCESE Donato - 1° Battaglione Genio Pontieri.
Motivazione: "Pontiere caposquadra mitraglieri, in aspro combattimento contro rilevanti forze, portava i dipendenti con ardita decisione all’attacco, infliggendo gravi perdite al nemico. Caduti alcuni serventi, benché ferito una prima volta, rimaneva al proprio posto incitando i suoi uomini alla resistenza ed assicurando l’efficace fuoco dell’arma. Ferito una seconda volta al capo da una scheggia di mortaio, cosciente della critica situazione per la grave minaccia nemica, rifiutava ogni cura e continuava audacemente la lotta. Rimasta l’arma inutilizzabile, si poneva alla testa dei superstiti e cercava ancora di arrestare il nemico con lancio di bombe a mano, finché colpito a morte da raffica di mitragliatrice, immolava la propria vita, fiero di avere contrastato il passo al nemico prodigandosi oltre gli umani limiti del dovere. - Nikolajewka (Fronte russo)".



Sergente Maggiore CABUTTO Eraldo, 54° Reggimento Fanteria, Divisione Sforzesca.

Motivazione: "Sottufficiale di contabilità, nel corso di gravissimi combattimenti avendo notato che l’irresistibile pressione avversaria stava per aprirsi un varco nello schieramento del proprio battaglione, con pronta iniziativa, riunito un gruppo di audaci, fra scritturali e personale dei servizi, li conduceva all’assalto, infiammandoli col suo eroico esempio. Nel corso del combattimento, gravemente ferito alle gambe, persisteva nell’impari lotta e, sebbene immobilizzato a terra rifiutava i soccorsi continuando a battersi con indomito valore. Nuovamente colpito opponeva il più fiero diniego a che amorevolmente tentava di allontanarlo dalla linea del fuoco, e conscio della propria sorte ostinata volle rimanere su quel terreno che con tanta audacia e sacrificio aveva difeso. Esaurite le munizioni e lanciata l’ultima bomba, si abbatteva al suolo invocando con disperato amore la Patria lontana a cui aveva dedicato tutta la sua fiorente giovinezza. - Fronte russo, 20 agosto 1942".



Capitano CAMANDONE Bruno - 4° Reggimento Artiglieria Contraerea.
Motivazione: "Capitano di artiglieria appassionato ed entusiasta, venuto a conoscenza che nel corso dì affrettato ripiegamento del gruppo cui apparteneva alcuni pezzi erano stati abbandonati, ottenne, dopo reiterate insistenze, di poter tentare il recupero dei pezzi stessi Seguito da altri ardimentosi riusciva con perizia e tenacia a ricuperarne due avviandoli alle nostre linee. Fatto segno a violenta reazione nemica e ferito una prima volta volle insistere nel generoso compito assuntosi per recuperare altro pezzo della sua batteria. Raggiunto l’intento a prezzo di forti sacrifici e prossimo ormai a rientrare nelle nostre posizioni col prezioso carico, venne colpito in pieno da raffica anticarro. Esalò l’ultimo respiro abbattuto sul suo cannone, rivolgendo parole di fede e di incitamento ai compagni che lo avevano seguito nell’ardua impresa. Esempio di cosciente valore e di sublime attaccamento alla propria arma. - Cerkowo (Fronte russo), 24 dicembre 1942".



Soldato CHERUBIN Roberto - 201° Reggimento Artiglieria Motorizzato.
Motivazione: "Volontario di altre due guerre, decorato al valore, rifiutava di essere impiegato quale interprete, non volendo rinunziare all’onore di rimanere servente al pezzo. Nel corso di una offensiva nemica, accerchiato da carri armati, deciso a non abbandonare il suo cannone nonostante le gravi perdite subite dal reparto, continuava da solo il fuoco e rendeva inservibili due carri armati avversari. Esauriti i proiettili, si armava di mitragliatrice e continuava a sparare; inceppatasi l’arma, persisteva nella difesa con bombe a mano e col moschetto. Privo di munizioni, faceva saltare il pezzo ed affidato l’anello nuziale ad un compagno perché lo facesse pervenire alla consorte, si armava di un’ascia e si slanciava contro la torretta di un carro nemico colpendone ripetutamente la mitragliatrice, finché scompariva gloriosamente nell’impari lotta. - Zona di Orobinskji (Fiume Don - Fronte russo), 12-17 dicembre 1942".



Sottotenente GUALDONI Fedele - 4° Reggimento Genio R.T.
Motivazione: "Comandante compagnia T.R.T. in un momento particolarmente difficile dava il valido volontario contributo del suo reparto per la costituzione di importante caposaldo, tosto investito da poderose forze nemiche. Su terreno ghiacciato e scoperto, durante 14 giorni di attacchi avversari, manteneva integra la linea affidatagli, trascinando più volte al contrattacco i suoi genieri. Il 15° giorno, ferito ad un braccio, mentre respingeva nuovi poderosi attacchi, continuava la lotta riuscendo ad impedire lo scardinamento della difesa e, sostituendosi al puntatore dell’unica mitragliatrice rimasta efficiente, infliggeva al nemico gravissime perdite. Ferito gravemente al petto, non desisteva e, con supremo sforzo, volgeva il suo fuoco su altre colonne avversarie tendenti ad aggirare la posizione. Impegnati i suoi eroici genieri in un cruento corpo a corpo, ne proteggeva ancora il ripiegamento; colpito a morte sull’arma, cadeva da purissimo eroe. - Tscherkowo (Russia), 19 dicembre 1942 - 4 gennaio 1943".



Soldato Scelto Flammiere IACOVITTI Mario, 1° Battaglione Chimico d’Armata.
Motivazione: "Volontario in durissimi combattimenti difensivi, mentre l’unità di cui faceva parte, completamente circondata, era premuta da soverchianti forze nemiche, sfìnito da più giorni di combattimento e con gli arti inferiori menomati da principio di congelamento, in un disperato ritorno di energie, riusciva a montare su di un cavallo e, tenendo alto sulla destra un drappo tricolore, si lanciava contro il nemico, trascinando con l’esempio centinaia di uomini all’attacco. Incurante della reazione avversaria, attaccava ripetutamente. Alla quinta carica, rimasto miracolosamente illeso, dopo che una raffica di mitragliatrice gli aveva abbattuto il cavallo, si trascinava ancora avanti, carponi, verso una postazione di arma automatica nemica, della quale, con fredda astuzia e straordinario coraggio, riusciva a impadronirsi con lancio di bombe a mano. Nel prosieguo della lotta disperata, travolto dalla marea nemica veniva catturato. - Arbusow (Russia), 22 dicembre 1942".



Capitano Pilota IANNICELLI Giorgio.
Motivazione: "Intrepido pilota da caccia, già distintosi per altissime doti di comandante e di soldato, non esitava, nonostante la proibitiva temperatura e le disperate condizioni di tempo e di ambiente, per cui solo tre apparecchi potevano mettersi in moto, a partire in volo alla testa dei pochi gregari per compiere l’ardua missione di proteggere ad ogni costo le nostre linee. Avvistata una formazione di bombardieri avversari scortata da 15 caccia, incurante della schiacciante superiorità numerica del nemico, impegnava con superbo ardimento l’asperrima lotta, riuscendo nello scopo affidatogli ed abbattendo un bombardiere. Persisteva nell’arduo e impari combattimento fino a quando, colpito a morte, precipitava in fiamme, immolando così, nella luce della gloria, la balda giovinezza tutta dedita alla lontana Patria immortale. Cielo di Russia, ottobre - dicembre 1941".



Tenente IOLI Giuseppe, Quartier Generale, Divisione Sforzesca.
Motivazione: "Magnifica figura di ufficiale e di combattente già ripetutamente distintosi per incrollabile fede ed eccezionale noncuranza del pericolo, specie in una difficile e delicata operazione di guerra precedente alla cattura durante la quale veniva gravemente ferito. Catturato, in duri campi di prigionia, benché cieco di un occhio e fisicamente menomato, manteneva contegno esemplare nonostante privazioni, lusinghe e minacce di ogni genere. Improvvisatosi infermiere, sfidando pericoli di mortali epidemie, si prodigava senza limite di sacrificio nella cura e nell’assistenza morale e materiale di numerosi malati. Ingiustamente accusato ed inviato in tremendo campo di punizione, conservava integro l’onore di soldato e di italiano. Esempio costante di luminose virtù militari. - Russia, 1942-1950".



Capitano dei Carabinieri IOVINO Dante.
Motivazione: "Magnifica figura di ufficiale, dopo essersi ripetutamente distinto per fiero ed eroico comportamento di combattente, in lunghi anni di prigionia sfidava a viso aperto minacce, sevizie, punizioni e condanne, tenendo sempre alta ed immacolata la dignità di soldato e di italiano. Impavido nell’affrontare mortali sofferenze, tenace nel sopportarle, indomabile contro la persecuzione del nemico e l’avverso destino, dava continue prove di elevate virtù militari ed esempio sublime di incorruttibile onestà, di onore adamantino. Per il suo dignitoso contegno di assoluta intransigenza con le leggi del dovere guadagnò il martirio di ingiusta condanna quale criminale di guerra. Dimostrò così che si può anche essere vinti materialmente, ma restare imbattuti, anzi vittoriosi, nel campo dell’onore. Russia, gennaio 1943 - gennaio 1954".



Sottotenente NICOLAI Filippo - 9° Battaglione Genio Pontieri.
Motivazione: "Esemplare figura di ufficiale e di combattente, che, a spiccate qualità di comandante, univa integro sentimento e marziale carattere. Decorato di medaglia d’argento per avere, quale comandante di plotone pontieri in difficili condizioni, riattivato numerose volte un ponte interrotto dalla artiglieria nemica. Destinato, durante la lotta invernale, a difendere, in una fase incerta di aspro combattimento, un abitato contro cui faceva leva la pressione schiacciante di superiori forze avversarie, reagiva con strenuo impeto ed indomita tenacia, anche quando gli assalitori lo avevano accerchiato su posizioni avanzate. Asserragliatosi, anziché arretrare, teneva testa ai rinnovati urti del nemico, sul quale, sprezzando lo strazio di mortale ferita, si avventava con un pugno di superstiti e, vietato ai suoi di soccorrerlo, cadeva, incitando alla mischia. - Pesrouìka (Fronte russo), 21 febbraio 1942".



Tenente dei Carabinieri PENNISI Salvatore.
Motivazione: "Magnifica figura di ufficiale, dopo essersi ripetutamente distinto per fiero ed eroico comportamento di combattente, in lunghi anni di prigionia sfidava a viso aperto minacce, sevizie, punizioni e condanne, tenendo sempre alta ed immacolata la dignità di soldato e di italiano. Impavido nell’affrontare mortali sofferenze, tenace nel sopportarle, indomabile contro la persecuzione del nemico e l’avverso destino, dava continue prove di elevate virtù militari ed esempio sublime di incorruttibile onestà, di onore adamantino. Per il suo dignitoso contegno di assoluta intransigenza con le leggi del dovere guadagnò il martirio di ingiusta condanna quale criminale di guerra. Dimostrò così che si può anche esser vinti materialmente ma restare imbattuti, anzi vittoriosi, nel campo dell’onore. Russia, febbraio 1943 - gennaio 1954".



Generale di Brigata Aerea PEZZI Enrico.
Motivazione: "Veterano di quattro guerre dove ha sempre saputo strappare al cielo lembi di azzurro per ornarsene il petto. In terra di Russia ha scolpito con la sua audacia, l’esempio e la sicurezza di fronte al pericolo, in lettere d’oro, la traccia dell’Ala italiana. In sublime rischiosa offerta per salvare camerati italiani chiusi in cerchi di fuoco, immolava la giovane vita salendo col sorriso dei forti nel cielo degli Eroi. - Fronte Russo, 29 dicembre 1942".



Carabiniere PLADO MOSCA Giuseppe.
Motivazione: "Addetto al comando di grande unità impegnata in difficile ed aspro ripiegamento, si distingueva per cosciente coraggio. Accerchiate le truppe della divisione e sottoposte a micidiale fuoco di armi automatiche e di artiglieria, confermava il suo valore partecipando reiteratamente a disperati contrattacchi. Benché estenuato dalle privazioni e dal gelo, in un ultimo disperato sprazzo di energia, per primo seguiva un soldato che, a cavallo ed agitando il tricolore, caricava l’avversario. Trascinati dal loro magnifico eroismo, centinaia di uomini benché stremati di forze, in un travolgente assalto all’arma bianca, riuscivano a spezzare il cerchio di ferro e fuoco che li stringeva. Nel raggiungere la posizione avversaria, cadeva colpito da una raffica di mitragliatrice, ma il suo cosciente eroismo consentiva alle stremate truppe della divisione di aprirsi un varco. - Vallata di Arbusow (Russia), 22 dicembre 1942".



Tenente Complemento SANTASILIA Marcello, 54° Reggimento Fanteria, Divisione Sforzesca.
Motivazione: "Volontario di ogni guerra, tempra geniale di organizzatore, suscitatore di entusiasmi, sempre pervaso dalla sublime missione di medico e di soldato ebbe ovunque cara la suprema gioia del dovere. Informato che in una zona totalmente accerchiata dal nemico giacevano centinaia di feriti, animato dal più ardente desiderio di recare lenimento alle sofferenze, sagacia di consiglio alla organizzazione di assistenza e - ove possibile - di sgombero, spontaneamente volle raggiungere per le contese e quasi vietate vie dell’aria la zona assediata, portandovi il soffio benefico del suo spirito e della sua opera. Ma nel volo di ritorno scompariva nel cielo della lotta, eternando nella perennità luminosa del simbolo la figura di chi sopravanza i termini dell’io nella più generosa dedizione alla Patria e alla Umanità. - Fronte russo, Cielo di Cercowo, 29 dicembre 1942".



Caporale VITALE Vincenzo, 5a Compagnia Lanciafiamme, Divisione Cosseria.
Motivazione: "Vicecomandante di squadra lanciafiamme, si lanciava animosamente contro il nemico incalzante ricacciandolo col getto della sua arma. Esaurito il lancio sostituiva il suo apparecchio con un altro tolto ad un compagno ferito e si portava di nuovo arditamente e decisamente al contrassalto infliggendo notevoli perdite all’avversario. A lancio finito si toglieva di dosso l’apparecchio e spintosi davanti a tutti teneva testa ad un numero soverchiante di nemici, prima con la pistola e poi a colpi di bombe a mano. Mentre a voce alta incitava i compagni a seguirlo nella azione destando l’ammirazione dei superstiti, rimaneva ucciso da una granata avversaria. Già distintosi in azioni precedenti. Chiaro esempio di elevato senso del dovere spinto sino al sacrificio. - Fronte russo (Don Deresowka), 15 dicembre 1942".



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