giovedì 26 maggio 2022

Libri: "MARCIA NELLA STEPPA"

Segnalo questo nuovo libro dell'amico Massimiliano Afiero dal titolo "Marcia nella steppa. Soldati italiani in Russia 1941-1943".

Tra tutte le campagne militari della Seconda guerra mondiale in cui furono coinvolte le nostre forze armate, la spedizione italiana sul fronte dell'Est tra il 1941 e il 1943 riveste un ruolo particolare, sia per la grave sconfitta militare subìta sia per le numerose opere e studi pubblicati nel dopoguerra sull'argomento. Con questo nuovo lavoro di ricerca storica, l’Autore ha voluto ripercorrere le tappe fondamentali dell'intervento militare italiano contro la Russia sovietica al fianco delle altre forze dell'Asse, in quella che fu definita dalla propaganda tedesca come la Crociata contro il bolscevismo.

Attingendo informazioni dai principali documenti di archivio italiani, tedeschi e sovietici e dalle numerose testimonianze scritte rilasciate nel dopoguerra dai diretti protagonisti, nonché dai numerosi libri pubblicati dallo Stato Maggiore dell'Esercito, il libro esplora l'intera campagna militare partendo dal 1941, con la formazione del primo Corpo di Spedizione Italiano in Russia, trasformato poi nel 1942 in un'intera Armata dislocata sul fronte del Don a protezione delle forze tedesche impegnate sul fronte di Stalingrado, fino alla tragica ritirata sul fronte del Don.

Attraverso una attenta analisi delle fonti, questo volume racchiude la storia dell’impiego dei reparti italiani sul fronte orientale negli anni cruciali tra il 1941 e il 1943: le battaglie, le principali azioni offensive e difensive ed in modo particolare, la grande tragedia della ritirata dal fronte del Don nell'inverno 1942-43, durante la quale i nostri soldati continuarono a battersi per aprirsi la strada verso la salvezza, spesso, però, sacrificandosi anche per coprire la ritirata alle altre forze dell'Asse. Questo libro rappresenta soprattutto un ricordo per i tanti soldati italiani caduti in terra di Russia, in combattimento tra il 1941 e il 1943 o successivamente nei campi di prigionia sovietici. LEG Edizioni, marzo 2022 440 pagine, 22 euro.

Storia Illustrata 1967, parte 3

Storia Illustrata del Dicembre 1967, speciale 1941-1943 la Campagna di Russia, terza parte.





















martedì 24 maggio 2022

Serata ad Arconate

Con grande piacere sono stato invitato dal Gruppo Alpini di Arconate a presenziare ad una serata dedicata alla Campagna di Russia dal titolo "La campagna di Russia, ieri ed oggi. Storia e testimonianze di un sofferto sacrificio". Sarà l'occasione per raccontare con una chiave differente dal solito le vicende prima dello CSIR e poi dell'ARMIR in terra di Russia, e per proiettare alcune delle centinaia di fotografie scattate in questi 10 anni di viaggi.

Venerdì 10 giugno alle ore 21.00 in via Montello 1 ad Arconate presso la sala polivalente Centro Pensionati.

Rapporto sui prigionieri, parte 16

Pubblico alcuni estratti del "Rapporto sui prigionieri di guerra italiani in Russia" a cura di Carlo Vicentini e Paolo Resta, fonte UNIRR, 2a edizione, anno 2005, a mio avviso la fonte più autorevole per fare chiarezza sulle perdite e sulle vicissitudini dei nostri soldati in Russia durante il secondo conflitto mondiale.

GLI ITALIANI INTERNATI DAI TEDESCHI "LIBERATI" DAI RUSSI.

Si è già accennato come i russi, nella loro avanzata verso occidente, ricacciando i nazisti dalle zone occupate, trovassero dei lager con prigionieri inglesi, americani, russi, italiani e di un'altra decina di nazionalità che i tedeschi non sempre ebbero il tempo o la possibilità di far sgomberare insieme a loro. I russi nell'autunno del 1944 si imbatterono in lager hitleriani con internati italiani a Bor in Serbia, a Minsk in Bielorussia ed in Lituania; proseguendo nella loro avanzata verso ovest, nella primavera del 1945, ne trovarono anche in Polonia, Cecoslovacchia ed Austria.

Appartenevano alle Divisioni "Pinerolo", "Parma", "Venezia", "Siena", "Taurinense" e "Pusteria", già operanti in Montenegro ed Albania o alla Divisione "Acqui" i cui ufficiali erano stati tutti fucilati a Cefalonia; alle truppe ed alle Unità della Marina dislocale in Grecia e nell'Egeo, infine a quelle truppe che l'otto settembre erano state disarmate in Italia settentrionale. Mentre inglesi ed americani, trovati nei campi ex-tedeschi, venivano sollecitamente restituiti ai rispettivi paesi, gli italiani - che erano stati internati proprio perché dopo l'otto settembre si erano schierati con gli alleati (e quindi anche con i russi) - furono trattenuti e la loro odissea, con marce a piedi, trasferimenti in condizioni bestiali, reclusione in campi da trogloditi, epidemie, fame e lavoro duro, non fu molto dissimile da quella dei prigionieri dell'ARMIR catturati due anni prima.

"L'ALBA", il giornale dei prigionieri italiani, solo nel luglio 1945 riportava la notizia con un articoletto intitolato: "Saluto agli italiani liberati dall'Esercito Rosso". ln esso "la redazione, certa di interpretare il sentimento di tutti i prigionieri italiani nell'URSS, saluta fraternamente gli italiani operai, soldati, marinai, ufficiali, generali ed ammiragli che sono stati liberati in Germania dall'Esercito Rosso". Anche nei numeri successivi, con grandi titoli si sbandierava la gratitudine degli italiani. "I russi ci trattano come fratelli" è intitolala una intervista di Robotti ai liberati. Questi "liberati" furono sparpagliati nei lager di mezza Russia a lavorare nelle miniere, nei boschi, nei campi di cotone. Li rimandarono a casa un anno dopo.

Sorte leggermente migliore fu riservala ai circa 150 generali ed ammiragli italiani, anch'essi impacchettati dai tedeschi nell'OFLAG di Schoken. Con l'incalzare dell'avanzata sovietica, nel gennaio del 1945, i tedeschi li trasferirono a Wugarden. II 30 gennaio le truppe sovietiche occuparono questa città ed i 150 generali passarono dalle mani dei nazisti in quelle dei russi, ma anziché essere trasferiti, furono lasciali nello stesso campo. L'impatto con i russi non deve essere stato piacevole e ce lo conferma il generale Briganti la testimonianza riportata nelle pagine seguenti. Tuttavia anche loro, come i soldati, si sentirono in dovere di segnalare "con riconoscenza l'affettuosa accoglienza e la cameratesca assistenza ricevuta dall'Esercito Rosso cui vogliono pubblicamente esprimere la gratitudine". Il generale d'Armata, Geloso, rincarava la dose con un messaggio personale.

Probabilmente tutti questi buoni sentimenti avranno avuto il tempo di raffreddarsi parecchio nei dieci mesi che i signori generali passarono dietro il filo spinato del lager russo. Non è noto quanti siano stati gli italiani che dall'internamento in Germania sono passati alla prigionia russa. Si sa solo che, insieme ai sopravvissuti dell'ARMIR, l'Unione Sovietica ci ha restituito 11.059 ex internati. Purtroppo molti di questi, sfuggiti ai lager hitleriani sono morti di malattia, di sfinimento e di fame, in quelli di Stalin. Ce lo raccontano i superstiti, ma anche i russi. Tra i nominativi recentemente segnalati dalle autorità di Mosca, si sono riscontrati già 1.153 casi di decessi nei lager russi di militari italiani catturati dall'Armata Rossa nel 1944 e nel 1945, dunque provenienti dai campi tedeschi.

lunedì 23 maggio 2022

Il viaggio del 2011, Nikolajewka

Immagini del mio primo viaggio "esplorativo" effettuato nel 2011... l'inizio della discesa dalla quale si "affacciarono" i nostri soldati prima dell'attacco a Nikolajewka.



Le fotografie di Mario Bagnasco, 18

Le fotografie di Mario Bagnasco, Primo Capo Squadra o Capo Squadra della Legione CC.NN. "Valle Scrivia".

"Il Donetz".

martedì 10 maggio 2022

Un periodo di pausa...

Mi sono preso un periodo di pausa... quello che è accaduto e che succede tutt'oggi in Ucraina, credo come per molti altri, mi ha toccato profondamente per vari motivi e mi ha inizialmente fatto perdere l'entusiasmo positivo di portare avanti il mio lavoro di divulgatore delle mie storie personali e non solo. Ho per un certo periodo messo in discussione tutto quanto; mi sono chiesto se riuscivo ancora a trovare il senso di continuare tutto questo anche di fronte a quanto stava accadendo, e forse il vero mio "dramma" è stato proprio il dove stava accadendo.

Ci sono altri siti e altre pagine dedicate alla Campagna di Russia che forse trattano anche meglio di me l'argomento in generale e il ricordo dei nostri caduti in particolare; la caratteristica unica del mio sito e della mia pagina è proprio quella di raccontare per il mio vissuto in Russia dal 2011 in avanti; un vissuto che temo apparterrà appunto al passato, non certo al presente (con diversi viaggi già in programmazione e confermati) e molto probabilmente neanche al futuro, almeno quello prossimo. Si, perché se anche la guerra dovesse finire domani, è stato scavato un solco profondo che difficilmente potrà essere superato in poco tempo. E quindi mi sono reso conto che, seppur microscopico rispetto al dramma di chi si trova in guerra e nella guerra, anche io ne ho vissuto uno, semplicemente legato al non poter forse mai più tornare in Russia, al non poter più portare avanti un progetto nel quale ho creduto fortemente e al quale sono legato profondamente.

Poi alla fine ho deciso che però questo mio lavoro deve andare avanti comunque; per chi è rimasto là, per chi è tornato e per chi ha aspettato a casa, spesso senza avere una risposta. Lo so, il mio è un piccolo contributo, è tenere accesa una fiammella nel loro ricordo. Ma seppur differente da prima è comunque una "missione" che mi sono affidato e che porterò avanti comunque, seppur forse in modo differente da prima. Ben tornati a chi mi leggerà.