I miei viaggi

E' ormai dal 2011 che viaggio in Russia per capire, per provare a sentire e per immaginare quello che fu. Da quell'anno non ho più smesso e fino a che ne avrò le possibilità e la forza non smetterò mai, perché solo lì fra i campi infiniti di girasoli o fra le balke coperte di neve si può provare a comprendere. Oggi cerco di dare la stessa possibilità che ho dato a me stesso anni fa a qualsiasi persona che desidera avvicinarsi a quei luoghi.

Tanto tempo è passato da quel primo viaggio e oggi che scrivo queste righe ho alle spalle sei viaggi effettuati, quattro in inverno nelle zone tenute dagli Alpini e due in estate nelle zone tenute dalle Fanterie; diciamo che mi sono fatto le ossa... anche se ad ogni viaggio mi porto a casa sempre qualche cosa di più. Con il passare del tempo ho cercato di dare a queste esperienze sempre maggiore solidità ed affidabilità: nel 2015 ho quindi fondato l'ASSOCIAZIONE CULTURALE SULLE ORME DELLA STORIA che ha quale principale scopo quello di diffondere la memoria storica attraverso il "turismo"; certo non un turismo selvaggio ma consapevole e soprattutto e sempre rispettoso dei luoghi che andiamo a visitare e delle persone di cui siamo ospiti.

Tutti questi viaggi sono così organizzati sotto l'egida dell'associazione che a sua volta si appoggia ad un tour operator che ha acquisito una rilevante esperienza proprio in Russia con corrispondenti e guide locali. Ogni viaggio che organizzo è studiato e preparato nei minimi dettagli, anche se ogni tanto qualche sorpresa non manca... ma anche queste fanno parte del tipo di esperienza che si va ad affrontare.

Nelle proposte si ha la possibilità di visitare le zone del fronte o della ritirata degli Alpini o delle Fanterie, oppure i principali lager sovietici dove furono rinchiusi i nostri soldati presi prigionieri dall'Armata Rossa. Ogni viaggio ha delle caratteristiche che lo rendono unico ed emozionante. Non tornerete a casa con souvenir o foto di gruppo durante l'aperitivo, ma tornerete a casa con delle emozioni e dei ricordi che io considero unici. Per me il "bello" di questi viaggi è proprio essere lì, nello stesso posto di cui ho letto in un libro; vedere i resti di una trincea ed immaginare le sensazioni di quei ragazzi a centinaia di chilometri da casa; osservare il lento scorrere del Don nel silenzio più assoluto.

Come ho detto ogni viaggio è una storia diversa; ad ogni viaggio scopriamo sempre qualche dettaglio che fa la differenza o tocchiamo con mano qualche nuovo pezzo di storia; viviamo a stretto contatto con la popolazione e per me già questa è un'esperienza di forte impatto emotivo. Prima di ogni partenza dico sempre alle persone che vengono con me che la vera essenza di queste esperienze è quello che ci riportiamo a casa: che sia estate o che sia inverno, il potersi fermare anche cinque minuti da soli nel silenzio e poter fissare nella memoria un paesaggio o uno scorcio è il più bel regalo che possiamo fare a noi stessi.

Il VIAGGIO INVERNALE solitamente è un percorso vero e proprio della memoria che io semplicisticamente definisco trekking, per fare capire in una sola parola qual è l'essenza di ciò che andremo ad affrontare. Ma è molto di più di un viaggio; è immergersi anima e corpo in un'esperienza che vuole ricalcare il più possibile quello che fu l'episodio della Campagna di Russia più scolpito nella memoria degli Italiani, ovvero la ritirata del Corpo d'Armata Alpino ed in particolare della Divisione Tridentina, dal Don fino a Nikolajewka. Ma lo vuole ricalcare con il dovuto rispetto; perché mai ci potremo avvicinare anche lontanamente a quello che patirono quei ragazzi. Forse lo possiamo comprendere meglio ma mai pienamente. Questa proposta è volutamente invernale proprio perché a Gennaio si verificarono quei fatti e ogni volta terminiamo il trekking a Nikolajewka proprio il 26 di Gennaio. Non è proprio per tutti, ma chiunque ha un minimo di allenamento a camminare può affrontare le tappe, tappe che variano dai 20 ai 35 chilometri al giorno, sia su strada battuta che fuori strada, con qualsiasi condizione meteorologia. Portiamo con noi tutto l'occorrente in uno zaino: sacco a pelo, materassino, effetti personali, cambi di vestiario, scorte alimentari, ecc. Solitamente in sei o sette tappe completiamo il percorso; la notte si riposa in strutture ricettive oppure in case di privati, tutto gestito e pianificato dalle nostre guide russe ormai di provata esperienza. In questi anni ho mappato percorsi e località nel navigatore satellitare che porto sempre con me e quindi anche in piena steppa sappiamo sempre dove siamo e dove dobbiamo andare; e poi le nostre guide non sbagliano mai! In caso di emergenza sono sempre in contatto con qualcuno del posto che può darci il supporto necessario. Infine come spesso mi viene chiesto, qualche parola sulle temperature; come in Italia gli inverni sembrano sempre più miti e non certo paragonabili a quelli di 75 anni fa. Siamo passati dai -28° dei primi viaggi ai -10° degli ultimi, ma la temperatura percepita è sempre più bassa, sia perché si passa tutta la giornata fuori e con il passare delle ore il freddo si sente, sia perché spesso c'è vento e ciò aumenta la percezione del freddo. Affrontare l'inverno russo oggi è paragonabile ad effettuare una camminata in alta montagna sulle nostre Alpi nello stesso periodo dell'anno; nulla di impossibile ma necessariamente con l'equipaggiamento giusto.

Il VIAGGIO ESTIVO al contrario è un'esperienza alla portata di tutti: è una proposta diciamo più tradizionale nel senso che ci si sposta con dei mezzi ad hoc che siano pullman o fuoristrada per raggiungere le varie tappe previste a programma, si cena in strutture adeguate e si dorme in un letto. Ma questo non vuol dire che sia da meno, anzi per certi aspetti può essere più completo, perché in un sol viaggio si ha la possibilità di visitare più località in zone anche distanti fra loro. E anche in queste situazioni ci sono le giornate davvero "sul campo", come sul cappello frigio, durante le quali si cammina alla ricerca dei capisaldi presenti nella zona oppure come ad Arbusowka, nella valle della morte, per individuare le fosse comuni o i punti più suggestivi del campo di battaglia. Poi d'estate senza la neve c'è sempre lo spettacolo della natura: gli sterminati campi di girasole o le rive del Don o ancora i tramonti nella steppa. Un discorso a parte poi sono i campi di prigionia: Tambov in testa ti lasciano senza parole, al ricordo della sofferenza e della tragedia subita qui dai nostri soldati. Quindi niente zaino, ma solo una gran voglia di provare emozioni uniche nel suo genere. Abbigliamento comodo, scarpe adeguate e una buona scorta di acqua, perché il caldo si fa sentire anche qui come in Italia.

Quale sia meglio fra i due descritti non ve lo so dire, perché meritano entrambi di essere vissuti. O almeno io mi emoziono sempre, sia d'estate che d'inverno. Ma non finisce qui, perché abbiamo in mente altre idee che nei prossimi anni prenderanno forma: il trekking invernale ma nella zona delle Fanterie e precisamente dal Don ad Arbusowka, la "crociera" fluviale sul Don per vedere tutto il fronte tenuto dai nostri soldati direttamente dal fiume, Stalingrado e la sacca dove furono presi prigionieri anche 77 soldati italiani, autieri che effettuavano trasporti per conto dei tedeschi... 77 prigionieri di cui solo 2 furono i sopravvissuti.

Bene, penso di avervi raccontato tutto o quasi. Per qualsiasi ulteriore domanda o anche solo per avere informazioni sui prossimi viaggi senza alcun impegno potete scrivermi a danilo.dolcini@gmail.com; memorizzerò la vostra email e vi potrò aggiornare in tempo reale.