martedì 10 gennaio 2023

Cronaca di una sconfitta annunciata, 09.01.43

Cronaca di una sconfitta annunciata; dall'11 dicembre 1942 al 31 gennaio 1943, giorno per giorno, la cronistoria dell'ARMIR durante l'offensiva sovietica "Piccolo Saturno". Tratto da "Le operazioni delle unità italiane al Fronte Russo (1941-1943), edito dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.

9 GENNAIO.

BLOCCO NORD.

Durante l'intera giornata del 9 gennaio, il nemico sviluppava continui attacchi, sostenuti da intensi bombardamenti e da 10 carri armati, dei quali 8 venivano distrutti. La distruzione sistematica delle abitazioni aggravava la possibilità di reperire idonei alloggiamenti. Elevate le perdite, critica la situazione degli infermi. Su 14.000 assediati (7.000 italiani ed altrettanti tedeschi), i combattenti erano ridotti a 2.500 in tutto, scarseggiavano le munizioni, mentre era discreta la situazione alimentare. La forza del nemico risultava considerevolmente accresciuta.

ROTTURA DEL SETTORE TENUTO DAL XXIV CORPO D'ARMATA CORAZZATO TEDESCO ED ISOLAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO.

La ripresa di operazioni offensive da parte sovietica era stata preannunciata da un'accresciuta attività e dall'afflusso di nuove forze contro l'ala destra dell'8a Armata e contro la 2a Armata ungherese. Veniva, in tale modo, accennata una nuova manovra a tenaglia. Si trattava dell'«Operazione Ostrogozsk - Rossosc», lanciata dal Fronte Voronez tra il 13 e il 27 gennaio 1943. Detta operazione aveva i seguenti scopi: - accerchiare ed annientare le forze schierate nell'area Ostrogozsk - Rossosc; - raggiungere l'allineamento Repievka - Alekseievka - Valuijki - Urazovo onde acquisire il controllo della linea ferroviaria, avente orientamento meridiano, Svoboda (Liski) - Kantemirovka.

L'offensiva, estesa su una fronte di 260 km, fu lanciata con tre aliquote di forze: - a nord, la 40a Armata (cinque Divisioni e una Brigata fucilieri, un Corpo corazzato); - al centro, il XVIII Corpo fucilieri (tre Divisioni ed una Brigata fucilieri, due Brigate ed un reggimento corazzati); - a sud (cioè contro il fianco destro dell'8a Armata, costituito dal XXIV Corpo d'Armata cor. tedesco), la 30 Armata cor.: due Corpi corazzati (XXII e XV), un Corpo di cavalleria (VII), tre Divisioni e una Brigata fucilieri.

L'operazione riceveva concorso e sicurezza, a sud, dall'attacco condotto, con obiettivo Pokrovskoe, dall'ala destra della 6a Armata del Fronte Sud-Ovest. La 40a Armata doveva attaccare dall'area di Storozevoe I° inizialmente verso ovest (in direzione di Repievka) e successivamente verso sud-ovest. Il XVIII Corpo fucilieri aveva il compito di lanciare l'attacco dall'area di Sctiucie su Karpenkovo (cioè contro il VII Corpo d'Armata ungherese schierato sul fianco sinistro del Corpo d'Armata Alpino). La 3a Armata cor. doveva sferrare un profondo attacco, dall'area a nord-ovest di Kantemirovka, verso Alekseievka, dove era previsto il congiungimento con la 40a Armata per chiudere in una sacca le forze italiane, ungheresi e tedesche.

In particolare, il VII Corpo di cavalleria, operante sul fianco sinistro della 3a Armata cor., aveva il compito di occupare l'area compresa fra Valuijki e Urazovo allo scopo di recidere la via di comunicazione ferroviaria Kastornoe - Kupjansk. Il Corpo di cavalleria era stato rinforzato con una Brigata corazzata, tre Brigate fucilieri sciatori, un reggimento artiglieria controcarro, un reggimento mortai, un reggimento di artiglieria controaerea e un gruppo lanciarazzi multipli. L'8a Armata italiana si trovava schierata nel settore d'azione della branca meridionale dell'operazione a tenaglia.

L'ampiezza del fronte, il logoramento delle unità del XXIV Corpo corazzato tedesco, destinato ad essere direttamente investito dall'offensiva, l'incerta situazione delle unità a sud della Tciornaja Kalitva rendevano limitatissimi i mezzi a disposizione dell'Armata italiana per contrastare l'azione sovietica. Il Corpo d'Armata Alpino, sprovvisto di Grandi Unità di seconda schiera, era tutto impegnato a vigilare sulla sponda del Don. Il XXIV Corpo e la 19a Divisione corazzata tedesca, più direttamente minacciati, e che si erano fortemente logorati nei combattimenti sostenuti per arrestare l'avanzata verso ovest delle Armate sovietiche 6a e Ia Guardie, si trovavano disseminati su amplissimo fronte, frazionati in occupazioni discontinue senza profondità, tesi alla costituzione di una valida posizione di resistenza.

Il Comando del Gruppo di Armate «B»: - segnalava come prossimo un attacco contro la 2a Armata ungherese, lungo la direttrice della ferrovia Svoboda - Rossosc; - ordinava di rafforzare la difesa controcarro del Corpo d'Armata Alpino, sottraendo armi agli altri settori dell'Armata; - comunicava che nella zona di Podgornoe - Karpenkovo - Jevdakovo era stato raccolto, alle dipendenze della 2a Armata ungherese, il gruppo Cramer (2 Divisioni di fanteria tedesche ed 1 Divisione corazzata ungherese).

Il Comando dell'8a Armata rispondeva: - attirando l'attenzione del Comando superiore sulla situazione dell'ala meridionale del XXIV Corpo e sulla possibilità che azioni avversarie concomitanti a quella prevista sul fronte della 2a Armata ungherese, fossero svolte contro il XXIV Corpo, anziché contro quello Alpino; - chiedendo che non venisse alleggerito lo schieramento dei mezzi controcarro del XXIV Corpo d'Armata e della 19a Divisione corazzata e che fosse prevista l'azione del gruppo Cramer anche verso sud.

Il Gruppo di Armate manteneva il proprio punto di vista ordinando il trasferimento al Corpo d'Armata Alpino dei mezzi controcarro tanto del XXIV Corpo quanto della 19a corazzata (trasferimento non effettuato per l'accentuarsi della minaccia sul fronte meridionale dell'Armata). Inoltre assegnava al Corpo Alpino 18 pezzi controcarro da 50 mm, dei quali solamente sei venivano consegnati. Null'altro di concreto era disposto per parare la crescente minaccia contro l'ala destra; anzi, si progettavano da parte tedesca azioni per portare più ad est lo schieramento della Divisione corazzata. L'unico apporto di forze era dato dall'arrivo, iniziato il 10 gennaio, nella zona a nord - ovest di Starobelsk, della 320a Divisione di fanteria tedesca, della quale, però, era previsto solamente un «possibile» intervento nelle direzioni di Rossosc, Kantemirovka, Belovodsk, senza che le fosse tuttavia assegnato un preciso compito operativo.

In totale le forze dell'Armata constavano di 6 Divisioni di fanteria e di 2 corazzate (delle quali la 27a ormai priva di carri ed in attesa di ricostituirsi con i 2 reggimenti d'addestramento in corso d'affluenza). In particolare il XXIV Corpo d' Armata corazzato tedesco disponeva di 3 Divisioni di fanteria (Julia, 385a, 387a), delle quali due (Julia e 385a) fortemente logorate dai combattimenti della seconda metà di dicembre, e della 27a corazzata, con le limitazioni già dette.

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