venerdì 30 dicembre 2022

Ricordi, parte 17

Gennaio 2023... avrei dovuto ripartire, la settima volta, per la Russia, avrei dovuto essere là proprio negli stessi giorni in cui 80 anni fa Mario Rigoni Stern, Raoul Achilli e tutti gli altri scrivevano le pagine di storia di cui parlo in questa pagina.

E invece non accadrà neanche quest'anno e per chissà quanti anni a venire. Mi manca la Russia, mi manca tutto di quei giorni in cui si cammina nel nulla per ore, come se fossimo in un altro mondo e in un'altra epoca. Mi manca tutto quello che c'è lì... il niente della Russia.

Il rumore degli scarponi nella neve che tanto mal tolleravano i reduci nei loro racconti, a me manca. Quel freddo mi manca. Certo, non penserei le stesse cose se avessi vissuto quello che hanno passato loro; ho la fortuna di non averlo provato sulla mia pelle...

Come ho scritto anche in passato è più un viaggio dello spirito che del corpo. La sofferenza interiore è sempre maggiore alla stanchezza fisica. Ma è quello che in ogni viaggio cerco, quasi in modo masochistico. Sentire, capire, ricordare...

Durante il viaggio in treno verso Rossoch il primo anno che sono stato in Russia, ricordo come cercavo di non addormentarmi per non perdermi neanche un istante di quei paesaggi sempre uguali, sempre bianchi, che scorgevo dal finestrino... volevo trovare qualche dettaglio di quei tanti racconti letti nei libri dei reduci.

E poi la neve e il freddo, e i chilometri in un paesaggio sempre uguale, monotono, bianco, dove terra e cielo quasi non si distinguono, dove non si capisce quando termina l'una ed inizia l'altro. Con quel senso di solitudine che l'immensità della Russia riesce a trasmetterti ad ogni passo.

Una settimana prima nella mia vita normale, monotona rispetto alle emozioni della Russia; poi, una settimana dopo lì a chilometri di distanza, in mezzo a quel mare di neve, la stessa neve di cui avevo tanto letto nei libri di Rigoni Stern e di Bedeschi.

Cammini, ti fermi, ti stacchi dalle altre persone quasi per ritagliarti un momento solo tuo; per scattare mentalmente quelle "fotografie" che poi ti porti sempre dietro anche a distanza di mesi o anni; dettagli che ricordi quando torni alla tua vita normale, di tutti i giorni.

Mi manca tutto, mi mancherà ancora di più nei prossimi giorni. E anche quest'anno che verrà non sarò lì con loro...

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