domenica 18 dicembre 2022

Cronaca di una sconfitta annunciata, 15.12.42

Cronaca di una sconfitta annunciata; dall'11 dicembre 1942 al 31 gennaio 1943, giorno per giorno, la cronistoria dell'ARMIR durante l'offensiva sovietica "Piccolo Saturno". Tratto da "Le operazioni delle unità italiane al Fronte Russo (1941-1943), edito dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.

15 DICEMBRE.

Gli attacchi sferrati dai sovietici nei quattro giorni precedenti erano serviti non soltanto a logorare le forze della difesa, ma anche a raccogliere valide informazioni sui tratti della fronte italiana più sensibili. Le azioni delle unità sovietiche si erano sviluppate con maggiore intensità contro la Divisione Cosseria, nella zona di q. 192, e contro la Ravenna nella zona di Krasno Orekovo. L'attività offensiva contro la Pasubio continuava ad avere scopo diversivo. Contro le altre Grandi Unità dell'8a Armata non veniva svolta alcuna attività operativa avversaria, tranne la consueta azione delle pattuglie.

Il Comandante dell'Armata prospettava la situazione al Comando del Gruppo d'Armata «B», affinché questo potesse trovarsi in grado di prendere misure tempestive assegnando rinforzi per l'alimentazione della battaglia. II Comando del Gruppo d'Armate aderiva solo in parte alla richiesta del Generale Gariboldi, ponendo però vincoli e condizioni tali da ridurre la prontezza d'intervento delle unità assegnate.

FRONTE DEL II CORPO D'ARMATA.

Divisione Cosseria.

Nella notte erano stati osservati movimenti di automezzi sovietici e transito di artiglierie nella zona di riva sinistra tra Koschiarni e Novo Kalitva. Forze di fanteria sovietiche si erano ammassate sulle pendici nord di q. 192 e nei canaloni adiacenti. All'alba queste unità avevano sferrato un nuovo attacco. Per poterlo contenere era stato predisposto l'impiego del gruppo tattico Leonessa I, ricuperato dal precedente impiego. Il nemico svolgeva l'azione con forze fresche, l'intero 514° fucilieri, fortemente appoggiato da fuoco d'artiglieria e lanciarazzi. L'attacco, sferrato prima che giungesse sul posto il rinforzo del Leonessa I, aveva ottenuto il possesso della quota. Aerei nemici avevano compiuto azioni di spezzonamento su tutto il settore divisionale.

In una comunicazione telefonica con il Capo di Stato Maggiore dell'Armata, il Generale Zanghieri faceva presente il totale esaurimento delle riserve divisionali ed una situazione quasi uguale per quelle di Corpo d'Armata, mentre il nemico impiegava forze sempre rinnovate, possedendo a tergo altre Divisioni intatte ed intere Brigate corazzate. Era ormai necessario sostituire le unità in linea, fisicamente affaticate dalla durata della lotta e dall'asprezza di essa, congiunte all'ostilità del clima gelido, mentre la forza morale degli uomini era ancora intatta. Per concedere almeno una pausa di riposo sarebbe stato necessario il concorso della 385a Divisione. Inoltre, per prolungare la resistenza quanto più fosse possibile e per disporre di nuove masse di contrattacco e di forze per presidiare una seconda posizione, ben presto sarebbero occorse altre unità, che in quel momento non erano disponibili.

La 27a Divisione corazzata, pur nella limitatezza dei suoi effettivi, avrebbe potuto solamente svolgere il suo compito contro altre forze corazzate. In questa situazione e con queste prospettive, il Comandante del II Corpo d'Armata proponeva: - un'azione dal fronte della Divisione alpina Cuneense, tendente al rovescio di Gorohovka, che, congiuntamente ai boschi di fronte a Deresovka, costituiva «polmone per il nemico»; - la sostituzione dei reparti italiani e tedeschi (537° granatieri) che combattevano nel settore del II/89°, con due battaglioni alpini, per ricuperare quelle unità; - l'assegnazione di alcuni battaglioni alpini da dislocare in secondo scaglione dietro le Divisioni Cosseria (a Orobinski o Dubovikof) e Ravenna (a Filonovo o Gadjucce), come riserve per contrattaccare, quando fosse venuto l'attacco decisivo del nemico.

Si sarebbero dovuti dislocare, cioè, in ciascun settore divisionale due o tre battaglioni. Tuttavia, se fosse stata accolta la proposta di sostituzione in linea di un'aliquota della Cosseria, sarebbero stati sufficienti i battaglioni da destinare alla Ravenna. Si trattava, in sostanza, di una serie di proposte la cui validità doveva trovare concreta dimostrazione pochi giorni dopo, quando cioè dovette essere trasferita d'urgenza sul fronte del II Corpo, intaccato dal nemico, l'intera Divisione alpina Julia. Le proposte non furono accolte.

Un rinnovato contrattacco della Cosseria su q. 192, alle 11,30, incontrava fortissima resistenza e le perdite erano gravissime da ambe le parti. Frattanto era stato deciso il trasferimento del gruppo controcarro B tedesco, forte di 22 complessi, dal Corpo d'Armata Alpino al settore Cosseria. Alla fine della mattina l'estrema ala destra del 318° granatieri era stata leggermente arretrata per evitarne l'aggiramento da parte delle forze della 195a Divisione sovietica operanti contro il 38° fanteria a q. 158. L'impiego delle forze della 385a tedesca a sostegno della Cosseria si era poi manifestato tanto opportuno che alle ore 14,30 l'Ufficiale di collegamento tedesco comunicava, al Comando del II Corpo d'Armata, che veniva messo a disposizione della Divisione Cosseria anche il battaglione del 539° granatieri dislocato ad Orobinski, per la riconquista della q. 192 e per il raggiungimento della linea di resistenza a nord di essa. Il Comando dello stesso reggimento con un altro battaglione si sarebbero spostati nella notte da Zapkovo ad Orobinski, restandovi, però, a disposizione del Comando del Gruppo di Armate «B», insieme ad una compagnia di cacciatori controcarro, armata di 10 pezzi da 105.

Il consumo delle munizioni di tutte le armi era stato fortissimo ed il posto di avviamento munizioni del II Corpo trovava difficoltà nel soddisfare le richieste. A tarda sera (ore 20): - nella zona di Samodurovka si era accentuata la pressione nemica; - il Comando della Cosseria comunicava che, per il contrattacco del giorno successivo, il battaglione tedesco del 539° sarebbe passato alle dipendenze della 27a corazzata. Intanto, intorno alla q. 192 continuavano a combattere, sebbene fortemente logorati, II e III/90° ed i tre battaglioni del gruppo Leonessa. Nella zona di Deresovka era stata svolta limitata attività. Per rinforzare la saldatura tra il I/90° e la zona di q. 192 erano stati inviati in linea reparti di formazione tratti dalle retrovie.

Alle 20,15, il Comando dell'8a Armata diramava le disposizioni ricevute dal Comando del Gruppo di Armate «B»: - la 385a Divisione, con tutti i reparti presenti in zona (il 538° reggimento non ancora giunto sarebbe stato sostituito dal 14° reggimento polizia tedesco preannunciato in arrivo) passava a disposizione del II Corpo per ristabilire la situazione nel settore Cosseria; - la Divisione Cosseria, che doveva essere sostituita entro la notte dalla 385a, avrebbe ritirato i reggimenti di fanteria (comprese le batterie d'accompagnamento), ma avrebbe lasciato in posto le artiglierie divisionali e di rinforzo. I reparti italiani si sarebbero ritirati non appena ricevuta la sostituzione; - la responsabilità dell'intero settore Cosseria sarebbe passata al Comandante della 385a Divisione, estendendosi anche al 318° granatieri ed al gruppo controcarro B; - il Comando della Cosseria avrebbe provveduto a riunire e riordinare in seconda linea i propri elementi di fanteria, in attesa di nuovi ordini. Era intenzione del Comandante del II Corpo d'Armata che le fanterie della Cosseria, appena sostituite, passassero invece a sostenere la Ravenna.

Divisione Ravenna.

Alle ore 3,30 un caposaldo del 38° fanteria ad ovest di q. 158 era stato circondato e frazionato dalle infiltrazioni del nemico tra i suoi centri di fuoco; pertanto la saldatura verso sinistra, con il 318° granatieri tedesco (Divisione Cosseria), risultava compromessa. Per parare quella minaccia non era ormai più possibile impiegare offensivamente unità a livello battaglione. Era affluita soltanto una compagnia di rincalzo, insieme ad altri elementi tratti dalle retrovie, che poco si conoscevano tra loro ed erano privi dello specifico addestramento al combattimento e della pratica acquisita dai fanti dei battaglioni. Però l'azione notturna, pur se condotta con mezzi limitati, aveva raggiunto il risultato di far retrocedere l'attaccante, che lasciava sul posto morti, feriti ed armi ed al quale venivano anche catturati prigionieri.

L'esame di documenti rinvenuti sul corpo di un ufficiale sovietico, caduto nel combattimento notturno, consentiva di stabilire che il nemico seguiva due direzioni d'attacco; la prima da Deresovka (limite di sinistra del settore Ravenna) e la seconda da Krasno Orckovo, entrambe aventi per obiettivo Tvjerdoklebovka (valle Boguciar). Respinto nella notte dalla q. 158, l'avversario rinnovava la propria azione da nord su Krasno Orekovo con il 122° fucilieri guardie, per recidere i salienti che giungevano al Don a nord dell'abitato. Aveva anche ripreso l'azione su q. 158, dove il 318° granatieri tedesco era poco in grado di concorrere al mantenimento della saldatura.

Frattanto la Ravenna ammassava in zona di Krasno Orekovo le poche forze disponibili. Verso la fine della mattina era stato inviato a Gadjucce il XLVII battaglione motociclisti, primo a giungere del gruppo d'intervento della Celere, spostato dal settore Pasubio. Le condizioni atmosferiche per tutta la mattina avevano reso impossibile l'intervento di qualunque tipo d'aereo. A sera il 573° reggimento sovietico, dopo avere occupato nella notte il caposaldo posto a sinistra del settore, avendo raggiunto e superato il vallone al limite con il 318° granatieri, stava attaccando sul rovescio l'ala sinistra del 38° fanteria. Per fronteggiare la minacciosa situazione erano stati operati numerosi spostamenti di forze; il II/37° aveva ceduto una compagnia rinforzata (per costituire rincalzo al 38°) sostituita dalla compagnia del IV battaglione artieri, tratta dalle retrovie; erano state chiamate in linea anche la 18a compagnia artieri divisionale, la 2a/II guastatori e la 2a compagnia chimica di Corpo d'Armata.

Ma alle ore 23 il nemico riusciva a superare il caposaldo che ancora assicurava la saldatura con la Cosseria e dilagava a tergo della posizione, spingendo avanti nuove forze. Con l'impiego dei reparti fatti affluire sulla linea, il caposaldo veniva sbloccato ed era ristabilito il collegamento a sinistra con il 318° tedesco, lungo la pista da q. 158 a Deresovka. Gli altri caposaldi dislocati lungo il fiume avevano continuato la loro resistenza.

FRONTE DEL XXXV CORPO D'ARMATA - CSIR.

Divisione Pasubio.

Per l'intera giornata l'attività nemica sul fronte della Divisione era limitata all'azione di forti pattuglioni ed alla continuazione dei lavori campali. I prigionieri catturati ammettevano che in quei giorni i reparti attaccanti avevano subito forti perdite, per un totale di alcune migliaia di uomini. Il gruppo d'intervento della Celere lasciava il settore perché destinato a quello del II Corpo d'Armata. Dopo cinque giorni di continuo, e spesso aspro, combattimento, le forze dell'8a Armata avevano sostanzialmente conservato le loro posizioni. La generosa tenacia dei fanti, l'intensa e pronta azione degli artiglieri, l'efficace intervento dell'arma aerea - quando le condizioni meteorologiche lo avevano consentito - erano riusciti a contenere l'impeto del nemico, che aveva profuso nella lotta uomini e mezzi.

Le ondate d'assalto si erano succedute, in certi casi perfino in ordine chiuso, sotto il fuoco delle armi automatiche della difesa. Il sangue era corso - letteralmente - fino ad arrossare il Don ghiacciato sotto la q. 218 (nord di Svinjuka). Dagli altoparlanti i russi (in lingua italiana) avevano minacciato ritorsioni per le ingenti perdite subite. I corpi dei caduti si erano ammucchiati sotto le posizioni italiane, ingombrando il settore di tiro delle armi. Intanto il dispositivo di attacco avversario andava completandosi sulla opposta riva del Don.

Il Comandante dell'Armata poteva esprimere ai combattenti il suo elogio: «Ai bravi del II Corpo d'Armata. Da cinque giorni combattete strenuamente ed avete gloriosamente fatto vostro il motto "Non si passa". Bravi! Sono fiero di voi. Occorre insistere con tenacia, con fede incrollabile e vincerete guadagnando ammirazione e riconoscenza della Patria nostra. Gariboldi». Lo scopo principale perseguito dai russi in questa prima fase della battaglia, quello cioè di logorare le forze della difesa per trovarle meno efficienti nella successiva fase dell'offensiva, era stato raggiunto. In cinque giorni, le due Armate sovietiche 6a e Ia Guardie avevano lanciato contro le Divisioni Cosseria, Ravenna e Pasubio ventuno attacchi, impiegando da ventisei a ventotto dei loro centoquindici battaglioni.

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