venerdì 23 dicembre 2022

Cronaca di una sconfitta annunciata, 21.12.42

Cronaca di una sconfitta annunciata; dall'11 dicembre 1942 al 31 gennaio 1943, giorno per giorno, la cronistoria dell'ARMIR durante l'offensiva sovietica "Piccolo Saturno". Tratto da "Le operazioni delle unità italiane al Fronte Russo (1941-1943), edito dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.

21 DICEMBRE.

II Comando del Gruppo di Armate «B», di fronte all'evidente impossibilità di esecuzione dell'ordine di resistenza sulla linea indicata il giorno precedente, impartiva nuove disposizioni intese a: - arretrare le unità sulla linea Kalitva - Diogtevo - Verhnij Makejevka - Verhnij Grekovo, ancora idonea a coprire il fianco sinistro del Gruppo di Armate Don; - eliminare, con reparti ripiegati ed altri in corso di affluenza a Millerovo, le unità nemiche giunte fino a Diogtevo.

Lo schieramento dell'Armata, in quel giorno, a seconda delle diverse situazioni poteva essere considerato così articolato: - schieramento settentrionale, con un fronte pressoché continuo, tenuto da: Corpo d'Armata Alpino, sulle vecchie posizioni da Bielogorje a Staro Kalitva; XXIV Corpo d'Armata corazzato, da Novo Kalitva a Golaja, con: 385a Divisione, da Novo Kalitva a Kriniscnaja (compreso il gruppo d'intervento Julia); gruppo Fegelein, da Pervomajsk ad Atamanski; resti della 27a Divisione corazzata, in zona di Kosj; 387a Divisione, in affluenza tra Lissenkovo e Golaja; Divisione Julia, in seconda schiera nella zona di Poddubnovka - Grigorjcvka; - settore centrale, tra Kantemirovka e Diogtevo, difeso da forze intervallate di varia consistenza e di diversa nazionalità dislocate a Malcevskaja, Tcertkovo, Gartmiscevka, Buhaievka e, più arretrate, a Belovodsk; - settore meridionale, tra Diogtevo e Verhnij Grekovo, nel quale si trovavano il Comando del XXXV Corpo d'Armata (senza unità ai suoi ordini) e le unità sottoposte al XXIX Corpo d'Armata tedesco: Divisioni Pasubio, Torino, 3a Celere, Sforzesca e 298a tedesca, tutte in corso di ripiegamento verso la zona di Tcertkovo - Diogtevo - Verhnij Makejevka. A Millerovo, con altri reparti minori tedeschi, era in affluenza la 3a Divisione alpina tedesca, destinata ad agire in cooperazione con la 298a, contro le forze sovietiche di Diogtevo.

La pressione frontale esercitata dalle unità nemiche, specialmente nel corso della fase di rottura del fronte, era alquanto diminuita, a causa delle gravissime perdite loro inflitte dalla difesa nelle giornate precedenti. L'avversario tendeva ad esercitare la sua azione frapponendosi, con forze corazzate e motorizzate, tra le unità in ripiegamento, favorito dagli ampi spazi determinatisi nello schieramento centrale ed in quello meridionale.

298a Divisione tedesca.

Era rimasta sempre unita al gruppo Capizzi, della Ravenna, ed aveva fatto blocco anche con la Divisione Torino. Dopo una faticosa marcia notturna, all'alba aveva raggiunto i pressi di Posdnjakof, dove trovava resistenza per superare la Tihaja. In questa località, verso le ore 7, la retroguardia della Torino veniva attaccata contemporaneamente da nord-ovest e da sud-est da due battaglioni appoggiati da carri armati. Verso le ore 9,30, ormai sulla sponda destra della Tihaja, la colonna era nuovamente attaccata da fanterie, mentre i carri armati ne circondavano i margini come in un movimento di carosello. Nelle ore meridiane il nemico preveniva la colonna, facendosi trovare schierato sopra un'altura, che la 298a doveva attaccare, con il concorso di reparti italiani. La Torino veniva, a sua volta, attaccata a tergo; superate le posizioni nemiche, la colonna giungeva ad Arbusov, sostandovi per la notte.

Divisione Pasubio.

Nella notte sul 21, nell'intento di sottrarsi alle circostanti forze nemiche, veniva ripresa la marcia in direzione sud, preceduta dall'esplorazione, condotta da elementi a cavallo, con quadrupedi tratti dal carreggio. Il movimento era ostacolato da uno scontro con il nemico presso Olchovski. Un nuovo scontro alle ore 7 era sostenuto presso Tihomirovski, ove gli italiani avevano la meglio contro una colonna motorizzata russa, che si ritirava dopo avere subito considerevoli perdite. Verso le ore 8,30, la colonna giungeva a Verhnij Makejevka, congiungendovisi con la colonna della Divisione Sforzesca.

Divisione Torino.

Nella notte i reparti procedevano in ordine su Posdnjakof. Le difficoltà dell'itinerario, svolto parzialmente fuori delle piste, imponevano l'abbandono di parte degli automezzi e delle artiglierie. Verso le ore 7, circa due battaglioni sovietici, provenienti uno da nord-ovest ed uno da sud-est, attaccavano la colonna, che reagiva con l'artiglieria e con un violento contrattacco del III/81° fanteria. A questa mossa il nemico rispondeva con l'intervento di carri armati, provocando considerevoli perdite. Solamente alle ore 9 poteva essere ripreso il movimento, che proseguiva attraverso gli abitati di Posdnjakof e Ticho Sciuravskaja. Ad ovest di Smirnovskij un nuovo sbarramento nemico veniva rotto dopo un'ora e mezza di lotta, ma, mentre la testa della colonna combatteva per aprirsi la strada, era attaccata anche la retroguardia e la conca di Arbusov poteva essere raggiunta soltanto alle ore 20.

In questa località la Torino giungeva disponendo in tutto di tre pezzi da 75/27 e di quattro autocarri. Tutto il rimanente armamento pesante e l'autocarreggio erano andati perduti per mancanza di carburante e per le difficoltà della marcia sulla neve e sul ghiaccio. Doveva essere richiesto, via radio della 298a Divisione tedesca, un urgente rifornimento aereo di viveri.

3a Divisione Celere.

Il Comando della Divisione rimaneva separato dai reparti dipendenti e, dopo due giorni durante i quali non era riuscito a collegarsi con alcuno di essi, raggiungeva Forschstadt, sul Donez, e successivamente Voroscilovgrad. All'alba il Comando del 3° bersaglieri decideva di organizzarsi a difesa nell'abitato di Kalmikof, dove aveva trascorso la notte. Prima che avesse dato inizio alla sistemazione, il reggimento veniva attaccato da est e da sud da forti contingenti di fanteria con mortai ed artiglieria di piccolo calibro. La lotta risultava frazionata in brevi ed isolati scontri. Dopo aspro combattimento l'intera colonna veniva circondata e catturata. Il 6° bersaglieri si era invece unito alla colonna della Divisione Sforzesca, della quale divideva le sorti.

Divisione Sforzesca.

Nella notte una quindicina di carri armati attaccava Popovka e sei di essi erano distrutti, mentre un nucleo di carabinieri respingeva la fanteria che li accompagnava. Intanto i reggimenti di fanteria ricevevano l'ordine di radunarsi a Verhnij Cirski per riprendere il ripiegamento verso sud, passando dalla valle del Tcir a quella della Jablonovaja. Durante l'esecuzione dei movimenti il fianco sinistro del 53° fanteria era fortemente attaccato da carri armati verso le 18,30. Il combattimento durava circa due ore, con gravi perdite da entrambe le parti.

La marcia con le misure di sicurezza aveva appena avuto inizio verso le ore 23, quando un nuovo e più forte attacco di mezzi corazzati, sulla testa e sui fianchi della colonna, separava l'avanguardia (I/53°), che poteva tuttavia uscire dall'accerchiamento, dopo aspra lotta e dopo aver distrutto 6 carri armati. Il grosso della colonna (54° fanteria) restava chiuso nella morsa nemica, né poteva essere soccorso dal 6° bersaglieri, che veniva attaccato e respinto dai carri armati russi. A Verhnij Makejevka, dove si trovava il Comando della Divisione, giungevano il Comandante del XXXV Corpo d'Armata, con elementi del suo Comando e il Comando della Divisione Pasubio, con elementi del 79° fanteria. Nella notte la colonna, sganciatasi combattendo dal nemico, si portava a Kjevskoje.

FRONTE DEL CORPO D'ARMATA ALPINO.

Nelle giornate del 21 e del 22 dicembre, mentre sul fronte settentrionale dell'8a Armata (Corpi Alpino e XXIV corazzato) si verificava un allentamento della pressione del nemico, nel settore meridionale l'azione delle unità corazzate e motorizzate sovietiche rendeva impossibile ogni tentativo di ricostituzione di un fronte da parte delle unità dei Corpi d'Armata XXXV - CSIR e XXIX tedesco. I movimenti delle due Grandi Unità cessavano così di avere scopi tattici per esaurimento della capacità operativa dei reparti. Esse avevano subito gravissime perdite ed erano pressoché prive di armamento, di munizioni, di carburanti e poco rifornite di viveri, alcuni dei quali erano aviolanciati soltanto per le più impellenti necessità.

La Divisione alpina Julia - come si è detto - aveva inviato con autotrasporto dal 18 dicembre il proprio gruppo d'intervento nel settore del II Corpo d'Armata. I due battaglioni L'Aquila e Tolmezzo, con le unità di rinforzo, avevano preso posizione a sud della Tciornaia Kalitva, tra Novo Melniza ed Ivanovka (esclusa), a prolungamento verso sud della linea tenuta dalla Cuneense, raccordandosi a destra con la 385a Divisione tedesca. Su quelle posizioni era stato affiancato anche il battaglione Monte Cervino, già molto logorato. Gli altri reparti della Julia, non appena sostituiti nel precedente schieramento, durante le giornate del 19, 20 e 21 avevano compiuto il non facile trasferimento a piedi, marciando a ridosso delle posizioni della Cuneense.

Già nella giornata del 20 il battaglione L'Aquila, del gruppo di intervento, schierato tra il quadrivio di Selenj Jar ed Ivanovka, aveva respinto elementi esploranti del nemico. Al mattino del 21 un attacco sferrato da due battaglioni della 352a Divisione sovietica era stato anche respinto dallo stesso battaglione L'Aquila. Con uguali forze, all'alba del 22, l'attacco veniva violentemente ripetuto. Tutta la Divisione era ormai schierata e poteva lanciare un immediato contrattacco, sostenuto da soli quattro carri armati tedeschi. Entro le ore 15 la situazione era stata ristabilita. Alle ore 10, poco più a nord, il nemico muoveva all'attacco contro il battaglione Tolmezzo. Respinto, rinnovava il tentativo dopo due ore, con due battaglioni della 167a Divisione. Nuovamente respinto, era costretto ad interrompere l'azione alle ore 15 con perdite fortissime.

II CORPO D'ARMATA.

Il Comando del Corpo d'Armata, dal giorno 19 non aveva più responsabilità operative, dovendo provvedere alla ricostituzione delle proprie unità in zona diversa da quella di Mitrofanovka, nella quale era dislocato, troppo esposta alle vicende della lotta in corso. Il 17 dicembre era avvenuta la separazione di un primo blocco di forze della Divisione Ravenna (gruppo Capizzi), formato prevalentemente da reparti del 37° reggimento fanteria ed elementi di rinforzo, defluito verso sud-est e congiuntosi alla 298a Divisione tedesca, della quale condivideva le sorti nel duplice assedio di Arbusov e di Tcertkovo e nella sortita da quest'ultimo.

Gli avvenimenti del 19 dicembre a Kantemirovka determinavano, come si è visto, il deflusso disordinato da quella città della maggior parte della Divisione Ravenna, di gran parte del 90° reggimento fanteria della Cosseria, con i rispettivi elementi di rinforzo. La più consistente parte di forze della Divisione Cosseria era stata raccolta a Sofjevka, poco ad ovest della ferrovia Rossosc-Millerovo mentre i resti dell'89° fanteria, rimasti in linea fino al 20 dicembre a fianco della 385a Divisione tedesca, si raccoglievano a Losetscina dietro l'ala destra della Divisione alpina Cuneense. In questa situazione il Comando d'Armata decideva che il Comando del II Corpo d'Armata lasciasse Mitrofanovka e, transitando per Rossosc-Starobelsk, si trasferisse a Voroscilovgrad, raggiungendovi il nucleo maggiore delle sue unità e, appoggiandosi poi ai magazzini dell'Intendenza, si dedicasse alla ricostituzione dei reparti. Il movimento, iniziato nella tarda sera del 20 dicembre, era ultimato entro il 21.

Divisione Ravenna.

I reparti della Divisione, giunti a Voroscilovgrad tra il 19 ed il 21 dicembre, vi venivano subito raccolti, sottoposti ad un primo riordinamento, forniti dell'equipaggiamento e dell'armamento di reparto distrutto in combattimento o successivamente perduto, ed erano impiegati nella difesa dei ponti e della città, come sarà detto più avanti. Il Comandante della Divisione, dopo avere ceduto la difesa del caposaldo di Taly al gruppo tedesco Andersen, entro la sera del 19 dicembre aveva raccolto a Valentinovka (4 chilometri a sud-est di Mitrofanovka) i reparti che lo avevano seguito; in tutto 1.200 uomini con 30 ufficiali, 2 pezzi da 105/28 e 20 autocarri. In quella località egli dedicava le giornate del 20 e del 21 dicembre ad una migliore organizzazione dei reparti.

Al mattino del 22 dicembre veniva avvertito, da elementi della 387a Divisione tedesca, che una ulteriore avanzata del nemico rendeva precaria la situazione e riceveva direttamente l'ordine dal Comando di Armata di trasferirsi a Voroscilovgrad con la colonna ai suoi ordini, transitando per Rossosc - Rovenki - Starobclsk - ponte di Vesselaja Gora.

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