mercoledì 6 gennaio 2021

Ricordi, parte 11

Non è un binario qualunque... siamo abituati a vederne di altri e anch'essi sono il simbolo della morte di migliaia di persone; questo è meno famoso ma è parte di una storia anch'essa tragica, una storia di morte, disperazione e solitudine. Non ricordo onestamente se fossi a Tambov o in uno degli altri campi di prigionia visitati in questi anni, uno dei tanti disseminati in Russia, ma questo era il punto in cui morti e vivi venivano scaricati dai treni piombati che trasportavano quello che restava dell'ARMIR. Il viaggio in treno era solo una delle tappe del "calvario" che fanti, alpini, bersaglieri e tutti gli altri senza dimenticarne nessuno dovettero affrontare in quei primi mesi del 1943. Quello che accadde in quei viaggi in treno sono certo lo conoscono la maggior parte di voi: fame, freddo, morte, dissenteria. Arrivati nei pressi del campo i vagoni venivano aperti: i morti scaricati da una parte e nel migliore dei casi buttati in una fossa comune, i vivi o quello che rimaneva di vivo in ogni uomo, partivano a piedi, sempre a piedi, per il campo, per entrare in un nuovo girone dell'inferno, fatto ancora di fame, freddo, morte, dissenteria, malattie. Su questo binario loro sono passati, vicino a questo binario noi siamo venuti ad omaggiarli.

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