lunedì 25 gennaio 2021

Onori a Raoul Achilli

Domani è il 26 gennaio e per chi ha nel cuore le vicende della Campagna di Russia il pensiero non può che correre alla battaglia di Nikolajewka. Ci sarebbero tanti episodi da narrare e tante storie da menzionare, ma quest'anno che a differenza degli anni scorsi non sarò fisicamente in Russia, vorrei ricordare un ragazzo di 21 anni, pesarese di nascita ma legnanese di adozione. Il suo nome è Raoul Achilli, giovanissimo sergente del battaglione alpini "Edolo", 5º Reggimento alpini, 2ª Divisione alpina "Tridentina".

Raoul Achilli era un grandissimo amico di Mario Rigoni Stern (il primo a sinistra nella fotografia, il secondo a destra) che lo ricorda così nel suo libro "Il sergente nella neve": "[...] Anche Raoul mi ha lasciato quel giorno. Raoul, il primo amico della vita militare. Era su un carro armato e nel saltar giù per andare ancora avanti, verso baita ancora un poco, prese una raffica e morì sulla neve. Raoul che alla sera prima di dormire cantava sempre "Buona notte amore mio". E che una volta, al corso sciatori, mi fece quasi piangere leggendomi "Il lamento della Madonna" di Jacopone da Todi [...]".

Raoul morì come tanti altri ragazzi su quella discesa che porta dalla sommità delle colline che sovrastano Nikolajewka alla ferrovia e al famoso sottopassaggio. Vidi nel 2011 per la prima volta la discesa e ho sempre provato ad immaginarmi quei momenti. Dopo aver conosciuto la storia di Raoul Achilli, ogni volta che sono a Nikolajewka, non posso che associare i miei pensieri a questo povero ragazzo di 21 anni. Quanti altri Raoul erano distesi su quella lunga discesa?

Questa la motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare: "Saldamente addestrata al cimento la sua squadra esploratori, chiedeva ed otteneva di impegnarla in azioni rischiose che in più riprese affrontava con perizia, audacia, elevato sprezzo del pericolo, riuscendo a conseguire tangibili successi in ardito colpo di mano compiuto oltre le linee nemiche. Durante un aspro combattimento, ferito mentre alla testa della sua valorosa squadra assaltava munite posizioni, manteneva imperterrito il suo posto di dovere e persisteva audacemente nell’impari strenua lotta malgrado tre successive ferite. Indomito, non si abbatteva e trovava ancora la forza per guidare l’ultimo audace assalto. Colpito in pieno da una raffica di mitragliatrice ad obbiettivo raggiunto con tanto nobile sacrificio e singolare valore, cadeva sul campo dell’onore. Luminoso esempio di salde virtù militari. Fronte russo, 15-26 gennaio 1943".

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