sabato 23 gennaio 2021

L'ARMIR nella II battaglia del Don, parte 8

L'8 Armata italiana nella seconda battaglia difensiva del Don (11 dicembre 1942 - 31 gennaio 1943), ottava parte.

IL RIPIEGAMENTO DELL'ALA DESTRA DELL'ARMATA.

Il 17 dicembre - seconda giornata della battaglia di rottura - in relazione allo sfavorevole sviluppo delle operazioni nel settore del II C.A. e tenuto conto che le forze accorrenti da tergo erano ancora lontane, il comando dell'Armata prospettava al comando tedesco la necessità di un ampio arretramento sino alla ferrovia Kantemirovka - Millerowo per ricostituire una difesa continua economizzando forze ai fini della manovra. Ma il comando Gruppo Armate non concordava in tale concetto ed impartiva ordini ispirati al criterio di cedere terreno il meno possibile. L'attuazione di questi ordini risultò però infirmata dall'arretramento in val Levaja effettuato dalla 298a D. germanica, che ampliò in modo irreparabile il vuoto già esistente nella difesa, e dalla mancanza di riserve in posto che potessero ridurre, come disposto, le zone di sfondamento.

Ancora una volta, il 18, il comando Armata prospettò al generale tedesco di collegamento la necessità di immediati provvedimenti per un ampio arretramento delle unità minacciate; ancora una volta il concetto della difesa in posto ritardò e successivamente frazionò quelle misure che la realtà della situazione imponeva: "il Führer vuole che si resista ad oltranza". Soltanto alle ore 10 del 19, in base a disposizioni del comando Gruppo Armate, verbalmente comunicate dal generale tedesco di collegamento, il comando dell'Armata italiana poté finalmente ordinare il primo ripiegamento sul fronte del II e XXXV C.A. mentre, già dal 17, il comando Gruppo Armate aveva predisposto l'arretramento allo Tschir dell'ala destra del XXIX C.A. (D. «Sforzesca»), in relazione a sfavorevoli avvenimenti nel contiguo settore della 3a Armata romena dei quali il comando Armata ebbe soltanto allora prima notizia indiretta (Il comando tedesco non aveva consentito l'invio di ufficiali di collegamento italiani presso le armate vicine affermando che bastavano i propri uffici di collegamento, già collegati fra loro).

Il provvedimento sul fronte delle divisioni che da nove giorni erano duramente impegnate nella battaglia giunse però tardivo e superato dagli avvenimenti così come lo furono le successive disposizioni emanate dal comando Gruppo Armate nel pomeriggio dello stesso giorno intese a costituire una linea più arretrata: Ticho- Shurawskaia - Meschoff - valle Tschir. Ormai il movimento delle unità corazzate russe nel solco del Bogutschar verso sud era in pieno sviluppo. Esse raggiungevano il 20 Djogtewo ove, riunendosi il 21 con unità carri armati provenienti dal settore della 3a Armata romena lungo la linea Astachoff - Kaschari, completavano l'accerchiamento del XXXV e XXIX C.A. I movimenti di ripiegamento delle G.U. dalla linea del Don si effettuano: dapprima, mantenendo una larga fronte e contrastando l'avanzata del nemico; successivamente, in colonne moventi su uno o più itinerari in relazione alle vicende dei combattimenti ed alla presenza di unità corazzate nemiche agenti sul tergo.

Alcune G.U. (298a D. germ., D. «Torino», D. «Sforzesca») riescono ad effettuare tutto il ripiegamento unite; altre si scindono, per effetto del combattimento, in blocchi di varia consistenza. La successiva riunione di questi blocchi, resa ardua in primo tempo dalle forti infiltrazioni nemiche e dalla difficoltà di comunicazioni, è poi facilitata dalla ricerca della via di minor resistenza che li porta a muovere su itinerari convergenti. Si formano due blocchi principali: - un blocco nord costituito dalla 298a D. germ., dalla D. «Torino», da forte aliquota della D. «Pasubio» e da una aliquota della D. «Ravenna»; un blocco sud costituito dalla D. «Sforzesca», da aliquote della D. «Celere» e della D. «Pasubio», dal comando del XXXV C.A. con elementi vari e dal comando del XXIX C.A. con il Gruppo Schuldt. Più tardi si aggregheranno alla colonna anche i resti della 7a D. rumena.

Per quanto riguarda la D. «Cosseria», come già ricordato essa cedette la responsabilità del proprio settore alla 385a D. germanica il 16 dicembre, ma reparti in linea continuarono a combattere frammisti alle truppe germaniche. L'89° fanteria, passato successivamente alle dipendenze della D. «Cuneense», ritirato dalla linea il 20, ripiegò lungo la valle del Kalitwa per raccogliersi nella zona a sud-ovest di Rossosch (Lisinowka). Ivi si riunirono anche le truppe che, col comandante la D. «Cosseria» erano affluite in primo tempo a Ssofiewka (una aliquota del 90° ftr., il 108° art. ed i rep. del genio). Residui del 90° e di due btg. cc.nn. («Leonessa») invece, forzato, la notte sul 18, unitamente a truppe tedesche, uno sbarramento del nemico a Zapkowo, seguirono gli altri superstiti elementi del reggimento che, sotto la spinta degli eventi, avevano ripiegato su Taly e Kantemirovka e con essi si raccolsero insieme ai resti della D. «Ravenna» nella zona di Woroscilowgrad. Il comando del II C.A. cedette il 18 la responsabilità del proprio settore al comando del XXIV C.A. germanico.

Questo affluire di diverse colonne da vie convergenti su due itinerari comuni conduce, però, a sovrapposizioni, intasamenti e frammischiamenti che ostacolano e ritardano il movimento, accrescendo le difficoltà operative aggravate dalla rottura dei collegamenti e dall'inefficienza delle stazioni radio che rendono impossibile l'azione di coordinamento.

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