giovedì 21 gennaio 2021

L'ARMIR nella II battaglia del Don, parte 7

L'8 Armata italiana nella seconda battaglia difensiva del Don (11 dicembre 1942 - 31 gennaio 1943), settima parte.

FRONTE DELLA D. «PASUBIO» (XXXV C.A.) - L'azione nemica iniziata all'alba del giorno 16 con forze preponderanti (unità di due divisioni) sulla destra ed al centro del settore fra Krassnogorowka e Monastyrschina, riesce a sommergere alcuni capisaldi avanzati ed accerchiarne altri, e, dopo alterne vicende di attacchi e contrattacchi, ad affermarsi ai margini delle balke ad occidente di Abrassonowa ed a cadere sul retrostante vallone separando il presidio di Monastyrschina, che resiste in posto, dalle rimanenti forze della divisione. L'indomani l'azione gravita sull'ala sinistra della «Pasubio» fra Tereschkowa e q.201,1 dove, dopo qualche iniziale successo al centro del settore attaccato, il nemico è contenuto e respinto da nostri contrattacchi. Nei successivi giorni 18 e 19, sino all'inizio del ripiegamento determinato dagli sfavorevoli avvenimenti sul fronte del II C.A. il nemico svolge saltuarie azioni di attacco, che coinvolgono anche la estrema sinistra della D. «Torino» vivacemente controbattute dalle nostre truppe.

Nel settore della D. «Pasubio» l'avversario non consegue perciò la rottura del fronte. La resistenza della «Pasubio», soggetta ad azioni convergenti sia di fuoco che di urto, costò alla divisione ingenti perdite: circa 1.900 tra caduti e dispersi e 5.600 tra feriti, congelati ed ammalati sgomberati dal 1° al 19 dicembre, ma valse a sbarrare una direttrice d'attacco, quella del saliente di Ogolew, che avrebbe portato l'avversario a meglio sfruttare lo sfondamento attuato sul fronte del II C.A. La 298a D. germanica che, insieme alla Pasubio costituiva il XXXV C.A. non è stata direttamente interessata nell'attacco nemico. Come abbiamo visto ripiegò la sua ala sinistra, prima in valle Bogutschar e poi in val Levaja in seguito alla falla verificatasi sul fronte del II C.A. Contribuì alla difesa del settore della «Pasubio», nella giornata del 18, con l'intervento di un reggimento su due battaglioni.

FRONTE DELLA «CELERE» (XXIX C.A.) - Il mattino del 17, il nemico attacca sul fronte del 6° bersaglieri. L'attacco condotto da 4-5 btg. rinforzati progredisce il 18 e il 19 in val Levaja in direzione di Meschoff. Nel contempo i sovietici tentano di aggirare l'ala sinistra dello schieramento del 3° bersaglieri che resiste in posto sulla linea del Don benché fortemente premuto e minacciato a tergo. In tre giorni di combattimento la «Celere» contrastando palmo a palmo il terreno, sbarra la direttrice Meschkoff-Djogtewo lungo la quale si dirige lo sforzo nemico. Un gruppo tattico di formazione - del quale fan parte 2 btg. della «Sforzesca» (il Gruppo tattico, costituito con i battaglioni III/53, II/54, XIII btg. bers. e 2 gruppi di artiglieria, è posto agli ordini del vice comandante della «Sforzesca») - concorre all'arresto dell'avanzata contrattaccando dalla zona di Warwarin in direzione della confluenza del Tichaja col Don.

La mattina del 19, la situazione è la seguente: la legione croata ed il 3° bersaglieri tengono le loro posizioni sul Don. Un btg. (di destra) del 6° bersaglieri tiene anch'esso le posizioni sul Don ed è collegato con la «Sforzesca». I resti degli altri due btg. del 6° bers. (VI e XIX) dopo due giorni di violenti combattimenti fronteggiano l'avversario ad oriente di Melowatyi. Ed il 19 il comando del XXIX C.A. germanico ordina il ripiegamento sulla linea del Tichaja per assumere la difesa del settore Meschkoff-Prowalskij. (Alla sinistra avrebbe dovuto schierarsi la D. «Torino», alla destra la D. «Sforzesca»). La situazione è delicata per le difficoltà in cui vengono a trovarsi le truppe del settore nord (3° bers., legione croata, 120° art.). Alle ore 23 dello stesso giorno giunge al com. della D. «Celere» l'ordine del XXIX C.A. germanico di ripiegare in direzione di Kaschary per strade secondarie non essendo più opportuno tenere la linea del Tichaja data la presenza di due corpi corazzati russi sulla strada Djogtewo-Meschkoff. La divisione dovrà riunire le forze in ripiegamento su Kaschary per schierarle a difesa della valle Tschir nel tratto Ilitschewka Napoloff - q.193 (nord di Swch. Donskoj).

Il 3° bers., la legione croata e il 120° art. cercano di sfuggire all'accerchiamento dirigendosi su Meschoff. Verso mezzogiorno del 20 prendono contatto col nemico e lo attaccano. Il combattimento continua violento fino a notte inoltrata, ma l'attacco fallisce. ln serata, a Popowka, ove, presso il I C.A. romeno, la «Celere» ha stabilito temporaneamente il proprio posto di comando, giungeranno soltanto 350 uomini del 6° bers. col comando del reggimento e un'aliquota di artiglieria. Per sei giorni la battaglia ha infierito su un fronte di quasi 200 km. da Nowo Kalitwa al Tichaja. Aspri combattimenti condotti di notte e di giorno, nelle dure condizioni climatiche dell'inverno russo, hanno segnato le tappe di questa tormentosa vicenda.

Nella cruenta battaglia che ha condotto alla rottura della difesa sul fronte del II C.A. ed all'avvolgimento dell'ala destra dell'Armata l'urto maggiore è stato sostenuto dalle nostre unità in linea («Cosseria» e «Ravenna»), i cui resti hanno continuato a combattere sino al 19 dicembre e combatteranno ancora sul Donez. Le sole forze disponibili all'inizio della battaglia hanno rallentato la spinta offensiva. Tutto è stato gettato nella lotta: ferrovieri, pontieri, artieri, truppe chimiche, tutti, armati di solo fucile, hanno dato il loro contributo di sangue. La 27a D. cr. tedesca, sempre restia a ricevere ordini diretti, si prodigò specialmente ad aiutare la 385a D. germanica, limitando il concorso a favore della «Ravenna» all'azione controcarri. In complesso poco poté fare praticamente per impedire l'allargamento della falla e nulla o quasi per proteggere il ripiegamento della divisione.

Le forze richiamate dal tergo (387a D., Gruppo Schuldt e Gr. Fegelein) o da altri settori (D. «Julia») poterono intervenire soltanto con aliquote delle loro unità, negli ultimi giorni della battaglia a situazione già pregiudicata. Negli altri settori dell'ARMIR (D. «Pasubio» e «Celere), la nostra difesa non ha consentito al nemico, per quanto prevalente, per forze e per mezzi che il conseguimento di modesti risultati in campo tattico. Anche sul fronte della D. «Torino» nostri contrattacchi hanno eliminato infiltrazioni determinatesi sulla destra del settore e sull'estrema sinistra (in zona Passeka) contenendo il nemico, che, riuscito dopo alterne vicende a superare la strenua resistenza e ad occupare la q.162,9, tentava incunearsi fra le ali interne delle D. «Pasubio» e «Torino».



Nessun commento:

Posta un commento