venerdì 1 gennaio 2021

L'ARMIR nella II battaglia del Don, parte 2

L'8 Armata italiana nella seconda battaglia difensiva del Don (11 dicembre 1942 - 31 gennaio 1943), seconda parte.

L'OFFENSIVA RUSSA NELL'INVERNO 1942-1943. SITUAZIONE PARTICOLARE DELL'8A ARMATA ITALIANA (ARMIR).

Il 22 giugno 1941, nel momento in cui le Armate germaniche oltrepassavano il confine orientale stabilito con la Russia dopo la recente spartizione della Polonia, il governo italiano dichiarava la guerra all'U.R.S.S. Approntava quindi sollecitamente le unità che dovevano scendere in campo a fianco dei tedeschi. Il Corpo di Spedizione (C.S.I.R.), della forza di circa 50.000 uomini, risultava composto di due divisioni autotrasportabili, e cioè la « Pasubio » e la « Torino », e della divisione celere « Principe Amedeo Duca d'Aosta ». Truppe di corpo di armata e reparti aerei da caccia e da ricognizione completavano la grande unità, che già alla metà di luglio, veniva avviata al fronte orientale. Nello scorcio della primavera dell'anno successivo, mentre le assottigliate file del Corpo di Spedizione si rinsanguavano con l'afflusso di complementi e di nuovi reparti, la cooperazione italiana nella lotta antirussa assumeva più vaste proporzioni con l'invio al fronte orientale di una intera armata al comando del gen. Italo Gariboldi, già comandante delle truppe dell'Africa settentrionale.

Le prime divisioni arrivarono in giugno nelle zone di radunata di Kharkov e di Stalino e i movimenti si completarono con la fine di agosto. L'8a Armata (ARMIR) riuniva: - il vecchio Corpo di Spedizione (C.S.I.R.) sotto la nuova denominazione di XXXV C.A.; - il II C. A. con le divisioni di fanteria « Sforzesca », « Ravenna » e « Cosseria »; - il C.A. alpino con le divisioni « Tridentina », « Julia » e « Cuneense »; - la divisione di fanteria « Vicenza » (destinata alla protezione delle retrovie e pertanto senza il reggimento di artiglieria); - truppe e servizi di armata; - unità di aviazione. Complesso di forze sommante ad oltre 220.000 uomini e 7.000 ufficiali. Nella prima decade di novembre l'8a Armata, dopo la prima battaglia difensiva sul Don, dopo l'attestamento al Don delle divisioni alpine (che in un primo tempo erano state destinate al Caucaso) e dopo varie modifiche sia nel settore assegnato sia nel raggruppamento organico delle unità, teneva, lungo il sinuoso corso del fiume, alle dipendenze dcl com. Gruppo Armate B, un fronte di oltre 270 km. da Kamilschowa a Weschcnskaja, avendo: a sinistra, la 2a Armata ungherese e, a destra, la 3a Armata romena.

Nel settore di quest'ultima, e cioè in corrispondenza del vertice dell'ansa del Don, si profila, nella seconda decade di novembre, la minaccia di un poderoso attacco sovietico che si concreterà, dopo pochi giorni, costituendo il primo atto di quella grande offensiva destinata ad estendersi gradualmente a quasi tutto il vastissimo teatro di guerra e che travolgerà anche l'ARMIR. Le operazioni dell'8a Armata sul Don nell'inverno 1942-43 non devono pertanto essere considerate a sé, ma bensì nel quadro assai più vasto nel quale i russi, con uno sforzo poderoso e con l'applicazione di nuovi principi operativi, rispetto a quelli precedentemente usati, rompono successivamente e costringono in sacca, tra il 20 nov. 1942 e i primi di febbr. 1943, sei armate alleate schierate, da sud-est verso nord-ovest, nella seguente successione: 4a cr. germanica - 6a germanica - 3a romena - 8a italiana - 2a ungherese - 2a germanica.

In particolare, la manovra generale nemica nella terza decade di novembre rompe contemporaneamente la 4a Armata corazzata germanica e l'estrema destra della Armata romena ed accerchia (oltre numerose aliquote delle due armate attaccate) anche l'intera 6a Armata germanica (schierata nel settore di Stalingrado); nella seconda decade di dicembre, rompe l'ala sinistra della 3a Armata romena ed il centro dell'8a Armata italiana (II C.A.) mettendo in sacca, oltre ad aliquote della 3a Armata romena, l'ala destra dell'8a Armata (XXXV e XXIX C.A.); nella seconda decade di gennaio, rompe nuovamente il fronte dell'8a Armata (XXIV C.A. tedesco) e contemporaneamente quello della 2a Armata ungherese ed accerchia unità ungheresi, i resti del XXIV C.A. germanico ed il C.A. alpino; ai primi di febbraio, con azione a tenaglia analoga alle precedenti rompe ed accerchia la 2a Armata germanica (settore di Voronesh).

Durante quattro mesi le masse russe saranno in continuo progredire e soltanto nella seconda decade di marzo i tedeschi potranno adottare contromisure capaci di arrestare l'avversario che nella sua avanzata dal Don verso ovest, oltrepassato Kursk-Belgorod-Kharkov, è giunto con le punte avanzate poco ad est del meridiano di Poltava. Nel novembre, quando cioè si profila e si sviluppa l'offensiva nemica sulla nostra destra il comando Gruppo Armate, in relazione alle necessità operative che a mano a mano si presentano, sottrae dal settore dell'8a Armata italiana un complesso di forze riducendone gravemente le possibilità difensive e di manovra. E' tolta prima la 22a D. Cr. germ., forte di circa 200 carri armati, poi la 294a D. germ. che era destinata in riserva sull'ala sinistra dell'Armata; infine la 62a D. germ. dislocata in Ia schiera. Quest'ultima divisione, su tre reggimenti, ha dovuto essere sostituita dall'ormai unica divisione disponibile dell'Armata, la nostra « Celere », su due reggimenti, molto provata, in fase di ricostituzione con nuovi complementi in arrivo e quindi in crisi per condizioni materiali, morali e numeriche. L'Armata finisce per essere così gradatamente, per le necessità di altri settori, indebolita nelle sue possibilità operative per la sottrazione di tutte le unità di 2a schiera che le sole riserve. In tale situazione quando nella 3a decade di novembre comincia a profilarsi la minaccia anche sul fronte dell'ARMIR con l'addensamento di forze nemiche sulle direttrici Pawlowsk e Bogutschar, il com. Armata rappresenta al com. Gruppo Armate il pericolo imminente (data la forza disponibile in confronto alla fronte assegnata e la necessità di provvedimenti adeguati.

Infatti la forza dell'Armata (220.000 uomini) in relazione all'ampiezza settore (270 km.) corrisponde alla densità di un uomo ogni 1,18 metri di sviluppo del fronte considerando tutti in linea, servizi ed intendenza compresi. Ma in effetto la densità in linea è soltanto di un uomo ogni 7 metri (4 btg. per divisione, ognuna delle quali ha in media 27 km. di fronte), forza del tutto insufficiente per una valida difesa anche contro attacchi di entità non rilevante. Il comando germanico non crede molto ad un attacco in forze ed ordina l'affluenza delle unità di cui può al momento disporre orientandone inizialmente i movimenti su entrambe le zone; solo quando la minaccia nemica, pochi giorni prima dell'attacco, si delineerà, in modo inequivocabile in corrispondenza del settore del II C.A., la maggior parte delle unità verrà orientata su quel settore fra queste la 385a, la 387a, la 27a D. Cr. germaniche. Queste unità, modeste in raffronto a quelle perdute (e pur riconosciute necessarie) avrebbero, forse, potuto dare ausilio alla difesa, a condizione di giungere in zona con la completa disponibilità delle forze organiche e con un anticipo di tempo sull'inizio della battaglia tale da consentirne l'orientamento sui rispettivi compiti operativi. Tali condizioni vennero per contro a mancare.



Nessun commento:

Posta un commento