sabato 30 gennaio 2021

L'ARMIR nella II battaglia del Don, parte 9

L'8 Armata italiana nella seconda battaglia difensiva del Don (11 dicembre 1942 - 31 gennaio 1943), nona parte.

BLOCCO NORD (ALIQUOTE D. «RAVENNA»; 298a D. GERM.; ALIQUOTE D. «PASUBIO » E D. «TORINO).

La notte sul 20, il XXXV C.A. (298a D. germ. e D. «Pasubio» e la D. «Torino» iniziano il movimento di ripiegamento. La 298a D. con aliquote della D. «Ravenna» muove dalla zona di Radtschenskoje-Tereschkowo a quella di Popowka-Makaroff; la D. «Pasubio» si dirige verso sud: dapprima per assumere un nuovo schieramento sul Tichaja, successivamente per adunarsi nel triangolo Arbusowka - Awakusch II - Alexscjewo Losowskaja e organizzarsi a caposaldo a protezione del fianco sinistro delle unità che, nel frattempo, dovevano dislocarsi sul Tichaja. Nel movimento l'unità viene spezzata in due dall'azione nemica: la maggior parte si congiunge a Popowka con la 298a D. germ. e la D. «Torino»; l'altra parte con il comando divisione ed il comando XXXV C.A. prosegue su Schapiloff - Tichomirowskij - Werch Makejewka ove si unirà alla D. «Sforzesca».

La D. «Torino», muovendo in seguito a ordine del comando XXIX C.A. dalla linea del Don, sino allora tenuta, raggiunge compatta, nella giornata del 20, Popowka dove avviene la riunione con le unità suddette. Si costituisce cosi il complesso del blocco nord che prosegue il ripiegamento in direzione sud-ovest. Il giorno 21, la colonna raggiunge Arbusowka dopo estenuanti marce ed aspri combattimenti sostenuti da una parte della colonna (Gruppo cr. Hoffman - 298a D. germ. ed aliquote della D. «Ravenna») per aprirsi il varco e dalla D. «Torino» ed aliquote della «Pasubio» per contenere e respingere l'azione nemica tendente da tergo all'agganciamento. Un duro combattimento di retroguardia fu sostenuto da reparti della «Torino» sulle alture di riva sinistra del Tichaja (21 mattina). Le perdite furono gravi, ma l'azione consentì a gran parte della pesante colonna di sfilare protetta.

Con le truppe italiane, causa la mancanza di carburante, sono rimasti solo tre pezzi da 75/27, quattro autocarri, tre vetture; mancano i viveri. La 298a D. germ., con servizi a traino animale, ha tutti i rifornimenti e rancio caldo che tiene per sé (ad Arbusowka il comando tedesco procede, di forza, allo svuotamento dei serbatoi delle poche macchine italiane ancora al seguito). La colonna rimane assediata nella conca di Arbusowka il 22 ed il 23 sempre soggetta all'azione di forti unità nemiche che tentano di annientarla. Il mattino del 22, d'intesa col comando tedesco, viene deciso di allargare il cerchio per dare un po' di respiro alla difesa. E' un contrattacco generale delle truppe italo-germaniche che, partendo dal centro della conca, diverge nelle varie direzioni contro la sistemazione russa. Dal centro le armi pesanti ed i pezzi di artiglieria accompagnano l'azione.

Le truppe senza più rispettare vincoli organici e prudenziali di combattimento si lanciano di corsa su per l'erta. Si vede un militare montare su un cavallo e con una grande bandiera tricolore spiegata galoppare verso il nemico trascinandosi dietro tutti i suoi compagni. L'avversario è respinto e il raggio dell'assedio è così allargato di un paio di chilometri. Il 23 la situazione si aggrava però di nuovo e viene richiesto alla «Torino» il rinforzo immediato di centurie di formazione. Alle 19 i russi attaccano da nord appoggiati da carri armati. I carri tedeschi e le formazioni italiane e tedesche respingono i reparti russi giunti a breve distanza dal comando della 298a D. germanica. Più tardi un nuovo attacco fa ancora vacillare il fronte.

Nella notte sul 24, la colonna riesce a rompere l'accerchiamento ed a proseguire il movimento verso ovest. Esso ha inizio alle ore 23,30. I russi attaccano da sud e impegnano le truppe italiane costituenti la retroguardia. Sotto la protezione di questa lo sfilamento del grosso prosegue. Il combattimento si protrae fino all'alba, ed un'aliquota dei reparti impiegati non riuscirà più a sganciarsi. Il 26, dopo altra estenuante marcia e continui combattimenti (anche questa volta, mentre il gruppo semoventi tedeschi apre la strada le unità italiane costituiscono la retroguardia) la colonna raggiunge Tscherkowo dove si congiunge a quel presidio per continuare la resistenza.

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