martedì 19 gennaio 2021

Ricordi, parte 12

Sono i giorni della ritirata... sono i giorni in cui li ricordiamo più intensamente; sono i giorni in cui vorresti essere ancora una volta là e camminare nella steppa, magari nel silenzio più assoluto per provare a capire cosa provarono. Può anche esserci il freddo più intenso, la tempesta di neve più forte, la neve più alta, ma sai sempre che neanche lontanamente puoi avvicinarti a loro. Allora capisci che tutto quello che fai, lo fai per un fortissimo senso di rispetto verso chi non è più tornato. Vieni qui per portarti a casa qualche cosa di quello che è stato, o almeno ci provi. Ho camminato lungo le loro stesse strade nel 2013, nel 2018 e poi nel 2020, e ogni volta è diverso dalla precedente. Ogni volta finisci di camminare, magari sei stanco, magari pensi anche che sarà l'ultima volta che verrai in Russia in questo modo, ma dopo un mese che sei a casa già desideri che arrivi il prossimo inverno per ritornare. Sono i giorni della ritirata più famosa... ma sai che circa un mese prima ve ne fu una altrettanto tragica e purtroppo davvero poco ricordata. Un nome su tutti, Arbusowka: ricordata come la "valle della morte" fu teatro di un'altra ecatombe... su circa 25.000 italiani che vi arrivarono durante la ritirata del blocco Nord delle fanterie, ben 20.500 furono i morti, i prigionieri ed i feriti; solo 4.500 uomini si salvarono... momentaneamente. La vita di tutti i giorni scorre fra problemi e pensieri, ma sai che quando riesci a fermarti e tirare il fiato, il tuo pensiero corre là, sempre a loro, alla neve, al freddo ed al gelo. Non mi aspetto che tutti lo possano capire e comprendere; forse qualcuno potrà anche pensare che queste mie frasi sono una mancanza di rispetto per chi ha vissuto sulla propria pelle tutto ciò, ma non è così. Questo è solo come mi sento io. E' sempre e solo un fortissimo attaccamento verso tutti quei ragazzi, dimenticati da tanti ma non da tutti.

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