venerdì 15 gennaio 2021

L'ARMIR nella II battaglia del Don, parte 6

L'8 Armata italiana nella seconda battaglia difensiva del Don (11 dicembre 1942 - 31 gennaio 1943), sesta parte.

Per parare alla minaccia viene ordinato alla 298a D. germanica - schierata sul Don fra la D. «Ravenna» e la D. «Pasubio» - di prendere posizione fronte a nord-ovest lungo la valle del Bogutschar; alla divisione alpina «Julia» - sostituita in linea dalla D. «Vicenza» - di tamponare il vuoto tra la 385a e la 298a germaniche; alla 27a D. cr. di coprire il vuoto con azioni mobili. Ma il nemico che attacca tenacemente da 8 giorni impedisce di attuare ogni progetto di ristabilimento mettendo in ritardo e di fronte a situazioni sempre sorpassate le forze accorrenti. La D. «Julia» si porterà sulla destra della «Cuneense» e della 385a germanica - ove cominciano ad affluire anche i primi elementi del Gruppo Fegelein - fronte ad est, e le unità corazzate procedenti alle spalle del nostro schieramento verso ovest verranno arrestate; ma la 298a germanica minacciata sull'ala sinistra da infiltrazioni di carri armati nemici, che nella giornata del 18 raggiungono la val Levaja, chiede ed attua, prima di ottenerne l'autorizzazione, l'arretramento dell'ala sinistra sulla linea Radtschenkoje-Kupinka allargando la breccia già esistente.

Il 18, Taly è investita per quasi tutta la giornata e gli attacchi continuano l'indomani. Il presidio, del quale ha assunto il comando il comandante della D. «Ravenna», assolto il compito di arresto temporaneo affidatogli verrà ritirato il 19 (dopo essere stato sostituito da forze germaniche sopraggiunte al mattino) ed avviato per Simaglejewka su Rossosch (questa aliquota della «Ravenna» rimarrà nel settore del C.A. alpino nei pressi di Rowenki con i reparti della «Cosseria» in riordinamento). Il 19, punte corazzate raggiungono la val Levaja, Kantemirowka e Tschertkowo, interrompendo la ferrovia e minacciando da tergo lo schieramento del XXXV e del XXIX C.A. A Kantemirowka un nostro nucleo (3000 uomini circa, in prevalenza truppe e servizi delle D. «Cosseria» e «Ravenna» e del II C.A.), raccolto nella località la sera precedente, praticamente disarmato di fronte ai carri, non può opporre una valida difesa. L'episodio, spiegabile con le particolari circostanze di fatto, viene artatamente ampliato da una larvata propaganda tedesca.

A Tschertkowo il presidio, costituito essenzialmente da nostre unità complementi, ivi sbarcate la sera prima, respinge invece l'avversario iniziando una resistenza che, successivamente alimentata da altre truppe, infrangerà per 25 giorni i continui attacchi del nemico. Nei giorni 20 e 21, i russi continuano il movimento verso sud raggiungendo Djogtewo dove, riunendosi con unità corazzate provenienti dal settore della 3a Armata romena, chiudono il cerchio a tergo del XXXV e XXIX C.A. A nord, nel settore del XXIV C.A. (il 18, in relazione agli avvenimenti in corso nei settori attaccati il comandante Gruppo Armate ordinava che il II C.A. cedesse la responsabilità del settore al comando XXIV C.A. il quale, provenendo dal fronte della 2a Armata ungherese, aveva stabilito la sua sede a Kantemirovka. Il comando II C.A., ad avvenuta cessione, doveva provvedere alla riorganizzazione delle unità defluite nelle retrovie per costituire al più presto formazioni di combattimento da rinviare in linea), che ha prolungato verso sud lo schieramento del C.A. alpino, la situazione, invece, si consolida. In zona Nowo Kalitwa il contrattacco di un btg. alpini della «Julia» ricaccia il nemico sulle posizioni iniziali.



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