venerdì 20 novembre 2020

Relazione del Generale Lerici, parte 4

Relazione del Generale Roberto Lerici Comandante della Divisione Torino sul ciclo operativo della divisione dal 19 Dicembre 1942 al 17 Gennaio 1943 - quarta parte.

Il 27 si richiede al Comando 8a Armata che un ufficiale di quel comando si porti presso di noi in aereo per constatare la reale situazione in cui si trovano le truppe italiane e per prendere accordi circa lo sgombero dei feriti e degli ammalati. Si rappresenta che la grande maggioranza di queste truppe non ha al momento alcuna capacità combattiva. Non è, intanto, possibile addivenire ad un riordinamento dei reparti in quanto non sono possibili adunate di masse di militari a causa dell'osservazione nemica sempre vigilante. Tiri di artiglieria, katiusce e mortai disturbano in continuazione e distruggono le abitazioni.

Alle truppe italiane viene assegnato dal Comando tedesco della difesa il settore Est di alloggiamenti. Si provvede, pertanto, a riordinare le truppe secondo gli accantonamenti e si costituiscono due settori agli ordini del Colonnello Casazza dell'80° Reggimento Fanteria e del Maggiore Bombelli del 201° artiglieria. Alle ore 8 il comandante della Torino tiene rapporto a tutti gli ufficiali e li invita a collaborare a questo riordinamento, impartendo ordini sulla modalità di esecuzione. Il 28 si comunica al Comando 8a Armata, per radio, che la situazione dei feriti e congelati è andata aggravandosi per cui è urgente provvedere al loro sgombero. Un aereo italiano lancia viveri, medicinali e cartucce per fucile. I russi premono contro il caposaldo con forze di fanteria. Continua intenso il bombardamento che provoca numerose vittime.

Nel pomeriggio del 29 giunge a Tscherkowo, in aereo, il Comandante dell'aviazione dell'Armir, Generale pezzi, con il Colonnello Medico Bocchetti. Viene loro esposta la situazione e consegnato un messaggio per il Comandante dell'8a Armata nel quale viene riassunta la situazione stessa. Dopo una breve sosta alle ore 14 riprendono il volo di ritorno. Successivamente, con sommo rammarico, si è venuti a conoscenza che l'apparecchio non ha fatto rientro al campo. Sul velivolo avevano preso posto tre feriti e il Tenente tedesco Bômm, ufficiale di collegamento per la Divisione Torino, arbitrariamente allontanatosi senza avvertire nessuno. Nella mattinata con apparecchio Junker si sgomberano 14 feriti e congelati tra cui il Generale Rossi ed il Maggiore Pinto. Per via aerea giungono medicinali.

Il 30 dicembre la situazione tende a peggiorare. I russi ricevono rinforzi e se ne ha la prova nell'intensificarsi dei bombardamenti. Alle ore 16 il Comandante della divisione germanica, Generale Xelinski, che ha fatto una breve apparizione in Tscherkowo, convoca il Comandante della Divisione Torino e gli espone la necessità di mettere a sua disposizione una riserva di 500 uomini armati. Prometto di andare incontro ai suoi desideri pur rappresentando le difficoltà organiche in cui si trovano le truppe italiane. Vengono diramati i conseguenti ordini, ma si trovano non lievi difficoltà nell'accantonamento di queste cinque centurie di formazione che vengono poste agli ordini del Tenente Colonnello Tromba della divisione Ravenna.

Si inoltra richiesta al comando armata di zaini di sanità e materiale di medicazione. Si chiede inoltre che venga proseguito lo sgombero dei feriti e congelati per via aerea. I reparti italiani che difendono il 7° settore della difesa di Tscherkowo, agli ordini del Tenente Colonnello Manari, si fanno molto onore. Sono un pugno di uomini, ma tengono ben alto il nome e l'onore del soldato italiano. Il 31 dicembre si costituisce l'ospedale italiano in una grande scuola alla periferia del paese con annesso padiglione. Vi si ricoverano oltre 1.200 feriti. Il Capitano Medico Ruocco, ufficiale medico più anziano, ne assume la direzione coadiuvato da altri 5 ufficiali medici dei vari corpi e reparti. La loro opera, pur con scarsezza di materiali di medicazione, è altamente proficua. La parte disciplinare e organizzativa dell'ospedale viene affidata al Seniore Gangemi della Legione CC.NN. Tagliamento che disimpegna il suo incarico con grande passione e grande rendimento.

Devo qui tributare un vivo encomio al personale addetto all'ospedale che con ripieghi di ogni genere, in mezzo a tutte le difficoltà, esposto alle offese dirette e sensibili del tiro avversario, si è prodigato oltre ogni limite per alleviare le sofferenze dei degenti e portare il soccorso a coloro che ne avevano bisogno. Si inoltra, per radio, richiesta al Comando Armata di alcuni chirurghi con attrezzatura necessaria per interventi. La situazione dei feriti e congelati va giornalmente peggiorando a causa delle numerose cancrene che si sviluppano. Oltre 700 dovrebbero essere gli interventi operatori da compiere. La forza controllata al 31 dicembre è di circa 7.000 militari di cui circa 3.800 feriti e congelati. Ma anche i rimanenti non sono in buone condizioni.

Giunge un messaggio aereo dell'Eccellenza Gariboldi in data 27. L'Eccellenza si compiace dello scampato pericolo di accerchiamento ed incita a resistere sino all'ultimo. Sono richiesti, inoltre, alcuni dati statistici che verranno inviati non appena possibile la trasmissione. Nella notte dell'1 gennaio muore il valoroso Comandante del 7° settore, Tenente Colonnello Manari, per ferita riportata in combattimento. È con vivo dolore che vedo scomparire questa bella figura di soldato! I bombardamenti continuano. Raffiche di mitragliatrici spazzano le vie del paese, ormai completamente accerchiato. Si prendono in consegna dai tedeschi i magazzini italiani. Sono nel massimo disordine per i saccheggi cui sono andati soggetti. Si censiscono le derrate e si constata che vi sono una quarantina di giornate di galletta, una diecina di carne in scatola, pasta e riso per una trentina di giornate. Difettano grassi.

La situazione, per quanto è dato conoscere dal Comando Tedesco, è la seguente: - Millerowo e Tscherkowo, isolati resistono; - la 19a Divisione Corazzata tedesca che avrebbe il compito di sbloccare la strada di Belowdsk è ferma a 14 km da Tscherkowo di fronte a Welikock, fortemente presidiata dai russi. Per proseguire avrebbe bisogno degli Stukas che non possono assolvere la loro missione a causa delle avverse condizioni meteorologiche. Il 2 calma nel caposaldo. Aerei nazionali lanciano medicinali che sono accolti con grande gioia. Se ne richiedono altri al Comando d'Armata perché il fabbisogno è grande. Il 3 gennaio nulla di notevole nel caposaldo.

Alle ore 9 del 4 truppe della 298a Divisione attaccano in direzione di Welikozk allo scopo di congiungersi alla 19a Divisione Corazzata. L'attacco giunge fino alle prime case del paese di Welikozk. Nel pomeriggio un contrattacco russo ha costretto al ripiegamento. Particolare pressione viene esercitata nel settore tenuto dalle truppe italiane che, però, sostengono bravamente l'urto e falciano le file nemiche. ln rinforzo si invia una delle centurie di formazione. Nessun miglioramento nella situazione sanitaria. La temperatura si è notevolmente abbassata, raggiunge i 25° sotto zero. Nella notte sul 5, forte bombardamento di artiglieria e di mortai. Numerose perdite.

Nella mattina attacco russo nel settore, Sud Est interessante anche il settore italiano. Un reggimento russo è stato completamente distrutto. I russi tirano con proietti incendiari. Uno di questi colpisce una baracca dei magazzini. Il fuoco, alimentato da forte vento, si propaga ad altre due baracche che vengono completamente distrutte causando la perdita di una buona parte del materiale di vestiario ed equipaggiamento. Si riesce ad isolare le fiamme ed i viveri vengono salvati. Si ha un aereo-rifornimento che cade nelle mani dei russi causa il vento. Nessuna notizia della 19a Corazzata.

Vengono fornite due centurie al Comando Tedesco. Terminate le poche munizioni di cui disponevano, vengono ritirate. La giornata del 6, tranne qualche colpo di artiglieria, katiuscia e mortaio, trascorre tranquilla. Si forniscono circa 200 uomini per lavori sulla linea. Si inoltra richiesta di materiali di medicazione ed etere al Comando 8a Armata. Nevica. Il 7 gennaio, alle ore 4 inizia un intenso tiro di mortaio ed artiglieria avversari. Successivamente un forte attacco avversario investe da Sud Est il caposaldo. Il combattimento si protrae per tutta la giornata, ma alla fine ogni velleità dei russi viene stroncata. Pattuglie nemiche sono riuscite ad infiltrarsi nell'abitato, ma vengono eliminate. I nostri del 7° settore come sempre si fanno onore e si distinguono per bravura, coraggio e decisione. Numerose armi vengono catturate all'avversario. Nessun aereo-rifornimento, per cui si rinnovano richieste di medicinali, etere e chirurghi al Comando 8a Armata.

Si ha notizia che il Generale Xelinski, comandante della 298a Divisione ha lasciato in aereo Tscherkowo consegnando il Comando della piazza al Colonnello Gôller. Si dà il solito contributo di uomini per lavori in linea (circa 250). Nevica. La giornata dell'8 trascorre tranquilla. Nella mattinata il Colonnello Gôller tiene rapporto cui partecipa il nostro interprete. Viene illustrata la situazione: - 8a Armata ha ribadito l'ordine che il caposaldo di Tscherkowo deve resistere ad oltranza; - la 19a Divisione Corazzata germanica e la 17a (ad organici ridotti) sbloccheranno la strada per Starobelsk; - le perdite germaniche sono state considerevoli; - data l'impossibilità, per deficienza di armi automatiche e di munizioni, di organizzare reparti italiani (oltre a quelli in linea) che possano validamente concorrere alla difesa, il comando tedesco richiede militari italiani volontari da immettere direttamente nei suoi reparti e servizi. Il Comando tedesco si impegna di provvedere al vestiario (tute mimetiche), armamento (eventuale), vitto e alloggio. Già in precedenza 7 militari del 52° artiglieria erano stati immessi, quali volontari, in reparto controcarro germanico con piena soddisfazione del suo comandante.

Alle ore 17 il comandante del raggruppamento italiano tiene rapporto ai vari comandanti spiegando l'alto valore morale ed il valido ausilio che un forte concorso di volontari può dare ai fini della difesa. Aereo-rifornimento di cartucce per fucili e fucili mitragliatori. Si procede gradualmente al riordinamento dei militari per corpo e reparto. Alle ore 7 del 9 allarme sulle linee. Lontano in direzione ovest si sente il rumore del combattimento. Alle ore 8,30 inizia intenso bombardamento russo con tiri di artiglieria, mortai e katiusce. Il bombardamento prosegue per tutta la giornata mentre i russi attaccano con l'appoggio di carri armati senza conseguire alcun risultato e con forti perdite da pane loro (su 10 carri attaccanti, 8 messi fuori combattimento). Un carro viene distrutto da una camicia nera del Gruppo "Montebello" che, munita di un fucile anticarro, precedentemente catturato ai russi, attende a piè fermo il carro stesso sino a 10 metri e quindi lo manda in fiamme con una scarica.

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