sabato 21 novembre 2020

Relazione del Generale Lerici, parte 5

Relazione del Generale Roberto Lerici Comandante della Divisione Torino sul ciclo operativo della divisione dal 19 Dicembre 1942 al 17 Gennaio 1943 - quinta ed ultima parte.

Il Comandante 8a Armata autorizza il Comandante del raggruppamento a concedere qualche decorazione al valore militare sul campo alle truppe della difesa di Tscherkowo. A causa dei bombardamenti numerose case di abitazione vengono messe fuori uso. La crisi degli accantonamenti si acuisce. Molte perdite. Criticissima la situazione degli infermi. La giornata del 10 trascorre relativamente calma. Tuttavia la situazione viene giudicata molto seria anche dal Comando tedesco ed è cosi compendiata: - su 14.000 uomini circa (7.000 tedeschi e 7.000 italiani) soltanto 2.500 sono i combattenti; - scarse munizioni; - critica situazione sanitaria; - discreta situazione alimentare; - avanguardie di unità tedesche corazzate sarebbero in Strezolkwa in attesa dei grossi. Dal 9 gennaio, nel complesso, la situazione viene giudicata critica e le possibilità di salvezza del presidio dipendono dagli sforzi che verranno fatti dall'esterno.

Per quanto riguarda l'avversario: - è chiara la sua intenzione di distruggere il maggior numero di case per creare una vera crisi di alloggiamento (si provvede, per contro, a costruire numerosi ricoveri in scavo); - il numero delle forze a noi contrapposto è aumentato considerevolmente. Il Colonnello Gôller, comandante della difesa tedesca di Tscherkowo, riceve ordine di recarsi all'8a Armata per riferire. Parte in aereo il mattino dell'11 portando seco una breve relazione sulla situazione del raggruppamento italiano e la risposta contenente i dati richiesti dall'Eccellenza il Comandante Armata nel suo messaggio del 27 dicembre. Calma trascorre la giornata dell'11. Stukas bombardano a più riprese posizioni russe.

Anche la giornata del 12, salvo qualche tiro di artiglieria, katiuscia e mortaio, trascorre calma. Si forniscono al comando germanico 300 volontari, che vengono immessi nelle formazioni tedesche. La situazione generale rimane invariata. Un messaggio spedito dal Colonnello Goller fa sperare che la situazione di Tscherkowo verrà in breve favorevolmente risolta. Anche le giornate del 13 e del 14 trascorrono calme. I soliti tiri di artiglieria e mortai che provocano alcune vittime. Il 15 gennaio mattino mi reco presso il Comando della divisione germanica. Il Colonnello Michaelis mi comunica di tenerci pronti per la futura notte perché la 19a Divisione Corazzata germanica aprirà un corridoio in corrispondenza della strada di Strezolkwa per consentire il passaggio delle autocolonne dei feriti e congelati e la defluenza delle truppe italo-germaniche assediate. Questa volta si crede veramente alla esistenza della 19a Divisione Corazzata.

Senonché alle ore 13 viene comunicato ufficialmente dal Comando della 298a Divisione per mezzo del Sonderfuehrer Hamman, interprete, che la via verso Ovest devono aprirsela le stesse truppe assediate. I feriti e congelati che non sarà possibile caricare sulle slitte dovranno essere lasciati in posto. I nostri infermi ammontano alla data del 15 a 3.850 unità. Si chiede se i tedeschi possono darci un concorso di autocarri (noi disponiamo dei soli due autocarri del Comando Difesa), ma il Comando germanico comunica non poterei dare nessun aiuto. Situazione quanto mai tragica! Buona parte dei nostri infermi (più di un migliaio) non possono camminare. Le slitte sono in numero limitatissimo. Al massimo potranno caricare un centinaio di infermi. Gli altri dovremo lasciarli a Tscherkowo. Riunisco a rapporto i comandanti. Impartisco i relativi ordini.

Tutti i validi armati riuniti per reggimento e reparto nella successione: Divisione Torino - Divisione Pasubio - Truppe e Servizi C.A. e d'Armata - elementi minori. Dovrà chiudere la colonna un battaglione germanico (in pratica sarà la colonna italiana di retroguardia, appoggiata da carri armati tedeschi). Alle ore 20 avviene l'incolonnamento. Forza approssimativa dei partenti: - Divisione Torino 1.600 uomini; - Pasubio 2.000; - Truppe e Servizi di C.A. e d'Armata 1.800 uomini; - nuclei Ravenna e Celere 400 uomini; - Truppe della difesa di Tscherkowo 500 uomini. Il cerchio viene rotto in direzione Sud Ovest. Ancora una volta si rivela l'abilità manovriera del Colonnello Michaelis, comandante interinale della 298a Divisione germanica, che apre la marcia con le sue truppe. Non appena i russi si accorgono della sortita imperversano sul paese e sull'itinerario percorso con violenti tiri di artiglieria, katiusce e mortai che disturbano il procedere.

La neve caduta nei giorni precedenti rende difficoltoso il movimento che, ad eccezione di pochi infermi trasportati su slitte, gli italiani - me compreso - compiono a piedi. Superato Yassnyi Promin, in fiamme, si è fuori dal primo cerchio avversario. Si risale la quota 192,9 e si transita per Yeshatschyn, paese in fiamme. Gli incendi, gli scoppi continui di granate, di katiusce e delle artiglierie danno allo spettatore una visione apocalittica. Gli eroici difensori del Don, di Arbusow e di Tscherkowo che hanno tenuto in iscacco il nemico per molto tempo muovono in questo ambiente per sfuggire alla morsa avversaria che sembra non voglia abbandonare la sua preda. Si giunge a Losowaja all'alba del 16 e si prosegue su Berosowo dove si ha un primo scontro con carri armati russi che dalle alture circostanti mitragliano e cannoneggiano la colonna. Si devia per Petrowshi dove le forze corazzate avversarie sono più numerose e si fanno più ardite avvicinandosi sensibilmente alla colonna e procurando alcune perdite.

I pezzi controcarro germanici, che fanno buona guardia, pur essendo molto ridotti di numero, tengono a bada il nemico e distruggono alcuni carri ma altri sono in affluenza da Ovest. A questo punto tempestivamente intervengono gli Stukas. Grosse colonne di fumo denso rispecchiano le distruzioni effettuate. La colonna prosegue in direzione Nord Est, su Strezolkwa. Essa è seguita da numerosi autocarri tedeschi della base di Tscherkowo dove sono caricati i feriti e i materiali. All'attraversamento della balca a Sud di quota 114,1 si è soggetti a violento bombardamento avversario di mortai e di artiglieria. Il costone della quota è occupato da fanteria. Si ha un tempo di arresto. Intervengono gli Stukas e le fanterie germaniche che attaccano.

Viene occupato il costone mentre una parte dei carri armati di cui dispone la colonna è in coda e sostiene aspri combattimenti con le forze corazzate russe. Dal costone di quota 114,1 non si può scendere su Strezolkwa. Da Kalmyhowka numerosi carri armati russi minacciano la colonna sul fianco. Il margine Sud di Strezolkwa è fortemente presidiato. I carri armati germanici esistenti in Strezolkwa, ed i pochi ancora superstiti della nostra colonna, non impegnati in coda, danno battaglia. Mentre si svolge questo combattimento la colonna a piedi devia verso Nord ed entra in Strezolkwa da Est, dentro la cinta di difesa germanica, raggiungendo la pista Belowodsk-Nowostrelz0wka sotto l'imperversare del continuo bombardamento russo che provoca numerose perdite e fa definire dal fante la strada percorsa: "la strada della morte".

Strezolkwa viene raggiunta verso le ore 16 circa e subito si prosegue per lo sperone Nord Est di quota 198,10 per immettersi sulla pista Belowodsk all'altezza di quota 179,3. Gli ultimi colpi di katiusce e di artiglierie raggiungono la colonna a quota 179,30. I cerchi avversari sono stati faticosamente superati. La marcia prosegue per la pista di Belowodsk, gli uomini dovendo lottare da ora in poi soltanto contro gli elementi avversari della natura: gelo, neve, vento (che mietono nuove vittime per assideramento e congelamento) e contro i tiri isolati di qualche partigiano. La testa della colonna italiana giunge a Belowodsk verso le ore 22 e subito viene iniziato lo sgombero dei feriti e dei congelati su Starobelsk a mezzo di autoambulanze a disposizione di quel comando tappa che si prodiga in ogni modo per dare conforto ed aiuto ai valorosi reduci. L'arrivo degli isolati si protrae per tutta la notte e buona parte del mattino del 17. A Starobelsk avviene lo smistamento dei feriti e dei congelati su Voriscolovgrad e su Kupiansk. Successivamente vengono smistati anche gli altri.

APPELLO DELLA DIVISIONE TORINO.

Partita dalla linea del Don con circa 11.OOO uomini; giunta a Starobelsk con circa 1.200 uomini. Comandante della Divisione e Comandante la fanteria divisionale: congelati; Comandanti dei tre reggimenti: due morti, uno ferito; Comandanti dei battaglioni e dei gruppi: non uno presente. Tutti morti o feriti e qualcuno disperso; Comandanti di compagnia e di batteria: tre o quattro presenti. Gli altri: morti o feriti e qualcuno disperso; ufficiali medici dei corpi e degli ospedaletti: due soli presenti (di cui uno congelato) su circa 60; ufficiali del Comando Divisione e Quartier Generale: sette presenti pressoché incolumi su una quarantina che erano partiti dal Don. E cosi via, in proporzione, per tutti i rimanenti.

Gloria agli eroici caduti immolatisi nel compimento del loro dovere! A questi ed a tutti coloro che versarono il loro sangue sotto i colpi del nemico o ebbero le carni ulcerate ed atrofizzate dal nemico più grande (il freddo), deve andare, incondizionata, la riconoscenza della patria e dei superstiti che, nei camerati assenti, ma presenti, stretti intorno alle sacre gloriose bandiere che non sono più, rivivono il ricordo di quella che fu la Divisione Torino la quale, fedele alla consegna, montò sino all'ultimo la guardia al Don e, ripiegando, si immolò per la protezione e la salvezza dei camerati italiani e tedeschi. Da un controllo effettuato personalmente è risultato che della Divisione Torino nessuno sbandato ha raggiunto arbitrariamente le retrovie.

Il Generale Comandante la Divisione Torino Roberto Lerici, Dniepopetrowski, 30 gennaio 1943.

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