giovedì 12 novembre 2020

Relazione del Generale Lerici, parte 2

Relazione del Generale Roberto Lerici Comandante della Divisione Torino sul ciclo operativo della divisione dal 19 Dicembre 1942 al 17 Gennaio 1943 - seconda parte.

Viene esaminata la situazione: - manca ogni collegamento con il comando superiore che ci possa indicare quale è la situazione contingente; - le artiglierie e gli autocarri hanno ancora una autonomia di non oltre trenta km; - le colonne sono state attardate nel movimento da reparti arbitrariamente immessisi nei suoi itinerari (anche l'itinerario Karasciew, Popowka è stato sommerso dalle truppe del XXXV e Il C.A.); - sono affluiti a Popowka: un gruppo corazzato e un'aliquota della 298a divisione germanica.

Decido di sentire le intenzioni del gruppo corazzato, che deve proteggere il ripiegamento della 298a divisione, per esaminare la possibilità di appoggio anche alla mia divisione e di collegamento radio con le autorità superiori. Verso le ore 11 il Maggiore Turrini, Capo di S.M. della Divisione Torino, prende contatto con il Maggiore Hoffmann (Com.te del gruppo panzer). Viene stabilito che la Torino seguirà il gruppo corazzato per passare nella breccia che verrà fatta in corrispondenza delle difese avversarie sul Tihai. Il gruppo corazzato chiede però un concorso di carburante nella misura di 1.000 litri. Per le considerazioni di cui sopra si aderisce a tale richiesta riducendo il numero dei nostri automezzi.

La divisione si assume il gravoso compito di retroguardia a tutta la colonna. Viene subito presa la decisione di diminuire il numero di automezzi da portare al seguito in modo da dare una maggiore autonomia a quelli che proseguivano. Lo stesso criterio viene adottato per le artiglierie. Ordino perciò che per ogni batteria due pezzi seguano e due pezzi vengano resi inefficienti. Sull'itinerario Makarow-Mihajlow-Popowka sfilano intanto i reparti della 298a divisione germanica. A Popowka vanno raccogliendosi reparti delle divisioni Pasubio, Ravenna, truppe e servizi dei C.A. XXXV e II. Numerosi gli sbandati. File interminabili di auto-carreggio e carreggio.

A Popowka, nella mattinata, giunge ordinatamente la colonna di destra agli ordini del Colonnello Santini. Verso le ore 11 improvvisamente Popowka viene attaccata da carri armati russi. L'attacco viene respinto con il concorso del gruppo corazzato. La colonna di sinistra, con la quale marcia il comando della divisione, sosta temporaneamente a Mihajlow in attesa dell'attacco che il tappo corazzato sferrerà in serata su Posnjakow. Verso le ore 15 anche la colonna di sinistra si trasferisce in zona di Popowka. La Divisione Torino per quanto abbia subito perdite nei duri combattimenti dei giorni precedenti (1/81° e III/82° molto decimati) è, cosi, riunita e costituisce un blocco di forze e di volontà; pronta a superare le resistenze che si opporranno al suo movimento verso sud-ovest ed a proteggere - come retroguardia - il movimento generale della pesante colonna. L'aver dovuto lasciare indietro una parte delle artiglierie è stata una dura ed inderogabile necessità.

Verso le ore 22,30 la Torino inizia il movimento da Popowka seguendo l'itinerario Popowka-Posnjakow già seguito dal gruppo corazzato e dai reparti della 298a divisione germanica i quali hanno già impegnato combattimento con i russi sulle alture a cavallo del Tihai. La Torino concorre facendo schierare un proprio gruppo (il III da 105/28) comandato dal maggiore Bombelli. Il movimento si effettua con le misure di sicurezza (avanguardia-fiancheggiatori-retroguardia). Ma l'incolonnamento della divisione è fortemente ostacolato dalla marea di uomini, di automezzi e di carreggi di altre divisioni che, trascurando la pista, si affiancano, superano, s'immettono nei reparti della Torino.

Tutti gli ufficiali del comando, con il Capo di S.M. in testa, si adoperano attivamente per frenare, con la pistola in pugno, la confusione che si sta creando; ma i risultati sono assai scarsi non essendovi punti di obbligato passaggio nei quali disporre posti di blocco per convogliare il traffico. Nella notte sul le 21 si prosegue, con lungo giro, la marcia per Posnjakow. Nonostante gli sforzi degli ufficiali del comando e dei comandanti di reparto, in mezzo ai reparti ed ai mezzi della Torino si sono inseriti gli sbandati di reparti di altre divisioni e delle truppe e servizi di C.A.

Durante la notte, per risalire la balca a NE di Posnjakow seguendo il percorso della 298a divisione, viene abbandonata la pista. Automezzi e trattori a causa dell'asperità del percorso rimangono in gran parte impantanati. Si cerca con ogni mezzo di sbloccare e si riesce a farlo soltanto per qualche batteria e qualche automezzo. All'alba sosta, sulla quota del costone a nord di Posnjakow, perché la 298a divisione trova resistenza sull'altura di destra di Tihai. Si riordinano i reparti della Torino col favore della nebbia.

Verso le ore 7 forze russe, valutate a circa 2 battaglioni provenienti da NO e da SE si affacciano alla quota contrattaccando con appoggio di carri armati. Le batterie prendono posizione sui rovesci NE della quota e sparano a zero mentre reparti dell'81° e dell'82° partono al contrattacco respingendo l'avversario. Il combattimento procede per oltre due ore. Molti i morti ed i feriti da ambo le parti. Un comandante di batteria (Capitano Bacchelli, fratello del noto scrittore) cade sul pezzo mentre, morto il puntatore, lo sostituiva. Il Colonnello Santini, Com.te dell'81° fanteria, per galvanizzare i suoi soldati spiega al vento la bandiera del reggimento e attorno al sacro vessillo e al loro colonnello ufficiali e fanti si impongono al nemico. Verso le ore 9, eliminata la minaccia, si prosegue su Posnjakow. I reparti della Torino sono nelle mani dei propri comandanti, ma la turba degli sbandati nuovamente irrompe nelle file ordinate della divisione e torna a mettere confusione. Molti sbandati sono già senza armi.

Alle ore 9,30 si transita per Posnjakow e si risale il fianco destro della vallata del Tihai, sotto un violento fuoco di artiglieria e mortai avversari che causa nuove, forti perdite. Carri armati russi fanno il carosello intorno alla colonna, ma vengono tenuti a debita distanza dal gruppo corazzato germanico e dai pezzi anticarro della divisione che infliggono all'avversario sensibili perdite. Verso le ore 10,30 si transita per Tiho Ssurawskaja e si prosegue in direzione Sud per la pista che risale il costone. Al passaggio della balca ad Ovest di Ssmirnowsky si incontrano nuovamente l'avversario che presidia saldamente l'altura a Nord di quota 207,0 e gli speroni che da questa degradano verso Ovest e Nord Ovest e verso Est e Nord Est. E' un cerchio difensivo che il gruppo corazzato e la 298a divisione germanica con il concorso di qualche reparto della Torino sfondano dopo violento combattimento durato oltre un'ora e mezza.

Mentre si combatte alla testa della colonna, la coda è nuovamente assalita da fanteria e carri russi che vengono respinti dalla retroguardia. La via per Arbusow, aperta con il combattimento sostenuto alla testa della colonna, rimane libera per qualche tempo durante il quale sfila tutto il gruppo corazzato, la 298a divisione germanica ed una parte della colonna italiana. Successivamente viene di nuovo sbarrata da forze russe che reparti della Torino e di altre unità frammiste sbaragliano dopo aspra lotta corpo a corpo. Si giunge ad Arbusow verso le ore 20 e si trova sbarrata la strada verso Sud e verso Ovest. Sosta.

Ad Arbusow si fa il censimento delle artiglierie e degli automezzi che han potuto seguire. Sono tre pezzi da 75/7 che vengono messi in posizione, quattro autocarri e due o tre vetture. Tutto il resto è rimasto per la strada per mancanza di carburante o perché impantanato. Le artiglierie sono state inutilizzate. Non essendovi più viveri al seguito, se ne inoltra urgente richiesta - tramite radio 298a divisione germanica - al Comando Armata. Si chiedono inoltre munizioni e medicinali. Il tutto da spedire per aereo.

Si risente moltissimo la mancanza di un collegamento diretto con l'autorità superiore. Siamo all'oscuro della situazione che il comando alleato sembra non sia troppo propenso a fornirci. I rapporti tra comando italiano e comando tedesco non sono quali la situazione consiglierebbe per combattere fianco a fianco con proficui risultati. In questa vicenda bellica si risente molto la mancanza del titolare del nucleo tedesco di collegamento, che, per il periodo della sua licenza, era stato sostituito dal Tenente Bomm, ufficiale non capace di reggere un incarico cosi delicato in tali circostanze. Il 22 dicembre si è assediati in Arbusow, località situata in una piccola conca, dominata da vicine alture in mano dei russi. Giustamente denominata dal fante "l'Alcazar degli italiani" per gli atti di eroismo che qui vi furono compiuti e per le ingenti perdite che falciarono le nostre file.

Durante la notte i russi premono da tutte le parti e sparano con fuoco concentrato di armi automatiche, mortai, katiusce e cannoni sul facile bersaglio costituito dalla massa dei nostri uomini costretti a stare all'aperto perché tutte le case erano state occupate dai reparti tedeschi ivi giunti per primi. Anche il Comandante della Divisione Torino con i resti del suo comando è costretto a sostare all'addiaccio. Nevica e la temperatura si abbassa notevolmente. Durante la notte si riuniscono in reparti di formazione tutti gli uomini validi ed armati e si mettono a disposizione della difesa tedesca quale massa di manovra. Un'aliquota di tali reparti, sotto il comando del Maggiore Bombelli, viene destinata alla difesa della linea verso Sud ed Ovest. Difettano, però, armi, viveri e munizioni; mancano medicinali per i numerosi feriti che affluiscono ai posti di medicazione.

Durante l'oscurità in aspri contrassalti, cui attivamente partecipano i reparti italiani, si stronca ogni velleità dell'avversario. Verso le ore sette il comando tedesco decide di allargare il cerchio e le truppe della divisione sopravanzate successivamente dalla massa dei reparti italiani irrompono nelle linee avversarie e con slancio respingono per un buon raggio il nemico dando respiro alla difesa. Si verificano episodi di valore bellissimi, leggendari, per la spontaneità con cui sono stati compiuti. Purtroppo, molti non potranno essere riconosciuti perché compiuti da ignoti eroi dei reparti di formazione. Cito per tutti l'atto (visto dal mio posto di comando) compiuto da un militare che per trascinare i propri camerati all'assalto monta su un cavallo e con una grande bandiera tricolore spiegata galoppa verso il nemico, portandosi dietro tutti i suoi compagni. (Avuta Medaglia d'Oro al V.M.). I nostri soldati vanno all'assalto al grido di "Savoia" e molti hanno per arma la sola baionetta. Da un giorno non mangiano.

I russi vengono volti in fuga. Molti prigionieri vengono catturati con numeroso bottino di armi e materiali. Molti, moltissimi, da parte nostra i morti ed i feriti che, per mancanza di locali chiusi vengono depositati all'aperto vicino al posto di medicazione. Nevica e la neve li ricopre. Il comando tedesco cui per mezzo dell'interprete Dottor Hamman ci si era rivolti per avere qualche ambiente da adibire a ricovero di feriti, non aderisce alla richiesta, giustificando tale rifiuto con l'asserzione che tutte le case sono occupate da comandi tedeschi. È solo dopo la viva insistenza che si riesce ad avere una piccola isba, assai piccola e naturalmente insufficiente per le necessità delle centinaia e centinaia di feriti che di ora in ora vanno accumulandosi. Verso le ore 12, mentre si procede al riordinamento di qualche reparto, una granata ferisce i Colonnelli Santini, Di Gennaro e Rosati (deceduto in seguito perché nuovamente colpito) comandanti dei tre reggimenti della divisione. Il Colonnello Di Gennaro muore dopo qualche minuto, il Colonnello Rosati ha le gambe spezzate (superbo contegno del Colonnello Rosati: "...Signor generale non ho bisogno di coraggio! Mio premio è la sua presenza, perché vede ciò che i miei artiglieri hanno fatto. W il Re!"). Il colonnello Santini riporta una ferita grave alla testa.

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