sabato 13 marzo 2021

Ordine del giorno di Stalin

ORDINE DEL GIORNO DI STALIN ALLE UNITÀ COMBATTENTI.

È d'estremo interesse conoscere l'a.o.g. di Stalin n. 277 (28 luglio 1942) in cui si impone ai commissari politici e ai Comandi di fermare ad ogni costo la ritirata dei reparti e delle intere unità, che esorbitando da un preordinato criterio strategico minacciava di trasformare il ripiegamento in una disastrosa rotta. L'o.d.g. rivela aspetti della guerra poco conosciuti e dimostra come spesso la vittoria e la sconfitta siano appese ad un filo. L'o.d.g. fu trovato da un bersagliere del XXV battaglione (Maggiore Rivoire) fra le carte di un russo il 2 agosto 1942 a Bobrowski (Don) insieme ad una carta topografica con le direttive dell'attacco sovietico. Consegnato ai superiori Comandi, venne tradotto dal cap. magg. interprete G. Sondans della Sez. Informazioni della Celere.

Ordine del Commissario del Popolo per la difesa dell'U.R.S.S.

Il nemico rovescia sul fronte nuove forze, avanza e penetra profondamente nel territorio dell'U. Sovietica, senza preoccuparsi delle grandi perdite che subisce, occupa nuove zone, distrugge e saccheggia le nostre città ed i nostri villaggi, violenta, deruba ed uccide i nostri civili. Sono ora in corso combattimenti nella zona di Woronesh Don, nel sud e alle porte del Caucaso settentrionale. Gli invasori tedeschi avanzano in direzione di Stalingrado, verso il Volga, e vogliono ad ogni costo raggiungere il Kuban, il Caucaso settentrionale e le ricchezze in nafta e cereali che vi si trovano. Il nemico ha già occupato Woroscilowgrad, Novo Tscherkask, Rostow sul Don, metà della città di Woronesh; una parte delle forze schierate sul fronte meridionale, seguendo l'esempio di elementi in preda al panico, ha abbandonato Rostow e Novo Tschekask, senza aver opposto resistenza e senza aver ricevuto ordini da Mosca; essa ha coperto così le proprie bandiere di vergogna. La popolazione civile, che ha sempre considerato con amore e devozione l'Armata Rossa, comincia ad esserne delusa, non crede più nell'Armata Rossa, e una gran parte di essa maledice l'Armata Rossa perché questa abbandona la popolazione in mano dei tiranni germanici, fuggendo verso oriente.

Sul fronte numerosi e poco intelligenti individui si consolano parlando della possibilità di una ulteriore ritirata verso oriente che sarebbe consentita dalla grandezza del territorio, dal gran numero degli abitanti e dalla disponibilità di riserve di grano. Con ciò questi individui vogliono giustificare il loro vergognoso contegno sul fronte, ma in realtà ragionamenti del genere sono totalmente ingannevoli e falsi e utili soltanto al nemico. Ogni Ufficiale, ogni soldato, ogni funzionario politico deve rendersi conto che i nostri mezzi non sono inesauribili, che il territorio dell'Unione Sovietica non è un deserto, ma rappresenta operai, contadini e intellettuali, madri, padri, mogli, fratelli, figli nostri. Le zone dell'Unione Sovietica che il nemico ha invaso o tenta di invadere rappresentano pane e prodotti di ogni genere per le truppe e il retroterra, metalli e combustibili per l'industria, fabbriche, stabilimenti e ferrovie che riforniscono l'Armata Rossa di armi e munizioni.

Dopo aver perso l'Ucraina, la Russia Bianca, i territori Baltici, il bacino del Donez e altre zone, disponiamo ora di un territorio di molto minore, di una popolazione meno numerosa, di meno grano, meno metalli, meno stabilimenti e fabbriche. Abbiamo perduto più di 70 milioni di abitanti, più di 800 milioni di annui di grano e più di 10 milioni di tonnellate di metallo. Non abbiamo più la superiorità che inizialmente avevamo sui tedeschi in riserve umane e di grano. Ritirarsi ancora significa andare verso una sicura nostra rovina e della nostra Patria. Ogni palmo di terreno da noi abbandonato è destinato a rendere il nemico più forte e ad indebolire noi e la nostra Patria. Perciò non si parli più dello possibilità di potersi continuamente ritirare, della grande disponibilità di terreno, della grandezza e ricchezza della nostra Patria, del gran numero degli abitanti, del gran numero delle riserve granarie.

Ragionamenti di tale genere costituiscono un inganno e un danno: essi ci indeboliscono e giovano al nemico, poiché se non cesseremo di retrocedere rimarremo senza combustibile, senza metalli, senza materie prime, senza fabbriche e stabilimenti, senza strade ferrate. Bisogna dunque finirla con le ritirate. Non più un passo indietro. Questo deve essere attualmente il nostro compito principale. Bisogna ora difendere ostinatamente, fino all'ultima goccia di sangue ogni posizione, ogni metro di terreno aggrapparsi ad ogni zolla di terra sovietica e difenderla fino all'ultimo. La nostra Patria vive dure giornate, noi dobbiamo fermare e poi respingere e sterminare il nemico ad ogni costo. I tedeschi non sono così forti come sembra a coloro che presi dal panico. Essi compiono l'ultimo sforzo. Contenere il loro impeto ora significa assicurare la vittoria futura.

Possiamo noi trattenere questo impeto, e poi respingere il nemico verso occidente? Si, lo possiamo!, poiché nel retroterra le nostre fabbriche e i nostri stabilimenti lavorano ora magnificamente e alla fronte giungono sempre maggiori quantitativi di aerei, carri armati, artiglierie e mortai. Che cosa dunque ci manca? Ci manca l'ordine e la disciplina nelle compagnie, nei reggimenti, nelle divisioni, nelle unità carriste e di aviazione. Questa è la nostra principale deficienza. Noi dobbiamo imporre alle nostre truppe un ordine e una disciplina di ferro se vogliamo risolvere la situazione e salvare la nostra Patria. Non si può più oltre tollerare che ufficiali, commissari e funzionari politici ritirino di propria iniziativa dalle posizioni i reparti. Non si può più oltre tollerare che ufficiali, commissari e funzionari politici permettano che elementi in preda al panico decidano della situazione sul campo di battaglia, e trascinino nella ritirata gli altri combattenti aprendo cosi le porte dell'invasione al nemico.

I pusillanimi e i vili devono essere uccisi sul posto. Per ogni ufficiale, soldato e funzionario politico l'esigenza di non fare un passo indietro senza l'ordine del superiore Comando deve rappresentare una ferrea forma disciplinare. I Comandi di compagnia, di battaglione, divisione, i corrispondenti commissari e funzionari politici che si ritirano dalle posizioni senza ordine superiore, sono traditori della Patria e tali devono essere trattati. Questo è ciò che chiede la nostra Patria. Risponde al suo appello significa salvarla provocando lo sterminio dell'odioso nemico per la vittoria. Dopo la ritirata invernale, effettuata sotto la pressione dell'Armata Rossa, quando nei reparti tedeschi si era allentata la disciplina, il nemico prese alcune severe misure per il ristabilimento della disciplina, misure che condussero a risultati tutt'altro che cattivi. I tedeschi costituirono infatti più di 100 compagnie di disciplina per i combattenti colpevoli di reati di codardia e le disposero nelle zone più pericolose del fronte, con l'ordine di lavare col sangue le proprie colpe. I tedeschi costituirono inoltre circa 10 battaglioni di disciplina per gli ufficiali colpevoli di codardia e li collocarono in zone del fronte ancora più pericolose con l'ordine di redimersi con il sangue delle proprie colpe.

Essi costituirono infine speciali reparti di sbarramento inviandoli alle spalle delle Divisioni che davano minor affidamento con l'ordine di fucilare sul posto gli elementi presi nel caso che tentassero di fuggire dalle posizioni o volessero darsi prigionieri. Come è noto che queste misure hanno sortito il loro effetto ed ora i reparti tedeschi combattono meglio che durante l'inverno. Deve dunque avvenire che le truppe tedesche, per quanto non si propongano l'alto ideale della difesa della Patria, ma perseguano il basso fine di asservire una nazione straniera, abbiano una buona disciplina, mentre le nostre truppe che hanno appunto l'alto compito della difesa della Patria debbano mancare di disciplina? Non è forse il caso che noi facciamo nostra l'esperienza del nemico come già fecero nel passato i nostri predecessori che l'hanno sfruttata ottenendo poi la vittoria? Io credo che così si debba fare.

Il Comando dell'Armata Rossa comanda:

1) Ai consigli militari dei diversi fronti e in primo luogo ai comandanti dei diversi fronti: a) di eliminare assolutamente lo stato d'animo tipico della ritirata e stroncare con mano di ferro quella propaganda secondo la quale noi dovremmo e potremmo ritirarci senza danno ancora più oltre verso oriente; b) di privare assolutamente del comando e deferire al tribunale militare i comandanti di armate che abbiano permesso ritirate arbitrarie senza l'ordine del Comando del fronte; c) di costituire in prossimità del fronte da uno a tre reparti di sbarramento (a seconda della situazione), ai quali deferire gli ufficiali e i corrispondenti funzionari politici di tutte le armi colpevoli di reato di codardia. Inviarli nelle zone più pericolose del fronte per dar loro la possibilità di redimersi col sangue dalle proprie colpe verso la Patria.

2) Ai Consigli militari delle armate e in primo luogo ai comandanti di Armata: a) di togliere assolutamente il comando ai commissari ed agli ufficiali dei corpi d'armata e delle divisioni che abbiano permesso la volontaria ritirata delle truppe dalle posizioni occupate senza ordine del comando di armata e di avviarli al Consiglio militare del fronte perché siano deferiti al tribunale di guerra; b) di costituire nel settore dell'armata 3-5 reparti di sbarramento bene armati (di 2000 uomini ciascuno) e dislocarli immediatamente alle spalle delle divisioni che non danno affidamento con l'ordine di fucilare sul posto gli uomini che tentino di fuggire in caso di panico e di ritirata disordinata, affinché i buoni combattenti siano messi in condizione di fare il proprio dovere; c) di costituire nel settore delle armate da 5 a 10 compagnie di disciplina (di 150-200 uomini), in cui deferire i militari di truppa ed i sottufficiali colpevoli del reato di codardia e inviarli nelle zone più pericolose del fronte dell'armata per dare loro la possibilità di redimersi col sangue dalle proprie colpe verso la Patria.

3) Ai comandanti ed ai commissari dei Corpi d'Armata: a) di togliere assolutamente il comando ai comandanti ed ai commissari di reggimento e battaglione che abbiano permesso la volontaria ritirata dei reparti senza ordine del comandante di Corpo d'Armata o di divisione, di togliere loro le onorificenze e le decorazioni e avviarli ai Consigli militari dei fronti per il deferimento al tribunale di guerra; b) di prestare ogni appoggio ed aiuto ai reparti di sbarramento dell'Armata nell'opera di rafforzamento dell'ordine e della disciplina.

II presente ordine deve essere letto in tutte le compagnie, squadroni, batterie, squadriglie e Comandi.

Il Commissario del Popolo per la Difesa STALIN

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