mercoledì 30 dicembre 2020

L'ARMIR nella II battaglia del Don, parte 1

L'8 Armata italiana nella seconda battaglia difensiva del Don (11 dicembre 1942 - 31 gennaio 1943), prima parte.

PREMESSA.

Con la compilazione di questo lavoro l'Ufficio Storico ha inteso dare una sintetica visione panoramica delle tormentose vicende dell'8a Armala italiana nella seconda battaglia difensiva del Don e del ripiegamento che ne seguì. La documentazione alla quale ha potuto attingere non è completa e mancano integralmente le fonti straniere: russa, tedesca, romena, ungherese. L'Ufficio ha dato forma ordinata alle notizie che ha potuto raccogliere e vagliare a tutt'oggi in relazioni e rapporti vari di autorità e di singoli ufficiali che hanno vissuto il secondo inverno in Russia; notizie che nel loro complesso hanno per il momento consentito - limitatamente alla battaglia del Don - la messa a punto di una narrazione organica degli avvenimenti che costituisce apporto di precisazione e di chiarificazione. E' da rilevare inoltre che le fonti consultate essendo in data anteriore al 25 luglio sono da considerarsi piuttosto attenuate nella esposizione dei fatti rispetto cruda realtà. Nel quadro generale della battaglia che è stato tracciato trovano il loro posto tutti gli amari racconti ed i diari accorati dei reduci del Don: vi trovan posto, a volte, integralmente, più spesso, corretti da inevitabili deformazioni conseguenti dalla visione vicina e dall'amarezza per le vicissitudini subite.

L'Ufficio si è particolarmente soffermato sul comportamento dei tedeschi nel campo strettamente operativo durante la battaglia di rottura e sul mancato cameratismo, pur tanto doveroso, durante la crisi del ripiegamento. Nelle operazioni del dicembre 1942 - gennaio 1943, nella desolata, sterminata steppa, i germanici hanno anticipato quella linea di condotta che dovevano poi su più vasta scala tenere nel nostro territorio nazionale durante l'occupazione esasperandola, in funzione delle proprie esclusive esigenze operative e logistiche, con quelle ripercussioni, anche nel campo delle nostre perdite, che si possono agevolmente immaginare.

Sull'entità delle perdite stesse vengono forniti tutti i dati relativi alle singole unità che è stato possibile raccogliere. Esse assommano, nel periodo dicembre 1942 - 20 marzo 1943, tra caduti, dispersi e prigionieri, a ben 84.830, e tra feriti e congelati a 29.690. Ammontare questo pari, complessivamente, al 60% della consistenza organica dell'Armata all'inizio della battaglia in ufficiali, ed al 49,7% in uomini di truppa.



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