mercoledì 4 settembre 2019

Diario di viaggio, giorno 4

4 SETTEMBRE - A Meskoff la collina della battaglia dove sorgeva la grossa chiesa del paese... "I russi sono infiltrati fra compagnia e compagnia. Il 17 è il crollo Il colonnello Felici del 3°, ferito, viene sostituito da Longo. I nostri valorosi artiglieri del 120°, i mortaisti dell'88°, la Legione croata, i bersaglieri del LXVII corazzato e del XLVII motociclisti, gente che ha vissuto per mesi e mesi la gloriosa epopea dello CSIR assaporando l'ebbrezza dei successi, oggi sa di non poter abbandonare il posto e forse di morire.

L'11ª Compagnia del XXV/3° è attaccata all'alba dalle forze russe. Il comandante Federico Imbriano reagisce furiosamente e dopo quattro ore respinge i russi penetrati nei camminamenti; 40 morti con i sottotenenti Ragucci e Rizza; qualcuno tiene ancora il fucile imbracciato. Sulla sua postazione Ragucci aveva disegnato un elmo con il piumetto e scritto: di qui non si passa finché siamo vivi!Tutti hanno tenuto fede a quelle parole! Attraverso i vuoti dei Battaglioni, guardati dalle pattuglie mobili, il nemico avanza risalendo la valle Tichaja e punta velocemente su Meskoff dov'è il comando Divisione.

Il 18, il 19 e il 20 la città resiste magnificamente. Il 20 sono ancora li, almeno quelli che restano, mentre gli altri del II e XXXV cda sono già in ripiegamento dopo gli ordini ricevuti. Invece dei tedeschi a Meskoff troviamo i russi che hanno uomini e carri armati in abbondanza! Bisogna cacciarli. La Legione croata attacca con gli uomini del tenente Braccia ed è uno spettacolo eroico. Molti cadono ma altri continuano come se la morte fosse un fatto a loro estraneo; la bella legione slava è interamente distrutta. Attaccano quelli del XVIII già mal ridotti nei giorni precedenti e il loro strazio dura tutta la giornata e la notte seguente. Assalti e contrassalti.

Le mitragliere da 20 mm del tenente Grosser cercano i carri armati russi che sono appena accarezzati dai colpi. Nidi di mitragliatrici fanno strage di bersaglieri nei tratti scoperti. Imbriano alla testa dell'11ª compagnia compie prodigi di valore attorno alla chiesa di Meskoff avvolta dalle fiamme. Carlo Garau, fratello della medaglia d'Oro Giovanni, e il sottotenente Martelli, gravemente feriti in ripetuti attacchi sono ricoverati nella chiesa che brucia e nelle poche ore che precedono l'annientamento del Reggimento sono di conforto e di esempio a tutti i feriti. Della loro fine nulla si saprà come di quella di tutti i ricoverati in quel luogo santo.

Il caporal maggiore Stroppa scompare con la sua mitraglia e con l'intera sua squadra. Il tenente Parmeggiani ferito e catturato non rivedrà più la Patria e il bersagliere Mandrini che lo aiuta nella tragica odissea verso i reticolati non avrà miglior fortuna: anche di lui non si saprà più nulla.Tata e Squadroni, fidi collaboratori del colonnello Longo e valorosi comandanti di Battaglione morranno durante l'allucinante marcia del Davai verso la prigionia".



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