martedì 4 maggio 2021

Racconti di Russia, Buck

Questo racconto è tratto dal libro: "NIKOLAJEWKA: C'ERO ANCH'IO" di Giulio Bedeschi e narra la vicenda di un cane, mascotte del Gruppo Conegliano, che insieme ai suoi compagni alpini affrontò i giorni della ritirata. Tenente veterinario Carlo Dodi, Gruppo Conegliano, 3° Reggimento Artiglieria Alpina.

Si chiamava Buck, gli artiglieri se l'erano portato da Gorizia in Russia come mascotte, era un bellissimo cane pastore tedesco che si era particolarmente affezionato a me. Quando, a metà dicembre '42, per lo sfondamento del fronte avvenuto a sud, la Julia venne improvvisamente trasferita su quel fronte, dovemmo lasciare Buck al reparto munizioni e viveri a Popowka, ed io non seppi più nulla del cane per un mese esatto allorché, giungendo in ritirata a Popowka, mentre già ci eravamo incolonnati per ripartire, venni aggredito dalla frenesia di Buck che mi aveva ritrovato, e a salti e balzi e con gioioso abbaiare mi aggrediva letteralmente sulla neve.

Eravamo reduci da un'ininterrotta marcia di due giorni, e ormai in preda a una stanchezza mortale; ma non so descrivere la contentezza e addirittura l'aiuto morale che me ne venne, nel constatare che anche in quei frangenti c'era un cane che dava importanza alla mia presenza: mi sentii stimolato a resistere. Già i russi attaccavano sparando dalla parte di Rossosch, cadde una gragnuola di colpi di mortaio ma Buck mi rimase vicino, innervosito, mi strisciava il capo contro il ginocchio e mi restò vicino, strisciando contro il grigioverde del mio cappotto sembrava volermi rincuorare con la sua presenza.

Fece le prime marce sempre restando ad un passo da me; l'ho perso di vista soltanto durante il successivo feroce combattimento con il grande scompiglio che ne derivò, anch'egli come il mio attendente rimase sperduto nella tragedia. Io non so se ha aspettato me, certo io sono sicuro che non è scappato. Ed era solo un cane, il mio cane Buck.

RICCARDO

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