sabato 20 febbraio 2021

Bruno e Mario Carloni, parte 2

Legate alle vicende belliche ci sono e ci saranno sempre "belle" storie da raccontare; storie di uomini e di eroismi, di paure e di coraggio. Ve n'è una che ho scoperto per intero da poche settimane, ed è quella di un figlio ed un padre, entrambi combattenti in Russia, entrambi combattenti nel 6° Reggimento Bersaglieri della Divisione Celere. Il secondo di cui parlerò è il padre, Mario Carloni.

Mario nasce a Napoli il 27 dicembre 1894; il 31 dicembre 1912 si arruola come soldato volontario nel Regio Esercito, assegnato al 5° Reggimento Bersaglieri. Allievo ufficiale di complemento, fu nominato sottotenente per il servizio di prima nomina presso il 7° Reggimento bersaglieri con Regio Decreto 29 aprile 1915; durante il corso della prima guerra mondiale rimase ferito in combattimento due volte, e fu promosso tenente per merito di guerra il 2 dicembre 1915, poi capitano il 10 aprile 1917. Aiutante di campo presso la 2a Brigata Bersaglieri dal 31 dicembre 1917, passò poi in servizio presso il deposito Cecoslovacco in forza al 33° Reggimento mobilitato il 16 maggio 1918, e prestò servizio al Quartier generale del comando del Corpo Cecoslovacco dal 4 novembre 1918 al 10 giugno 1919. Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, il 19 settembre dello stesso anno si imbarcò per l'Albania, dove a partire dal 28 ottobre prese parte alle operazioni belliche contro la Grecia alla testa del 31° Reggimento fanteria "Siena". Trasferito a Creta, il 4 ottobre 1942 chiese il trasferimento per combattere sul fronte russo al comando del 6° Reggimento bersaglieri di Bologna, rimanendovi fino al 23 marzo 1943.

Il Colonnello Carloni chiese espressamente di poter servire nello stesso Reggimento Bersaglieri nel quale il figlio Bruno era caduto durante la Campagna di Russia; così scrisse Mario nel suo bel libro "La campagna di Russia", edito nel 1971, oggi non di facile reperibilità: "Nei primi giorni di settembre del 1942 mi trovavo a Creta, comandante del 31° fanteria e del settore italo-tedesco di Heraclion (Candia) nella parte centrale dell’isola (Creta), alle dirette dipendenze del comandante superiore tedesco dell’isola. A Neapolis mi giunse dal comando superiore di Rodi un telegramma che annunziava la morte di mio figlio Bruno, sottotenente del 6° bersaglieri, avvenuta il 13 agosto in Russia, sul Don, in combattimento a Baskowskij. [...] Dal principe ereditario, ispettore della fanteria, ottenni la promessa che mi sarebbe stato affidato il comando del 6°. A Creta, infatti, mi raggiunse l’ordine che mi trasferiva al comando del 6° bersaglieri. Potevo così continuare, nel suo stesso reggimento, l’opera del mio caro figliuolo, che guadagnò in un solo mese di guerra tre ricompense al valore, fra cui la medaglia d’oro".

Le vicende del Colonnello Carloni e del 6° Reggimento Bersaglieri della Divisione Celere sono narrate nel libro sopra indicato; restano da ricordare le ben 4 Medaglie d'Argento al Valor Militare guadagnate dallo stesso, una nella Grande Guerra e tre durante la Seconda Guerra Mondiale.

Medaglia d'argento al valor militare: «Lanciava la propria truppa all’assalto, incitandola con nobili parole all’avanzata. Caduto ferito e impossibilitato a tenere il Comando continuava ad animare i dipendenti e al comandante del Battaglione che gli era accorso vicino per confortarlo rivolgeva le seguenti parole: ‘Non pensare a me, pensa al battaglione portalo avanti. Viva l'Italia, Viva l'Italia”. Flondar, 5-giugno-1917.»

Medaglia d'argento al valor militare: «Comandante di Reggimento di rara perizia, in cento giorni di lotta aspra ed accanita, dava luminose prove di ardimento e di valore contro un nemico, di gran lunga superiore di forza e di mezzi ed in condizioni di terreno e di clima oltremodo difficile, sempre primo tra i suoi fanti, si prodigava infaticabilmente oltre ogni limite, creando del suo reggimento un magnifico organismo di lotta e di vittoria. Fulgido esempio di alta virtù militare, di costante sprezzo del pericolo, di profonda dedizione al dovere. Albania, 28 ottobre 1940 - 10 febbraio 1941.»

Medaglia d'argento al valor militare: «Comandante di reggimento di elevate qualità militari, già distintosi in precedenti fatti d’armi sul fronte greco e più volte decorato al valore in successivi giorni di operazioni belliche dava ripetute prove di slancio, capacità, dedizione al dovere. Rimasto con qualche centinaia di bersaglieri del suo reggimento contro preponderanti forze nemiche che Io attaccavano ripetutamente minacciandolo di aggiramento, riusciva a impedire per due giorni ogni progresso. Attaccato violentemente ancora una volta riusciva a contenere sino al sopraggiungere della notte la posizione avversaria, ripiegando solo dietro esplicito ordine superiore. Magnifica figura di comandante valoroso capace e animatore. Valle Tichaja (fronte russo), 17-19 dicembre 1942.»

Medaglia d'argento al valor militare: «Comandante di un reggimento Bersaglieri motorizzato, in una particolare critica situazione, con ammirevole serenità, coraggio, energia, e capacità operativa, dava anima a una tenace resistenza esponendosi ove maggiore era il pericolo. Minacciato d’accerchiamento da elementi corazzati nemici, si apriva arditamente un varco raggiungendo lo schieramento arretrato di truppe amiche. Successivamente proteggeva per più giorni il ripiegamento di unità alleate accerchiate da forze corazzate e da fanterie nemiche riuscendo a rintuzzare sempre vittoriosamente ogni tentativo dell’avversario. Fronte Russo 21 dicembre 1942–3 gennaio 1943.»



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