lunedì 14 giugno 2021

Prima lettera di Hitler a Mussolini

Sempre a scopo divulgativo e storico riporto la prima lettera scritta da Hitler a Mussolini a poche ore dall'inizio dell'Operazione Barbarossa.

LETTERA DI HITLER A MUSSOLINI IL GIORNO DOPO L'AGGRESSIONE.

22 giugno XIX, ore 0535.

Berlino, 21 giugno 1941.

Duce, Vi scrivo questa lettera nel momento in cui preoccupanti meditazioni che hanno durato dei mesi ed una interminabile, logorante attesa trovano la loro fine nella più grave decisione della mia vita. Io credo che dopo aver considerato il quadro della più recente situazione russa e dopo aver esaminato numerosi altri rapporti, non potrei assumermi la responsabilità di ulteriore aspettativa, e credo anzitutto che non vi sia altra via per allontanare questo pericolo al di fuori di ulteriore attesa che però condurrebbe alla rovina al più tardi in questo anno o nel prossimo.

La situazione: l'Inghilterra ha perduto questa guerra. Col diritto di colui che affoga, essa si afferra ad ogni pagliuzza che possa servirle come ancora di salvezza; tuttavia, naturalmente, alcune speranze non mancano di una certa logica. L'Inghilterra ha sinora condotto le sue guerre con l'aiuto del continente. La distruzione della Francia - e soprattutto l'eliminazione di tutte le posizioni della Europa occidentale - conducono gli sguardi dei bellicisti britannici sempre nuovamente verso il punto dal quale essi avevano cercato di iniziare la guerra: la Russia sovietica.

Russia e Inghilterra. Entrambi gli Stati, la Russia sovietica e l'Inghilterra, sono egualmente interessati al collasso dell'Europa, resa impotente da una lunga guerra: dietro questi due stati sta in agguato e sobillatrice l'Unione nordamericana. Dalla liquidazione della Polonia in poi si mostra nella Russia sovietica una conseguente tendenza che - se con abilità e cautela - si riporta tuttavia direttamente alla vecchia tendenza bolscevica della diffusione del regime sovietico. II prolungarsi la responsabilità, specie nel campo della guerra aerea, di un attacco in grande stile ad occidente. Io Vi ho, Duce, anche detto come proprio l'esperimento ben riuscito di Creta abbia dimostrato che per una impresa tanto maggiore quale sarebbe quella contro l'Inghilterra sarebbe necessario impegnare perfino l'ultimo aeroplano.

In questa lotta decisiva può accadere che alla fine si vinca solo col vantaggio di squadriglie. Io non esito neppure un istante ad assumere tale responsabilità, se a prescindere da qualsiasi altra considerazione io avrò la certezza di non essere improvvisamente attaccato o anche soltanto minacciato da oriente. Lo spiegamento delle forze russe - ho fatto sottoporre dal generale Jodl a questo vostro addetto militare, generale Marras, l'ultima situazione - è enorme. Si può dire che tutte le russe disponibili si trovano alla nostra frontiera. Oltre a ciò, dall'inizio della stagione, si lavora a numerose fortificazioni. Se le circostanze mi inducessero a impegnare l'arma aerea tedesca contro l'Inghilterra, potrebbe sorgere il pericolo che la Russia dal canto suo iniziasse ricatti al nord e al sud, ricatti di fronte ai quali io dovrei cedere senz'altro, in silenzio per la inferiorità aerea.

Soprattutto mi sarebbe allora impossibile di iniziare l'attacco contro le fortificazioni russe con le divisioni si trovano in oriente senza una sufficiente protezione dell'arma aerea. Ora, se non voglio espormi a questo pericolo bisogna che trascorra tutto l'anno 1941 senza che si verifichi cambiamento nella situazione generale. Ma d'altra parte l'Inghilterra non sarà pronta alla pace perché ripone sempre qualche speranza nel socio russo. Questa speranza andrà vieppiù rafforzandosi col progredire dell'approntamento dell'esercito russo. Oltre a ciò per l'anno 1942 sta la sperata fornitura in massa di materiale da guerra da parte dell'America.

Sguardo alla situazione generale. A parte queste considerazioni, Duce, non possiamo nemmeno esser certi che noi avremo questo tempo nostra disposizione, perché con un ammassamento cosi gigantesco di forze da entrambe le parti - sono stato obbligato ora anche da parte mia a riversare sempre più numerose forze corazzate al confine orientale, come pure a mettere in stato d'allarme la Finlandia e la Romania - vi è la possibilità che in qualsiasi momento i fucili sparino da soli. Ma una ritirata da parte mia avrebbe come conseguenza per noi una grave perdita di prestigio. Ciò sarebbe soprattutto spiacevole per le sue possibili ripercussioni sul Giappone. Per ciò dopo lunghissima meditazione sono venuto nella determinazione di strappare il nodo scorsoio prima che esso venga serrato. In questo modo io credo, Duce, di rendere quest'anno alla nostra comune condotta di guerra il più grande servizio possibile.

Il mio giudizio d'assieme è ora difatti il seguente: 1) Della Francia, ora come prima, ci si può fidare poco. Non esiste una sicura garanzia che il Nord Africa non diventi all'improvviso dissidente. 2) Per quanto riguarda le Vostre colonie, Duce, il Nord Africa di per sè è sottratto a qualsiasi pericolo fino all'autunno. Considero che gli inglesi con il loro ultimo attacco volessero liberare Tobruk dall'assedio. Non credo che in un tempo prossimo possano essere in condizioni di ripetere questo tentativo. 3) La Spagna è paurosa e prenderà partito - temo purtroppo - soltanto quando la guerra sarà già decisa. 4) In Siria, alla lunga, la resistenza francese potrà, con o senza il nostro aiuto, difficilmente durare. 5) Prima dell'autunno non può assolutamente prendersi in considerazione la possibilità di attacco sull'Egitto. Ritengo necessario, in vista della situazione generale, di pensare a costituire nella stessa Tripoli una massa di truppe di manovra da impiegare, se necessario, anche verso l'ovest. È beninteso, Duce, Che su questi propositi deve essere mantenuto il più assoluto segreto, perché altrimenti non possiamo attenderci che la Francia continui a dare il suo consenso al trasporto di armi e munizioni attraverso i suoi porti. 6) È indifferente che l'America entri o meno in guerra, poiché già aiuta il nostro nemico tutte le forze che è in grado di mobilitare. 7) La situazione nella stessa Inghilterra è cattiva: gli approvvigionamenti di generi alimentari e di materie prime sono sempre più difficili, la volontà bellicista si basa in sostanza unicamente su speranze. Tali speranze si fondano esclusivamente su due presupposti: Russia e America. Noi non abbiamo modo di mettere da parte l'America. Eliminare la Russia entra nelle possibilità. L'eliminazione della Russia significa nello stesso tempo un enorme alleggerimento del Giappone nell'estremo oriente e con ciò la possibilità che il procedere degli americani venga più fortemente minacciato da un intervento giapponese.

Mi sono deciso, come ho detto, sotto tali condizioni a porre fino all'ipocrita gioco del Cremlino. Presumo, e cioè sono convinto, che a tale guerra, che libererà l'Europa per l'avvenire anche da un grande pericolo, prenderà parte senz'altro la Finlandia e cosi pure la Romania. Il generale Marras ha comunicato che Voi, Duce, metterete a disposizione almeno un corpo di spedizione. Se tale è la Vostra intenzione, Duce - che io accolgo naturalmente col cuore colmo di gratitudine - vi sarà abbastanza tempo per poterla realizzare, dato che in un teatro di guerra tanto vasto l'avanzata non potrà avvenire dappertutto contemporaneamente. L'aiuto decisivo, Duce, lo potrete però sempre fornire col rafforzare le Vostre forze nell'Africa settentrionale, possibilmente anche volgendo lo sguardo da Tripoli verso l'Occidente, e col costituire un contingente per ora sia pure piccolo, che in caso di violazione dei trattati da parte francese possa marciare in Francia. Ed infine con l'intensificare la guerra aerea, e dove sia possibile quella dei sottomarini nel Mediterraneo.

Gli approvvigionamenti in Ucraina. Per quanto riguarda la sicurezza dei territori occidentali, dalla Norvegia fino alla Francia inclusa, noi siamo sufficientemente forti per poter far fronte ad ogni eventualità con fulminea rapidità. Per quanto riguarda la guerra aerea contro l'Inghilterra, ci terremmo per qualche tempo sulla difensiva. Ciò naturalmente non vuol dire che non saremo in grado, se necessario, di fronteggiare gli attacchi inglesi contro la Germania, ma anzi al contrario noi saremo in grado, se necessario, di continuare, come abbiamo fatto finora, violenti bombardamenti sul territorio metropolitano britannico. Anche la nostra difesa con apparecchi da caccia sarà sufficiente. Essa consiste nelle migliori squadriglie che noi possediamo.

Per quanto riguarda la guerra in oriente, Duce, essa sarà sicuramente dura ma io non dubito un istante del suo pieno successo. Io spero soprattutto che ci sarà così possibile assicurarci in Ucraina per lungo tempo una base comune di approvvigionamento atta a procurarci quei rifornimenti di cui in avvenire potremo forse aver bisogno. Debbo però qui aggiungere che - per quanto si può fin d'ora prevedere - il raccolto tedesco di quest'anno promette di assai buono. È possibile che la Russia tenti di distruggere i campi petroliferi romeni. Vi abbiamo però preparato difesa che io credo sarà in grado di affrontare ogni eventualità. Del resto sarà compito del nostro esercito di allontanare tale minaccia quanto più rapidamente possibile.

Se io, Duce, Vi invio la presente comunicazione solo in questo momento è perché la decisone definitiva è avvenuta solo oggi alle 7 di sera. Vi prego caldamente quindi soprattutto di non fare alcuna comunicazione al Vostro ambasciatore a Mosca perché non si ha assoluta certezza che i nostri rapporti cifrati non vengano decifrati. Anch'io faccio comunicare all'ultimo momento al mio proprio ambasciatore le decisioni prese.

Il materiale, che io mi propongo di pubblicare a poco a poco, è cosi abbondante che il mondo - in quanto non appartenga a quella parte che è nostra avversaria per principio e per la quale a priori ogni argomento è vano - avrà la possibilità di meravigliarsi più della nostra pazienza che della nostra decisione. Ora, qualunque cosa possa avvenire, Duce, la nostra situazione con questo passo non diverrà peggiore ma potrà soltanto migliorare: anche se alla fine di quest'anno dovessi trovarmi costretto a lasciare in Russia 60 o 70 divisioni, queste rappresenteranno soltanto una parte delle forze che ora tengo permanentemente impegnate sul fronte orientale. Se l'Inghilterra tuttavia non dovesse essere in alcun modo ammaestrata da questa dura realtà, allora, con le spalle libere, potremo dedicarci con forze accresciute alla liquidazione di questo avversario.

Posso prometterVi, Duce, che tutto quanto sarà nelle possibilità di noi Tedeschi, verrà fatto. Vi prego di fare comunicare a me direttamente oppure di far concordare a mezzo dei vostri ufficiali militari col mio Comando Supremo tutti i desiderata, i suggerimenti e gli aiuti che Voi, Duce, vorrete farmi pervenire nella presente circostanza. Concludendo, io posso dirVi ancora una cosa, Duce. Da quando ho preso questa decisione sento il mio spirito nuovamente libero. Nonostante tutta la sincerità degli sforzi da me compiuti per ottenere una distensione finale, mi è stato tuttavia spesso molto gravoso marciare a fianco della Russia, perché in un certo senso mi è sempre sembrato di rinnegare tutto il mio passato, le mie idee e i miei precedenti impegni. Sono felice di essermi liberato da questo tormento. Con cordiali e camerateschi saluti, il Vostro Adolf Hitler.

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