mercoledì 2 giugno 2021

Don Biasutti e il Colonnello Caretto

Arriviamo alle prime case di Gorlovka alle 4 del mattino del 12. E di qui, verso le tre del pomeriggio, ci muoviamo a piedi verso la prima linea, alla periferia nord-est della città, per dare il cambio ai bersaglieri del 3° Rgt.

Accorro e mi imbatto in alcuni ufficiali, di cui uno è un colonnello. È il colonnello Carreto, che appena mi vede la croce rossa sul petto, mi domanda: - Lei di che reparto è? - Della Legione «Tagliamento», signor colonnello. - Oh, finalmente! - dice - Sia lodato Iddio! - E mi stringe calorosamente la mano.

È quasi sera. Mentre i nostri legionari corrono a prendere quota, io mi precipito verso alcuni bersaglieri feriti; altri bersaglieri arrivano stremati o feriti da un attacco contro il cerchio russo di Nichitovka. Faccio quel che posso per confortarli e dò l'assoluzione ai più gravi. Poco dopo, nel buio, il col. Carretto è ancora accanto a me. Ma non mi riconosce.

- Chi è lei? - chiede.
- Sono il cappellano della «Tagliamento» - rispondo.
- Ah, grazie, grazie - soggiunge -. Poveri i miei ragazzi!
Lui ed i bersaglieri temevano che il loro attacco non fosse riuscito e che i russi muovessero al contrattacco. Invece il sacrificio non era stato vano.

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