Le fotografie di Mario Bagnasco, Primo Capo Squadra o Capo Squadra della Legione CC.NN. "Valle Scrivia".
"Krasno Orekhovo 11-12-42".
Questa fotografia è davvero un pezzo di storia... è stata scattata solo 5 giorni prima dell'inizio dell'operazione Piccolo Saturno contro le linee italiane.
Dal 2011 camminiamo in Russia e ci regaliamo emozioni
Trekking ed escursioni in Russia sui campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale
Danilo Dolcini - Phone 349.6472823 - Email danilo.dolcini@gmail.com - FB Un italiano in Russia
martedì 6 giugno 2023
Ricompense - 2° Corpo d'A. - 32° Btg. cc G. di S.
Ricompense al Valor Militare attribuite per le operazioni sul Fronte Russo, a cura di Carlo Vicentini, fonte UNIRR.
MOVM - Medaglia d'Oro al Valor Militare, MAVM - Medaglia d'Argento al Valor Militare, MBVM - Medaglia di Bronzo al Valor Militare, MOVM - Medaglia d'Oro al Valor Militare, CGVM - Croce di Guerra al Valor Militare.
2° CORPO D'ARMATA - 32° BATTAGLIONE CONTROCARRO GRANATIERI DI SARDEGNA.
MAVM Tenente CARELLA Antonino, alla memoria
MAVM Tenente ROSSI Marsilio, alla memoria
MAVM sergente RUBIMARCA Fernando, alla memoria
MAVM caporal maggiore ROGNONI Alessandro, alla memoria
MAVM caporale VESCO Benvenuto
MBVM Sottotenente CASCINO Vincenzo
MBVM Sottotenente CHITI Gianfranco
MBVM Sottotenente LEONETTI Lorenzo, alla memoria
MBVM sergente BLE' Jago, alla memoria
MBVM sergente COLETTI Marcello
MBVM sergente SIMONCELLI Luigi
MBVM caporale BARNI Walter
MBVM soldato CASALBONI Bruno
MBVM soldato CUCCAROLLO Antonio
MBVM soldato TESTI Catullo
MBVM soldato VALENTI Paolo
CGVM Capitano BALANI Libero
CGVM Tenente CALATI Italo
CGVM sergente CHIOSTRI Umberto
CGVM sergente SIMONCELLI Luigi
CGVM caporal maggiore PASSADESCO Antonio
CGVM caporale ESPOSITO Arturo
CGVM soldato BEDOTTI Enrico
CGVM soldato CERVINI Emilio
CGVM soldato COLECCHIA Aldo
CGVM soldato IMPERIOSI Tersilio
CGVM soldato NARDECCHIA Ferdinando
CGVM soldato PELLETTI Pietro
CGVM soldato RUBECCA Davide
CGVM soldato TONONI Osvaldo
MOVM - Medaglia d'Oro al Valor Militare, MAVM - Medaglia d'Argento al Valor Militare, MBVM - Medaglia di Bronzo al Valor Militare, MOVM - Medaglia d'Oro al Valor Militare, CGVM - Croce di Guerra al Valor Militare.
2° CORPO D'ARMATA - 32° BATTAGLIONE CONTROCARRO GRANATIERI DI SARDEGNA.
MAVM Tenente CARELLA Antonino, alla memoria
MAVM Tenente ROSSI Marsilio, alla memoria
MAVM sergente RUBIMARCA Fernando, alla memoria
MAVM caporal maggiore ROGNONI Alessandro, alla memoria
MAVM caporale VESCO Benvenuto
MBVM Sottotenente CASCINO Vincenzo
MBVM Sottotenente CHITI Gianfranco
MBVM Sottotenente LEONETTI Lorenzo, alla memoria
MBVM sergente BLE' Jago, alla memoria
MBVM sergente COLETTI Marcello
MBVM sergente SIMONCELLI Luigi
MBVM caporale BARNI Walter
MBVM soldato CASALBONI Bruno
MBVM soldato CUCCAROLLO Antonio
MBVM soldato TESTI Catullo
MBVM soldato VALENTI Paolo
CGVM Capitano BALANI Libero
CGVM Tenente CALATI Italo
CGVM sergente CHIOSTRI Umberto
CGVM sergente SIMONCELLI Luigi
CGVM caporal maggiore PASSADESCO Antonio
CGVM caporale ESPOSITO Arturo
CGVM soldato BEDOTTI Enrico
CGVM soldato CERVINI Emilio
CGVM soldato COLECCHIA Aldo
CGVM soldato IMPERIOSI Tersilio
CGVM soldato NARDECCHIA Ferdinando
CGVM soldato PELLETTI Pietro
CGVM soldato RUBECCA Davide
CGVM soldato TONONI Osvaldo
Italiani brava gente, parte 2
PREMESSA.
Questo nuovo studio che ho voluto intraprendere e successivamente pubblicare, non vuole gettare discredito sui nostri soldati (e 7 anni di pubblicazioni a ricordo e in loro onore ne sono la prova), ma esclusivamente raccontare una pagina di storia che li riguarda e che, penso volutamente, è stata in parte accantonata. Se questa è la verità, qualsiasi essa sia deve essere raccontata. Erano uomini e come tali soggetti anche ad azioni che oggi riteniamo riprovevoli, ma che vissute direttamente e sulla propria pelle, hanno un senso diverso e come tali vanno prese e non giudicate senza minimamente avere vissuto analoghe e così drammatiche esperienze. Anche tutto questo è raccontare la loro storia e le sofferenze provate.
Estratti dal libro "Criminali di guerra italiani - Accuse, processi e impunità nel secondo dopoguerra" di Davide Conti; libro che invito a leggere per intero per inquadrare al meglio il tema affrontato, anche considerando l'ampia trattazione dell'autore, relativamente agli altri fronti di guerra in cui si trovarono ad operare le nostre truppe.
La documentazione in possesso delle autorità italiane, ed in particolare quella dello stato Maggiore dell'Esercito relativa alle direttive ed ai rapporti sulle operazioni realizzate sul territorio, confermava come "non si potessero escludere" crimini del regio esercito in Urss in ordine a rappresaglie, rastrellamenti, operazioni di controguerriglia: "Viene segnalata la presenza di un gruppo di partigiani poco numeroso nella zona boscosa viciniore di Gorodischtsche. Occorre che detti partigiani siano catturati e distrutti. Pertanto codesto Comando disponga, che una compagnia di fucilieri rinforzata dal 1° plotone mitraglieri e dai 2 mortai da 81, domani mattina 3 agosto, partendo alle ore 3, dalla chiesa di Gorodischtsche si rechi sul posto per eseguire l'operazione [...] l'operazione di rastrellamento sarà diretta da un ufficiale superiore di codesto reggimento che avrà a sua disposizione [...] il capitano CC.RR. Piazza e due CC.RR. Il Generale Comandante Enrico Gazzale". (fonte ICSR Fondo Mario Palermo, b.54, fasc.259, circolare del Comando Divisione Fanteria Cosseria, 2 agosto 1942).
Le direttive complessive e le disposizioni indirizzate al "contegno" ed ai "provvedimenti di sicurezza" da parte dei Comandi dei Corpi d'Armata assumevano poi il significato dell'imposizione di un nuovo ordine militare coinvolgendo direttamente gli starosta, cioè i capivillaggio, all'interno della meccanica della repressione antipartigiana e della rappresaglia contro i civili: "L'ambiente nel quale è dislocato il Ca [Corpo d'Armata ndr] (paese di occupazione nemico) [...] è da ritenersi infido. Infatti frequenti sono i casi di aggressione e di atti di sabotaggio perpetrati dai partigiani e della popolazione civile [...] necessita perciò osservare scrupolosamente le norme regolamentari appositamente prescritte [...] Repressione. In caso di aggressione da parte dei partigiani immediata azione di repressione e rastrellamento diretta dal comando dell'unità viciniore nella cui zona o nel cui settore è avvenuto il fatto: - diffida agli starosta di segnalare, sotto pena di gravi rappresaglie e sanzioni, la presenza di partigiani nella zona; - nei paesi nei quali attualmente non vi sono starosta, i comandi di Gu interessati procedano alla nomina di nuovi starosta opportunamente scelti, facendoli responsabili delle mancate segnalazioni e delle aggressioni subite dalle nostre truppe [...] prenderò severissimi provvedimenti. Il generale di corpo d'Armata comandante G.Nasci. (fonte Circolare del Comando del Corpo d'Armata Alpino - Ufficio Operazioni - 2 agosto 1942 in L. Porcari "La Cuneense sulle fronti di guerra" in Istituto Storico della Resistenza di Cuneo e Provincia, "Gli italiani sul fronte russo", Bari, De Donato, 1982, pag.286).
Nelle zone dove i reparti italiani trovavano formazioni partigiane i militari del regio esercito procedevano, secondo le direttive diramate degli alti comandi, all'eliminazione fisica di quelli che venivano considerati banditi: "Dalle 14 di oggi è in corso un'operazione di rastrellamento di banditi segnalati nella zona bassa boscosa di Wissokyi: l'operazione è diretta dal capitano Casini del CC.RR. ed è condotta con le seguenti forze: 1° G.Fucilieri (11) dell'89° ftr. (quella dislocata a Iwanonka); 1 plt. Lanciafiamme, 1a Sez. CC.RR. Il Colonnello Capo di S.M. Giuseppe Stefanelli". (fonte ICSR Fondo Mario Palermo, b.54, fasc.259, stralcio del Diario Storico della Divisione Cosseria, 2 e 3 ottobre 1942).
Il governo italiano impostò la sua difesa negando, nella sostanza, l'intero complesso delle accuse formulate dalle commissioni regionali sovietiche, raccogliendo contemporaneamente una controdocumentazione che fosse in grado di indicare le truppe russe come responsabili di crimini contro i soldati Italiani.
Rispetto alle denunce di crimini nella città di Enakievo (Rikowo) che vedevano coinvolti il comandante della divisione "Torino" Roberto Lerici, il comandante della città di Enakievo Luigi Grappelli e Bernardo Giannetti la documentazione italiana affermava: "[...] gli accusati in effetti sono gen. Lerici Roberto, comandante della div. "Torino" dal 13 febbraio 1942; capo genio Grappelli Luigi, capitano addetto genio della div. "Torino" fino ai primi di dicembre del '41 e da quest'epoca incaricato di reggere l'ufficio Affari Civili dello stesso comando; ten.co. medico Giannetti Bernardo, capo ufficio Sanità del comando della div. "Torino". L'accusa, come si rileva dalla sintesi dell'atto della commissione della città di Enakievo (Rikowo) [...] consiste nell'aver promosso la distruzione di un molto ingente numero di stabilimenti sanitari esistenti nella città di Enakievo. (fonte ICSR Fondo Mario Palermo, b.54, fasc.256, "Promemoria sulle accuse mosse da parte russa ai militari italiani secondo quanto risulta dalla nota presentata dal rappresentante sovietico Kostylev al conte Sforza").
Da punto di vista dei danni arrecati alla città occupata e contestati dalla commissione sovietica, in particolare a strutture ospedaliere e di ricovero, le autorità italiane respinsero ogni accusa, collegando alcuni danni nell'ambito della battaglia, durata quindici giorni, per la conquista di Enakievo. La relazione Italiana sostenne inoltre che le locali strutture sanitarie, industriali e agricole fossero state danneggiate o distrutte dagli stessi russi nell'ambito di un'azione di difesa anti-italiana mirante a rendere inutilizzabili le infrastrutture della città una volta che essa fosse stata posta da sotto il controllo del regio esercito: "[...] la zona fu occupata inizialmente da reparti delle divisioni 3° Cedere e Pasubio e non dalla div. Torino. Nella zona, e specie in quella di Gorlowka, si combatté accanitamente per quindici giorni. [...] risulta che in questa zona, come del resto in tutte le altre dove i russi sono stati costretti a sgomberare, fabbriche, officine, ferrovie, impianti di qualsiasi genere e specie che potessero servire all'occupante, sono stati rinvenuti distrutti con scientifica meticolosità così come avevano prescritto le supreme autorità sovietiche". (fonte ICSR Fondo Mario Palermo, b.54, fasc.256, "Promemoria sulle accuse mosse da parte russa ai militari italiani secondo quanto risulta dalla nota presentata dal rappresentante sovietico Kostylev al conte Sforza", pp.4).
Questo nuovo studio che ho voluto intraprendere e successivamente pubblicare, non vuole gettare discredito sui nostri soldati (e 7 anni di pubblicazioni a ricordo e in loro onore ne sono la prova), ma esclusivamente raccontare una pagina di storia che li riguarda e che, penso volutamente, è stata in parte accantonata. Se questa è la verità, qualsiasi essa sia deve essere raccontata. Erano uomini e come tali soggetti anche ad azioni che oggi riteniamo riprovevoli, ma che vissute direttamente e sulla propria pelle, hanno un senso diverso e come tali vanno prese e non giudicate senza minimamente avere vissuto analoghe e così drammatiche esperienze. Anche tutto questo è raccontare la loro storia e le sofferenze provate.
Estratti dal libro "Criminali di guerra italiani - Accuse, processi e impunità nel secondo dopoguerra" di Davide Conti; libro che invito a leggere per intero per inquadrare al meglio il tema affrontato, anche considerando l'ampia trattazione dell'autore, relativamente agli altri fronti di guerra in cui si trovarono ad operare le nostre truppe.
La documentazione in possesso delle autorità italiane, ed in particolare quella dello stato Maggiore dell'Esercito relativa alle direttive ed ai rapporti sulle operazioni realizzate sul territorio, confermava come "non si potessero escludere" crimini del regio esercito in Urss in ordine a rappresaglie, rastrellamenti, operazioni di controguerriglia: "Viene segnalata la presenza di un gruppo di partigiani poco numeroso nella zona boscosa viciniore di Gorodischtsche. Occorre che detti partigiani siano catturati e distrutti. Pertanto codesto Comando disponga, che una compagnia di fucilieri rinforzata dal 1° plotone mitraglieri e dai 2 mortai da 81, domani mattina 3 agosto, partendo alle ore 3, dalla chiesa di Gorodischtsche si rechi sul posto per eseguire l'operazione [...] l'operazione di rastrellamento sarà diretta da un ufficiale superiore di codesto reggimento che avrà a sua disposizione [...] il capitano CC.RR. Piazza e due CC.RR. Il Generale Comandante Enrico Gazzale". (fonte ICSR Fondo Mario Palermo, b.54, fasc.259, circolare del Comando Divisione Fanteria Cosseria, 2 agosto 1942).
Le direttive complessive e le disposizioni indirizzate al "contegno" ed ai "provvedimenti di sicurezza" da parte dei Comandi dei Corpi d'Armata assumevano poi il significato dell'imposizione di un nuovo ordine militare coinvolgendo direttamente gli starosta, cioè i capivillaggio, all'interno della meccanica della repressione antipartigiana e della rappresaglia contro i civili: "L'ambiente nel quale è dislocato il Ca [Corpo d'Armata ndr] (paese di occupazione nemico) [...] è da ritenersi infido. Infatti frequenti sono i casi di aggressione e di atti di sabotaggio perpetrati dai partigiani e della popolazione civile [...] necessita perciò osservare scrupolosamente le norme regolamentari appositamente prescritte [...] Repressione. In caso di aggressione da parte dei partigiani immediata azione di repressione e rastrellamento diretta dal comando dell'unità viciniore nella cui zona o nel cui settore è avvenuto il fatto: - diffida agli starosta di segnalare, sotto pena di gravi rappresaglie e sanzioni, la presenza di partigiani nella zona; - nei paesi nei quali attualmente non vi sono starosta, i comandi di Gu interessati procedano alla nomina di nuovi starosta opportunamente scelti, facendoli responsabili delle mancate segnalazioni e delle aggressioni subite dalle nostre truppe [...] prenderò severissimi provvedimenti. Il generale di corpo d'Armata comandante G.Nasci. (fonte Circolare del Comando del Corpo d'Armata Alpino - Ufficio Operazioni - 2 agosto 1942 in L. Porcari "La Cuneense sulle fronti di guerra" in Istituto Storico della Resistenza di Cuneo e Provincia, "Gli italiani sul fronte russo", Bari, De Donato, 1982, pag.286).
Nelle zone dove i reparti italiani trovavano formazioni partigiane i militari del regio esercito procedevano, secondo le direttive diramate degli alti comandi, all'eliminazione fisica di quelli che venivano considerati banditi: "Dalle 14 di oggi è in corso un'operazione di rastrellamento di banditi segnalati nella zona bassa boscosa di Wissokyi: l'operazione è diretta dal capitano Casini del CC.RR. ed è condotta con le seguenti forze: 1° G.Fucilieri (11) dell'89° ftr. (quella dislocata a Iwanonka); 1 plt. Lanciafiamme, 1a Sez. CC.RR. Il Colonnello Capo di S.M. Giuseppe Stefanelli". (fonte ICSR Fondo Mario Palermo, b.54, fasc.259, stralcio del Diario Storico della Divisione Cosseria, 2 e 3 ottobre 1942).
Il governo italiano impostò la sua difesa negando, nella sostanza, l'intero complesso delle accuse formulate dalle commissioni regionali sovietiche, raccogliendo contemporaneamente una controdocumentazione che fosse in grado di indicare le truppe russe come responsabili di crimini contro i soldati Italiani.
Rispetto alle denunce di crimini nella città di Enakievo (Rikowo) che vedevano coinvolti il comandante della divisione "Torino" Roberto Lerici, il comandante della città di Enakievo Luigi Grappelli e Bernardo Giannetti la documentazione italiana affermava: "[...] gli accusati in effetti sono gen. Lerici Roberto, comandante della div. "Torino" dal 13 febbraio 1942; capo genio Grappelli Luigi, capitano addetto genio della div. "Torino" fino ai primi di dicembre del '41 e da quest'epoca incaricato di reggere l'ufficio Affari Civili dello stesso comando; ten.co. medico Giannetti Bernardo, capo ufficio Sanità del comando della div. "Torino". L'accusa, come si rileva dalla sintesi dell'atto della commissione della città di Enakievo (Rikowo) [...] consiste nell'aver promosso la distruzione di un molto ingente numero di stabilimenti sanitari esistenti nella città di Enakievo. (fonte ICSR Fondo Mario Palermo, b.54, fasc.256, "Promemoria sulle accuse mosse da parte russa ai militari italiani secondo quanto risulta dalla nota presentata dal rappresentante sovietico Kostylev al conte Sforza").
Da punto di vista dei danni arrecati alla città occupata e contestati dalla commissione sovietica, in particolare a strutture ospedaliere e di ricovero, le autorità italiane respinsero ogni accusa, collegando alcuni danni nell'ambito della battaglia, durata quindici giorni, per la conquista di Enakievo. La relazione Italiana sostenne inoltre che le locali strutture sanitarie, industriali e agricole fossero state danneggiate o distrutte dagli stessi russi nell'ambito di un'azione di difesa anti-italiana mirante a rendere inutilizzabili le infrastrutture della città una volta che essa fosse stata posta da sotto il controllo del regio esercito: "[...] la zona fu occupata inizialmente da reparti delle divisioni 3° Cedere e Pasubio e non dalla div. Torino. Nella zona, e specie in quella di Gorlowka, si combatté accanitamente per quindici giorni. [...] risulta che in questa zona, come del resto in tutte le altre dove i russi sono stati costretti a sgomberare, fabbriche, officine, ferrovie, impianti di qualsiasi genere e specie che potessero servire all'occupante, sono stati rinvenuti distrutti con scientifica meticolosità così come avevano prescritto le supreme autorità sovietiche". (fonte ICSR Fondo Mario Palermo, b.54, fasc.256, "Promemoria sulle accuse mosse da parte russa ai militari italiani secondo quanto risulta dalla nota presentata dal rappresentante sovietico Kostylev al conte Sforza", pp.4).
martedì 30 maggio 2023
Libri: "DON"
La storia è ispirata all’epopea di Rinaldo Battistutti - nonno dell’autore - prima, durante e dopo la guerra sul fronte orientale, verso il quale partì come Artigliere alpino della Julia. Eroi dimenticati, i reduci di Russia, eroi sottoposti a una damnatio memoriae moderna, vuoi per gli scopi del regime, vuoi per la classica memoria corta degli italiani. Alcuni sono tornati, altri sono rimasti là in fosse comuni. Di molti non si conosce ancora la sorte.
Il progetto nasce da una ricerca iniziata una ventina di anni fa, che aveva il semplice obiettivo di scoprire qualcosa in più sulla sorte di mio nonno - spiega Alberto Battistutti - da sempre considerato disperso dopo gli eventi bellici che hanno visto coinvolti decine di migliaia di italiani sul fronte russo nell’inverno del 1942-43.
Era il 2000, quando il governo russo aprì i suoi archivi segreti, rendendo di fatto pubblico che molti dei nostri connazionali, fino a quel momento considerati dispersi, erano invece periti di fame, freddo e stenti nei campi di prigionia o durante il tragitto verso di essi.
Come molte altre famiglie - aggiunge Alberto -, anche noi ricevemmo la fatidica lettera dal Ministero della Difesa, che dette il via a quella che inizialmente era solo una mera attività di studio. La vicenda mi colpì a tal punto che iniziai a scriverla - aggiunge Alberto.
Come molti sapranno, Don era il fiume difeso dagli italiani in quel periodo, un nome che all’interno del racconto ricopre molteplici significati: per chi venne mandato a combattere era il fronte; per i reduci è stato sinonimo di ritirata; per le famiglie a casa era una sola e semplice parola, che simboleggiava un posto remoto da cui i propri cari non sono più tornati.
La trama vede intrecciarsi tre diversi punti di vista: quello di Rinaldo e dei suoi commilitoni durante il gelido inverno russo, quello della moglie Eleonora che cerca di comunicargli della sua gravidanza e, successivamente, quello del figlio Giovanni e della sua ricerca del padre disperso. Ironia della sorte, Giovanni nacque il 15 gennaio del 1943, lo stesso giorno in cui i russi attaccarono il quartier generale degli Alpini, segnando di fatto l’inizio del periodo più duro per i nostri cari, fatto di marce forzate nella neve, senza cibo né equipaggiamento, che ha portato i più sfortunati a morire di stenti nella ritirata o nei campi di prigionia.
La trama: siamo nel gennaio 1943, Rinaldo e i suoi compagni Alpini cercano riparo in un’isba sperduta sul gelido fronte del Don. Gli uomini sono feriti, malati, semicongelati. Tre anni prima lui e l’amico fraterno Mario, semplici operai friulani delle ferrovie, apprendono dell’imminente ingresso in guerra dell’Italia. La notizia è colta con entusiasmo da Mario, il quale parte fiero per adempiere al suo dovere in Grecia. Rinaldo, riluttante a servire di nuovo dopo la Campagna d’Africa, rimane inizialmente a casa, salvo essere richiamato a causa delle perdite subite dalla divisione Julia. Salutata la moglie Eleonora, sale sulla tradotta per la Russia assieme al giovane Angelo, che prende sotto la sua ala.
Mentre gli Alpini si adattano alla nuova vita, Eleonora scopre di essere incinta e prova a contattare il marito, invano. Nonostante le attività dei partigiani e i movimenti della linea facciano pensare a un imminente sfondamento nemico, Rinaldo rifiuta una licenza e rimane con la sua unità, le salmerie dell’artiglieria, subendo così il devastante attacco che obbliga l’intero Corpo a iniziare le operazioni di ritirata.
In Italia, Eleonora dà alla luce Giovanni; in Russia, il marito e i suoi amici capiscono ben presto di essere intrappolati in una sacca assieme alle altre forze dell’Asse. Senza rifornimenti, né equipaggiamento adeguato, i soldati marciano nella steppa, braccati da un nemico che non lascia scampo. Rinaldo accoglie casualmente Mario nell’isba in cui si rifugiano per la notte ed è quest’ultimo, assieme a pochi altri, che rientra a casa.
Negli anni a seguire, l’angoscia per la sorte del marito disperso consuma Eleonora, che continua a lasciare la porta di casa aperta fino al giorno della sua morte. Giovanni invecchia cercando la verità sul padre fino a quando, nei primi anni 2000, riceve una lettera dal Ministero della Difesa con le risposte ai suoi quesiti.
Il libro è acquistabile a questo link https://www.amazon.it/dp/B0BP9RSGJV?utm_source=Facebook&utm_medium=Post&utm_campaign=Don
Il progetto nasce da una ricerca iniziata una ventina di anni fa, che aveva il semplice obiettivo di scoprire qualcosa in più sulla sorte di mio nonno - spiega Alberto Battistutti - da sempre considerato disperso dopo gli eventi bellici che hanno visto coinvolti decine di migliaia di italiani sul fronte russo nell’inverno del 1942-43.
Era il 2000, quando il governo russo aprì i suoi archivi segreti, rendendo di fatto pubblico che molti dei nostri connazionali, fino a quel momento considerati dispersi, erano invece periti di fame, freddo e stenti nei campi di prigionia o durante il tragitto verso di essi.
Come molte altre famiglie - aggiunge Alberto -, anche noi ricevemmo la fatidica lettera dal Ministero della Difesa, che dette il via a quella che inizialmente era solo una mera attività di studio. La vicenda mi colpì a tal punto che iniziai a scriverla - aggiunge Alberto.
Come molti sapranno, Don era il fiume difeso dagli italiani in quel periodo, un nome che all’interno del racconto ricopre molteplici significati: per chi venne mandato a combattere era il fronte; per i reduci è stato sinonimo di ritirata; per le famiglie a casa era una sola e semplice parola, che simboleggiava un posto remoto da cui i propri cari non sono più tornati.
La trama vede intrecciarsi tre diversi punti di vista: quello di Rinaldo e dei suoi commilitoni durante il gelido inverno russo, quello della moglie Eleonora che cerca di comunicargli della sua gravidanza e, successivamente, quello del figlio Giovanni e della sua ricerca del padre disperso. Ironia della sorte, Giovanni nacque il 15 gennaio del 1943, lo stesso giorno in cui i russi attaccarono il quartier generale degli Alpini, segnando di fatto l’inizio del periodo più duro per i nostri cari, fatto di marce forzate nella neve, senza cibo né equipaggiamento, che ha portato i più sfortunati a morire di stenti nella ritirata o nei campi di prigionia.
La trama: siamo nel gennaio 1943, Rinaldo e i suoi compagni Alpini cercano riparo in un’isba sperduta sul gelido fronte del Don. Gli uomini sono feriti, malati, semicongelati. Tre anni prima lui e l’amico fraterno Mario, semplici operai friulani delle ferrovie, apprendono dell’imminente ingresso in guerra dell’Italia. La notizia è colta con entusiasmo da Mario, il quale parte fiero per adempiere al suo dovere in Grecia. Rinaldo, riluttante a servire di nuovo dopo la Campagna d’Africa, rimane inizialmente a casa, salvo essere richiamato a causa delle perdite subite dalla divisione Julia. Salutata la moglie Eleonora, sale sulla tradotta per la Russia assieme al giovane Angelo, che prende sotto la sua ala.
Mentre gli Alpini si adattano alla nuova vita, Eleonora scopre di essere incinta e prova a contattare il marito, invano. Nonostante le attività dei partigiani e i movimenti della linea facciano pensare a un imminente sfondamento nemico, Rinaldo rifiuta una licenza e rimane con la sua unità, le salmerie dell’artiglieria, subendo così il devastante attacco che obbliga l’intero Corpo a iniziare le operazioni di ritirata.
In Italia, Eleonora dà alla luce Giovanni; in Russia, il marito e i suoi amici capiscono ben presto di essere intrappolati in una sacca assieme alle altre forze dell’Asse. Senza rifornimenti, né equipaggiamento adeguato, i soldati marciano nella steppa, braccati da un nemico che non lascia scampo. Rinaldo accoglie casualmente Mario nell’isba in cui si rifugiano per la notte ed è quest’ultimo, assieme a pochi altri, che rientra a casa.
Negli anni a seguire, l’angoscia per la sorte del marito disperso consuma Eleonora, che continua a lasciare la porta di casa aperta fino al giorno della sua morte. Giovanni invecchia cercando la verità sul padre fino a quando, nei primi anni 2000, riceve una lettera dal Ministero della Difesa con le risposte ai suoi quesiti.
Il libro è acquistabile a questo link https://www.amazon.it/dp/B0BP9RSGJV?utm_source=Facebook&utm_medium=Post&utm_campaign=Don
Le fotografie di Mario Bagnasco, 35
Le fotografie di Mario Bagnasco, Primo Capo Squadra o Capo Squadra della Legione CC.NN. "Valle Scrivia".
"Il viadotto è saltato e la marcia continua agosto 1942".
"Il viadotto è saltato e la marcia continua agosto 1942".
Italiani brava gente, parte 1
PREMESSA.
Questo nuovo studio che ho voluto intraprendere e successivamente pubblicare, non vuole gettare discredito sui nostri soldati (e 7 anni di pubblicazioni a ricordo e in loro onore ne sono la prova), ma esclusivamente raccontare una pagina di storia che li riguarda e che, penso volutamente, è stata in parte accantonata. Se questa è la verità, qualsiasi essa sia deve essere raccontata. Erano uomini e come tali soggetti anche ad azioni che oggi riteniamo riprovevoli, ma che vissute direttamente e sulla propria pelle, hanno un senso diverso e come tali vanno prese e non giudicate senza minimamente avere vissuto analoghe e così drammatiche esperienze. Anche tutto questo è raccontare la loro storia e le sofferenze provate.
ESTRATTI DAL LIBRO "Criminali di guerra italiani - Accuse, processi e impunità nel secondo dopoguerra" di Davide Conti; libro che invito a leggere per intero per inquadrare al meglio il tema affrontato, anche considerando l'ampia trattazione dell'autore, relativamente agli altri fronti di guerra in cui si trovarono ad operare le nostre truppe.
L'elenco dei militari del regio esercito accusati dai russi di crimini di guerra comprendeva dodici nominativi ai quali diverse commissioni regionali sovietiche contestavano reati, come fucilazioni e torture, commessi contro la popolazione civile ed i prigionieri di guerra.
ELENCO DEGLI INVASORI FASCISTI ITALIANI (COLPEVOLI) DEI DELITTI COMMESSI SUL TERRITORIO DELL'URSS CHE ERA TEMPORANEAMENTE OCCUPATO (ELENCO AGGIORNATO AL 1° LUGLIO 1944).
COGNOME NOME: Lerici Roberto
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Comandante della Divisione "Torino", generale
COGNOME NOME: Grapelli Luigi
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Comandante della città di Enakievo, capitano
COGNOME NOME: Giannetti (Giannotti Bernardo)
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Medico della Divisione, Tenente Colonnello
CONTENUTO DEL DELITTO: Nella città di Enakievo della provincia di Stalino hannno distrutto ospedali 13, policlinici 3, dispensari 2, consultazioni per bambini 6, ambulatori di officina e di miniere 12, farmacie 10 e presepi 18
CON QUALI PROVE SI CONFERMA IL DELITTO: Atto 3 ottobre 1943 della Commissione della città di Enakievo
COGNOME NOME: Piliz Fransi
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Capo della guarnigione di Kantemirovca, colonnello
COGNOME NOME: Tarnassa (Tarnassi Paolo)
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Generale dell'esercito italiano
CONTENUTO DEL DELITTO: Nei mesi di agosto e settembre 1942 secondo il loro ordine erano fucilati i cittadini sovietici Sknarin, A.A., Garangia I.V., Pobokin, A.A., Neciaev, E.I., Vascenco, T.M. ed altri
CON QUALI PROVE SI CONFERMA IL DELITTO: Atto della Commissione della regione di Kantemirovca 15 aprile 1943
COGNOME NOME: Piazzo Ferdinando
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Comandante del gruppo degli italiani, capitano
CONTENUTO DEL DELITTO: Nel dicembre 1942 insieme con il gruppo dei soldati italiani nella sezione n.5 di "Zernosovchos" (economia dello stato di grano) della regione di Boguciary ha fucilato 23 uomini cittadini soviatici
CON QUALI PROVE SI CONFERMA IL DELITTO: Atto della Commissione della regione di Boguciary 11 novembre 1943
COGNOME NOME: Romagnoli Giovanni
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Comandante
COGNOME NOME: Badilli
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Ufficiale
CONTENUTO DEL DELITTO: Nell'ottobre 1942 hanno sottoposto a perquisizione la casa della cittadina Bechalova E.S., e il 13 dicembre lo hanno arrestato insieme con sua figlia di 15 anni, hanno sottoposto a torture e hanno incendiato la casa
CON QUALI PROVE SI CONFERMA IL DELITTO: Atto della Commissione della regione di Boguciary 11 novembre 1943
COGNOME NOME: Luigi Giovanni Bisotti
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Comandante della città di Boguciary, maggiore
CONTENUTO DEL DELITTO: Nell'agosto 1942 ha arrestato il cittadino Cigimin M.P. dell'anno di nascita 1904, proveniente dal villaggio Lysegorka, del soviet del villaggio di Salimanovo. Durante l'interrogatorio lo sottoponeva a torture; nel settembre 1942 ha arrestato e mandato nei campi di concentramento i cittadini Kovalev, D.G., Ucrainski, A.I., Scikodin I.A. ed altri
CON QUALI PROVE SI CONFERMA IL DELITTO: Atto della Commissione della regione di Boguciary 19 novembre 1943
COGNOME NOME: Marconi Raffaele
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Capo della zona italiana, tenente colonnello
COGNOME NOME: Ioffino Dante
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Capo della contrognizione, capitano
CONTENUTO DEL DELITTO: Il 15 gennaio 1943 nella cittò di Rossosci nel cortile del carcere hanno fucilato 31 cittadini sovietici, Coliuch V.A., Murecenco I.S., Ovsianikov B.F. ed altri
CON QUALI PROVE SI CONFERMA IL DELITTO: Atto n.3 della Commissione della regione di Rossosci 19 novembre 1943
COGNOME NOME: Plass Federico
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Comandante della regione di Pisarevo, capitano della divisione italiana
CONTENUTO DEL DELITTO: Nel luglio 1942 nel sobborgo di Bugaeva erano impiccati e fucilati 19 prigionieri di guerra
CON QUALI PROVE SI CONFERMA IL DELITTO: Atto della Commissione di Pisarevo 17 luglio 1943
Questo nuovo studio che ho voluto intraprendere e successivamente pubblicare, non vuole gettare discredito sui nostri soldati (e 7 anni di pubblicazioni a ricordo e in loro onore ne sono la prova), ma esclusivamente raccontare una pagina di storia che li riguarda e che, penso volutamente, è stata in parte accantonata. Se questa è la verità, qualsiasi essa sia deve essere raccontata. Erano uomini e come tali soggetti anche ad azioni che oggi riteniamo riprovevoli, ma che vissute direttamente e sulla propria pelle, hanno un senso diverso e come tali vanno prese e non giudicate senza minimamente avere vissuto analoghe e così drammatiche esperienze. Anche tutto questo è raccontare la loro storia e le sofferenze provate.
ESTRATTI DAL LIBRO "Criminali di guerra italiani - Accuse, processi e impunità nel secondo dopoguerra" di Davide Conti; libro che invito a leggere per intero per inquadrare al meglio il tema affrontato, anche considerando l'ampia trattazione dell'autore, relativamente agli altri fronti di guerra in cui si trovarono ad operare le nostre truppe.
L'elenco dei militari del regio esercito accusati dai russi di crimini di guerra comprendeva dodici nominativi ai quali diverse commissioni regionali sovietiche contestavano reati, come fucilazioni e torture, commessi contro la popolazione civile ed i prigionieri di guerra.
ELENCO DEGLI INVASORI FASCISTI ITALIANI (COLPEVOLI) DEI DELITTI COMMESSI SUL TERRITORIO DELL'URSS CHE ERA TEMPORANEAMENTE OCCUPATO (ELENCO AGGIORNATO AL 1° LUGLIO 1944).
COGNOME NOME: Lerici Roberto
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Comandante della Divisione "Torino", generale
COGNOME NOME: Grapelli Luigi
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Comandante della città di Enakievo, capitano
COGNOME NOME: Giannetti (Giannotti Bernardo)
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Medico della Divisione, Tenente Colonnello
CONTENUTO DEL DELITTO: Nella città di Enakievo della provincia di Stalino hannno distrutto ospedali 13, policlinici 3, dispensari 2, consultazioni per bambini 6, ambulatori di officina e di miniere 12, farmacie 10 e presepi 18
CON QUALI PROVE SI CONFERMA IL DELITTO: Atto 3 ottobre 1943 della Commissione della città di Enakievo
COGNOME NOME: Piliz Fransi
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Capo della guarnigione di Kantemirovca, colonnello
COGNOME NOME: Tarnassa (Tarnassi Paolo)
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Generale dell'esercito italiano
CONTENUTO DEL DELITTO: Nei mesi di agosto e settembre 1942 secondo il loro ordine erano fucilati i cittadini sovietici Sknarin, A.A., Garangia I.V., Pobokin, A.A., Neciaev, E.I., Vascenco, T.M. ed altri
CON QUALI PROVE SI CONFERMA IL DELITTO: Atto della Commissione della regione di Kantemirovca 15 aprile 1943
COGNOME NOME: Piazzo Ferdinando
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Comandante del gruppo degli italiani, capitano
CONTENUTO DEL DELITTO: Nel dicembre 1942 insieme con il gruppo dei soldati italiani nella sezione n.5 di "Zernosovchos" (economia dello stato di grano) della regione di Boguciary ha fucilato 23 uomini cittadini soviatici
CON QUALI PROVE SI CONFERMA IL DELITTO: Atto della Commissione della regione di Boguciary 11 novembre 1943
COGNOME NOME: Romagnoli Giovanni
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Comandante
COGNOME NOME: Badilli
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Ufficiale
CONTENUTO DEL DELITTO: Nell'ottobre 1942 hanno sottoposto a perquisizione la casa della cittadina Bechalova E.S., e il 13 dicembre lo hanno arrestato insieme con sua figlia di 15 anni, hanno sottoposto a torture e hanno incendiato la casa
CON QUALI PROVE SI CONFERMA IL DELITTO: Atto della Commissione della regione di Boguciary 11 novembre 1943
COGNOME NOME: Luigi Giovanni Bisotti
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Comandante della città di Boguciary, maggiore
CONTENUTO DEL DELITTO: Nell'agosto 1942 ha arrestato il cittadino Cigimin M.P. dell'anno di nascita 1904, proveniente dal villaggio Lysegorka, del soviet del villaggio di Salimanovo. Durante l'interrogatorio lo sottoponeva a torture; nel settembre 1942 ha arrestato e mandato nei campi di concentramento i cittadini Kovalev, D.G., Ucrainski, A.I., Scikodin I.A. ed altri
CON QUALI PROVE SI CONFERMA IL DELITTO: Atto della Commissione della regione di Boguciary 19 novembre 1943
COGNOME NOME: Marconi Raffaele
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Capo della zona italiana, tenente colonnello
COGNOME NOME: Ioffino Dante
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Capo della contrognizione, capitano
CONTENUTO DEL DELITTO: Il 15 gennaio 1943 nella cittò di Rossosci nel cortile del carcere hanno fucilato 31 cittadini sovietici, Coliuch V.A., Murecenco I.S., Ovsianikov B.F. ed altri
CON QUALI PROVE SI CONFERMA IL DELITTO: Atto n.3 della Commissione della regione di Rossosci 19 novembre 1943
COGNOME NOME: Plass Federico
IMPIEGO ESERCITATO E RANGO NEL MOMENTO DEL COMPIMENTO DEL DELITTO: Comandante della regione di Pisarevo, capitano della divisione italiana
CONTENUTO DEL DELITTO: Nel luglio 1942 nel sobborgo di Bugaeva erano impiccati e fucilati 19 prigionieri di guerra
CON QUALI PROVE SI CONFERMA IL DELITTO: Atto della Commissione di Pisarevo 17 luglio 1943
martedì 23 maggio 2023
Il viaggio del 2013, da Postojalyi a N.Karcowka
Immagini del mio primo trekking effettuato nel 2013... Domenica 20 gennaio - 2a tappa Km.17: da Postojalyi a Nova Karcowka. Queste fotografie hanno per me un particolare significato ed anche un ricordo molto profondo del quale parlo spesso con le persone che mi chiedono del mio peregrinare in Russia.
I giorni di questi viaggi coincidono con le battaglie avvenute tanti anni fa negli stessi luoghi; come noi ricordiamo i nostri caduti, ancor di più i russi ricordano i loro. E' capitato così che almeno in questa situazione, noi si sia giunti in questa località (non ricordo quale fosse) proprio nello stesso momento in cui si stava svolgendo una cerimonia per i caduti del gennaio 1943.
Ebbene... io ho girato spesso con la bandiera dei nostri soldati esposta, forse ingenuamente, ma mai per mancare di rispetto verso le persone di cui eravamo ospiti o per denigrare i caduti dell'allora Unione Sovietica ma SOLO ed ESCLUSIVAMENTE perché quella era la bandiera dei nostri soldati.
Per tutta la durata del nostro cammino, mai abbiamo avuto alcun minimo problema con le persone che abbiamo incontrato e anzi in questa occasione siamo stati invitati pure a partecipare alla loro cerimonia e abbiamo deposto dei fiori in segno di rispetto verso i caduti russi; le fotografie testimoniano seppur in parte l'accoglienza che abbiamo avuto, seppur nessuno di noi dimenticava che all'epoca eravamo gli invasori.
I giorni di questi viaggi coincidono con le battaglie avvenute tanti anni fa negli stessi luoghi; come noi ricordiamo i nostri caduti, ancor di più i russi ricordano i loro. E' capitato così che almeno in questa situazione, noi si sia giunti in questa località (non ricordo quale fosse) proprio nello stesso momento in cui si stava svolgendo una cerimonia per i caduti del gennaio 1943.
Ebbene... io ho girato spesso con la bandiera dei nostri soldati esposta, forse ingenuamente, ma mai per mancare di rispetto verso le persone di cui eravamo ospiti o per denigrare i caduti dell'allora Unione Sovietica ma SOLO ed ESCLUSIVAMENTE perché quella era la bandiera dei nostri soldati.
Per tutta la durata del nostro cammino, mai abbiamo avuto alcun minimo problema con le persone che abbiamo incontrato e anzi in questa occasione siamo stati invitati pure a partecipare alla loro cerimonia e abbiamo deposto dei fiori in segno di rispetto verso i caduti russi; le fotografie testimoniano seppur in parte l'accoglienza che abbiamo avuto, seppur nessuno di noi dimenticava che all'epoca eravamo gli invasori.
Ricompense - 2° Corpo d'A. - 2° Rgpt. Art. C.A.
Ricompense al Valor Militare attribuite per le operazioni sul Fronte Russo, a cura di Carlo Vicentini, fonte UNIRR.
MOVM - Medaglia d'Oro al Valor Militare, MAVM - Medaglia d'Argento al Valor Militare, MBVM - Medaglia di Bronzo al Valor Militare, MOVM - Medaglia d'Oro al Valor Militare, CGVM - Croce di Guerra al Valor Militare.
2° CORPO D'ARMATA - 2° RAGGRUPPAMENTO ARTIGLIERIA DI CORPO D'ARMATA.
MAVM Tenente Colonnello FRASCA' Carlo
MAVM Tenente Colonnello GALLIANI Giuseppe
MAVM Tenente Colonnello MASCAGNA Liberato, alla memoria
MAVM Tenente Colonnello TALACCI Aldo, alla memoria
MAVM Maggiore BOMBELLI Giovanni
MAVM Capitano BOZZALLA Giuseppe, alla memoria
MAVM Tenente BARZE' Franco
MAVM Tenente GERBAUDI Andrea
MAVM Tenente MAROTTA Maurizio
MAVM sergente ARMANDO Bartolomeo
MAVM caporal maggiore RONCHETTO Ernesto
MAVM caporale SILVA Carlo
MAVM soldato ORGERO Teresio
MAVM soldato VANNINI Abramo
MBVM Colonnello GRIMALDI Enrico
MBVM Capitano AVIGLINO Antonio
MBVM Capitano MACCARONI
MBVM Tenente TALLINUCCI Mario
MBVM sergente ABELLO Giuseppe
MBVM sergente SERRAIS Romualdo
MBVM caporal maggiore BOBBIO Giovanni
MBVM caporal maggiore MADINI Adone
MBVM caporale BUSNELLI Mario
MBVM caporale CARABETTA Vito
MBVM soldato CANZIO Rinaldo
MBVM soldato FIGINI Tiberio
MBVM soldato FUSCHINI Pasquale
MBVM soldato PANNUNZIO Salvatore
CGVM Capitano DE PALMA Attilio
CGVM Tenente ANDREUZZI Federico
CGVM Tenente CHIUPPI Galliano
CGVM Tenente CORDIER Armando
CGVM Tenente DE MAGISTRIS Teobaldo
CGVM Tenente FELICIANI Renzo
CGVM Tenente MELLO Lino
CGVM Tenente PARRETTI Ermogene
CGVM Sottotenente CEBRELLI Danilo
CGVM Sottotenente MARIOTTI Mario
CGVM Sottotenente PUTZU Antonio
CGVM maresciallo MONTI Attilio
CGVM maresciallo PASQUINANGELI Ant.
CGVM sergente maggiore SPALATRO Vincenzo
CGVM caporal maggiore ACQUARONE Leonardo
CGVM caporal maggiore BIGGI Amilcare
CGVM caporal maggiore NOVELLA Alessio
CGVM caporale BARONI Carlo
CGVM caporale BETTEGA Pietro
CGVM caporale PONTE Giovanni
CGVM caporale VALENTINO Giuseppe
CGVM caporale VATTERONI Sergio
CGVM soldato CILMI Giovanni
CGVM soldato PAROLI Vittorio
CGVM soldato PERFUMO Francesco
MOVM - Medaglia d'Oro al Valor Militare, MAVM - Medaglia d'Argento al Valor Militare, MBVM - Medaglia di Bronzo al Valor Militare, MOVM - Medaglia d'Oro al Valor Militare, CGVM - Croce di Guerra al Valor Militare.
2° CORPO D'ARMATA - 2° RAGGRUPPAMENTO ARTIGLIERIA DI CORPO D'ARMATA.
MAVM Tenente Colonnello FRASCA' Carlo
MAVM Tenente Colonnello GALLIANI Giuseppe
MAVM Tenente Colonnello MASCAGNA Liberato, alla memoria
MAVM Tenente Colonnello TALACCI Aldo, alla memoria
MAVM Maggiore BOMBELLI Giovanni
MAVM Capitano BOZZALLA Giuseppe, alla memoria
MAVM Tenente BARZE' Franco
MAVM Tenente GERBAUDI Andrea
MAVM Tenente MAROTTA Maurizio
MAVM sergente ARMANDO Bartolomeo
MAVM caporal maggiore RONCHETTO Ernesto
MAVM caporale SILVA Carlo
MAVM soldato ORGERO Teresio
MAVM soldato VANNINI Abramo
MBVM Colonnello GRIMALDI Enrico
MBVM Capitano AVIGLINO Antonio
MBVM Capitano MACCARONI
MBVM Tenente TALLINUCCI Mario
MBVM sergente ABELLO Giuseppe
MBVM sergente SERRAIS Romualdo
MBVM caporal maggiore BOBBIO Giovanni
MBVM caporal maggiore MADINI Adone
MBVM caporale BUSNELLI Mario
MBVM caporale CARABETTA Vito
MBVM soldato CANZIO Rinaldo
MBVM soldato FIGINI Tiberio
MBVM soldato FUSCHINI Pasquale
MBVM soldato PANNUNZIO Salvatore
CGVM Capitano DE PALMA Attilio
CGVM Tenente ANDREUZZI Federico
CGVM Tenente CHIUPPI Galliano
CGVM Tenente CORDIER Armando
CGVM Tenente DE MAGISTRIS Teobaldo
CGVM Tenente FELICIANI Renzo
CGVM Tenente MELLO Lino
CGVM Tenente PARRETTI Ermogene
CGVM Sottotenente CEBRELLI Danilo
CGVM Sottotenente MARIOTTI Mario
CGVM Sottotenente PUTZU Antonio
CGVM maresciallo MONTI Attilio
CGVM maresciallo PASQUINANGELI Ant.
CGVM sergente maggiore SPALATRO Vincenzo
CGVM caporal maggiore ACQUARONE Leonardo
CGVM caporal maggiore BIGGI Amilcare
CGVM caporal maggiore NOVELLA Alessio
CGVM caporale BARONI Carlo
CGVM caporale BETTEGA Pietro
CGVM caporale PONTE Giovanni
CGVM caporale VALENTINO Giuseppe
CGVM caporale VATTERONI Sergio
CGVM soldato CILMI Giovanni
CGVM soldato PAROLI Vittorio
CGVM soldato PERFUMO Francesco
La Wehrmacht nei documenti italiani
ANEDDOTI E CURIOSITA' SUL COMPORTAMENTO DELLE TRUPPE TEDESCHE IN RUSSIA DALLE RELAZIONI DEI COMANDI ITALIANI.
La relazione del Comando Tappa Speciale n° 300 a Certkovo era più ottimista sui rapporti tra i civili e le proprie truppe, ma la soddisfazione era offuscata da altre considerazioni meno positive: "Si è riscontrata una notevole preferenza per le truppe italiane, giudicate più umane, cordiali e talvolta persino troppo generose. Tuttavia la popolazione ritiene che il comportamento delle truppe tedesche sia più adatto alle esigenze della guerra". (fonte ASD, DGAP 1931-1945 (URSS), 39/2, Comando Tappa Speciale n° 300 alla Direzione delle Tappe del 10/12/1942); da "Invasori, non vittime - La campagna italiana di Russia 1941-1943" di Thomas Schlemmer.
Il comandante del Corpo d'Armata Alpino, Gabriele Nasci, lodava i soldati della 294a Divisione fanteria germanica impiegati nel suo settore, che con la loro correttezza si erano conquistati la fiducia e la collaborazione della popolazione civile, e pretendeva che i suoi reparti facessero altrettanto: "Detta collaborazione è dovuta all'ascendente ed alla fiducia che le truppe tedesche hanno saputo conquistarsi mercé la loro disciplina e la scrupolosa correttezza del loro contegno verso le persone ed i beni. Ad una ferrea energia dei comandi verso chi manca, si associa la perfetta osservanza da parte della truppa, dei diritti della popolazione civile. Non bisogna infatti dimenticare che la popolazione delle zone occupate sa che all'occorrenza è chiamata a dar tutto quanto possiede ma sa pure che ogni richiesta deve essere fatta nelle forme previste dalle leggi di guerra e non ad arbitrio dei singoli. È mio preciso intendimento che una analoga fiducia venga acquistata anche dai nostri reparti in modo ci sia assicurata la sempre più fattiva collaborazione della popolazione civile della zona". (fonte AUSSME, DS II 974, DS Corpo d'Armata alpino, settembre-ottobre 1942, allegato 116; Gabriele Nasci (n° 2780 di prot. op.) ai generali Battisti, Reverberi, Ricagno, Filippi e Tamassia del 24/9/1942); da "Invasori, non vittime - La campagna italiana di Russia 1941-1943" di Thomas Schlemmer.
La relazione del Comando Tappa Speciale n° 300 a Certkovo era più ottimista sui rapporti tra i civili e le proprie truppe, ma la soddisfazione era offuscata da altre considerazioni meno positive: "Si è riscontrata una notevole preferenza per le truppe italiane, giudicate più umane, cordiali e talvolta persino troppo generose. Tuttavia la popolazione ritiene che il comportamento delle truppe tedesche sia più adatto alle esigenze della guerra". (fonte ASD, DGAP 1931-1945 (URSS), 39/2, Comando Tappa Speciale n° 300 alla Direzione delle Tappe del 10/12/1942); da "Invasori, non vittime - La campagna italiana di Russia 1941-1943" di Thomas Schlemmer.
Il comandante del Corpo d'Armata Alpino, Gabriele Nasci, lodava i soldati della 294a Divisione fanteria germanica impiegati nel suo settore, che con la loro correttezza si erano conquistati la fiducia e la collaborazione della popolazione civile, e pretendeva che i suoi reparti facessero altrettanto: "Detta collaborazione è dovuta all'ascendente ed alla fiducia che le truppe tedesche hanno saputo conquistarsi mercé la loro disciplina e la scrupolosa correttezza del loro contegno verso le persone ed i beni. Ad una ferrea energia dei comandi verso chi manca, si associa la perfetta osservanza da parte della truppa, dei diritti della popolazione civile. Non bisogna infatti dimenticare che la popolazione delle zone occupate sa che all'occorrenza è chiamata a dar tutto quanto possiede ma sa pure che ogni richiesta deve essere fatta nelle forme previste dalle leggi di guerra e non ad arbitrio dei singoli. È mio preciso intendimento che una analoga fiducia venga acquistata anche dai nostri reparti in modo ci sia assicurata la sempre più fattiva collaborazione della popolazione civile della zona". (fonte AUSSME, DS II 974, DS Corpo d'Armata alpino, settembre-ottobre 1942, allegato 116; Gabriele Nasci (n° 2780 di prot. op.) ai generali Battisti, Reverberi, Ricagno, Filippi e Tamassia del 24/9/1942); da "Invasori, non vittime - La campagna italiana di Russia 1941-1943" di Thomas Schlemmer.
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