sabato 25 ottobre 2025

Artiglieria - Nebelwerfer

Il termine Nebelwerfer (letteralmente “lancia-nebbia”) fu usato per designare una famiglia di lanciarazzi e mortai chimici sviluppati dalla Germania nazista. Il nome fu scelto per mascherarne la reale funzione offensiva, facendo credere che si trattasse di armi per la dispersione di fumogeni o gas. In realtà, i Nebelwerfer furono tra le armi più temute del fronte orientale e occidentale per la loro capacità di saturazione e l’effetto psicologico devastante.

VARIANTI PRINCIPALI.

Durante la Seconda guerra mondiale, la Germania sviluppò diverse versioni del Nebelwerfer, adattandole a vari contesti operativi e obiettivi tattici. Ecco una panoramica descrittiva delle principali:
10 cm Nebelwerfer 35: Fu il primo modello, un mortaio da 105 mm progettato per lanciare munizioni chimiche e fumogene. Era pesante e poco maneggevole, ma rappresentò il punto di partenza per lo sviluppo successivo.
10 cm Nebelwerfer 40: Evoluzione del modello 35, mantenne lo stesso calibro ma fu alleggerito e reso più pratico per l’impiego sul campo. Anche questo modello era pensato per munizioni non convenzionali, ma fu presto adattato all’uso esplosivo.
15 cm Nebelwerfer 41: Il più diffuso tra i lanciarazzi tedeschi, aveva sei canne da 150 mm montate su un affusto trainabile. Era capace di lanciare salve devastanti in pochi secondi, ed è quello che più spesso viene associato al nome “Nebelwerfer”.
21 cm Nebelwerfer 42: Versione potenziata con razzi da 210 mm, progettata esclusivamente per munizioni esplosive. Aveva una potenza distruttiva superiore e veniva usata per colpire obiettivi fortificati o aree estese.
28/32 cm Nebelwerfer 41: Questa variante combinava due tipi di razzi — da 280 mm e da 320 mm — montati su telai binari. I razzi potevano essere esplosivi o incendiari, ed erano spesso lanciati da strutture improvvisate, come telai di legno o binari ferroviari.
30 cm Nebelwerfer 42: Un modello pesante da 300 mm, utilizzato per il supporto a lungo raggio. Era meno comune ma molto efficace contro concentrazioni nemiche e infrastrutture. Panzerwerfer 42: Versione semovente del 15 cm Nebelwerfer 41, montata su un semicingolato Sd.Kfz. 4/1. Aveva 10 tubi di lancio e una mitragliatrice MG34 per autodifesa. La mobilità lo rendeva ideale per colpire e ritirarsi rapidamente.
8 cm Raketen-Vielfachwerfer: Prodotto verso la fine della guerra, questo lanciarazzi da 80 mm era ispirato al Katjuša sovietico. Poteva lanciare salve rapide da una piattaforma multipla, ma fu prodotto in quantità limitate.
Werfer-Granate 21: Razzo da 210 mm progettato per l’uso aria-aria. Veniva montato su caccia come il Messerschmitt Bf 109 e il Focke-Wulf Fw 190 per colpire le formazioni di bombardieri alleati. Era impreciso ma aveva un forte effetto deterrente.

IMPIEGO OPERATIVO.

I Nebelwerfer erano spesso impiegati in batterie da 6 o più lanciatori, capaci di saturare un’area in pochi secondi.
Il suono dei razzi in volo era terrificante, tanto da valergli il soprannome “Moaning Minnie” da parte degli Alleati.
Furono usati in tutti i teatri europei: dalla Russia alla Normandia, dall’Italia alla difesa del Reich.

CURIOSITA' E DETTAGLI POCO NOTI.

Origini “chimiche”: inizialmente progettati per lanciare gas e fumogeni, i Nebelwerfer furono poi adattati per l’uso con esplosivi convenzionali, anche per via delle convenzioni internazionali contro le armi chimiche.
Effetto collaterale: l’accensione dei razzi produceva una nube di fumo e polvere che rendeva facilmente individuabili le postazioni, costringendo le unità a spostarsi rapidamente dopo ogni salve.
Panzerwerfer: la versione semovente era dotata anche di una mitragliatrice MG34 per autodifesa, e spesso veniva usata per colpire obiettivi in profondità o per supportare ritirate.
Uso in Italia: i Nebelwerfer furono impiegati anche durante la campagna d’Italia, ad esempio in Sicilia nel 1943, dove causarono gravi perdite tra le truppe alleate.
Produzione: si stima che siano stati prodotti oltre 6.000 lanciatori e più di 5 milioni di razzi.

CONCLUSIONE.

Il Nebelwerfer rappresenta un esempio di come la Germania cercò di compensare l’inferiorità numerica con armi ad alto impatto psicologico e distruttivo. Sebbene meno preciso dell’artiglieria convenzionale, il suo effetto di saturazione e la mobilità (soprattutto nella versione Panzerwerfer) lo resero un’arma temibile e innovativa.

Nessun commento:

Posta un commento