martedì 21 febbraio 2023

Capitano Pilota Giorgio Iannicelli, 6

La storia del Capitano Pilota GIORGIO IANNICELLI, Medaglia d'Oro al Valor Militare, nelle parole del figlio GianLuigi, sesta parte. P.S. oggi questa testimonianza ha ancora più valore perché, seppur ho conosciuto il Signor Gianluigi una sola volta al telefono, ho appreso qualche settimana fa che ha raggiunto il suo povero padre; ad entrambi va la mia più profonda stima e il mio ricordo.

Breve biografia.

Per quanto operato sul fronte greco e balcanico e, in particolare, per le accennate azioni sull'aeroporto di Mostar (dove, come detto, il 220, unitamente al gruppo "Asso di bastoni", distrugge al suolo decine di velivoli avversari, annullando quasi interamente l'aviazione iugoslava), nell'aprile del 1941 viene concessa al capitano Iannicelli un'altra medaglia d'argento al v.m., con questa motivazione:

"Medaglia d'Argento al Valor Militare - Comandante di squadriglia da caccia abilissimo, già distintosi in brillante ed intensa attività, preparava e concludeva, da comandante interinale di gruppo, una serie di attacchi a volo radente di lontane basi aeree nemiche, vincendo difficoltà di navigazione spinta fino al limite dell'autonomia e di forte reazione contraerea. Nei mitragliamenti di aeroporti siti nel cuore del territorio avversario, infliggeva al nemico decisive e durissime perdite. (Cielo di Grecia e della Jugoslavia, marzo - aprile 1941).

Il 12 agosto 1941 viene trasferito, con la sua squadriglia e l'intero 22° gruppo "Cucaracha", al Comando Aviazione (C.A.F.O.) del Corpo di Spedizione Italiano in Russia (C.S.I.R.). La 369a squadriglia c.t., in quel momento, è cosi composta: oltre al comandante, capitano pilota Giorgio Iannicelli, dai piloti, capitano Giancarlo Cervellin, tenente Walter Benedetti, tenente Riccardo Monaco, s.tenente Giovanni Bond, s.tenente Giuseppe Biron, maresciallo Romano Pesavento, maresciallo Balilla Mazzei, sergente maggiore Mario Salvatori, e dagli specialisti, maresciallo motorista Camillo Villa, sergente maggiore motorista Amedeo Zuccon, sergente maggiore motorista Giovanni Manesso, maresciallo montatore Alessandro Zamuner, sergente maggiore montatore Egisto Mazzaro, sergente montatore Salvatore Meli, maresciallo armiere Camillo Grespan, sergente armiere Giuseppe Da Zen, maresciallo elettricista Costanzo Pinto.

Fra questi, è molto vicino al comandante il tenente Benedetti, conosciuto fin dai tempi dell'Accademia, dove l'allora tenente Iannicelli era ufficiale d'inquadramento e dove il giovane era allievo del Corso "REX'. Sarà uno dei suoi gregari nell'ultimo combattimento del 29 dicembre 1941. Rientrato in Italia con l'intero Gruppo nella primavera del 1942, chiederà, unico fra tutti, di tornare in Russia, ove giungerà, nel mese di novembre, con la 371a squadriglia del 210 gruppo c.t. (A.RM.I.R.). Dividerà fino in fondo il destino del suo vecchio comandante, cadendo come lui, il 12 dicembre 1942, durante un duro combattimento aereo, meritandosi, "alla memoria", una seconda Medaglia d'Argento al v.m. Il suo corpo non verrà più ritrovato.

Poco dopo il suo arrivo, però, il capitano Iannicelli deve rientrare in Italia (18 agosto) perché seriamente ammalato, ma, appena rimessosi, anche se non completamente, ritorna al fronte (2 ottobre), ove partecipa a tutte le operazioni belliche di quel periodo, meritandosi, nel mese di novembre, una medaglia d'argento al v.m. "sul campo" (azione nel cielo di Gorlowka del 3 novembre 1941). La motivazione fa intuire le condizioni in cui i piloti italiani sono chiamati ad operare:

"Medaglia d'Argento al Valor Militare - sul campo - Comandante di una formazione di cinque apparecchi da caccia in crociera di vigilanza e protezione, avvistata una formazione nemica di nove bombardieri scortati da venti caccia, senza tenere conto dell'immensa disparità di forze rispetto al nemico, si gettava decisameNTe con i gregari sulla formazione nemica abbattendo tre avversari. Fulgido esempio di sprezzo del pericolo, di alto ardimenTo e di senso del dovere. (Cielo di Gorlowka, 3.11.1941).

L'episodio è cosi descritto nel diario della 369a squadriglia: "Alle ore 10,10 decolla una formazione di 6 apparecchi per compiere una crociera libera sulla zona di Selenoje (Gorlowka). Dopo 25 minuti di volo 1 velivolo rientra alla base per avaria al motore. Gli altri 5 velivoli proseguono il volo e giungono in prossimità di Gorlowka dopo 45 minuti. Mentre il capo formazione cap. Iannicelli si accinge ad effettuare un ampio giro per rientrare alla base, viene avvistata una formazione nemica composta da 8 apparecchi del tipo "Martin-Bomber". I nostri velivoli si lanciano decisamente all'attacco. Intercettati dalla caccia nemica, impegnano combattimento. La formazione avversaria è di circa cinque volte maggiore della nostra, ciononostante, il notevole scarto di velocità del nostro apparecchio su quello avversario, permette di impostare il combattimento sensibilmente in nostro favore. Dopo 12 minuti di lotta accanita la nostra formazione deve abbandonare il cielo del combattimento a causa dell'eccessiva distanza dai campi di partenza. Il combattimento si chiude nettamente a nostro vantaggio: 3 apparecchi del tipo "Rata" con motore a doppia stella risultano sicuramente abbattuti, altri 8 efficacemente mitragliati. Equipaggi partecipanti all'azione: cap. Iannicelli - ten. Benedetti - s.ten. Bond - serg.magg. Milanese - serg. Bonoli - Durata del volo: 120'".

Questo è il commento del capitano Iannicelli all'episodio, come si legge in una lettera alla moglie: "Saporoshje - Russia - 3 novembre 1941. ...solo stamane ho ricevuto il tuo telegramma del giorno 20, annunziantemi il primo dentino di Gian Luigi. Puoi immaginare la mia commozione e la mia gioia. Dovevo andare in volo e mi sono portato con me il telegramma. Per la prima volta poi, quasi con un oscuro presentimento, mi sono portato le sue scarpette. Mi hanno portato veramente fortuna e cosi puoi dire al nostro "ometto " che il suo papà, come regalo per il suo primo dentino, gli offre il suo primo combattimento sul fronte russo e se ti domanda ancora, raccontagli pure cosi: cinque Saette andavano veloci verso il sole e la prima portava viva con sè la gioia della notizia recente del primo dentino di un ometto biondo e due scarpine azzurre e laggiù, lontano, lontano, il papà ha incontralo tanti nemici, quattro, cinque volte più numerosi della sua squadriglia. ma le Saette sono state brave, le scarpine di Gian Luigi hanno portato fortuna e sono tornati tutti sani e salvi a casa. E ora papà dedica al suo tesoro i prime tre aeroplani rossi abbattuti dalla sua squadriglia. E' stato un combattimento abbastanza duro; i rossi erano circa 25, con aeroplani ottimi e si sono battuti veramente bene, ma i miei ragazzi sono stati migliori. Da un periodo molto lungo eravamo inattivi, tutti mi hanno invidiato questa brillante ripresa. La festa che mi hanno fatto gli specialisti al mio ritorno è stata veramente commovente".

E poi, sempre da Saporoshje, il 16 novembre 1941 : "... colgo l'occasione di un viaggio in Italia del Colonnello per mandarti un po' dei miei scarabocchi e una notizia che ho ricevuto ora e che ti comunico con vera gioia, con soddisfazione tanto più viva perché so che sarà tanto anche gioia e soddisfazione tua. L'Eccellenza il Comandante del Corpo di spedizione mi ha concesso una medaglia d'argento sul campo per il combattimento del tre novembre e domattina il Colonnello mi darà la decorazione... Gli altri quattro miei piloti hanno avuto una medaglia di bronzo ed io sono stato particolarmente contento di questo riconoscimento alla mia squadriglia ed alla bravura dei miei ragazzi. Ho subito radunato tutto il personale perché tutto partecipasse di questo successo ed era veramente commovente vedere con quanta soddisfazione e quanto entusiasmo i miei ragazzi hanno appreso la bella notizia. Sembrava quasi la festa intima di ognuno dl loro e più d'uno aveva i lucciconi. Sono veramente tutti della gran brava gente. Vorrei raccontare io stesso al mio ometto la bella notizia e forse allora gradirebbe di più il dono che io feci a te e a lui il giorno del suo primo dentino e forse mi terrebbe un po' meno il broncio per questa continua lontananza. Raccontaglielo tu e digli che il suo papà lo pensa tanto anche nei momenti più difficili e che insieme alla sua mamma si divide ogni mio istante. Digli che ogni mia gioia è cosa vostra, ogni mio successo è per voi e che in quest'ultimo un paio di scarpette hanno avuto la loro grande parte. ... Qui il freddo ha cominciato a farsi sentire, la temperatura oscilla fra cinque e venti gradi sotto zero, è però molto asciutto e quindi abbastanza sopportabile...".



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