L'8 Armata italiana nella seconda battaglia difensiva del Don (11 dicembre 1942 - 31 gennaio 1943), settima parte.
FRONTE DELLA D. «PASUBIO» (XXXV C.A.) - L'azione nemica iniziata all'alba del giorno 16 con forze preponderanti (unità di due divisioni) sulla destra ed al centro del settore fra Krassnogorowka e Monastyrschina, riesce a sommergere alcuni capisaldi avanzati ed accerchiarne altri, e, dopo alterne vicende di attacchi e contrattacchi, ad affermarsi ai margini delle balke ad occidente di Abrassonowa ed a cadere sul retrostante vallone separando il presidio di Monastyrschina, che resiste in posto, dalle rimanenti forze della divisione. L'indomani l'azione gravita sull'ala sinistra della «Pasubio» fra Tereschkowa e q.201,1 dove, dopo qualche iniziale successo al centro del settore attaccato, il nemico è contenuto e respinto da nostri contrattacchi. Nei successivi giorni 18 e 19, sino all'inizio del ripiegamento determinato dagli sfavorevoli avvenimenti sul fronte del II C.A. il nemico svolge saltuarie azioni di attacco, che coinvolgono anche la estrema sinistra della D. «Torino» vivacemente controbattute dalle nostre truppe.
Nel settore della D. «Pasubio» l'avversario non consegue perciò la rottura del fronte. La resistenza della «Pasubio», soggetta ad azioni convergenti sia di fuoco che di urto, costò alla divisione ingenti perdite: circa 1.900 tra caduti e dispersi e 5.600 tra feriti, congelati ed ammalati sgomberati dal 1° al 19 dicembre, ma valse a sbarrare una direttrice d'attacco, quella del saliente di Ogolew, che avrebbe portato l'avversario a meglio sfruttare lo sfondamento attuato sul fronte del II C.A. La 298a D. germanica che, insieme alla Pasubio costituiva il XXXV C.A. non è stata direttamente interessata nell'attacco nemico. Come abbiamo visto ripiegò la sua ala sinistra, prima in valle Bogutschar e poi in val Levaja in seguito alla falla verificatasi sul fronte del II C.A. Contribuì alla difesa del settore della «Pasubio», nella giornata del 18, con l'intervento di un reggimento su due battaglioni.
FRONTE DELLA «CELERE» (XXIX C.A.) - Il mattino del 17, il nemico attacca sul fronte del 6° bersaglieri. L'attacco condotto da 4-5 btg. rinforzati progredisce il 18 e il 19 in val Levaja in direzione di Meschoff. Nel contempo i sovietici tentano di aggirare l'ala sinistra dello schieramento del 3° bersaglieri che resiste in posto sulla linea del Don benché fortemente premuto e minacciato a tergo. In tre giorni di combattimento la «Celere» contrastando palmo a palmo il terreno, sbarra la direttrice Meschkoff-Djogtewo lungo la quale si dirige lo sforzo nemico. Un gruppo tattico di formazione - del quale fan parte 2 btg. della «Sforzesca» (il Gruppo tattico, costituito con i battaglioni III/53, II/54, XIII btg. bers. e 2 gruppi di artiglieria, è posto agli ordini del vice comandante della «Sforzesca») - concorre all'arresto dell'avanzata contrattaccando dalla zona di Warwarin in direzione della confluenza del Tichaja col Don.
La mattina del 19, la situazione è la seguente: la legione croata ed il 3° bersaglieri tengono le loro posizioni sul Don. Un btg. (di destra) del 6° bersaglieri tiene anch'esso le posizioni sul Don ed è collegato con la «Sforzesca». I resti degli altri due btg. del 6° bers. (VI e XIX) dopo due giorni di violenti combattimenti fronteggiano l'avversario ad oriente di Melowatyi. Ed il 19 il comando del XXIX C.A. germanico ordina il ripiegamento sulla linea del Tichaja per assumere la difesa del settore Meschkoff-Prowalskij. (Alla sinistra avrebbe dovuto schierarsi la D. «Torino», alla destra la D. «Sforzesca»). La situazione è delicata per le difficoltà in cui vengono a trovarsi le truppe del settore nord (3° bers., legione croata, 120° art.). Alle ore 23 dello stesso giorno giunge al com. della D. «Celere» l'ordine del XXIX C.A. germanico di ripiegare in direzione di Kaschary per strade secondarie non essendo più opportuno tenere la linea del Tichaja data la presenza di due corpi corazzati russi sulla strada Djogtewo-Meschkoff. La divisione dovrà riunire le forze in ripiegamento su Kaschary per schierarle a difesa della valle Tschir nel tratto Ilitschewka Napoloff - q.193 (nord di Swch. Donskoj).
Il 3° bers., la legione croata e il 120° art. cercano di sfuggire all'accerchiamento dirigendosi su Meschoff. Verso mezzogiorno del 20 prendono contatto col nemico e lo attaccano. Il combattimento continua violento fino a notte inoltrata, ma l'attacco fallisce. ln serata, a Popowka, ove, presso il I C.A. romeno, la «Celere» ha stabilito temporaneamente il proprio posto di comando, giungeranno soltanto 350 uomini del 6° bers. col comando del reggimento e un'aliquota di artiglieria. Per sei giorni la battaglia ha infierito su un fronte di quasi 200 km. da Nowo Kalitwa al Tichaja. Aspri combattimenti condotti di notte e di giorno, nelle dure condizioni climatiche dell'inverno russo, hanno segnato le tappe di questa tormentosa vicenda.
Nella cruenta battaglia che ha condotto alla rottura della difesa sul fronte del II C.A. ed all'avvolgimento dell'ala destra dell'Armata l'urto maggiore è stato sostenuto dalle nostre unità in linea («Cosseria» e «Ravenna»), i cui resti hanno continuato a combattere sino al 19 dicembre e combatteranno ancora sul Donez. Le sole forze disponibili all'inizio della battaglia hanno rallentato la spinta offensiva. Tutto è stato gettato nella lotta: ferrovieri, pontieri, artieri, truppe chimiche, tutti, armati di solo fucile, hanno dato il loro contributo di sangue. La 27a D. cr. tedesca, sempre restia a ricevere ordini diretti, si prodigò specialmente ad aiutare la 385a D. germanica, limitando il concorso a favore della «Ravenna» all'azione controcarri. In complesso poco poté fare praticamente per impedire l'allargamento della falla e nulla o quasi per proteggere il ripiegamento della divisione.
Le forze richiamate dal tergo (387a D., Gruppo Schuldt e Gr. Fegelein) o da altri settori (D. «Julia») poterono intervenire soltanto con aliquote delle loro unità, negli ultimi giorni della battaglia a situazione già pregiudicata. Negli altri settori dell'ARMIR (D. «Pasubio» e «Celere), la nostra difesa non ha consentito al nemico, per quanto prevalente, per forze e per mezzi che il conseguimento di modesti risultati in campo tattico. Anche sul fronte della D. «Torino» nostri contrattacchi hanno eliminato infiltrazioni determinatesi sulla destra del settore e sull'estrema sinistra (in zona Passeka) contenendo il nemico, che, riuscito dopo alterne vicende a superare la strenua resistenza e ad occupare la q.162,9, tentava incunearsi fra le ali interne delle D. «Pasubio» e «Torino».
Dal 2011 camminiamo in Russia e ci regaliamo emozioni
Trekking ed escursioni in Russia sui campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale
Danilo Dolcini - Phone 349.6472823 - Email danilo.dolcini@gmail.com - FB Un italiano in Russia
giovedì 21 gennaio 2021
Il viaggio del 2011, quota Pisello
Immagini del mio primo viaggio "esplorativo" effettuato nel 2011... Quota Pisello e i cippi con i nominativi dei caduti sovietici durante gli scontri dell'inverno 1942/1943; la quota prima di essere tenuta dagli uomini del battaglione Gemona della Julia, faceva parte del tratto di fronte in mano alla Divisione di Fanteria Cosseria.
martedì 19 gennaio 2021
Ricordi, parte 12
Sono i giorni della ritirata... sono i giorni in cui li ricordiamo più intensamente; sono i giorni in cui vorresti essere ancora una volta là e camminare nella steppa, magari nel silenzio più assoluto per provare a capire cosa provarono. Può anche esserci il freddo più intenso, la tempesta di neve più forte, la neve più alta, ma sai sempre che neanche lontanamente puoi avvicinarti a loro. Allora capisci che tutto quello che fai, lo fai per un fortissimo senso di rispetto verso chi non è più tornato. Vieni qui per portarti a casa qualche cosa di quello che è stato, o almeno ci provi. Ho camminato lungo le loro stesse strade nel 2013, nel 2018 e poi nel 2020, e ogni volta è diverso dalla precedente. Ogni volta finisci di camminare, magari sei stanco, magari pensi anche che sarà l'ultima volta che verrai in Russia in questo modo, ma dopo un mese che sei a casa già desideri che arrivi il prossimo inverno per ritornare. Sono i giorni della ritirata più famosa... ma sai che circa un mese prima ve ne fu una altrettanto tragica e purtroppo davvero poco ricordata. Un nome su tutti, Arbusowka: ricordata come la "valle della morte" fu teatro di un'altra ecatombe... su circa 25.000 italiani che vi arrivarono durante la ritirata del blocco Nord delle fanterie, ben 20.500 furono i morti, i prigionieri ed i feriti; solo 4.500 uomini si salvarono... momentaneamente. La vita di tutti i giorni scorre fra problemi e pensieri, ma sai che quando riesci a fermarti e tirare il fiato, il tuo pensiero corre là, sempre a loro, alla neve, al freddo ed al gelo. Non mi aspetto che tutti lo possano capire e comprendere; forse qualcuno potrà anche pensare che queste mie frasi sono una mancanza di rispetto per chi ha vissuto sulla propria pelle tutto ciò, ma non è così. Questo è solo come mi sento io. E' sempre e solo un fortissimo attaccamento verso tutti quei ragazzi, dimenticati da tanti ma non da tutti.
sabato 16 gennaio 2021
Ricordi del trekking ad un anno di distanza
Trekking 2020 lungo il percorso della ritirata del Corpo d'Armata Alpino in Russia nel gennaio 1943, dal Don a Nikolajewka; a distanza di un anno in ricordo di quelle giornate che ti rimangono per sempre nel cuore.
Onori ad Diotalevio Leonelli
Il video postumo del reduce Diotalevio Leonelli creato dall'amico Pierpaolo Venturi, un altro modo per tenere vivo il ricordo e la memoria di quei ragazzi.
venerdì 15 gennaio 2021
Operazione Ostrogožsk-Rossoš'
Cartina originale sovietica relativa all'avvio dell'Operazione Ostrogožsk-Rossoš' da parte del Il Fronte di Voronež: inizia l'offensiva sull'Alto Don contro il Corpo d'Armata alpino e la 2ª Armata ungherese.
Ricordi del trekking ad un anno di distanza
Trekking 2020 lungo il percorso della ritirata del Corpo d'Armata Alpino in Russia nel gennaio 1943, dal Don a Nikolajewka; a distanza di un anno in ricordo di quelle giornate che ti rimangono per sempre nel cuore.
L'ARMIR nella II battaglia del Don, parte 6
L'8 Armata italiana nella seconda battaglia difensiva del Don (11 dicembre 1942 - 31 gennaio 1943), sesta parte.
Per parare alla minaccia viene ordinato alla 298a D. germanica - schierata sul Don fra la D. «Ravenna» e la D. «Pasubio» - di prendere posizione fronte a nord-ovest lungo la valle del Bogutschar; alla divisione alpina «Julia» - sostituita in linea dalla D. «Vicenza» - di tamponare il vuoto tra la 385a e la 298a germaniche; alla 27a D. cr. di coprire il vuoto con azioni mobili. Ma il nemico che attacca tenacemente da 8 giorni impedisce di attuare ogni progetto di ristabilimento mettendo in ritardo e di fronte a situazioni sempre sorpassate le forze accorrenti. La D. «Julia» si porterà sulla destra della «Cuneense» e della 385a germanica - ove cominciano ad affluire anche i primi elementi del Gruppo Fegelein - fronte ad est, e le unità corazzate procedenti alle spalle del nostro schieramento verso ovest verranno arrestate; ma la 298a germanica minacciata sull'ala sinistra da infiltrazioni di carri armati nemici, che nella giornata del 18 raggiungono la val Levaja, chiede ed attua, prima di ottenerne l'autorizzazione, l'arretramento dell'ala sinistra sulla linea Radtschenkoje-Kupinka allargando la breccia già esistente.
Il 18, Taly è investita per quasi tutta la giornata e gli attacchi continuano l'indomani. Il presidio, del quale ha assunto il comando il comandante della D. «Ravenna», assolto il compito di arresto temporaneo affidatogli verrà ritirato il 19 (dopo essere stato sostituito da forze germaniche sopraggiunte al mattino) ed avviato per Simaglejewka su Rossosch (questa aliquota della «Ravenna» rimarrà nel settore del C.A. alpino nei pressi di Rowenki con i reparti della «Cosseria» in riordinamento). Il 19, punte corazzate raggiungono la val Levaja, Kantemirowka e Tschertkowo, interrompendo la ferrovia e minacciando da tergo lo schieramento del XXXV e del XXIX C.A. A Kantemirowka un nostro nucleo (3000 uomini circa, in prevalenza truppe e servizi delle D. «Cosseria» e «Ravenna» e del II C.A.), raccolto nella località la sera precedente, praticamente disarmato di fronte ai carri, non può opporre una valida difesa. L'episodio, spiegabile con le particolari circostanze di fatto, viene artatamente ampliato da una larvata propaganda tedesca.
A Tschertkowo il presidio, costituito essenzialmente da nostre unità complementi, ivi sbarcate la sera prima, respinge invece l'avversario iniziando una resistenza che, successivamente alimentata da altre truppe, infrangerà per 25 giorni i continui attacchi del nemico. Nei giorni 20 e 21, i russi continuano il movimento verso sud raggiungendo Djogtewo dove, riunendosi con unità corazzate provenienti dal settore della 3a Armata romena, chiudono il cerchio a tergo del XXXV e XXIX C.A. A nord, nel settore del XXIV C.A. (il 18, in relazione agli avvenimenti in corso nei settori attaccati il comandante Gruppo Armate ordinava che il II C.A. cedesse la responsabilità del settore al comando XXIV C.A. il quale, provenendo dal fronte della 2a Armata ungherese, aveva stabilito la sua sede a Kantemirovka. Il comando II C.A., ad avvenuta cessione, doveva provvedere alla riorganizzazione delle unità defluite nelle retrovie per costituire al più presto formazioni di combattimento da rinviare in linea), che ha prolungato verso sud lo schieramento del C.A. alpino, la situazione, invece, si consolida. In zona Nowo Kalitwa il contrattacco di un btg. alpini della «Julia» ricaccia il nemico sulle posizioni iniziali.
Per parare alla minaccia viene ordinato alla 298a D. germanica - schierata sul Don fra la D. «Ravenna» e la D. «Pasubio» - di prendere posizione fronte a nord-ovest lungo la valle del Bogutschar; alla divisione alpina «Julia» - sostituita in linea dalla D. «Vicenza» - di tamponare il vuoto tra la 385a e la 298a germaniche; alla 27a D. cr. di coprire il vuoto con azioni mobili. Ma il nemico che attacca tenacemente da 8 giorni impedisce di attuare ogni progetto di ristabilimento mettendo in ritardo e di fronte a situazioni sempre sorpassate le forze accorrenti. La D. «Julia» si porterà sulla destra della «Cuneense» e della 385a germanica - ove cominciano ad affluire anche i primi elementi del Gruppo Fegelein - fronte ad est, e le unità corazzate procedenti alle spalle del nostro schieramento verso ovest verranno arrestate; ma la 298a germanica minacciata sull'ala sinistra da infiltrazioni di carri armati nemici, che nella giornata del 18 raggiungono la val Levaja, chiede ed attua, prima di ottenerne l'autorizzazione, l'arretramento dell'ala sinistra sulla linea Radtschenkoje-Kupinka allargando la breccia già esistente.
Il 18, Taly è investita per quasi tutta la giornata e gli attacchi continuano l'indomani. Il presidio, del quale ha assunto il comando il comandante della D. «Ravenna», assolto il compito di arresto temporaneo affidatogli verrà ritirato il 19 (dopo essere stato sostituito da forze germaniche sopraggiunte al mattino) ed avviato per Simaglejewka su Rossosch (questa aliquota della «Ravenna» rimarrà nel settore del C.A. alpino nei pressi di Rowenki con i reparti della «Cosseria» in riordinamento). Il 19, punte corazzate raggiungono la val Levaja, Kantemirowka e Tschertkowo, interrompendo la ferrovia e minacciando da tergo lo schieramento del XXXV e del XXIX C.A. A Kantemirowka un nostro nucleo (3000 uomini circa, in prevalenza truppe e servizi delle D. «Cosseria» e «Ravenna» e del II C.A.), raccolto nella località la sera precedente, praticamente disarmato di fronte ai carri, non può opporre una valida difesa. L'episodio, spiegabile con le particolari circostanze di fatto, viene artatamente ampliato da una larvata propaganda tedesca.
A Tschertkowo il presidio, costituito essenzialmente da nostre unità complementi, ivi sbarcate la sera prima, respinge invece l'avversario iniziando una resistenza che, successivamente alimentata da altre truppe, infrangerà per 25 giorni i continui attacchi del nemico. Nei giorni 20 e 21, i russi continuano il movimento verso sud raggiungendo Djogtewo dove, riunendosi con unità corazzate provenienti dal settore della 3a Armata romena, chiudono il cerchio a tergo del XXXV e XXIX C.A. A nord, nel settore del XXIV C.A. (il 18, in relazione agli avvenimenti in corso nei settori attaccati il comandante Gruppo Armate ordinava che il II C.A. cedesse la responsabilità del settore al comando XXIV C.A. il quale, provenendo dal fronte della 2a Armata ungherese, aveva stabilito la sua sede a Kantemirovka. Il comando II C.A., ad avvenuta cessione, doveva provvedere alla riorganizzazione delle unità defluite nelle retrovie per costituire al più presto formazioni di combattimento da rinviare in linea), che ha prolungato verso sud lo schieramento del C.A. alpino, la situazione, invece, si consolida. In zona Nowo Kalitwa il contrattacco di un btg. alpini della «Julia» ricaccia il nemico sulle posizioni iniziali.
giovedì 14 gennaio 2021
L'ARMIR nella II battaglia del Don, parte 5
L'8 Armata italiana nella seconda battaglia difensiva del Don (11 dicembre 1942 - 31 gennaio 1943), quinta parte.
LA BATTAGLIA DI ROTTURA.
GENERALITA'. Dal 16 al 21 dicembre si sviluppano le operazioni a fondo per rompere il nostro schieramento ed avvolgere l'ala destra dell'Armata. L'azione nemica si manifesta: con un attacco principale sul fronte del II C.A., da dove spinge sul tergo una branca per accerchiare in coordinazione con un'altra partente dal settore della contigua 3a Armata romena, il XXXV e XXIX C.A. e con attacchi sussidiari sul fronte della D. «Pasubio» (XXXV C.A.), della D. «Torino» e della «Celere» (XXIX C.A.). Nel quadro di questa manovra, a largo raggio, l'azione tattica sul fronte del II C.A., partendo dalle condizioni preliminari realizzate con la battaglia di logoramento, tende a conseguire la rottura della linea di difesa in corrispondenza dell'ansa di V. Mamon e l'aggiramento a breve raggio delle forze laterali, premesse necessarie per lo sviluppo della manovra strategica da realizzare lanciando in profondità robuste punte corazzate. Iniziata il giorno 16, in corrispondenza dell'ansa, la manovra si svilupperà nei giorni successivi minacciando prima l'ala sinistra del XXXV C.A. poi tutto lo schieramento dell'ala destra dell'Armata.
L'AZIONE NEMICA.
FRONTE DEL II C.A. - Alle ore 6 del 16, il nemico che per tre giorni ha preferito accanirsi contro il fronte della «Cosseria» attacca decisamente la «Ravenna». La «Ravenna» resiste nei suoi capisaldi per circa tre ore; verso le 9 parte dei carri armati riesce a penetrare attraverso la linea di resistenza e più tardi ad arrivare sugli abitati di Krassno Orechowoje, Filonowo, Gadiutsche; una inflessione si produce in corrispondenza della destra del 318° rgt. germanico. La breccia, aperta in corrispondenza di q. 158, si allarga fra Dubowikowka e Gadiutsche. Nel pomeriggio punte corazzate sono avvistate nei pressi di Golyi. I capisaldi ad uno ad uno sul fronte sono circondati, distrutti a cannonate o schiacciati dai carri. Restano sul posto fino all'estremo sacrificio anche i presidi dei capisaldi al centro dell'ansa. L'attacco continua durante la notte. Ma al mattino gli eventi precipitano. Tra le 9 e le 10, la situazione peggiora anche sul fronte della 385a D. germanica (già della D. «Cosseria»), Orobinskij è caduto e Zapkow sta per cadere. Il 17, punte corazzate arrivano al solco del Bogutschar, il 18 si spingono verso ovest risalendo la valle per raggiungere la ferrovia di Kantemirovka.
LA BATTAGLIA DI ROTTURA.
GENERALITA'. Dal 16 al 21 dicembre si sviluppano le operazioni a fondo per rompere il nostro schieramento ed avvolgere l'ala destra dell'Armata. L'azione nemica si manifesta: con un attacco principale sul fronte del II C.A., da dove spinge sul tergo una branca per accerchiare in coordinazione con un'altra partente dal settore della contigua 3a Armata romena, il XXXV e XXIX C.A. e con attacchi sussidiari sul fronte della D. «Pasubio» (XXXV C.A.), della D. «Torino» e della «Celere» (XXIX C.A.). Nel quadro di questa manovra, a largo raggio, l'azione tattica sul fronte del II C.A., partendo dalle condizioni preliminari realizzate con la battaglia di logoramento, tende a conseguire la rottura della linea di difesa in corrispondenza dell'ansa di V. Mamon e l'aggiramento a breve raggio delle forze laterali, premesse necessarie per lo sviluppo della manovra strategica da realizzare lanciando in profondità robuste punte corazzate. Iniziata il giorno 16, in corrispondenza dell'ansa, la manovra si svilupperà nei giorni successivi minacciando prima l'ala sinistra del XXXV C.A. poi tutto lo schieramento dell'ala destra dell'Armata.
L'AZIONE NEMICA.
FRONTE DEL II C.A. - Alle ore 6 del 16, il nemico che per tre giorni ha preferito accanirsi contro il fronte della «Cosseria» attacca decisamente la «Ravenna». La «Ravenna» resiste nei suoi capisaldi per circa tre ore; verso le 9 parte dei carri armati riesce a penetrare attraverso la linea di resistenza e più tardi ad arrivare sugli abitati di Krassno Orechowoje, Filonowo, Gadiutsche; una inflessione si produce in corrispondenza della destra del 318° rgt. germanico. La breccia, aperta in corrispondenza di q. 158, si allarga fra Dubowikowka e Gadiutsche. Nel pomeriggio punte corazzate sono avvistate nei pressi di Golyi. I capisaldi ad uno ad uno sul fronte sono circondati, distrutti a cannonate o schiacciati dai carri. Restano sul posto fino all'estremo sacrificio anche i presidi dei capisaldi al centro dell'ansa. L'attacco continua durante la notte. Ma al mattino gli eventi precipitano. Tra le 9 e le 10, la situazione peggiora anche sul fronte della 385a D. germanica (già della D. «Cosseria»), Orobinskij è caduto e Zapkow sta per cadere. Il 17, punte corazzate arrivano al solco del Bogutschar, il 18 si spingono verso ovest risalendo la valle per raggiungere la ferrovia di Kantemirovka.
Il viaggio del 2011, quota Pisello
Immagini del mio primo viaggio "esplorativo" effettuato nel 2011... Quota Pisello e il monumento dedicato ai caduti sovietici; prima e vera esperienza con il freddo russo che quell'anno toccava temperature di circa 25/30° gradi sottozero ed una percezione ancora maggiore dovuta al vento sempre sempre presente.
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