5 SETTEMBRE - Giornata dedicata ad Arbusowka, la "valle della morte: Arbusovka è una località sconosciuta ai più; contrariamente a Nikolajewka ed al sacrificio degli Alpini è stata “raccontata” poco; fu raggiunta dalla colonna del “blocco nord” il giorno 21 dicembre 1942. Come vedremo successivamente nelle descrizioni riportate dal Mario Bellini nel suo libro “L’aurora a occidente” Arbusovka era ed è geograficamente così strutturata: posta in una valletta fra due linee di colline della lunghezza circa di due chilometri per un’ampiezza di uno; a nord ovvero dalla direzione dalla quale arrivarono le nostre truppe vi era ed è una grande spianata all’epoca ricoperta di neve; Arbusovka bassa si trova nella parte nord, mentre Arbusovka alta è nella parte sud e la strada che le collega è in leggera salita; premesso che Arbusovka fu con il passare delle ore completamente circondata dai russi, quanto meno inizialmente i tedeschi e forse una parte minima delle nostre truppe era posizionate sul versante est delle colline, mentre i russi erano posizionati sul versante ovest; all'incirca a metà del paese parte si estende verso ovest una grossa balca (Romashkina o Mensinchina) che fu all'epoca il luogo dove molti italiani trovarono riparo dai continui bombardamenti sovietici; ad Arbusovka alta le prime isbe da nord verso sud erano occupate dei nostri soldati, mentre le successive erano occupate dai russi; in mezzo la terra di nessuno. Da ottobre 2005 nella “valle della morte” sono state esumate sette fosse comuni con 2.267 caduti ignoti e 45 identificati.
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Trekking ed escursioni in Russia sui campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale
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giovedì 5 settembre 2019
La battaglia del "cappello frigio" 12
ALCUNI CENNI STORICI DELLA BATTAGLIA DEL "CAPPELLO FRIGIO" - Data 17.12.1942: le posizioni vengono mantenute a prescindere; tra l’estrema destra tenuta dal 63° Battaglione CC.NN. d’Assalto e l’estrema sinistra tenuta dai resti di una compagnia dell’80° Reggimento di Fanteria Pasubio corre un vuoto di oltre mezzo chilometro; non ci sono truppe a disposizione e quindi non resta che allungare i rispettivi settori ed indebolire ancor di più la prima linea. “Il posto di blocco stabilito nei pressi del cimitero di guerra sulla strada per Getreide è ancora impegnato. Gli uomini vengono riordinati in reparti e messi in linea nei pressi del camposanto, col compito di arrestare ed eliminare eventuali infiltrazioni nemiche”. Il nemico riprende l’attacco al mattino, ma viene respinto dal fuoco dell’artiglieria italiana; per tutta la giornata è una serie di attacchi e contrattacchi.
Data 18.12.1942: è mezzogiorno quando sul fronte centrale dello schieramento tedesco e del 79° Battaglione CC.NN. d’Assalto i russi attaccano con inaudita violenza; il nemico insiste ma viene respinto lasciando sul terreno morti e feriti. La situazione subisce un ulteriore aggravamento a causa delle ormai continue e diffuse infiltrazioni del nemico, alle quali si cerca di opporre elementi sopraggiunti e meno idonei alla lotta per armamento e per addestramento, come un battaglione del Genio Ferrovieri, tratto dalle retrovie dell'Armata. Nelle ore pomeridiane l’azione esplorante di alcune pattuglie italiane provoca una vivace reazione delle truppe russe e si accendono nuovamente violenti scontri fino al calar della notte.
Data 19.12.1942: ennesimo attacco contro le linee tenute dalla Legione Tagliamento, ma ancora una volta i russi non passano, lasciando sul terreno circa 400 morti; alle ore 14.00 arriva l’ordine di ripiegamento prima su Getreide e successivamente su Medowa; il ripiegamento ha inizio alle ore 16.30; apre la marcia quel che resta del 79° Battaglione CC.NN. d’Assalto, seguito dal 63° Battaglione Armi Accompagnamento, a seguire i resti del 63° Battaglione CC.NN. d’Assalto; la retroguardia è formata da un plotone del 79° e da uno del 63°. A Getreide i reparti si incolonnano con i resti della Divisione Pasubio: ha inizio la ritirata del “blocco nord”!
Data 18.12.1942: è mezzogiorno quando sul fronte centrale dello schieramento tedesco e del 79° Battaglione CC.NN. d’Assalto i russi attaccano con inaudita violenza; il nemico insiste ma viene respinto lasciando sul terreno morti e feriti. La situazione subisce un ulteriore aggravamento a causa delle ormai continue e diffuse infiltrazioni del nemico, alle quali si cerca di opporre elementi sopraggiunti e meno idonei alla lotta per armamento e per addestramento, come un battaglione del Genio Ferrovieri, tratto dalle retrovie dell'Armata. Nelle ore pomeridiane l’azione esplorante di alcune pattuglie italiane provoca una vivace reazione delle truppe russe e si accendono nuovamente violenti scontri fino al calar della notte.
Data 19.12.1942: ennesimo attacco contro le linee tenute dalla Legione Tagliamento, ma ancora una volta i russi non passano, lasciando sul terreno circa 400 morti; alle ore 14.00 arriva l’ordine di ripiegamento prima su Getreide e successivamente su Medowa; il ripiegamento ha inizio alle ore 16.30; apre la marcia quel che resta del 79° Battaglione CC.NN. d’Assalto, seguito dal 63° Battaglione Armi Accompagnamento, a seguire i resti del 63° Battaglione CC.NN. d’Assalto; la retroguardia è formata da un plotone del 79° e da uno del 63°. A Getreide i reparti si incolonnano con i resti della Divisione Pasubio: ha inizio la ritirata del “blocco nord”!
La battaglia del "cappello frigio" 11
ALCUNI CENNI STORICI DELLA BATTAGLIA DEL "CAPPELLO FRIGIO" - Data 16.12.1942: all’alba tutto il settore viene attaccato violentemente dai russi, l'azione si sviluppa con particolare violenza nel tratto di fronte Krassnogorowka - Abrossimowo - Monastyrschina, non preparata da fuoco d'artiglieria, ma appoggiata abbondantemente dalle armi pesanti della fanteria; cadono i caposaldi di destra tenuti dall’80° Reggimento di Fanteria e quelli di sinistra tenuti dal 79° Reggimento di Fanteria; nel frattempo una compagnia del 63° Battaglione CC.NN. d’Assalto attacca e respinge i russi dal caposaldo X; ma i russi intendono a tutti i costi sfondare e tornano nuovamente all’attacco, forti di riserve a quanto pare inesauribili; i reparti così impegnati del 63° Battaglione CC.NN. d’Assalto sono così costretti a ripiegare sul caposaldo Olimpo; qui devono resistere ad oltranza fino a quando non viene stabilita una nuova linea di arresto strutturata da ovest verso est sui resti della 298° Divisione di Fanteria germanica, su un battaglione del 79° Reggimento di Fanteria della Pasubio, sui resti del Gruppo Tagliamento e del Gruppo Montebello.
Contemporaneamente il Gruppo Montebello viene destinato alle dipendenze tattiche dell’80° Reggimento di Fanteria e opera a sostegno dello stesso contro il nemico che si va consolidando sulle quote 175.5, 178.3 e 187.6, sovrastanti il vallone di Artykulnyj Schlucht, che vengono conquistate. Il Comando della Pasubio dispone che l’intero Montebello si schieri dalle propaggini sud orientali di quota 201 fino ad affacciarsi sul vallone Getreide - Monastyrschina; le perdite sofferte ammontano in tutto a 446 unità, pari al 50 per cento degli effettivi dei nuclei tattici. Dal libro “L’aurora a occidente” di Mario Bellini: “Tornai all’osservatorio. Con il cannocchiale spiavo ogni boschetto, ogni canneto, ogni sentiero, ogni spaccatura, ogni passaggio. Il terreno brulicava di nemici che lentamente ma inesorabilmente venivano avanti. Le mitragliatrici e i mortai dei nostri capisaldi li falciavano, ma i colpiti venivano scavalcati da altri soldati. […] Su Olimpo si stava rovesciando un uragano di fuoco. Non tirava un alito di vento e il fumo delle esplosioni ristagnava, irritando gli occhi abbagliati dalle vampe ininterrotte.
Immersa nella fitta caligine, la spianata di Olimpo era percorsa in ogni direzione dai superstiti del caposaldo X, disorientati, terrorizzati, sbandati. Alcuni ufficiali, esausti, cercavano invano di bloccarli. Sulle nostre teste cominciarono a esplodere le granate a shrapnel. Sospese a 10 metri di altezza comparivano come d’incanto delle nuvolette dense, colorate in rosa ciclamino, in violetto o in arancione. Subito dopo le orecchie erano frustate dal rumore delle esplosioni e dai sibili aspri delle centinaia di pallettoni che ci piovevano addosso. Nel cupo frastuono delle esplosioni si diffondevano i lamenti di coloro che erano feriti e che nessuno soccorreva. […] Urlando, sparando colpi in aria, sferrando pugni, dando spintoni e strattoni, bloccammo e ricacciammo gli sbandati verso le trincee di Olimpo, dove già si erano attestati alcuni gruppi di camicie nere”.
Contemporaneamente il Gruppo Montebello viene destinato alle dipendenze tattiche dell’80° Reggimento di Fanteria e opera a sostegno dello stesso contro il nemico che si va consolidando sulle quote 175.5, 178.3 e 187.6, sovrastanti il vallone di Artykulnyj Schlucht, che vengono conquistate. Il Comando della Pasubio dispone che l’intero Montebello si schieri dalle propaggini sud orientali di quota 201 fino ad affacciarsi sul vallone Getreide - Monastyrschina; le perdite sofferte ammontano in tutto a 446 unità, pari al 50 per cento degli effettivi dei nuclei tattici. Dal libro “L’aurora a occidente” di Mario Bellini: “Tornai all’osservatorio. Con il cannocchiale spiavo ogni boschetto, ogni canneto, ogni sentiero, ogni spaccatura, ogni passaggio. Il terreno brulicava di nemici che lentamente ma inesorabilmente venivano avanti. Le mitragliatrici e i mortai dei nostri capisaldi li falciavano, ma i colpiti venivano scavalcati da altri soldati. […] Su Olimpo si stava rovesciando un uragano di fuoco. Non tirava un alito di vento e il fumo delle esplosioni ristagnava, irritando gli occhi abbagliati dalle vampe ininterrotte.
Immersa nella fitta caligine, la spianata di Olimpo era percorsa in ogni direzione dai superstiti del caposaldo X, disorientati, terrorizzati, sbandati. Alcuni ufficiali, esausti, cercavano invano di bloccarli. Sulle nostre teste cominciarono a esplodere le granate a shrapnel. Sospese a 10 metri di altezza comparivano come d’incanto delle nuvolette dense, colorate in rosa ciclamino, in violetto o in arancione. Subito dopo le orecchie erano frustate dal rumore delle esplosioni e dai sibili aspri delle centinaia di pallettoni che ci piovevano addosso. Nel cupo frastuono delle esplosioni si diffondevano i lamenti di coloro che erano feriti e che nessuno soccorreva. […] Urlando, sparando colpi in aria, sferrando pugni, dando spintoni e strattoni, bloccammo e ricacciammo gli sbandati verso le trincee di Olimpo, dove già si erano attestati alcuni gruppi di camicie nere”.
La battaglia del "cappello frigio" 10
ALCUNI CENNI STORICI DELLA BATTAGLIA DEL "CAPPELLO FRIGIO" - Data 15.12.1942: il Gruppo Tagliamento (salvo i reparti indicati in precedenza in data 12.12.1942) rimane ancora in riposo a Getreide per riordinarsi; a seguito dei violenti combattimenti sostenuti dal 6° Battaglione CC.NN. d’Assalto della Montebello e dal dissanguamento delle sue compagnie, il Comando del XXXV Corpo d’Armata ordina alla Legione Tagliamento di sostituire nuovamente il reparto sulle posizioni tenute anche dai fanti del 79° Reggimento di Fanteria della Pasubio; nella giornata si susseguono esclusivamente scambi di colpi di artiglieria fra le opposte parti.
La battaglia del "cappello frigio" 9
ALCUNI CENNI STORICI DELLA BATTAGLIA DEL "CAPPELLO FRIGIO" - Data 14.12.1942: il Gruppo Tagliamento (salvo i reparti indicati in precedenza in data 12.12.1942) rimane sempre in riposo a Getreide per riordinarsi; alla mattina il 6° Battaglione CC.NN. d’Assalto raggiunge Getreide; nella giornata si susseguono esclusivamente scambi di colpi di artiglieria fra le opposte parti.
La battaglia del "cappello frigio" 8
ALCUNI CENNI STORICI DELLA BATTAGLIA DEL "CAPPELLO FRIGIO" - Data 13.12.1942: il Gruppo Tagliamento (salvo i reparti indicati in precedenza in data 12.12.1942) rimane in riposo a Getreide per riordinarsi; durante tutta la giornata il nemico non svolgeva azioni di fanteria, ma sottoponeva Ogalew a continue azioni di artiglieria; alla sera il 6° Battaglione CC.NN. d’Assalto veniva sostituito dal XV Battaglione Guastatori di Fanteria di Corpo d’Armata.
La battaglia del "cappello frigio" 7
ALCUNI CENNI STORICI DELLA BATTAGLIA DEL "CAPPELLO FRIGIO" - Data 12.12.1942: il comandante del XXXV Corpo d’Armata comanda che il 6° Battaglione CC.NN. d’Assalto della Montebello, rinforzato da mitraglieri, guastatori e flammieri, deve rioccupare l’abitato di Ogalew; alle ore 9.00 i reparti muovono all'attacco e dopo due ore di combattimenti il nemico è ricacciato; l’abitato viene abbandonato da entrambe le parti; il caposaldo Olimpo viene nuovamente bombardato dalle artiglierie russe; nel frattempo dal caposaldo 1 e 2 viene segnalata la presenza di tre carri armati russi che vengono presto immobilizzati dall'artiglieria italiana.
Alla sera il Gruppo Tagliamento rientra a Getreide, salvo alcuni reparti così dislocati: 1a Compagnia del 63° Battaglione CC.NN. d’Assalto, 183a Compagnia Mitraglieri e una squadra cannoni del 63° Battaglione Armi Accompagnamento al caposaldo X; un plotone fucilieri ed una squadra mitraglieri del 79° Battaglione CC.NN. d’Assalto al caposaldo 2; 2a Compagnia del 79° Battaglione CC.NN. d’Assalto e un plotone mortai del 63° Battaglione Armi Accompagnamento al caposaldo Venere; un plotone fucilieri ed una squadra mitraglieri del 79° Battaglione CC.NN. d’Assalto al caposaldo 3; un plotone cannoni del 63° Battaglione Armi Accompagnamento al caposaldo Olimpo.
Alla sera il Gruppo Tagliamento rientra a Getreide, salvo alcuni reparti così dislocati: 1a Compagnia del 63° Battaglione CC.NN. d’Assalto, 183a Compagnia Mitraglieri e una squadra cannoni del 63° Battaglione Armi Accompagnamento al caposaldo X; un plotone fucilieri ed una squadra mitraglieri del 79° Battaglione CC.NN. d’Assalto al caposaldo 2; 2a Compagnia del 79° Battaglione CC.NN. d’Assalto e un plotone mortai del 63° Battaglione Armi Accompagnamento al caposaldo Venere; un plotone fucilieri ed una squadra mitraglieri del 79° Battaglione CC.NN. d’Assalto al caposaldo 3; un plotone cannoni del 63° Battaglione Armi Accompagnamento al caposaldo Olimpo.
La battaglia del "cappello frigio" 6
ALCUNI CENNI STORICI DELLA BATTAGLIA DEL "CAPPELLO FRIGIO" - Data 11.12.1942: inizia l’offensiva russa contro le postazioni italiane; dal libro “L’aurora a occidente” di Mario Bellini: “Da un silenzio ovattato si passò di colpo all'uragano. Centinaia di tuoni intrecciati e sovrapposti percossero le mie orecchie. Grosse granate esplosero intorno all'osservatorio. La terra tremò come scossa dal terremoto. Le vampe, i boati e il fumo trasformarono Olimpo in un vulcano. Su un fronte di una trentina di chilometri, da Krasnogorovka ad Abrossimovo, il terreno ribolliva.
L’osservatorio era l’obiettivo di due batterie che mi scaraventavano addosso otto granate ogni 30 secondi”. Gli attacchi sono meno intensi verso Krasnogorovka e più intensi verso Ogalew; gli italiani rispondono con il fuoco di sbarramento di tre gruppi di artiglieria posizionati alle spalle del fronte. Fin dalla primissima mattina il 79° Battaglione CC.NN. d’Assalto della Tagliamento viene posizionato con tre compagnie presso i capisaldi X e Olimpo; all'alba i sovietici riprendono gli attacchi sia contro Ogalew che più ad est sulla sponda destra del Don; ad est l’attacco viene stroncato grazie agli intensi bombardamenti dell’artiglieria italiana, mentre attorno a Ogalew e dopo diversi scontri i sovietici riescono a sommergere le difese italiane e ad occupare quasi per intero l’abitato.
Da Ogalew i russi si preparano all'attacco in direzione dei capisaldi X e Venere, ma la pronta reazione dei nostri soldati, li costrinse a ripiegare sulle posizioni di partenza; il compito della riconquista è affidato alla Tagliamento che si sposta in forze al caposaldo X; l’attacco viene condotto alle ore 15.30 dalle compagnie del 63° Battaglione CC.NN. sulla sinistra, al centro dal 63° Battaglione Armi Accompagnamento, dalle compagnie del 79° Battaglione CC.NN. sulla destra; Ogalew presa d’assalto viene liberata e i pochi fanti della Pasubio ancora presenti nelle rovine dell’abitato sfuggono alla prigionia ormai certa; attorno alle ore 21.00 un nuovo attacco sovietico all'abitato costringe i difensori a ripiegare sulle posizioni della mattina e così i resti del 79° Battaglione CC.NN. sono costretti a rientrare al caposaldo X; l’intervento di due compagnie del 63° Battaglione CC.NN. contiene l’avanzata nemica, ma tutte le compagnie impegnate nella difesa di Ogalew, nella notte, sono costrette a rientrare nel caposaldo X per la pressione del nemico.
L’osservatorio era l’obiettivo di due batterie che mi scaraventavano addosso otto granate ogni 30 secondi”. Gli attacchi sono meno intensi verso Krasnogorovka e più intensi verso Ogalew; gli italiani rispondono con il fuoco di sbarramento di tre gruppi di artiglieria posizionati alle spalle del fronte. Fin dalla primissima mattina il 79° Battaglione CC.NN. d’Assalto della Tagliamento viene posizionato con tre compagnie presso i capisaldi X e Olimpo; all'alba i sovietici riprendono gli attacchi sia contro Ogalew che più ad est sulla sponda destra del Don; ad est l’attacco viene stroncato grazie agli intensi bombardamenti dell’artiglieria italiana, mentre attorno a Ogalew e dopo diversi scontri i sovietici riescono a sommergere le difese italiane e ad occupare quasi per intero l’abitato.
Da Ogalew i russi si preparano all'attacco in direzione dei capisaldi X e Venere, ma la pronta reazione dei nostri soldati, li costrinse a ripiegare sulle posizioni di partenza; il compito della riconquista è affidato alla Tagliamento che si sposta in forze al caposaldo X; l’attacco viene condotto alle ore 15.30 dalle compagnie del 63° Battaglione CC.NN. sulla sinistra, al centro dal 63° Battaglione Armi Accompagnamento, dalle compagnie del 79° Battaglione CC.NN. sulla destra; Ogalew presa d’assalto viene liberata e i pochi fanti della Pasubio ancora presenti nelle rovine dell’abitato sfuggono alla prigionia ormai certa; attorno alle ore 21.00 un nuovo attacco sovietico all'abitato costringe i difensori a ripiegare sulle posizioni della mattina e così i resti del 79° Battaglione CC.NN. sono costretti a rientrare al caposaldo X; l’intervento di due compagnie del 63° Battaglione CC.NN. contiene l’avanzata nemica, ma tutte le compagnie impegnate nella difesa di Ogalew, nella notte, sono costrette a rientrare nel caposaldo X per la pressione del nemico.
La battaglia del "cappello frigio" 5
ALCUNI CENNI STORICI DELLA BATTAGLIA DEL "CAPPELLO FRIGIO" - Data 10.12.1942: alle ore 4.30 i reparti (3 compagnie del 30° Battaglione CC.NN. d’Assalto più aliquote di guastatori e di flammieri) partono dalle posizioni assegnate (caposaldi 3 in direzione ovest e Zeta in direzione ovest e nord-est) e irrompono sul nemico, costringendolo alla fuga; i sovietici reagiscono con due attacchi alle ore 6.00 e alle ore 9.00 ma senza successo; alle ore 11.00 i sovietici contrattaccano e per le ore 12.00 gli scontri terminano con il rientro di tutti i reparti; visto l’alto numero di perdite il 30° Battaglione CC.NN. d’Assalto deve essere sostituito.
La battaglia del "cappello frigio" 4
ALCUNI CENNI STORICI DELLA BATTAGLIA DEL "CAPPELLO FRIGIO" - Data 09.12.1942: si predispone l’attacco alle forze sovietiche per alleggerire la situazione delle truppe italiane dislocate sul “cappello frigio”; il Colonnello Mazzocchi del 79° Reggimento di Fanteria della Divisione Pasubio illustra l’azione del giorno dopo ai comandanti dei reparti impegnati; obiettivo: distruggere le posizioni nemiche, procurandogli il maggior numero di perdite e catturando dei prigionieri.
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