Comprensivo di una dettagliata cartina delle operazioni... nelle prossime settimane pubblicherò i contenuti perché tutti possano almeno leggerli.
Dal 2011 camminiamo in Russia e ci regaliamo emozioni
Trekking ed escursioni in Russia sui campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale
Danilo Dolcini - Phone 349.6472823 - Email danilo.dolcini@gmail.com - FB Un italiano in Russia
venerdì 18 dicembre 2020
L'8 Armata nella II battaglia difensiva del Don
Arrivato oggi... "L'8 Armata Italiana nella Seconda Battaglia Difensiva del Don (11 Dicembre 1942 - 31 Gennaio 1943), Ministero della Difesa, Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico, Roma 1946.
giovedì 17 dicembre 2020
Ricordi, parte 10
Le vecchie isbe sono tutte uguali fra loro; sono un pezzo di storia che si è cristallizzato nel gelo delle Russia. A volte capita di trovarne una fuori da un paese particolarmente segnata dal tempo, isolata, nascosta, come a testimoniare un tempo che fu. Il pensiero corre sempre a loro e ti chiedi se lì dentro 75 e passa anni fa qualcuno dei nostri soldati ha trovato riparo per una notte, se qualcuno di loro si è addormentato per mai più risvegliarsi. Ti allontani dal gruppo e vuoi vedere all'interno come quasi a sperare di scorgerli ma senza essere visto, di poterne osservare anche un solo che ti sorride per ringraziarti di essere tornato lì per loro. Ma non c'è mai nessuno, e puoi solo cercare di immaginarti una delle tante scene lette nei libri. Anche questo è andare in Russia.
Campi di prigionia e fosse comuni, parte 4
Grazie al permesso ottenuto dai vertici di U.N.I.R.R. Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia, di cui faccio orgogliosamente parte, pubblico la quarta parte di questo interessantissimo documento relativo ai "campi di prigionia e fosse comuni dello CSIR e dell'ARMIR": l'elenco dei lager sovietici ordinati per numero di decessi e la mappa della relativa dislocazione.
mercoledì 16 dicembre 2020
Forze contrapposte al 16.12.1942
Per comprendere appieno cosa accadde in queste ore ben 78 anni fa ai nostri soldati schierati sul Don è necessario avvalersi come sempre dei numeri; la conclusione non poteva essere che quella che fu. Abbiate la pazienza di leggere tutte queste cifre perché é ciò che si riversò contro molti dei vostri padri, nonni e zii.
LE FORZE CONTRAPPOSTE - UNITA ITALIANE E TEDESCHE.
Alla sera del 10 dicembre, vigilia dell'inizio della battaglia, le forze inquadrate nell'8a Armata italiana erano schierate sul Don nel seguente ordine (da nord a sud):
CORPO D'ARMATA ALPINO:
Divisione alpina Tridentina, con i reggimenti alpini 6° e 5° ed il 2° reggimento di artiglieria alpina; Divisione alpina Iulia, con i reggimenti alpini 9° ed 8° ed il 3° reggimento di artiglieria alpina; Divisione alpina Cuneense con i reggimenti alpini 1° e 2° ed il 4° reggimento di artiglieria alpina.
Il Corpo d' Armata Alpino comprendeva organicamente anche l'11° raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata e gli erano stati assegnati in rinforzo i seguenti reparti: battaglione alpini sciatori Monte Cervino; gruppo di squadroni appiedati, di formazione, del raggruppamento a cavallo; reggimento artiglieria a cavallo; XXXII gruppo cannoni da 149/40 del 9° raggruppamento artiglieria d'Armata; XXIV gruppo cannoni da 149/28 del 9° raggruppamento; 612° reggimento artiglieria tedesco, su 2 gruppi. Infine, in seconda schiera, alle spalle del Corpo d'Armata, a disposizione del Comando d'Armata: la Divisione di fanteria Vicenza (priva di artiglierie).
In totale: 26 battaglioni fucilieri; 54 batterie con 216 bocche da fuoco d'artiglieria; nessun mezzo corazzato.
II CORPO D'ARMATA:
Divisione di fanteria Cosseria, con i reggimenti di fanteria 89° e 90° Salerno ed il 108° reggimento artiglieria divisionale, rinforzata dal 318° reggimento granatieri tedesco (3 battaglioni); Divisione di fanteria Ravenna, con i reggimenti di fanteria 38° e 37° Ravenna ed il 121° reggimento artiglieria divisionale, rinforzata da 3 compagnie controcarro tedesche (22 pezzi in totale).
Il II Corpo d'Armata comprendeva anche organicamente: II battaglione guastatori; 2° raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata; raggruppamento cc.nn. 23 Marzo; gli erano stati assegnati in rinforzo: III gruppo del 201° reggimento artiglieria motorizzato controcarro; XXXI gruppo cannoni da 149/40 del 9° raggruppamento artiglieria d'Armata; 101° compagnia genio-traghettatori.
In totale: 20 battaglioni fucilieri; 33 batterie con 132 bocche da fuoco d'artiglieria; nessun mezzo corazzato.
XXXV CORPO CSIR:
298a Divisione di fanteria tedesca, con i reggimenti 525°, 526° e 527° granatieri, 298° artiglieria e 298° gruppo caccia-carri; Divisione autotrasportabile Pasubio, con i reggimenti di fanteria 79° ed 80° Roma e l'8° reggimento artiglieria divisionale.
Il XXXV Corpo d'Armata comprendeva anche organicamente: XV battaglione guastatori; 30° raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata; raggruppamento cc.nn. 3 Gennaio; e gli erano stati assegnati in rinforzo: XXXIV gruppo cannoni da 149/40 del 9° raggruppamento artiglieria d'Armata; L gruppo cannoni da 149/28 del 9° raggruppamento.
In totale: 20 battaglioni fucilieri; 39 batterie con 156 bocche da fuoco d'artiglieria; nessun mezzo corazzato.
XXIX CORPO D'ARMATA TEDESCO:
Divisione autotrasportabile Torino, con i reggimenti di fanteria 81° e 82° Torino ed il 52° reggimento artiglieria divisionale; 3a Divisione Celere Principe Amedeo Duca d'Aosta, con i reggimenti bersaglieri, 3° e 6°, il 120° reggimento artiglieria motorizzato, il XLVII battaglione bersaglieri motociclisti, il LXVII battaglione bersaglieri corazzato carri L/6, il XIII gruppo semoventi da 47/32, rinforzata dalla legione croata; Divisione di fanteria Sforzesca, con i reggimenti di fanteria 53° e 54° Umbria ed il 17° reggimento artiglieria divisionale.
Al XXIX Corpo d'Armata era stato assegnato in rinforzo il LXXIII gruppo obici da 210/22 del 9° raggruppamento artiglieria d'Armata.
In totale: 20 battaglioni fucilieri; 30 batterie con 120 bocche da fuoco d'artiglieria; 50 mezzi corazzati.
Complessivamente l'8a ARMATA disponeva di: 86 battaglioni fucilieri; 156 batterie con 624 bocche da fuoco d'artiglieria; 50 mezzi corazzati. Inoltre, nel suo settore era dislocata, con riserva d'impiego, la 27° Divisione corazzata tedesca, dotata in tutto, in quel periodo, di mezzi corazzati di vario tipo.
LE FORZE CONTRAPPOSTE - UNITA SOVIETICHE.
Sul tratto di fronte dell'8a Armata affidato al II Corpo d'Armata, prescelto dal Comando sovietico per operare la rottura delle difese italiane, erano schierate forze avversarie appartenenti a due Fronti. In particolare:
- contro il settore della Divisione Cosseria era schierata 6a Armata, del Fronte di Voronez, con:
. in prima schiera: XV Corpo d'Armata (Divisioni 172a, 267a e 350a); 127a Divisione fucilieri; CXV Brigata corazzata; reggimenti autonomi fucilieri motorizzati 82° e 212°;
. in seconda schiera: XVII Corpo d'Armata corazzato (Brigate corazzate LXVI, LXVII, CLXXV e XXXI Brigata fucilieri motorizzata);
. in riserva: 160a Divisione fucilieri.
In totale: 45 battaglioni fucilieri; 7 battaglioni fucilieri motorizzati; 839 bocche da fuoco tra artiglierie e mortai (343 pezzi di artiglieria da 75 mm ed oltre e mortai da 82 e 120 mm, con una densità di 6,2 pezzi ogni 100 metri); 250 carri armati, dei quali in appoggio diretto della fanteria.
- contro il settore della Divisione Ravenna erano schierate unità appartenenti alla Ia Armata Guardie, del Fronte Sud - Ovest, con:
. in prima schiera: IV Corpo d'Armata Guardie (41a Divisione Guardie e 195a Divisione fucilieri); VI Corpo d'Armata Guardie (44a Divisione Guardie e 1a Divisione fucilieri);
. in seconda schiera: XVIII Corpo d'Armata corazzato (Brigate corazzate CX, CLXX, CLXXX e XXXII Brigata fucilieri motorizzata); XXIV Corpo d'Armata corazzato (IV Brigata corazzata Guardie, LIV e CXXX Brigata corazzata, XXIV Brigata fucilieri motorizzata); XXV corpo d'Armata corazzato (CXI, CLXII, CLXXV Brigata corazzata e XVI Brigata fucilieri motorizzata);
. in riserva: 35a Divisione Guardie.
In totale: 45 battaglioni fucilieri; 18 battaglioni fucilieri motorizzati; 1.226 bocche da fuoco tra artiglierie e mortai (467 pezzi di artiglieria da 76 mm ed oltre e 759 mortai da 82 e 120 mm, con una densità di 4,2 pezzi per ogni 100 metri); 504 carri armati dei quali 71 in appoggio diretto alla fanteria.
Complessivamente, operavano contro il II Corpo d'Armata italiano: 90 battaglioni fucilieri; 25 battaglioni fucilieri motorizzati; 30 battaglioni carri armati con 754 carri in totale; 2.065 bocche da fuoco tra artiglierie e mortai (1.255 mortai da 82 e da 120 mm e 810 pezzi di artiglieria da 75 mm ed oltre); 300 cannoni controcarro; 200 lanciarazzi multipli.
In sintesi, contro le due Divisioni italiane Cosseria e Ravenna verranno lanciate dieci Divisioni fucilieri, tredici Brigate corazzate, quattro Brigate fucilieri motorizzate, due reggimenti corazzati autonomi, col rapporto rapporto numerico di forze, rispetto all'avversario tracciato nello specchio riportato di seguito. Altre due Divisioni fucilieri (la 38a e la 153a) e due reggimenti di fanteria autonomi (il 126° e il 141°) operavano contro la Pasubio.
Tratto da "Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941-1943)".
LE FORZE CONTRAPPOSTE - UNITA ITALIANE E TEDESCHE.
Alla sera del 10 dicembre, vigilia dell'inizio della battaglia, le forze inquadrate nell'8a Armata italiana erano schierate sul Don nel seguente ordine (da nord a sud):
CORPO D'ARMATA ALPINO:
Divisione alpina Tridentina, con i reggimenti alpini 6° e 5° ed il 2° reggimento di artiglieria alpina; Divisione alpina Iulia, con i reggimenti alpini 9° ed 8° ed il 3° reggimento di artiglieria alpina; Divisione alpina Cuneense con i reggimenti alpini 1° e 2° ed il 4° reggimento di artiglieria alpina.
Il Corpo d' Armata Alpino comprendeva organicamente anche l'11° raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata e gli erano stati assegnati in rinforzo i seguenti reparti: battaglione alpini sciatori Monte Cervino; gruppo di squadroni appiedati, di formazione, del raggruppamento a cavallo; reggimento artiglieria a cavallo; XXXII gruppo cannoni da 149/40 del 9° raggruppamento artiglieria d'Armata; XXIV gruppo cannoni da 149/28 del 9° raggruppamento; 612° reggimento artiglieria tedesco, su 2 gruppi. Infine, in seconda schiera, alle spalle del Corpo d'Armata, a disposizione del Comando d'Armata: la Divisione di fanteria Vicenza (priva di artiglierie).
In totale: 26 battaglioni fucilieri; 54 batterie con 216 bocche da fuoco d'artiglieria; nessun mezzo corazzato.
II CORPO D'ARMATA:
Divisione di fanteria Cosseria, con i reggimenti di fanteria 89° e 90° Salerno ed il 108° reggimento artiglieria divisionale, rinforzata dal 318° reggimento granatieri tedesco (3 battaglioni); Divisione di fanteria Ravenna, con i reggimenti di fanteria 38° e 37° Ravenna ed il 121° reggimento artiglieria divisionale, rinforzata da 3 compagnie controcarro tedesche (22 pezzi in totale).
Il II Corpo d'Armata comprendeva anche organicamente: II battaglione guastatori; 2° raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata; raggruppamento cc.nn. 23 Marzo; gli erano stati assegnati in rinforzo: III gruppo del 201° reggimento artiglieria motorizzato controcarro; XXXI gruppo cannoni da 149/40 del 9° raggruppamento artiglieria d'Armata; 101° compagnia genio-traghettatori.
In totale: 20 battaglioni fucilieri; 33 batterie con 132 bocche da fuoco d'artiglieria; nessun mezzo corazzato.
XXXV CORPO CSIR:
298a Divisione di fanteria tedesca, con i reggimenti 525°, 526° e 527° granatieri, 298° artiglieria e 298° gruppo caccia-carri; Divisione autotrasportabile Pasubio, con i reggimenti di fanteria 79° ed 80° Roma e l'8° reggimento artiglieria divisionale.
Il XXXV Corpo d'Armata comprendeva anche organicamente: XV battaglione guastatori; 30° raggruppamento artiglieria di Corpo d'Armata; raggruppamento cc.nn. 3 Gennaio; e gli erano stati assegnati in rinforzo: XXXIV gruppo cannoni da 149/40 del 9° raggruppamento artiglieria d'Armata; L gruppo cannoni da 149/28 del 9° raggruppamento.
In totale: 20 battaglioni fucilieri; 39 batterie con 156 bocche da fuoco d'artiglieria; nessun mezzo corazzato.
XXIX CORPO D'ARMATA TEDESCO:
Divisione autotrasportabile Torino, con i reggimenti di fanteria 81° e 82° Torino ed il 52° reggimento artiglieria divisionale; 3a Divisione Celere Principe Amedeo Duca d'Aosta, con i reggimenti bersaglieri, 3° e 6°, il 120° reggimento artiglieria motorizzato, il XLVII battaglione bersaglieri motociclisti, il LXVII battaglione bersaglieri corazzato carri L/6, il XIII gruppo semoventi da 47/32, rinforzata dalla legione croata; Divisione di fanteria Sforzesca, con i reggimenti di fanteria 53° e 54° Umbria ed il 17° reggimento artiglieria divisionale.
Al XXIX Corpo d'Armata era stato assegnato in rinforzo il LXXIII gruppo obici da 210/22 del 9° raggruppamento artiglieria d'Armata.
In totale: 20 battaglioni fucilieri; 30 batterie con 120 bocche da fuoco d'artiglieria; 50 mezzi corazzati.
Complessivamente l'8a ARMATA disponeva di: 86 battaglioni fucilieri; 156 batterie con 624 bocche da fuoco d'artiglieria; 50 mezzi corazzati. Inoltre, nel suo settore era dislocata, con riserva d'impiego, la 27° Divisione corazzata tedesca, dotata in tutto, in quel periodo, di mezzi corazzati di vario tipo.
LE FORZE CONTRAPPOSTE - UNITA SOVIETICHE.
Sul tratto di fronte dell'8a Armata affidato al II Corpo d'Armata, prescelto dal Comando sovietico per operare la rottura delle difese italiane, erano schierate forze avversarie appartenenti a due Fronti. In particolare:
- contro il settore della Divisione Cosseria era schierata 6a Armata, del Fronte di Voronez, con:
. in prima schiera: XV Corpo d'Armata (Divisioni 172a, 267a e 350a); 127a Divisione fucilieri; CXV Brigata corazzata; reggimenti autonomi fucilieri motorizzati 82° e 212°;
. in seconda schiera: XVII Corpo d'Armata corazzato (Brigate corazzate LXVI, LXVII, CLXXV e XXXI Brigata fucilieri motorizzata);
. in riserva: 160a Divisione fucilieri.
In totale: 45 battaglioni fucilieri; 7 battaglioni fucilieri motorizzati; 839 bocche da fuoco tra artiglierie e mortai (343 pezzi di artiglieria da 75 mm ed oltre e mortai da 82 e 120 mm, con una densità di 6,2 pezzi ogni 100 metri); 250 carri armati, dei quali in appoggio diretto della fanteria.
- contro il settore della Divisione Ravenna erano schierate unità appartenenti alla Ia Armata Guardie, del Fronte Sud - Ovest, con:
. in prima schiera: IV Corpo d'Armata Guardie (41a Divisione Guardie e 195a Divisione fucilieri); VI Corpo d'Armata Guardie (44a Divisione Guardie e 1a Divisione fucilieri);
. in seconda schiera: XVIII Corpo d'Armata corazzato (Brigate corazzate CX, CLXX, CLXXX e XXXII Brigata fucilieri motorizzata); XXIV Corpo d'Armata corazzato (IV Brigata corazzata Guardie, LIV e CXXX Brigata corazzata, XXIV Brigata fucilieri motorizzata); XXV corpo d'Armata corazzato (CXI, CLXII, CLXXV Brigata corazzata e XVI Brigata fucilieri motorizzata);
. in riserva: 35a Divisione Guardie.
In totale: 45 battaglioni fucilieri; 18 battaglioni fucilieri motorizzati; 1.226 bocche da fuoco tra artiglierie e mortai (467 pezzi di artiglieria da 76 mm ed oltre e 759 mortai da 82 e 120 mm, con una densità di 4,2 pezzi per ogni 100 metri); 504 carri armati dei quali 71 in appoggio diretto alla fanteria.
Complessivamente, operavano contro il II Corpo d'Armata italiano: 90 battaglioni fucilieri; 25 battaglioni fucilieri motorizzati; 30 battaglioni carri armati con 754 carri in totale; 2.065 bocche da fuoco tra artiglierie e mortai (1.255 mortai da 82 e da 120 mm e 810 pezzi di artiglieria da 75 mm ed oltre); 300 cannoni controcarro; 200 lanciarazzi multipli.
In sintesi, contro le due Divisioni italiane Cosseria e Ravenna verranno lanciate dieci Divisioni fucilieri, tredici Brigate corazzate, quattro Brigate fucilieri motorizzate, due reggimenti corazzati autonomi, col rapporto rapporto numerico di forze, rispetto all'avversario tracciato nello specchio riportato di seguito. Altre due Divisioni fucilieri (la 38a e la 153a) e due reggimenti di fanteria autonomi (il 126° e il 141°) operavano contro la Pasubio.
Tratto da "Le operazioni delle unità italiane al fronte russo (1941-1943)".
martedì 15 dicembre 2020
Onori ad Antonio Sciorilli
Ricevo oggi una bellissima email dalla Signora Eugenia, figlia di un reduce sopravvissuto dell'ARMIR. E' una di quelle email che mi riempiono di emozioni, sia per quello che mi scrive, sia nel leggere quanta ammirazione può provare una figlia per il padre. Sciorilli Antonio era inquadrato nell'80° Reggimento di Fanteria della Divisione Pasubio con il grado di caporal maggiore.
Fu insignito di Medaglia d'Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: "Comandante di squadra fucilieri rinforzata costituitasi in caposaldo, pressato da forze preponderanti, riusciva, con ripetute ardite azioni all’arma bianca a rintuzzare l’aggressività nemica. Gravemente menomato da ferita al viso, che ne pregiudicava seriamente le facoltà visive, rifiutava ogni soccorso e alla testa dei suoi indomiti fanti, conteneva, con violento contrassalto il rinnovato impeto avversario ai bordi del caposaldo. Nuovamente attaccato, sicuro di non poter ricevere aiuto di sorta, fidava ancora una volta sulle sue residue forze e sull’ardore dei suoi valorosi, che trascinava in impari lotta corpo a corpo. Esausto e quasi sopraffatto, rientrava nelle postazioni dalle quali, con stoica fermezza, alimentava la strenua resistenza. Rimasto cieco, i compagni edificati dall’eroico contegno, lo sottraevano tra inenarrabili sacrifici alla furia nemica. Esemplare per cosciente valore e singolare spirito di dedizione al dovere. Don - Nord di Getreide (Russia), 16 dicembre 1942".
Non ne conoscevo la storia, ma mi emoziona leggerne le vicende. Antonio nasce a Sant'Eusanio del Sangro (Chieti) nel 1916; prestò servizio di leva dal maggio 1937 all'agosto del 1938 presso il reparto distrettuale di Cuneo. Nel giugno 1940, richiamato ed assegnato al XXXVI battaglione distrettuale di Roma, fu trasferito nell'agosto 1941 all'82° fanteria a Bracciano dove fu promosso caporale. Passato nel dicembre dello stesso anno all'80° fanteria Pasubio, partiva nel gennaio successivo per il fronte russo. Promosso caporal maggiore nel luglio 1942 e nominato caposquadra fucilieri, fu gravemente ferito al viso con la perdita della vista in combattimento sul Don il 16 dicembre. Ricoverato all'ospedale militare di riserva di Stalino, rimpatriava il 20 gennaio 1943 per trasferimento all'ospedale militare del Celio di Roma. Dimesso il 30 marzo, fu collocato in congedo assoluto il 30 giugno 1943. Nominato componente della Commissione Esecutiva dell'Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra, risiedette a Roma. Altre decorazioni: Aiutante di battaglia per meriti di guerra (Fronte Russo, 1942). Si spense nel suo paese natale, Sant'Eusanio del Sangro (Chieti) il 26 agosto 1994, a 78 anni.
Fu insignito di Medaglia d'Oro al Valor Militare con la seguente motivazione: "Comandante di squadra fucilieri rinforzata costituitasi in caposaldo, pressato da forze preponderanti, riusciva, con ripetute ardite azioni all’arma bianca a rintuzzare l’aggressività nemica. Gravemente menomato da ferita al viso, che ne pregiudicava seriamente le facoltà visive, rifiutava ogni soccorso e alla testa dei suoi indomiti fanti, conteneva, con violento contrassalto il rinnovato impeto avversario ai bordi del caposaldo. Nuovamente attaccato, sicuro di non poter ricevere aiuto di sorta, fidava ancora una volta sulle sue residue forze e sull’ardore dei suoi valorosi, che trascinava in impari lotta corpo a corpo. Esausto e quasi sopraffatto, rientrava nelle postazioni dalle quali, con stoica fermezza, alimentava la strenua resistenza. Rimasto cieco, i compagni edificati dall’eroico contegno, lo sottraevano tra inenarrabili sacrifici alla furia nemica. Esemplare per cosciente valore e singolare spirito di dedizione al dovere. Don - Nord di Getreide (Russia), 16 dicembre 1942".
Non ne conoscevo la storia, ma mi emoziona leggerne le vicende. Antonio nasce a Sant'Eusanio del Sangro (Chieti) nel 1916; prestò servizio di leva dal maggio 1937 all'agosto del 1938 presso il reparto distrettuale di Cuneo. Nel giugno 1940, richiamato ed assegnato al XXXVI battaglione distrettuale di Roma, fu trasferito nell'agosto 1941 all'82° fanteria a Bracciano dove fu promosso caporale. Passato nel dicembre dello stesso anno all'80° fanteria Pasubio, partiva nel gennaio successivo per il fronte russo. Promosso caporal maggiore nel luglio 1942 e nominato caposquadra fucilieri, fu gravemente ferito al viso con la perdita della vista in combattimento sul Don il 16 dicembre. Ricoverato all'ospedale militare di riserva di Stalino, rimpatriava il 20 gennaio 1943 per trasferimento all'ospedale militare del Celio di Roma. Dimesso il 30 marzo, fu collocato in congedo assoluto il 30 giugno 1943. Nominato componente della Commissione Esecutiva dell'Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra, risiedette a Roma. Altre decorazioni: Aiutante di battaglia per meriti di guerra (Fronte Russo, 1942). Si spense nel suo paese natale, Sant'Eusanio del Sangro (Chieti) il 26 agosto 1994, a 78 anni.
16 Dicembre 1942
Il 16 Dicembre 1942 dovrebbe essere una di quelle date che ogni italiano conserva nella memoria... lo so chiedo troppo, riprovo...
Il 16 Dicembre 1942 dovrebbe essere una di quelle date che lo Stato italiano celebra come una ricorrenza, una triste ricorrenza, ma celebra, ricorda, tramanda alle nuove generazioni, perché nulla di tutto ciò debba più accadere... no non è neanche così...
Il 16 Dicembre 1942 è una data che poche persone ormai ricordano; siamo noi quelle persone! Quelle persone che hanno perso un padre, un nonno, uno zio in Russia, quelle persone che non hanno perso nessuno ma vogliono ricordare e non dimenticare. Si lo so qualcuno ce li ha mandati e qualcuno ce li ha tenuti, e non sono affatto responsabilità da poco, anzi... ma a me piacerebbe tanto che, consapevoli delle gravissime colpe di chi fece troppo o chi non fece abbastanza, fosse una data veramente sentita e da ricordare ogni anno.
Perché dal 16 Dicembre iniziò tutto... scattava l’Operazione Piccolo Saturno, nome in codice assegnato dai sovietici alla seconda grande offensiva della campagna invernale nel settore meridionale del fronte orientale nel quadro della lunga battaglia di Stalingrado, durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’operazione era una variante ridotta dell’originale e molto più ambiziosa operazione Saturno; decisa dal Quartier Generale delle forze armate sovietiche il 2 dicembre 1942, prevedeva un’offensiva in due tempi con obiettivo finale Rostov per schiacciare le forze italiane dell’ARMIR e le residue truppe rumene, e quindi tagliare fuori e distruggere i due raggruppamenti tedeschi del Don, il Gruppo d’Armate Don che tentava di soccorrere la 6a Armata accerchiata a Stalingrado e il Gruppo d’Armate A del Caucaso.
Dopo una serie di attacchi iniziati dall’11 Dicembre, l'offensiva coinvolse le truppe italiane dell’ARMIR, provocandone in pochi giorni il crollo, con conseguente irruzione in profondità nelle retrovie tedesche dei corpi corazzati e meccanizzati sovietici. Il successo dell’operazione decretò definitivamente il fallimento dei piani di salvataggio tedeschi della 6a Armata intrappolata a Stalingrado, e per noi italiani una delle sconfitte più gravi e sanguinose mai subite dal Regio Esercito.
Il 16 Dicembre 1942 dovrebbe essere una di quelle date che lo Stato italiano celebra come una ricorrenza, una triste ricorrenza, ma celebra, ricorda, tramanda alle nuove generazioni, perché nulla di tutto ciò debba più accadere... no non è neanche così...
Il 16 Dicembre 1942 è una data che poche persone ormai ricordano; siamo noi quelle persone! Quelle persone che hanno perso un padre, un nonno, uno zio in Russia, quelle persone che non hanno perso nessuno ma vogliono ricordare e non dimenticare. Si lo so qualcuno ce li ha mandati e qualcuno ce li ha tenuti, e non sono affatto responsabilità da poco, anzi... ma a me piacerebbe tanto che, consapevoli delle gravissime colpe di chi fece troppo o chi non fece abbastanza, fosse una data veramente sentita e da ricordare ogni anno.
Perché dal 16 Dicembre iniziò tutto... scattava l’Operazione Piccolo Saturno, nome in codice assegnato dai sovietici alla seconda grande offensiva della campagna invernale nel settore meridionale del fronte orientale nel quadro della lunga battaglia di Stalingrado, durante la Seconda Guerra Mondiale.
L’operazione era una variante ridotta dell’originale e molto più ambiziosa operazione Saturno; decisa dal Quartier Generale delle forze armate sovietiche il 2 dicembre 1942, prevedeva un’offensiva in due tempi con obiettivo finale Rostov per schiacciare le forze italiane dell’ARMIR e le residue truppe rumene, e quindi tagliare fuori e distruggere i due raggruppamenti tedeschi del Don, il Gruppo d’Armate Don che tentava di soccorrere la 6a Armata accerchiata a Stalingrado e il Gruppo d’Armate A del Caucaso.
Dopo una serie di attacchi iniziati dall’11 Dicembre, l'offensiva coinvolse le truppe italiane dell’ARMIR, provocandone in pochi giorni il crollo, con conseguente irruzione in profondità nelle retrovie tedesche dei corpi corazzati e meccanizzati sovietici. Il successo dell’operazione decretò definitivamente il fallimento dei piani di salvataggio tedeschi della 6a Armata intrappolata a Stalingrado, e per noi italiani una delle sconfitte più gravi e sanguinose mai subite dal Regio Esercito.
sabato 12 dicembre 2020
Campi di prigionia e fosse comuni, parte 3
Grazie al permesso ottenuto dai vertici di U.N.I.R.R. Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia, di cui faccio orgogliosamente parte, pubblico la terza parte di questo interessantissimo documento relativo ai "campi di prigionia e fosse comuni dello CSIR e dell'ARMIR": l'elenco dei lager sovietici con la relativa descrizione ed il numero di caduti censiti.
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