giovedì 28 luglio 2022

Capitano Pilota Giorgio Iannicelli, 2

La storia del Capitano Pilota GIORGIO IANNICELLI, Medaglia d'Oro al Valor Militare, nelle parole del figlio GianLuigi, seconda parte.

Breve biografia.

Giorgio Iannicelli nasce a Roma il 26 giugno 1912, primo di tre figli, da Leone, funzionario del ministero delle Comunicazioni, e da Augusta Natalizi. Ha un'infanzia felice e spensierata in seno alla sua famiglia, ove un legame intenso lo lega anche al nonno materno Giovanni, l'amato "nonno Nino". Per una singolare coincidenza, il nonno lavora in un istituto di credito romano, con sede in via Piacenza, dove il giovane nipote si reca spesso a trovarlo e dove, tanti anni dopo, il figlio di Giorgio, ignaro di tale circostanza, verrà assunto, vi lavorerà per oltre trent'anni e vi troverà ancora memoria del bisnonno.

Giorgio è molto affezionato anche ai suoi fratelli minori, sui quali esercita un forte ascendente, Fiorenzo, nato nel 1920, anche lui poi ufficiale pilota e Rossana, la piccola, nata due anni dopo. Ama disegnare e vi riesce molto bene. Segue il normale corso di studi, conseguendo il diploma di maturità classica presso il Liceo Umberto I nel 1929, quindi a soli diciassette anni. Subito dopo, il 22 ottobre dello stesso anno, fatto singolare per un futuro pilota, è ammesso, con votazione lusinghiera, come allievo ufficiale di vascello nella terza classe della Regia Accademia Navale di Livorno, dove risulta essere il più giovane di età. Tra il 10 ed il 23 luglio 1930 effettua la crociera annuale, in Nord Africa, sulla nave Cristoforo Colombo. Risulta fra i migliori del suo corso ed è promosso alla seconda classe.

In famiglia rimane storico il testo del telegramma che Giorgio invia al padre per annunciargli l'esito dell'esame di ammissione all'Accademia: "Risultato primo fra tutti. Manda i soldi per le spese." Nonostante le brillanti prospettive e le insistenze per dissuaderlo dell'Ammiraglio Cavagnari, allora Comandante dell'Accademia, nel novembre del 1930, lascia la stessa ed è ammesso come allievo nella Regia Accademia Aeronautica di Caserta ed assegnato al Corso "IBIS". Uomo fatto, fisicamente è alto un metro e settanta, di corporatura normale e, a differenza del fratello e della sorella minori, un pochino tarchiato. E' un po' "stempiato", con occhi verdi piuttosto grandi e con qualche, problema a pronunciare la "r", che per lui non ha netti confini con la "v". Di carattere vivace, è un po' suscettibile, pieno di interessi e, si dice, un po' "sciupafemmine".

E' nominato s. tenente pilota in servizio permanente effettivo, ruolo navigante, nel settembre 1933 e diventa tenente pilota nel luglio 1934. In quell'anno frequenta la Scuola Caccia a Castiglione del Lago e quella di Osservazione aerea, ove segue il corso di osservazione lontana, e poi viene assegnato al 1° Stormo C.T. Si legge in un "rapporto informativo" sul tenente Iannicelli, redatto il 16 febbraio 1935 dal comandante la 72a squadriglia, capitano pilota Alfredo Reglieri: "E' di sana e robusta costituzione. Non ha notevole attitudine per lo sport, al quale si dedica poco. E' un ufficiale intelligente. Ha buona cultura generale e professionale. E' chiaro nel ragionamento e dimostra di avere molto buon senso. Si esprime con e proprietà di linguaggio. Ha notevole spirito di osservazione e sviluppate qualità artistiche. Ha carattere forte e volitivo. E' leale, sincero, buon camerata. Possiede elevati sentimenti dell'onore e del decoro. E' molto sensibile ai richiami. E' rispettoso, disciplinato. Ottima condotta anche fuori servizio.

Ha molta vocazione per la carriera aeronautica. Sa istruire i dipendenti. Ha sufficiente iniziativa. Alla sua inesperienza del funzionamento del reparto, supplisce con la volontà ed anche con lo zelo. Con le sue buone qualità di carattere, di mente e di cuore, se saranno ben curate ed indirizzate, diventerà certamente un buon ufficiale. Ha grande passione per il volo. Il desiderio di progredire in esso lo porla ad accelerare i tempi e a fare ciò che la sua non ancora formata esperienza gli consente. Va perciò frenato e guidato. Ha in complesso notevoli qualità di pilotaggio e molta resistenza al volo.

Il giudizio finale è di "buon pilota" con punti 17/20 e "buon tenente" con punti 3, confermato il primo e ridotto a punti 2 il secondo, dal comandante del XVII gruppo e confermato dal comandante il 1° stormo caccia, evidentemente un po' più severi. Al di là del linguaggio usato, caratteristico delle "note di qualifica" redatte in ambienti gerarchicamente organizzati, le parole riportate sembrano delineare abbastanza bene la personalità e le capacità del giovanissimo tenente pilota Iannicelli, da poco uscito dall' Accademia Aeronautica.

Scoppiato, nell'ottobre 1935, il conflitto italo-etiopico, il suo gruppo viene trasferito a Catania, ma non è chiamato a partecipare alle operazioni. Fra il 1936 ed il 1937 torna prima all'Accademia come istruttore professionale del Corso "REX' e del corso dei Sottotenenti di Amministrazione e poi, nel luglio del 1937 va al 52° Stormo C.T., comandato dal colonnello Tessore, di base a Ghedi (Brescia), dove lo raggiunge la nomina a capitano pilota.

E' un periodo di tranquillità, di normale attività di volo. Conosce allora quella che sarà sua moglie, che all'epoca abitava a Brescia, nella centralissima piazza della Vittoria, al decimo piano dell'edificio, recente opera dell'architetto Piacentini, da tutti chiamato "il grattacielo" per la sua altezza notevole per i tempi. Su quel fabbricato il comandante Iannicelli manifesta il suo interesse per la signora con ardite puntate effettuate con il suo caccia, spesso in compagnia degli amici Pocar e Raoul Zucconi, fra lo sconcerto degli altri inquilini e con grande compiacimento della stessa, compiacimento ancora vivo ed evidente nei suoi racconti di tanti anni dopo. Dall'estate del 1938, però, per il capitano Iannicelli tale tranquillità finisce e per lui la parola "pace", tranne l'intervallo tra l'autunno del 1939 ed il giugno del 1940, non ha significato, coinvolto com'è nei conflitti che caratterizzano quel periodo.



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