domenica 9 gennaio 2022

Corazzati italiani in Russia, 1

Pubblico con il permesso dell'amico Massimiliano Afiero la prima parte del bell'articolo "Corazzati italiani in Russia 1941 – 1943" di Paolo Crippa; questo e altri interessanti articoli sulla Campagna di Russia sono disponibili sulla rivista "Fronti di guerra" distribuita gratuitamente ai soci dellʹAssociazione Ritterkreuz, fondata da Massimiliano Afiero, con il solo obiettivo di incentivare la ricerca storica sulla Seconda Guerra Mondiale ed in particolar modo sulle forze Armate dell'Asse (Italia, Germania, Giappone) e dei paesi alleati ad esso (Romania, Ungheria, Slovacchia, Croazia e Finlandia). Per aderire allʹAssociazione e ricevere la pubblicazione Fronti di Guerra (in formato PDF via email) basta semplicemente fare una donazione minima di 10,00 (dieci) euro, per l'anno solare in corso. Per coloro invece che desiderano ricevere la copia stampata della rivista (52 pagine, quattro pagine a colori), cadenza bimestrale, dovrebbero gentilmente inviare una donazione minima di 50,00 euro (cinquanta) a parziale copertura delle spese di stampa della stessa e della spedizione effettuata esclusivamente con posta prioritaria. Le donazioni vanno effettuate sul Conto corrente postale numero 93983450 o IBAN IT70 K076 0103 4000 0009 3983 450 intestato a Afiero Massimiliano – Via San Giorgio, 11 – 80021 Afragola (NA); nella causale indicare sempre ʺDonazione Associazione Culturale per...ʺ.

La disastrosa Campagna di Russia condotta dal Regio Esercito vide una partecipazione di unità corazzate italiane veramente marginale, le quali conseguirono risultati di scarso valore. Infatti, furono inviati in Unione Sovietica solo tre reparti corazzati, equipaggiati inoltre con carri e semoventi leggeri, che potevano competere solamente con altri corazzati leggeri o contro la fanteria e non contro i pesanti carri armati sovietici, ed inoltre in un numero assolutamente inadeguato per la portata del conflitto che si stava consumando su quel fronte. Quando il 10 luglio 1941 iniziò la partenza del Corpo Italiano di Spedizione in Russia (C.S.I.R.) verso gli immensi spazi russi, l'unica unità dotata di carri armati mobilitata per quel fronte era il III Gruppo Squadroni Corazzati ʺSan Giorgioʺ, inserito nella 3ª Divisione Celere ʺPrincipe Amedeo d'Aostaʺ (conosciuta anche con l’acronimo “PADA”); organizzato su 4 Squadroni. Il Gruppo era equipaggiato esclusivamente con 53 carri leggeri L3 delle diverse versioni 33, 35 e 38.

Il Gruppo era rientrato da poco in Italia, presso la propria caserma a Verona, dopo aver partecipato, seppur per un breve periodo, alla Campagna di Jugoslavia ed era articolato su: Squadrone Comando ʺSan Giorgioʺ, 1° Squadrone ʺDelle Armiʺ, 2° Squadrone ʺMedaglie dʹOroʺ, 3° Squadrone ʺSavoiaʺ, 4° Squadrone ʺNovaraʺ. I reparti raggiunsero in treno la località di Borsa in Ungheria, dopo 25 giorni di viaggio, e da lì si trasferirono nella Moldavia rumena a Botosani con mezzi propri, un tragitto di circa 200 chilometri. All'inizio di agosto, i carri armati del Gruppo ʺSan Giorgioʺ presero parte alla cosiddetta ʺBattaglia dei due fiumiʺ (10 agosto ‐ 26 settembre 1941), una grande manovra effettuata dalle forze armate tedesche per intrappolare i sovietici tra i fiumi Dniestr e Bug. Alla battaglia, che fu il primo scontro per le truppe italiane in terra di Russia, partecipò la Divisione ʺPasubioʺ; il Gruppo ʺSan Giorgioʺ sostenne un'azione di sfondamento nei pressi di Jwanovya il 23 settembre, mentre, dopo avere perso i suoi primi 5 carri armati in uno scontro a Saderokowka, il 26 novembre contribuì a respingere un tentativo di contrattacco sovietico a Zaritschanka.

Il Gruppo ʺSan Giorgioʺ rimase aggregato alla Divisione ʺPasubioʺ anche durante le operazioni a Petrikowka, tra il 28 ed il 30 settembre, durante la battaglia di Stalino e quella di Nikitowka. Qui il Gruppo perse numerosi carri armati durante l'assedio sovietico durato dal 6 al 12 novembre, che strinse un reparto dell’80° Reggimento della Divisione. Con solo una quarantina di carri superstiti e dopo essere penetrato in territorio nemico per quasi 1.400 km, il ʺSan Giorgioʺ prese parte anche alla tristemente celebre ʺBattaglia di Nataleʺ. I reparti del C.S.I.R. furono investiti da un poderoso attacco condotto da tre divisioni di Cavalleria e forti reparti di Fanteria nemici; le truppe italiane riuscirono a contenere l'impatto nemico, a prezzo di perdite gravissime.

Il rigido clima invernale contribuì a mettere fuori uso gli ultimi carri armati sopravvissuti ed i militari del Gruppo ʺSan Giorgioʺ, ormai appiedati, furono fatti confluire nel Raggruppamento “Musino”, formato da un Gruppo dei ʺLancieri di Montebelloʺ, una Batteria d'Artiglieria motorizzata dell’8° Reggimento Artiglieria, un Battaglione di Bersaglieri e due Battaglioni di Pontieri. Il Raggruppamento era un reparto di formazione, che assommava a poco più di 1.300 uomini, e combatté nel saliente di Izyum, con la 17.Armee tedesca, in seguito allo sfondamento del fronte operato dai sovietici (fine gennaio ‐ fine febbraio 1942).

Campagna del 1942.

A fine febbraio 1942, il ʺSan Giorgioʺ fu ritirato dalla prima linea e fu fatto disporre in posizione difensiva in attesa della bella stagione, ma, essendo ormai privo di potenziale offensivo, il 15 luglio 1942 iniziò a rientrare in Patria. Contemporaneamente dall'Italia giunse in Russia il LXVII Battaglione Bersaglieri Motocorazzato, equipaggiato con 58 carri leggeri L6/40. Costituito a Siena pochi mesi prima (ufficialmente il 25 febbraio) con i mezzi della 2ª e della 3ª Compagnia del LXVIII Battaglione (in addestramento) e con personale tratto dal 5° e dallʹ8° Reggimento Bersaglieri, il reparto arrivò sul fronte orientale il 12 luglio 1942. Il Battaglione, assegnato alla Divisione ʺPrincipe Amedeo d'Aostaʺ, era organizzato su: Plotone Comando, 1 Compagnia su 5 Plotoni con 5 carri ciascuno, 2 Compagnia su 5 Plotoni con 5 carri ciascuno.

L’insolita presenza di un quinto Plotone carri armati può essere spiegata con il fatto che, essendo il fronte molto lontano dall’Italia e quindi dai Depositi dei reparti, l’invio di carri armati per rimpiazzare le perdite era molto difficoltoso e questo quinto Plotone avrebbe dunque assolto il ruolo di riserva, da cui attingere mezzi corazzati sostitutivi. Il 27 agosto 1942, il reparto sostenne il primo combattimento in terra di Russia: due Plotoni con 9 carri armati contribuirono alla manovra difensiva operata dai Battaglioni “Valchiese” e “Vestone” del 3° Reggimento Alpini, respingendo un attacco russo nel settore di Jagodny. Soltanto pochi giorni dopo, però, una Compagnia del LXVII Battaglione, forte di 13 L6/40, durante uno scontro perse tutti i mezzi (tranne uno), messi fuori combattimento da colpi di fuciloni controcarro russi. Ad agosto il fronte russo era stato raggiunto anche dal XIII Gruppo Squadroni Semoventi “Cavalleggeri di Alessandria”, organizzato su: Comando, Squadrone Comando, 1° Squadrone Semoventi, 2° Squadrone Semoventi con una dotazione complessiva di 19 semoventi da 47/32 L40, destinati a fornire fuoco d’appoggio alla Fanteria ed ai carri L6/40 del LXVII Battaglione Bersaglieri.

Fotografia 1: i carri armati del Gruppo Squadroni Corazzati “San Giorgio” attraversano una cittadina della Romania, mentre si dirigono verso il fronte russo (Benvenuti – Colonna).
Fotografia 2: un carro leggero L3/38 del “San Giorgio” tra un gruppo di isbe russe (Benvenuti – Colonna).
Fotografia 3: attraversamento del fiume Dniepr su un ponte gettato da genieri tedeschi (Benvenuti – Colonna).
Fotografia 4: L3/33 del “San Giorgio” in marcia durante le operazioni del novembre 1941 nel bacino del Donetz (Benvenuti – Colonna).
Fotografia 5: carri del Gruppo “San Giorgio” in movimento nelle retrovie del fronte nell’autunno del 1941 (Benvenuti – Colonna).
Fotografia 6: bersaglieri accanto ad un L6/40 centro radio del XLVII Battaglione Motocorazzato in Russia nel 1942. I militari indossano la tuta turchina, destinata agli equipaggi dei carri, e sul casco da carrista hanno apposto il piumetto che contraddistingue i Bersaglieri.
Fotografia 7: lo stesso carro armato della foto precedente, ritratto mentre l’equipaggio consuma il rancio. Si notano chiaramente il colore giallo sabbia del mezzo ed i contrassegni tattici.













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