sabato 16 ottobre 2021

Le mappe dello CSIR e dell'ARMIR 15

Le mappe delle operazioni del CSIR e dell'ARMIR dal giugno 1941 all'ottobre 1942 - La battaglia di Chazepetowka (5-14 Dicembre 1941).

Il viaggio del 2011, Scheljakino

Immagini del mio primo viaggio "esplorativo" effettuato nel 2011... nella prima immagina una tipica balka russa, nella seconda immagine il monumento dedicato ai giovani partigiani russi caduti durante gli scontri fuori Scheljakino.



La serata alla Comunità Giovanile

Come avevo indicato qualche giorno fa proprio su questa pagina, ieri sera si è tenuta la serata dedicata alla Campagna di Russia presso la Comunità Giovanile di Busto Arsizio. Grazie all'invito di Francesco Pannilini e con la presenza di Silvia Ostinelli, abbiamo parlato di Russia e dei suoi protagonisti.

Credo una delle serate meglio riuscite che ho tenuto in questi ultimi anni... forse la viva atmosfera della Comunità Giovanile, forse la presenza di Silvia che è riuscita a trasmettere in modo diretto e profondo la tragedia vissuta dalle famiglie nelle quali un padre, un figlio, un fratello è stato dichiarato disperso, siamo riusciti a coinvolgere le persone presenti con un racconto fatto sì di numeri, di immagini di guerra, di immagini dei nostri viaggi che toccano l'anima, ma soprattutto fatto di emozioni e di sensazioni.

Per noi ormai questa è diventata una sorta di "missione" di vita: vogliamo mantenere viva la memoria di quei ragazzi anche se a distanza di 80 anni. Se ci fosse qualche altra realtà desiderosa di organizzare un'analoga serata in Lombardia o nelle regioni limitrofe, mi contatti senza alcun problema.







giovedì 14 ottobre 2021

GIS per la Campagna di Russia

Danilo Dolcini e Stefano Olivieri sono gli ideatori di questo gruppo che ha quale finalità la realizzazione di un sistema informativo geografico (GIS) per la Campagna di Russia; attraverso lo studio di documenti e di diari storici, le testimonianze e i resoconti di reduci e parenti di reduci, l'analisi di cartine e sistemi cartografici, le esperienze dirette sul campo in Russia, vogliamo realizzare, su una piattaforma Web che un giorno potrà essere consultata gratuitamente da tutti, una ricostruzione dinamica ed interattiva della partecipazione italiana alla Campagna di Russia dall'invio dello C.S.I.R. alle tristemente famose ritirate che si svolsero nel dicembre 1942 e nel gennaio 1943 da parte dei reparti dell'ARM.I.R.

Obiettivo dunque di tale progetto è quello di rappresentare su un sistema virtuale la dislocazione dei reparti nei vari momenti della campagna; l'identificazione delle varie località con la traslitterazione in italiano, tedesco e russo; i movimenti e i percorsi seguiti durante le fasi di avanzata e di ritirata; la comparazione della cartografia attuale con quella militare dell'epoca attraverso la sovrapposizione di cartine storiche tedesche e sovietiche; la sequenza degli avvenimenti con appositi riferimenti geografici e storici, tratti da saggi attualmente o in passato in commercio; l'integrazione con immagini storiche ed attuali, queste ultime realizzate durante i viaggi in Russia sui campi di battaglia.

Per raggiungere quanto indicato avremo sicuramente bisogno del contributo di tutte quelle persone che come noi sono interessate a questa vicenda e che un giorno potranno anch'esse utilizzare liberamente il sistema informativo geografico (GIS); il gruppo ha quindi la finalità di raccogliere semplici ma precise testimonianze di episodi avvenuti in una data e in un luogo preciso, riferite a reparti ben identificabili, onde poter ricostruire con estrema accuratezza la storia dei battaglioni, dei reggimenti, delle divisioni impegnate in Russia. Sono altrettanto preziosi i contributi più consistenti quali studi e resoconti già effettuati di provata attendibilità.

Al completamento di questo studio andremo inoltre a realizzare, come autori e curatori, un saggio storico in cui i dati raccolti saranno utilizzati per la stesura di alcuni capitoli. Ogni singolo contributo sarà adeguatamente citato nella pubblicazione in oggetto.

Come contribuire? Iscrivendosi al gruppo innanzitutto. Con regolarità inseriremo dei post relativi a TEMI specifici che in quel momento stiamo trattando, opportunamente etichettati con un apposito tag che serve a contraddistinguere in modo univoco un argomento; per ognuno di questi TEMI potrete dunque aggiungere immagini, fonti, racconti, testimonianze, ecc. che verranno mappate sul sistema informativo geografico. Per esempio quando tratteremo della battaglia di Nikolajewka il tag sarà #nikolajewka ed eventuali vostri contributi potranno essere aggiunti direttamente sotto il nostro post oppure proposti da zero, meglio se contenenti il tag univoco che servirà a tutti per capire a quale TEMA fanno riferimento.

Oppure potrete voi direttamente attivare di un TEMA per il quale avete informazioni, immagini ed altri contenuti di particolare rilevanza, sempre identificandolo con il suo tag univoco... in tal modo sarete promotori di un argomento specifico e chiunque potrà collaborare fornendo ulteriore materiale.

Vi lasciamo immaginare quale potrà essere il risultato finale di questo lavoro... un risultato che già giorno per giorno vediamo crescere sotto i nostri occhi!

https://www.facebook.com/groups/campagnadirussiagis

mercoledì 13 ottobre 2021

Woroschilowa, parte 4

Woroschilowa: un buco senza speranza, di Giulio Ricchezza - quarta parte.

Un tenue chiarore comincia a diffondersi all'orizzonte. Le tre compagnie di bersaglieri e CC.NN. continuavano a scalpicciare sulla neve gelata del sentierino. Il nemico non dovrebbe essere lontano. Il generale Marazzani è a Iwanowski. Non immagina che i suoi della Celere stanno per prender contatto coi Russi. Ma sa che dopo tutte quelle ore di marcia, nel gelo siberiano, i suoi uomini devono essere esausti; riusciranno a trovare ancora la forza per combattere?

Improvvisamente, nei pressi del villaggio di Woroschilowa, appaiono lungo la piana le caratteristiche lingue di fuoco dei colpi in partenza; tutti i bersaglieri che stanno ancora camminando in fila indiana e con loro i legionari della Tagliamento, quelli dei servizi che sono stati messi nel numero, i complementi appena arrivati al fronte, freschi freschi, ignari di Russia e di guerra, si sparpagliano a semicerchio per evitare di essere presi d'infilata. Ma al di fuori di quel maledetto sentiero a mala pena tracciato nella neve, si affonda fino al ginocchio; procedere è quasi impossibile, piazzare un'arma per rispondere al tiro avversario diventa assurdo. Nigra è li che cerca di imbastire un'azione qualunque; quel fuoco immediato dei Russi, segno indubbio che il nemico stava all'erta e ha reagito con prontezza fin eccessiva, lo ha sconcertato. Forse i Russi avevano nei dintorni di Iwanowski degli informatori locali che senza farsi scorgere sono arrivati la notte stessa per avvisare dell'imminente attacco. Chi lo sa.

Accanto a Nigra c'è il tenente Devizi. All'improvviso questi - mentre la buriana dei colpi infuria adesso senza posa - vede il colonnello che si affloscia senza un gemito: una pallottola russa gli ha perforato l'elmetto fulminandolo. Ormai il combattimento è feroce, accanito; i bersaglieri gli altri son dunque rimasti senza comandante. Tutti si sono buttati in mezzo a quella neve alta, allontanandosi a semicerchio dal sentierino, cercando di avvolgere il paese da più lati, di premerlo in una morsa. Ma i mortai russi continuano a far danni. La neve bianca è letteralmente coperta di fagotti nerastri. Sono i corpi degli Italiani, intabarrati nei loro pastrani grigioverdi, rattrappiti in quelle pose grottesche degli ultimi spasimi dell'agonia. Non hanno nemmeno fatto a tempo a sparare, a imbracciare il ridicolo moschetto per truppe speciali, contro i mortai russi, contro le posizioni nemiche che hanno sparso, come ha scritto tempo addietro una persona oggi defunta, Luigi E. Gianturco, "morte e disordine fra gli indifesi".

Woroschilowa, infatti, dal punto di vista tattico, è un assurdo: si tratta a ben vedere di un attacco, condotto appunto secondo la prassi più ortodossa; ma nelle particolari circostanze in cui viene effettuato si tramuta da attacco in autodistruzione. Vogliamo dire che, da offensori, gli Italiani sono in breve tramutati in carne da cannone, in vittime. Impotenti, esposti a un fuoco a cui non sanno né possono reagire, privi come sono di strumenti adeguati, gli Italiani dapprima si fermano, poi cominciano a sbandarsi. Invano il sergente Olivo guida ancora una volta all'assalto la propria squadra; invano i caporalmaggiori Gandini e Trabattoni fanno miracoli, insieme con il mitragliere Chiapparini.

Giuseppe Vasi, un semplice bersagliere, si vede addirittura strappar l'arma di mano da uno scheggione di granata che gli sibila davanti, mentre un violento colpo di mortaio sfracella la gamba di Giulio Panepinto, un sergente, distruggendogli al contempo il prezioso mitragliatore. È ferito un altro caporalmaggiore, Pietro Mancini; si accascia al suolo, colpito, Carlo Panizza; poi è la volta di Aldo Napoli. Vampa... esplosione... uomini che cadono, altri che si rialzano poco dopo come inebetiti. Pietro Medetti, portaferiti, non sa più dove voltarsi. Laggiù un uomo si è abbattuto come un albero colpito dal fulmine. Medetti arranca nella neve; si avvicina. Raffiche sibilano intorno alla sua persona. Il gelo è terribile. Ma ogni soccorso è inutile. Quell'uomo è ormai cadavere.

Amedeo Rainaldi, giovanissimo sottotenente della 1a Compagnia, fa appena in tempo a gridare: "Portate le munizioni!". Poi si abbatte anche lui, falciato da una raffica. Ma quel grido è stato sentito da Pietro Cattaneo, che ha raccolto una cassettina di proiettili e che curvo sotto il peso e per non farsi colpire si avvicina. La sventagliata (non si capisce bene da dove provenga, dove sia il Russo che sta sparando) raggiunge anche lui, che si accascia, ferito, senza riuscire a portare il minimo soccorso al povero Rainaldi. Ma il sottotenente non ha più bisogno di soccorsi: ha già chiuso gli occhi per sempre. Eppure il tenente medico De Ponti, il giorno prima, glielo aveva detto: "Non andare... stai qui... con quei piedi non ce la farai...".

Infatti Rainaldi era stato colpito da un inizio di congelamento durante la celebre battaglia di Natale; era stato uno dei primi che erano saliti sui carri tedeschi per meglio inseguire le truppe russe. Poi, al rientro, s'era dovuto mettere a letto, con un febbrone da cavallo. I piedi, gonfi, purulenti, facevano un groppo sotto le coperte, come se si fosse coricato con degli enormi scarponi da montagna. Una ventina di giorni dopo aveva cominciato ad alzarsi, a camminare un po', ma non poteva più calzare gli scarponi. Allora s'era infilato i più comodi e caldi valenki, le calzature di feltro fabbricate dalle donne ucraine, ideali sulla neve gelata ma inservibili al momento del disgelo.

Il 25 gennaio s'era così trovato in riga con gli altri... A battaglia finita, con il cuore gonfio, il caporalmaggiore Piero Mancini, che lo aveva visto morire, prenderà la penna per scrivere al padre, Riziero Rainaldi, per comunicargli la morte del figlio; lo farà umilmente, con un tono rispettoso, così: "... il 25 gennaio, anche se il signor tenente Rainaldi non stava bene, anzi i piedi gli doloravano, e in più il gonfiore gli era aumentato per le fatiche, e gli ostacolava il camminare, volle nuovamente partecipare alla conquista di Woroschilowa, malgrado il medico e i suoi colleghi e tutti noi bersaglieri lo pregassimo di rimanere a letto. Fu sempre alla testa del suo plotone e cadde per ultimo, ferito a morte; in quelle condizioni, a terra, continuava a incitarci: "Savoia... avanti... portate le munizioni"; ma un'altra raffica lo fece tacere; io fui ferito; e venne l'ordine di ripiegamento dentro le nostre linee".

Fotografia dell'archivio storico della Legione Tagliamento: isba a Woroschilowa.

Una serata con Giuseppe Bassi

Ricevo dal gentile Signor Carlo, figlio di Giuseppe Bassi, reduce di Russia.

Sabato 30 ottobre alle 20.30 all'auditorium di Galzignano Terme (PD) si terrà la presentazione del libro "Dal fronte del Don ai lager sovietici", presente il protagonista Giuseppe Bassi.

martedì 5 ottobre 2021

Bassil'ora, il trailer

Bassil'ora, il bellissimo trailer del film.

Bassil'ora

Finalmente disponibile "Bassil'ora"... appena saputo dell'uscita ho voluto contattare Rebecca Basso di Emera Film, regista, per dare immediato e totale supporto a questa bellissima opera.

Bassil'ora è la storia del vivace centenario Giuseppe Bassi uno dei pochi sopravvissuti della Campagna italiana di Russia.

Catturato dai Sovietici nel ’42, Giuseppe Bassi viene imprigionato nei campi di concentramento e rientrerà in Italia un anno e mezzo dopo la fine della guerra.

I due personaggi di questa storia sono molto vicini emotivamente ma allo stesso tempo opposti: Giuseppe è un anziano che ha combattuto la seconda guerra mondiale sul fronte sovietico mentre Katerina invece è una donna che con la guerra ha avuto poco a che fare che ha un vissuto completamente diverso ma che proviene proprio da quel paese in cui Giuseppe ha vissuto tanta sofferenza.

Katerina ripercorre in modo non cronologico gli incontri e i dialoghi che ha avuto con Giuseppe così da ricostruirne la storia. Attraverso le riflessioni di Katerina entriamo in profondità del vissuto di Giuseppe nelle sue emozioni ma al tempo stesso passiamo dal microcosmo della sua storia personale al macrocosmo della guerra intesa in senso più ampio.

Vi chiedo sinceramente di acquistare questo DVD sia per rendere omaggio a uno dei pochi reduci di Russia ormai rimasti, scampato fra l'altro alla "valle della morte" (Arbusovka) sia per premiare chi come Rebecca Basso e tutta Emera Film si è dedicata ad una vicenda importante e poco "commerciale", come quella di raccontare nel 2020 la storia di un reduce di Russia.

Il DVD può essere acquistato su RUNshop a questo link: https://www.runshop.it/prodotti/Bassil_ora.













sabato 2 ottobre 2021

Il viaggio del 2011, Scheljakino

Immagini del mio primo viaggio "esplorativo" effettuato nel 2011... in partenza da Scheljakino.



Berretto Frigio, caposaldo Olimpo

Berretto Frigio, caposaldo Olimpo, 18 dicembre 1942... fanti della Pasubio... a mio avviso una delle più drammatiche e "belle" fotografie della Campagna di Russia. Sullo sfondo i soldati sovietici che avanzano... guardate i visi di quei ragazzi; sono rivolti tutti verso una persona, non il fotografo... come se cercassero in quel momento così angoscioso il conforto o la rassicurazione di qualcuno, come se si chiedessero "cosa dobbiamo fare?". Mille volte mi sono chiesto, in quegli istanti, cosa hanno provato e soprattutto come mi sarei sentito io al loro posto.

Dopo oltre 70 anni da quella fotografia ho avuto la fortuna (la ritengo tale perché chissà quante persone avrebbero voluto anche solo per un istante trovarsi al mio posto) di essere esattamente nello stesso punto, al caposaldo Olimpo. Era estate e ovviamente non c'era la neve, non c'era il freddo, non c'era nessuno che mi sparava contro e soprattutto non c'era l'angoscia di quei ragazzi.

Avevo stampata nella testa questa fotografia; volevo essere lì, nello stesso punto loro e guardare verso nord, nella stessa direzione dalla quale arrivavano i soldati allora nemici. Non c'era nessuno, oltre a me e alle persone che erano con me; solo silenzio. Avrei voluto dirgli "Ok ragazzi ora torniamo tutti a casa...".