domenica 16 aprile 2023

Autieri in Russia

Spesso pensiamo e ricordiamo i reparti combattenti, quelli di prima linea, che si sacrificarono fino all'estremo per compiere il proprio dovere, trascurando ingiustamente tutti quei soldati che solo raramente ebbero occasione di scontrarsi con il nemico di allora. Ecco un esempio del valore che anche questi soldati seppero dimostrare, sia al nemico che all'alleato.

Il racconto è tratto dal testo "I servizi logistici delle unità italiane al Fronte Russo (1941-1943)" edito dal Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell'Esercito, Ufficio Storico.

Un episodio indica lo stato d'animo degli autieri. Negli ultimi giorni della difesa di Karkov (febbraio 1943), si presentò al Direttore dei Trasporti dell'Intendenza un tenente colonnello dei carristi tedeschi, accompagnato da un altro ufficiale e da tre soldati, chiedendo l'assegnazione di cinque autocarri per un urgente rifornimento di munizioni a mezzi corazzati tedeschi impegnati in azione al margine nord-orientale della città. L'adesione era stata immediata, ma quando il tenente colonnello si avvide che gli autocarri sarebbero stati guidati dal personale che li aveva in consegna, non seppe trattenersi dal far intendere che avrebbe preferito avere i soli mezzi senza gli uomini. L'ufficiale tedesco venne invitato a scendere nel cortile dove si stava operando la scelta dei cinque conducenti volontari. A tutti i soldati italiani presenti fu spiegato dal Direttore dei Trasporti, mentre un interprete andava traducendo le parole affinché fossero intese anche dagli stranieri, come l'ufficiale superiore tedesco desiderasse avere i soli autocarri per risparmiare ai soldati italiani i pericoli del combattimento in corso. Il superiore italiano domandava a quella cinquantina di autieri se tra di loro ve ne fossero cinque pronti a dimostrare all'ufficiale germanico che la sua diffidenza sul coraggio degli alleati era ingiustificata. Tutti i presenti, nessuno escluso, si fecero avanti di tre passi per offrirsi all'invito. I prescelti, compiuto in tempi diversi il loro servizio, rientrarono regolarmente al reparto, elogiati dai comandanti tedeschi a favore dei quali avevano operato. Furono poi premiati con ricompense al valor militare italiane e tedesche.

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