giovedì 2 febbraio 2023

A proposito dei viaggi, parte 1

Come nascono i viaggi in Russia, parte 1. I viaggi in Russia non hanno il solo scopo di effettuare un pellegrinaggio lungo il percorso della ritirata della Divisione Alpina Tridentina dal Don a Nikolajewka, ma molto spesso sono occasione per verificare sul terreno i racconti dei libri di testo e delle testimonianze dei reduci.

L'ANSA DEL CAPPELLO FRIGIO E IL CAPOSALDO ZETA.

Immagine 1: durante il mio primo viaggio estivo ci siamo focalizzati nell'esplorazione dell'ansa del "cappello frigio" dove era dislocata prima la Divisione di fanteria Pasubio e successivamente anche le Legioni CC.NN. Tagliamento e Montebello. Obiettivo visitare in lungo e in largo una zona precisa del fronte dove si svolsero ampi combattimenti difensivi.

Immagine 2: la fase di studio prima della partenza è iniziata con la ricerca delle cartine storiche della zona con la dislocazione dei reparti e la posizione dei numerosi caposaldi presenti in zona.

Immagine 3: grazie alla sovrapposizione delle cartine storiche sulle mappe geografiche messe a disposizione dalla tecnologia è stato così possibile indicare e in alcuni casi anche individuare le posizioni d'interesse che poi sul terreno dovevano essere individuate.

Immagine 4: in particolare ma non solo la mia attenzione si è rivolta verso il caposaldo Zeta che era quello più settentrionale del nostro schieramento e quello più a stretto contatto con le posizioni sovietiche che, ricordo, qui erano fin dall'autunno e prima dell'offensiva invernale, già oltre il corso del Don. Con opportuni ingrandimenti satellitari sono così riuscito a verificare l'esatta posizione e conformazione del caposaldo.

Immagine 5: infine e sul terreno, e con le opportune coordinate geografiche, abbiamo potuto individuare e visitare i resti del caposaldo Zeta.









mercoledì 1 febbraio 2023

Cronaca di una sconfitta annunciata, 31.01.43

Cronaca di una sconfitta annunciata; dall'11 dicembre 1942 al 31 gennaio 1943, giorno per giorno, la cronistoria dell'ARMIR durante l'offensiva sovietica "Piccolo Saturno". Tratto da "Le operazioni delle unità italiane al Fronte Russo (1941-1943), edito dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.

31 GENNAIO.

ROTTURA DEL SETTORE TENUTO DAL XXIV CORPO D'ARMATA CORAZZATO TEDESCO ED ISOLAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO.

Il 31 gennaio, dopo che i resti del Corpo d'Armata Alpino erano rientrati nelle linee amiche a Scebekino, alle ore 24, il Comando dell'8a Armata cedeva al gruppo Lanz (tedesco) la responsabilità operativa del settore, per spostarsi nella zona a nord - est di Kiev a sopraintendere ai movimenti delle unità italiane dirette alla zona di riordinamento. Durante la fase di arretramento, fino alla fine di gennaio, sull'ala meridionale dell'Armata, unità italiane avevano operato alla difesa di alcune località importanti, ostacolando l'azione avversaria, come già avevano fatto i presidi di Tcertkovo e di Gartmiscevka: - a Belovodsk il XXVI battaglione mobile carabinieri (Divisione Vicenza), rinforzato da elementi minori, aveva tenuto la difesa della località che sbarrava la via di Starobelsk; - a Starobelsk il XXVII gruppo artiglieria complementi, il XXVI battaglione artieri, il 14° reparto specialisti di artiglieria, una compagnia del 450° battaglione territoriale mobile, una compagnia lavoratori, una compagnia guastatori del genio, una compagnia idrici ed una compagnia artieri avevano provveduto alla difesa della località ed alla protezione della linea ferroviaria; - a Kupjansk ancora elementi del XXVI battaglione carabinieri, un battaglione di formazione (complementi), il XXXVI gruppo artiglieria controaerei ed elementi minori avevano tenuto lo sbarramento della rotabile Valujki Kupjansk e la difesa di questa città; - a Millerovo, località rimasta fuori del settore dell'8a Armata, difesa da unità tedesche, erano rimasti consistenti nuclei di militari italiani della base logistica e se ne erano aggiunti altri delle unità già schierate sul Don, tutti in precarie condizioni fisiche.

Un gruppo di più animosi, appartenenti a tutte le armi e servizi, il 27 dicembre si costituì volontariamente in reparto della consistenza di una compagnia, partecipando attivamente alla difesa ed alla sortita per il rientro nelle linee amiche avvenuto il 16 gennaio. Il compito affidato all'ala meridionale dell'8a Armata era stato assolto, superando gli ostacoli creati dall'esiguità delle forze impiegate in linea, dall'assenza di riserve, dalla lentezza nell'arrivo di nuovi reparti, dall'azione del nemico, superiore in mezzi ed effettivi. I combattimenti temporeggianti svolti nella seconda metà di gennaio avevano consentito la raccolta di una massa tedesca nella zona del Donez, destinata a svolgere successive operazioni controffensive.

RIPIEGAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO (17-31 GENNAIO).

Il 31 gennaio la testa della colonna del Corpo d' Armata Alpino giungeva a Scebekino. Tutto il personale, mano a mano che arrivava, veniva sistemato in accantonamenti ove sostava per alcuni giorni, sia per un necessario periodo di riposo, sia per attendere l'arrivo dei ritardatari, protrattosi fino al 3 febbraio. I feriti ed i congelati più gravi venivano sgomberati sull'ospedale militare italiano di Karkov. Gli altri erano ricoverati in una infermeria temporanea, in attesa di essere trasportati anch'essi a Karkov. Si dava quindi mano al riordinamento dei reparti e si faceva l'appello degli uomini, in attesa del trasferimento che avrebbe portato i resti dell'8a Armata nella zona di Gomel, donde sarebbero partiti in ferrovia per fare ritorno in Italia. Con il 31 gennaio il Comando dell'8a Armata italiana, cedendo la responsabilità del settore al gruppo Lanz tedesco, concludeva ogni attività operativa sul fronte russo.

Alla scuola di Agrate Brianza

Oggi con e grazie a Stefano Lupi eravamo alla scuola elementare di Agrate Brianza con le due classi quinte per provare a raccontare al meglio qualche cenno della Campagna di Russia e qualche momento del nostro viaggio del 2018. Era la prima volta che "affrontavamo" degli spettatori così giovani e di conseguenza così esuberanti. Grazie alla presentazione di Stefano tagliata su misura per i nostri "protagonisti", siamo riusciti in quasi due ore a catturare la loro attenzione. Ora non ci resta che sperare che fra i circa 50 spettatori qualcuno, un giorno, si interessi a queste vicende, raccolga il testimone e porti avanti il ricordo di quei sfortunati ragazzi.



Cronaca di una sconfitta annunciata, 30.01.43

Cronaca di una sconfitta annunciata; dall'11 dicembre 1942 al 31 gennaio 1943, giorno per giorno, la cronistoria dell'ARMIR durante l'offensiva sovietica "Piccolo Saturno". Tratto da "Le operazioni delle unità italiane al Fronte Russo (1941-1943), edito dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.

30 GENNAIO.

DIFESA DI VOROSCILOVGRAD E DI UN ALTRO SETTORE SUL DONEZ.

Il 30 gennaio la Ravenna ritornava alla dipendenza organica del II Corpo d'Armata.

ROTTURA DEL SETTORE TENUTO DAL XXIV CORPO D'ARMATA CORAZZATO TEDESCO ED ISOLAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO.

Il 30 gennaio l'Armata spostava la propria sede di comando nei sobborghi a sud - est di Karkov (Novo Bavaria).

RIPIEGAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO (17-31 GENNAIO).

Il 30 gennaio veniva raggiunto Bolsce Troitzkoje, dove soldati e ufficiali degli altri eserciti si staccavano dalla colonna italiana. Lo stato morale degli italiani si sollevava sensibilmente nella constatazione che la fase critica dell'accerchiamento era stata superata e nella speranza di poter usufruire di un prossimo trasporto ferroviario. Nella località erano anche giunti i primi autocarri con i rifornimenti; con essi poteva avere inizio lo sgombero dei più gravi feriti e congelati.

Cronaca di una sconfitta annunciata, 29.01.43

Cronaca di una sconfitta annunciata; dall'11 dicembre 1942 al 31 gennaio 1943, giorno per giorno, la cronistoria dell'ARMIR durante l'offensiva sovietica "Piccolo Saturno". Tratto da "Le operazioni delle unità italiane al Fronte Russo (1941-1943), edito dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.

28 GENNAIO.

RIPIEGAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO (17-31 GENNAIO).

Il 28 gennaio i componenti del Comando di Corpo d'Armata erano attaccati da carri armati e fanterie. Insieme con le unità della Tridentina che li precedevano marciavano poi per raggiungere Novi Oskol. Giunta la colonna a 16 chilometri da tale località, veniva a conoscere che era stata occupata dai russi fin dal mattino. Era perciò necessario cambiare itinerario e dirigersi su Slonovka. La fatica della marcia era superata solamente per la volontà di tutti di raggiungere la meta. Con la temperatura a -35°, -40° il numero dei congelati aumentava di ora in ora. I pochi quadrupedi sopravvissuti trainavano le slitte per il trasporto dei feriti e dei congelati.

domenica 29 gennaio 2023

Serata a Cologne

Doppio appuntamento questa settimana per raccontare a nostro modo la Campagna di Russia... venerdì 3 febbraio con la maggior parte dei compagni di viaggio del 2020, saremo a Cologne (BS) presso al cinema teatro, per raccontare il nostro pellegrinaggio/trekking lungo il percorso della ritirata della Divisione Alpina Tridentina e la giornata dedicata alla zona di Selenyj Jar con la proiezione di immagini e filmati.

Alle ore 20.30 vi aspettiamo!

Cronaca di una sconfitta annunciata, 28.01.43

Cronaca di una sconfitta annunciata; dall'11 dicembre 1942 al 31 gennaio 1943, giorno per giorno, la cronistoria dell'ARMIR durante l'offensiva sovietica "Piccolo Saturno". Tratto da "Le operazioni delle unità italiane al Fronte Russo (1941-1943), edito dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.

28 GENNAIO.

RIPIEGAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO (17-31 GENNAIO).

Il 28 gennaio i componenti del Comando di Corpo d'Armata erano attaccati da carri armati e fanterie. Insieme con le unità della Tridentina che li precedevano marciavano poi per raggiungere Novi Oskol. Giunta la colonna a 16 chilometri da tale località, veniva a conoscere che era stata occupata dai russi fin dal mattino. Era perciò necessario cambiare itinerario e dirigersi su Slonovka. La fatica della marcia era superata solamente per la volontà di tutti di raggiungere la meta. Con la temperatura a -35°, -40° il numero dei congelati aumentava di ora in ora. I pochi quadrupedi sopravvissuti trainavano le slitte per il trasporto dei feriti e dei congelati.

Alla scuola di Agrate Brianza

Doppio appuntamento questa settimana per raccontare a nostro modo la Campagna di Russia... mercoledì 1 febbraio con Stefano, compagno di viaggio nel 2018 lungo il percorso della ritirata della Divisione Alpina Tridentina, saremo ad Agrate Brianza (MB) con i ragazzi e le ragazze delle classi quinte della Scuola Primaria. Una responsabilità non da poco per cercare di trasmettere al meglio, a questi giovani ragazzi, quello che ci siamo portati a casa dal nostro viaggio in Russia.

Cronaca di una sconfitta annunciata, 27.01.43

Cronaca di una sconfitta annunciata; dall'11 dicembre 1942 al 31 gennaio 1943, giorno per giorno, la cronistoria dell'ARMIR durante l'offensiva sovietica "Piccolo Saturno". Tratto da "Le operazioni delle unità italiane al Fronte Russo (1941-1943), edito dall'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.

27 GENNAIO.

ROTTURA DEL SETTORE TENUTO DAL XXIV CORPO D'ARMATA CORAZZATO TEDESCO ED ISOLAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO.

Il 27 gennaio il Comando del Gruppo di Armate assegnava alla 320a Divisione il compito principale di assicurare il fianco sinistro del Gruppo di Armate Don e pertanto questa, se costretta a retrocedere, avrebbe dovuto muovere verso sud - ovest. All'osservazione che in tal modo sarebbe risultata aperta al nemico la rotabile Starobelsk - Kupjansk - Karkov, veniva replicato che il compito assegnato era da considerarsi più importante della difesa del bacino del Donez. Nelle giornate seguenti la linea si infletteva gradatamente verso sud - ovest, tuttavia senza scoprire Kupjansk e la via su Karkov.

RIPIEGAMENTO DEL CORPO D'ARMATA ALPINO (17-31 GENNAIO).

Il 27 gennaio il Comando del Corpo d'Armata Alpino nel movimento verso ovest si lasciava superare dalla Tridentina e da tutta la restante colonna, lunga circa 30 chilometri. Su di essa continuava il mitragliamento a volo radente degli aerei avversari. La marcia era resa sempre più faticosa dall'abbondanza e dallo stato della neve. I quadrupedi, sfiniti, morivano in numero sempre crescente, provocando l'abbandono e la distruzione dei pezzi di artiglieria o degli altri carichi. Ufficiali e soldati al limite delle forze si fermavano nelle isbe, dove, sovente, finivano poi catturati. Il Comando della Divisione Tridentina, riordinati rapidamente i reparti nella sosta notturna, disponeva la ripresa del movimento, mettendo in avanguardia il 5° alpini, i gruppi Bergamo e Vicenza, ed il solo carro armato tedesco rimasto, con i due pezzi d'artiglieria superstiti pure tedeschi.

Con una faticosissima tappa di oltre 40 chilometri, ancora sottoposta alle azioni aeree e funestata da nuove perdite per esaurimento, la colonna a notte inoltrata raggiungeva Uspenskaja e Lutovinovo. La Divisione Cuneense, giunta presso Valujki, veniva attaccata di sorpresa e sopraffatta da un Corpo di cavalleria cosacca nascosto dietro l'alto terrapieno della linea avversaria. Il battaglione Mondovì rifiutava di arrendersi ed iniziava un combattimento che si prolungava per alcune ore. Ma la lotta era impari ed il battaglione alla fine dovette cedere.

Il cappello del Generale Reverberi

Brescia oggi, manifestazione per l'80° anniversario della battaglia di Nikolajewka... il cappello del Generale Reverberi!