lunedì 8 novembre 2021

Mattina alla scuola di Medesano

Medesano 6 novembre 2021... con gli amici del trekking del 2018 abbiamo avuto il piacere di poter raccontare ai ragazzi delle scuole medie la Campagna di Russia, accompagnata dalle immagini del nostro viaggio. Un'ora e mezza durante la quale abbiamo cercato di emozionare e coinvolgere questi ragazzi e queste ragazze con un parte della nostra storia, purtroppo sempre troppo poco conosciuta.





Racconti di Russia, Don Rinaldo Trappo

Un'altra testimonianza tratta dal libro "Nikolajewka: c'ero anche io" a cura di Giulio Bedeschi. Tenente Cappellano don Rinaldo Trappo, 1° Battaglione Complementi.

[...] le tre divisioni alpine erano ancora ferme sulla linea del Don. Soltanto alle ore 11 del 17 gennaio giunse a Podgornoje, dove aveva ripiegato il comando del Corpo d'Armata Alpino, l'ordine di ritirarsi. Quell'ordine poteva essere dato 24 o 48 ore prima, salvando così migliaia e migliaia di alpini, ma i tedeschi lo dettero tardi, contando sull'estrema resistenza degli alpini, per mettersi in salvo. L'ordine venne in ritardo e gli alpini restarono coraggiosamente ai loro posti fino all'ultimo, quando alle loro spalle vi era già una marea di sbandati di ogni nazionalità, inseguiti dalle truppe regolari russe. Nessuno si perse d'animo.

E ciò che stava per accadere era fuori di ogni immaginazione. Rimasto del tutto isolato, il Corpo d'Armata Alpino, la sera del 17 gennaio, lasciate le postazioni sul Don, e senza cedere allo scoraggiamento o alla disperazione, anche se "radio naja" aveva percepito la gravità della situazione, iniziò il ripiegamento, camminando e combattendo ogni giorno per aprirsi un varco verso casa. È impossibile descrivere ciò che avvenne in quell'ultima decade di gennaio. Durante tutto il ripiegamento la fame, la sete, il gelo e le continue bufere di neve resero più duri i combattimenti di ogni giorno. La cronistoria di quei combattimenti sarebbe troppo lunga. Dirò soltanto che la Tridentina riuscì a sfondare a Nikolajewka, grazie al quasi totale sacrificio della Julia e della Cuneense. Per ricordare la forza e il coraggio dei nostri alpini, dirò soltanto ciò che avvenne a Waluiki, ai resti della Cuneense.

La marcia verso ovest continuava con un clima insopportabile -40 gradi sotto zero, in una lunga battaglia che durava da 10 giorni contro un nemico poderosamente armato ed equipaggiato. Molti si trascinavano tra gli spasimi del congelamento e delle ferite, tutti senza mangiare, senza riposarsi, e il numero dei morti era già spaventoso, quando si giunse a Malakijewa, dove i resti di tutta la Cuneense si riunirono, respinsero 27 squadroni di cosacchi e puntarono su Waluiki.

Là avrebbero dovuto unirsi alla Tridentina e alla Julia. Così era l'ordine di marcia. Vi fu un contrordine: non si doveva più puntare su Waluiki, ma su Nikitowka-Nikolajewka, lo sapemmo dopo, ma questo contrordine non giunse mai alla Cuneense e alla Julia. All'alba del 28 gennaio i superstiti che si avvicinavano a Waluiki furono di nuovo circondati dai russi. Ancora una volta i nostri alpini non vollero arrendersi. Gli uomini che restavano alla Cuneense spararono quasi in quadrato, intorno al generale Battisti che dirigeva le operazioni, finché non ebbero più proiettili.

Fu a questo punto che si sentì un grido: "Tutti i vivi all'attacco". E fu uno spettacolo spaventoso, come di forsennati; tutti: sani, feriti, congelati, ufficiali e soldati si scatenarono per fare massa contro il nemico, avendo lasciato dietro solo i moribondi ed i morti. Nessuno si arrese, qualcuno riuscì ancora a rompere questo accerchiamento ma i più caddero combattendo.

RICCARDO

giovedì 4 novembre 2021

4 novembre

Oggi è il 4 novembre e quest'anno è il centenario della traslazione della salma del Milite Ignoto da Aquileia a Roma; è doveroso parlare di questo e ricordare gli oltre 650.000 morti e il circa milione di feriti, mutilati ed invalidi della Grande Guerra. Ogni paese ha il dovere e il diritto di ricordare i suoi figli caduti, nel bene e nel male; ogni paese dovrebbe "aiutare" ed "agevolare" soprattutto le nuove generazioni a mantenere vivo il ricordo di chi si è sacrificato. Guardate questo video dell'Istituto Luce, in particolare dal minuto 1:50 in poi... capirete quanto noi al contrario di quanto ho scritto abbiamo e stiamo perdendo, anno dopo anno.

lunedì 1 novembre 2021

Il viaggio del 2011, Warwarovka

mmagini del mio primo viaggio "esplorativo" effettuato nel 2011... chiesa e monumento ai caduti russi a Warwarovka.





Immagini, lo CSIR a Stalino

Reparti dello CSIR a Stalino nel 1941.

Una serata con Giuseppe Bassi

Una serata con Giuseppe Bassi... Giuseppe è davvero un uomo eccezionale, 102 anni e una vitalità che sorprende e commuove nello stesso tempo, tante sono le sofferenze patite in prigionia.







venerdì 29 ottobre 2021

Terza lettera di Hitler a Mussolini

Sempre a scopo divulgativo e storico riporto la terza lettera scritta da Hitler a Mussolini a circa un mese dall'inizio dell'Operazione Barbarossa.

Terza lettera di Hitler a Mussolini.

Quartier Generale del Führer, 20 giugno 1941.

Duce, al termine della quarta settimana dall'inizio della guerra vorrei farvi, Duce, un breve riassunto della situazione, cosi come essa si presenta. Ho letto la Vostra ultima lettera con un vero piacere. Condivido completamente, Duce, le Vostre considerazioni politiche. Sono ora sorti alcuni nuovi problemi essenziali, ai quali vorrei brevemente accennare.

Dopo la prima breccia che ha portato all'annientamento di un certo di armate russe come pure alla distruzione di numerose divisioni russe, è trascorso un certo tempo 1) per annientare e costringere alla resa queste armate russe da noi circondate, le quali del resto comprendevano più di un milione di uomini; 2) per dar modo alle divisioni di fanteria di raggiungere le divisioni corazzate che erano andate molto avanti; 3) per riordinare la base di approvvigionamento e in particolare le linee ferroviarie e il centro di smistamento delle notizie e tenerle in contatto le armate che avanzano sempre più.

Trasporti e collegamenti.

Specie per quanto riguarda le ferrovie è stato fatto un lavoro eccezionale. Numerose strade ferrate sono state già messe in funzione. Di altre linee siamo riusciti temporaneamente a servirvi, in modo che i nostri treni appositamente attrezzati riescano a percorrerle fino ad un tratto che è molto ad oriente di Minsk. Queste strade ferrate, nonostante tutte le distruzioni, non solo raggiungeranno in pochi giorni la cosiddetta linea Stalin ma la sorpasseranno. Dopo che questi preparativi erano stati compiuti e le divisioni di fanteria, pronte all'attacco, si erano in collegamento con i reparti motorizzati che avevano già avanzato ho dato l'ordine di attaccare linea Stalin e di sfondarla nei punti stabiliti.

Questa operazione è riuscita su tutto il fronte. Attualmente in ben otto punti davanti al nostro fronte si trovano incapsulati reparti di armate russe. Il cerchio si stringe di ora in ora intorno a loro ed io non credo che importanti contingenti riusciranno ad aprirsi una breccia e a sfuggirci. In ogni modo, passeranno probabilmente ancora otto giorni prima che i nostri reparti corazzati, spintisi molto avanti in oriente, siano raggiunti dal grosso della nostra fanteria. Io ritengo che per la fine della prossima settimana gran parte delle armate russe che si trovano dinanzi alla ex linea Stalin sarà distrutta.

Attualmente, altre operazioni dirette alla distruzione dell'esercito nemico sono in via di preparazione e saranno attuate entro brevissimo tempo. Io ritengo fin da ora che sia da escludere che il comando russo possa riuscire a portare in salvo ingenti reparti dietro il Volga o dietro gli Urali. Comunque, io sono deciso ad inseguire l'armata finché russa essa sarà e distrutta interamente. Questa decisione è anche la decisione delle truppe. E' una decisione sorta nella sua durezza sotto l'impressione della crudeltà che il bolscevismo stesso ci ha dato. Poiché la forza contro la quale combattiamo non è composta di uomini ma di diavoli.

Ogni giorno di più si rafforza presso gli ufficiali ed i soldati la convinzione che era proprio l'ultimo minuto utile quello in cui noi siamo entrati a combattere un pericolo che minacciava l'Europa in un modo tale come non si era più visto dall'epoca delle incursioni degli Unni e dei Mongoli. Gli atti di crudeltà commessi da questi esseri bestiali non si possono immaginare. Ad esempio, la mia Guardia del Corpo fu aggregata ad un reparto di avanguardia del gruppo corazzato Kleist che spintosi molto avanti, fu tagliato fuori e sopraffatto dopo aver fatto uso di tutte le sue munizioni. I suoi componenti sono stati trovati tutti legati e ridotti in condizioni così crudeli che anche in Germania non si è potuto pubblicarne le fotografie. Conseguenza di queste impressioni è un sempre piu crescente fanatismo anche presso i nostri semplici soldati, i quali non vogliono fare più prigionieri.

La massa dei prigionieri in nostre mani - sia soldati che ufficiali - è rappresentata da esseri cosi bestiali e cosi in basso nella scala degli esseri animali che basta da sola a stabilire un netto confine fra l'Europa e l'interno dell'Asia - la quale però va distinta dall'estremo Oriente, cioè da quelle razze di antica ed alta civiltà che per secoli hanno dovuto faticosamente difendersi dagli attacchi dei Mongoli asiatici.

Rallegramenti per il C.S.I.R.

I Vostri contingenti, Duce, non appena le circostanze lo permetteranno entreranno subito nella lotta, ed io sono convinto che essi potranno in ogni caso partecipare utilmente e vittoriosamente alla seconda campagna del Sud. Mi rallegro soprattutto che si tratti di un corpo di spedizione numeroso e completo, poiché ciò facilita il compito per l'ulteriore avanzata. Però sarò soprattutto lieto, Duce, se potrò di nuovo salutarVi. Questa volta, ancora più di prima, sono convinto che la guerra è vinta, poiché dopo l'annientamento della Russia non vi sarà alcuna forza al mondo, Duce, che potrà scuotere la nostra posizione europea e la Vostra posizione nord-africana. Oltre ciò ci sarà possibile assicurarsi nell'immenso del continente Orientale quelle condizioni economiche fondamentali che, pure nel caso del prolungarsi della guerra, sono atte a sollevare anche il resto della Europa dalle attuali necessità e preoccupazioni.

Vogliate gradire, Duce, i miei più cordiali camerateschi saluti.

Vostro Hitler

Immagini, il ripiegamento

Immagini del ripiegamento, 20 e 23 gennaio 1943... la lunga strada verso casa.