mercoledì 28 marzo 2018

Lino torna a casa

Sabato 7 aprile 2018 finalmente riconsegneremo la piastrina di Lino Incerti al nipote! La cerimonia si terrà a Baiso (Reggio Emilia) dalle ore 10.30. Sarà un momento significativo per noi che abbiamo avuto l'onore di riportare in Italia un oggetto così importante di questo povero ragazzo e lo sarà anche per tutte le persone che interverranno alla cerimonia; sarà un modo per ricordare a tutti che questi ragazzi tanto sfortunati non devono essere dimenticati. Invitiamo chiunque ad intervenire!

martedì 27 marzo 2018

Le parole di Davide Mazzocato

A distanza ormai di 2 mesi dal termine del nostro trekking ho rivisto i miei compagni di viaggio; è stato un grande piacere per tutti. Abbiamo condiviso qualche cosa che ci porteremo dentro tutta la vita. Ho sentito quindi la necessità di far si che ognuno di loro potesse avere voce su questa pagina e ho quindi chiesto a tutti loro di scrivere qualche cosa in merito... li conosco ormai e non so se tutti si sentiranno di esternare quello che hanno provato e che ora pensano. Anche se non lo faranno apertamente io li ho visti in Russia, ho visto le loro emozioni a volte trattenute a fatica, li ho guardati negli occhi in certi momenti e so che le parole anche di uno solo di loro varranno per tutti quanti.

La Russia, il viaggio, i centomila che non tornarono, le emozioni di Davide Mazzocato.

Cari amici certo tutto questo scalpore un po' alla volta andrà a scemare, ma il nostro cuore custodirà per sempre quei luoghi, quella neve, quei boschi di betulle, quei villaggi tante volte descritti nei racconti di Mario Rigoni Stern, Giulio Bedeschi, e trovati esattamente così talmente precisi che a volte girandomi indietro mi aspettavo di vedere ancora qualche Alpino in ritirata, quante emozioni hanno attraversato il mio cuore, quante lacrime versate hanno solcato il mio viso, quelle piastrine ritrovate che emozioni forti e costudite con tanto rispetto e amore, quelle piastrine ci hanno detto riportateci in Italia siamo tutto quello che resta di due figli d'Italia, loro caduti in Russia questa Italia che se la potessero vedere sono sicuro non si riconoscerebbero. Ogni giorno era un giorno speciale perché siamo stati un gruppo speciale di compagni e amici speciali, i paesaggi immutabili sempre uguali un mare di neve, quelle interminabili camminate uno in fila all'altro senza dire una parola e lo sguardo perso oltre l'orizzonte innevato inevitabilmente i pensieri andavano a quei ragazzi di vent'anni impauriti, braccati dai Russi, affamati, inesorabilmente stretti nella morsa del gelo implacabile ti chiedevi quando grandi sono stati per affrontare tutto questo grazie Eroi, le sere rintanati all'interno delle isbe ospiti dei locali quanto calore, quanta passione, che ci abbiamo messo avevamo appena concluso la tappa giornaliera e già eravamo proiettati anima e corpo alla tappa del giorno dopo e poi...... eccola la in fondo a poco più di un kilometro Nikolajewka e ti accorgi che più ti avvicini più le gambe ti iniziano a tremare, la stanchezza l'affanno di colpo spariscono e gli ultimi duecento metri li fai correndo giù per il costone e poi all'improvviso ti si staglia davanti silenzioso avvolto dalla neve il sottopasso e il pensiero va a lui il Generale Reverberi e a tutti i ragazzi e se rimaniamo in silenzio sentiamo ancora riecheggiare il grido "TRIDENTINA AVANTI" e le lacrime non riesci più a controllarle e piangi, piangi a più non posso ce l'ho fatta noi tutti ce l'abbiamo fatta il nostro viaggio è giunto al termine, ora ci rimangono, ci rimarranno solo i ricordi. Ecco cari amici noi sappiamo quello che abbiamo fatto e per chi lo abbiamo fatto e loro tutti loro, per una decina di giorni facevano a gara per prendersi i posti migliori lassù in paradiso per poter guardare giù, loro si hanno parlato e continueranno a parlare di noi e alla fine è questo che mi riempie di ORGOGLIO, grazie Silvia, Danilo, Giancarlo, Christian, Roberto, Ezio, Vittorio, Andrea, Stefano, Federico, grazie amici miei per aver condiviso questo viaggio in memoria dei centomila che non tornarono mai più a baita!

Intervista a Christian Abate

I sentimenti ed i pensieri trasmessi da Christian sono quelli che ci hanno accompagnato per tutta la spedizione e che sono presenti in tutti noi anche oggi a distanza di due mesi da quell'esperienza... un 'esperienza che ha lasciato il segno in ognuno di noi.

lunedì 26 marzo 2018

L'inaugurazione

Un'inaugurazione della mostra fotografica davvero ben riuscita! In un bel contesto storico e con decine di persone presenti abbiamo aperto la nostra mostra fotografica al pubblico. Vi aspettiamo per un appuntamento da non perdere! Giovedì 5 aprile dalle ore 18.00 potrete visitare la mostra, mangiare in nostra compagnia con dei piatti tipici della cucina lombarda e seguire la conferenza tenuta da Francesco Cusaro, Presidente Nazionale dell'Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia. L'evento si terrà a Milano in Via Alessandro Volta 23, presso il Circolo Combattenti e Reduci, zona Bastioni di Porta Volta. Per info e prenotazioni chiamare il 349.6472823.






mercoledì 21 marzo 2018

Incontro e cena

In occasione del 75° anniversario della Battaglia del Don, in un luogo quasi segreto pieno di memorabilia e al centro di Milano, giovedì 5 aprile 2018 è stata organizzata una serata in compagnia di Francesco Cusaro, Presidente Nazionale dell'UNIRR (Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia). Il programma prevede: la visita al percorso fotografico “Russia 1943-2018. Il viaggio”, esposizione che ripercorre il viaggio fatto a gennaio da 11 italiani in ricordo dei nostri eroi; la cena a base di piatti genuini della tradizione lombarda, salumi e formaggi locali, pizzoccheri e grigliata mista; l’intervento di Francesco Cusaro. Una serata all’insegna delle emozioni. Per questioni organizzative, la serata sarà a numero chiuso; è necessaria quindi la prenotazione fino ad esaurimento posti; per informazioni e prenotazioni telefonare al 349.6472823.

Russia 1943-2018, il viaggio

Inaugurazione con aperitivo della mostra fotografica relativa al nostro trekking.

giovedì 15 marzo 2018

Lino torna a casa

Lino torna a casa! Siamo riusciti a rintracciare i parenti di uno dei due dispersi per i quali abbiamo recuperato il piastrino in Russia. Lino Incerti nato il 17.03.1920 a Baiso (Reggio Emilia), appartenente alla 302a Sezione di Sanità Alpina della Divisione Alpina Tridentina; registrato come caduto o disperso il 19.01.1943. Ad aprile in data in fase di definizione consegneremo presso il comune di Baiso il piastrino al nipote vivente di Lino. Seguiranno aggiornamenti per chi volesse partecipare.

Intervista a Silvia Ostinelli

La nostra grandissima Silvia Ostinelli in una bellissima intervista sul nostro trekking. Cara Silvia, ti faccio i miei più vivi complimenti per quanto hai raccontato.

martedì 20 febbraio 2018

Intervista ad Antonio Andrioli

Intervista al compianto Colonnello Antonio Andrioli, presidente della sezione U.N.I.R.R. di Torino. Prese parte alla Campagna di Russia come tenente della 123ª Compagnia del III Battaglione Misto Genio (Divisione Julia). Catturato dai Sovietici, fu uno dei pochissimi sopravvissuti a Krinovaja, lager tristemente famoso per le condizioni di vita che rasentarono l'inverosimile. Dopo il trasferimento a Suzdal, il rimpatrio, nel 1946.

giovedì 15 febbraio 2018

L'isba di Zina

E' la sera del 23 Gennaio, la nostra terza tappa, forse quella più impegnativa, fino ad ora affrontata, per il pesante fuoristrada percorso nella neve alta 30/40 cm; arriviamo nel villaggio di Novo Karcowka... qualche decina di isbe e un piccolo negozio, tipico di questa parte della Russia, che vende di tutto, dai biscotti ai chiodi, passando dal pesce essiccato alle calze da donna.

Siamo sudati e stanchi; la nostra guida ci porta verso un'isba incastrata fra altre; entriamo e ci accoglie una donna di mezza età, a dir poco burbera ed evidentemente poco felice di ricevere ospiti nella sua casa. Le condizioni di estrema povertà ci fanno capire il motivo dell'aver accettato la nostra presenza nella sua casa (in ogni località giustamente paghiamo una piccolissima quota per la cena e il pernotto).

L'isba è qualche cosa di inimmaginabile per noi abituati alle case "occidentali": il pavimento è disconnesso e coperto di tappeti che probabilmente non vedono l'acqua da anni, le pareti scrostate o coperte da una tappezzeria di altri tempi, il bagno inesistente, un lavandino unico per tutto con lo scarico che va direttamente in un secchio da svuotare ogni volta che si riempie. Una stanza funge da cucina e da sala da pranzo, l'altra stanza da salotto e camera da letto. Non esiste il bidet, non esiste la doccia, non esiste la vasca da bagno. Come una volta una grossa stufa a gas attorno alla quale è stata costruita l'isba.

Zina, la proprietaria, parla poco con noi; serve svelta la cena frugale; un gatto nero, il suo gatto nero fa capolino nella stanza arrivando da chissà dove. Anche lui assomiglia alla padrona... ci guarda da lontano, schivo. Iniziamo a smontare gli zaini e a stendere il sacco a pelo per la notte. A guardarci potremmo assomigliare lontanamente ai nostri alpini che 75 anni fa entravano nelle isbe e crollavano dalla stanchezza in ogni angolo.

Lei ci osserva distante e controlla che tutto avvenga senza complicazioni; ad una cert'ora com'è vestita, prende e va a letto; curioso e scatto alcune fotografie dell'isba; sui pochi armadi malandati i ricordi di una vita... alcune fotografie del marito (e così scopro che è vedova come tante donne in Russia, dove l'aspettativa di vita per gli uomini è bassissima rispetto a quella delle donne). Come sempre mi piace osservare i dettagli che poi sono quelli che fanno la differenza fra le persone, fra le vite delle persone. Penso a che vita difficile debba affrontare qui una donna, dispersa in un villaggio in piena steppa.

Osservate i dettagli delle fotografie per capire, perché le mie parole non bastano per comprendere le condizioni di vita di questa persona... la mattina dopo partiamo per la prossima tappa e ancora una volta Zina ci saluta con un certo distacco e senza grandi emozioni. L'abbiamo lasciata alla sua vita, nella sua casa vuota e con il suo gatto nero. Spesso ripenso a lei e a cosa stia facendo in quel preciso momento, anche un po' con malinconia perché questo viaggio in Russia serve a capire anche questo e a vivere una realtà spesso lontana anni luce dalle nostre comodità di tutti i giorni.