PREMESSA.
I testi che seguono sono un estratto de "I servizi logistici delle unità italiane al Fronte Russo (1941-1943)" edito dall'Ufficio Storico del Ministero della Difesa - Stato Maggiore dell'Esercito; la mia divulgazione ha il solo scopo di proporre alla vostra attenzione alcuni spunti di riflessione di quella che fu la Campagna di Russia per noi italiani, anche dal punto di vista logistico; la mia divulgazione non ha lo scopo di sostituire il testo originale, ma al contrario è un invito all’acquisto, se rintracciabile, per approfondire i temi trattati e conoscere a fondo anche questo aspetto della nostra storia. Buona lettura!
IL SERVIZIO SANITARIO - SECONDA PARTE.
Dopo il superamento del Dnieper ed il consolidamento del possesso della zona ad ovest di quel fiume, fu possibile organizzare fin dal mese di ottobre, in Dniepropetrovsk, il primo nucleo dell'organizzazione ospedaliera di secondo sgombero, in previsione anche del collegamento ferroviario di quella base con la rete europea, chi si andava estendendo verso su est di pari passo con l'avanzata germanica. Qui furono impiegati gli Ospedali da Campo 820 e 830, successivamente integrati dall'Ospedale di Riserva 1.
Tutti gli altri ospedali da campo poterono ancora essere tenuti ripiegati per seguire lo spostamento delle grandi unità verso oriente. Nei combattimenti sostenuti dalle divisioni del CSIR per il possesso della zona mineraria e industriale del Donez si ebbero molti feriti e, a causa dell'impraticabilità delle piste, venne disposto il loro sgombero con mezzi aerei.Per agevolare quelle operazioni fu impiantato a Jusovka (Stalino) l'Ospedale da Campo 159.
La sistemazione invernale delle unità e la stasi operativa della stagione fredda nella zona Stalino-Gorlovka-Rykovo (Ordzonikidse)-Ivanovskij-Rasinopnoj, consentirono un migliore adeguamento del servizio alle necessità in atto ed a quelle prevedibili. Furono infatti realizzati: - una zona di sgombero nei settori delle singole divisioni, costituita dalle Sezioni di Sanità, dagli Ospedali da Campo e dai Nuclei Chirurgici Divisionali, per la raccolta ed il primo ricovero di tutti i militari di ogni divisione; - una base ospedaliera avanzata nella zona di Jasinovatoje-Avdeievka-Stalino, con sette Ospedali da Campo, aventi una capienza globale di 1300 letti sistemati in locali adatti, provvisti di mezzi idonei e di personale tecnico esperto per le varie specialità mediche e chirurgiche.
Nel mese di maggio 1942 l'entrata in funzione in quella zona dell'Ospedale di Riserva 2, con una capienza superiore ai 500 letti, accrebbe ancora le possibilità di ricovero e costituì una prima premessa per la prossima campagna operativa: - una base ospedaliera arretrata a Dniepropetrovsk, costituita dall'Ospedale di Riserva 1, portato alla capienza di 1000 posti-letto, integrato dagli Ospedali da Campo 820, 838 e 877, per una ulteriore capienza complessiva di altri 500 posti-letto.
Le cure per tutte le specialità mediche e chirurgiche furono assicurate con mezzi e personale specializzato. […] Dalla fine della stagione autunnale 1941 alla ripresa del movimento all'inizio dell'estate 1942, fu in atto a Stalino una frazione avanzata del Magazzino di Sanità, mentre tutte le residue aliquote di materiale sanitario erano state portate in avanti fino a Dniepropetrovsk.
[…] Raggiunta la linea del Donez, dopo che la 3ª Divisione Celere fu passata ad oriente di esso per operare nella grande ansia del Don alle dipendenze della 6ª Armata germanica, il XXXV ed il II Corpo d'Armata marciarono verso est senza sostenere combattimenti, per assumere schieramento sul Don. In relazione a questa nuova situazione, il servizio sanitario ed armata fu organizzato con la costituzione di due zone ospedaliere avanzate a tergo delle grandi unità schierate: una a nord, a Kantemirovka (Ospedale da Campo 32, raggiunto, poi, dall'Ospedale da Campo 25) e Rossosc (Ospedale da Campo 163); un'altra a sud, a Millerovo (Ospedale da Campo 64 sostituito, presso il XXXV Corpo d’Armata “CSIR”, dall'Ospedale da Campo 566 e, successivamente, dagli Ospedali da Campo 837 e 567), e a Katciarj (Ospedale da Campo 120).
Contemporaneamente in Voroscilovgrad veniva costituito il centro chirurgico d'armata, che disponeva dell'opera di tre professori titolari di cliniche chirurgiche universitarie, con i rispettivi aiuti ed assistenti, ed aveva come mezzi d'azione l'Ospedale di Riserva 4 (da poco giunto dall'Italia) e gli Ospedali da Campo 512 e 514, specializzati in cure chirurgiche insediati in locali adatti. […] Lo schieramento del Corpo d'Armata Alpino sul Don, comprato con lo spostamento della Divisione “Tridentina” alla metà di ottobre, determinò la costituzione del Centro Ospedaliero di Rossosc.
“Stato Maggiore dell'Esercito, I servizi logistici delle unità italiane al fronte russo (1941-1943), pagg. 43-53”.
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