venerdì 6 aprile 2018

Tutto ciò che resta di Lino

Domani Lino torna a casa... per me si chiude un cerchio... nel 2011 mi sono recato per la prima volta in Russia in pieno inverno ed è stata un'emozione fortissima. Era necessario dopo tante letture e tanti sogni ad occhi aperti, esserci di persona per vedere e sentire. Ora con la riconsegna del primo piastrino tutto ha molto più senso... li ho cercati, lo ho sognati, li ho sentiti e ora uno di loro sono riuscito a portarlo a casa. Per me sarà sempre una grande cosa!


venerdì 30 marzo 2018

Libri: "UNA BUGATTI DA GUERRA"

Giovedì 5 aprile sarà presente anche Chiara Orlandini con il suo bel libro "Una Bugatti da guerra"... un motivo in più per presenziare alla nostra serata.

mercoledì 28 marzo 2018

Le parole di Stefano Lupi

La ritirata di Russia di Stefano Lupi.

perché ad oltre 70 anni di distanza parlare ancora di questi avvenimenti?
per tanti motivi. 90.000 motivi.
anzi 90.000 + 1
90.001 soldati italiani che in quella tragedia non tornarono più a casa.
tra loro anche enrico magnanensi, tenente della divisione pasubio. mio nonno.
da quando mi sono messo sulle tracce del suo “percorso militare” l’unico pensiero è stato il poter un giorno solcare quelle terre per sentire e provare ad immaginare quello che un ragazzo di 27 anni, ha potuto vivere a migliaia di km lontano da casa.
una casa dove lo stava aspettando sua moglie in attesa della sua bambina che non ha mai potuto conoscere. mia mamma.

in occasione del 75° anniversario della ritirata del corpo d’armata alpino in russia, dal 18 al 27 gennaio 2018 insieme a: andrea, christian, danilo, davide, ezio, federico, giancarlo, roberto, silvia, vittorio e grazie all’associazione “sulle orme della storia” ho coronato questo forte desiderio: ripercorrere negli stessi giorni di quel gennaio 1943, il tragitto intrapreso, in ben peggiori condizioni, dai nostri soldati.

circa 180 chilometri che ognuno di noi ha affrontato alla scoperta di quei luoghi, di quel silenzio ma anche alla scoperta di se stesso.

a due mesi di distanza sono qui.
a ricordare quei giorni.
a ricordare quella parentesi lontana geograficamente e mentalmente.
una parentesi aperta da aspettative, eccitazione e con più interrogativi (pratico/logistici/fisici) che certezze (arriverò alla fine?).
ma che ho chiuso con un bagaglio ben più pesante dei 14kg del mio zaino e con un numero di interrogativi ben superiore dei primi. morali.
a ricordare quel mondo dove ho lasciato un pezzo di me.

dove ho lasciato i sorrisi sdentati o dorati e gli sguardi interrogativi delle tante persone incrociate nel vederci “sfilare” così colorati davanti alle loro grigie strade.
dove ho lasciato la loro gentilezza e ospitalità genuina.
dove ho lasciato la gioia per le piccole cose, come il trovare un dispenser di sapone dopo giorni di saponetta condivisa.
dove ho lasciato la tolleranza dell’imprevisto, io che, con stress, pianifico tutto e rincorro il tempo per “fare”.
dove ho lasciato un mondo indietro di 50 anni, ma autentico.
dove ho lasciato la nostra guida russa, sasha che senza garmin ma con un blocchettino a quadretti e una matita ci ha guidati nel nulla fino a destinazione.
dove ho lasciato un mondo dove ceni con 2 euro e dormi con 4.
dove ho lasciato il pope e la sua generosità, la cameriera con piega anni 60, l’autista folle in manica di camicia, zina e la sua la casa senza bagno, il padrone dell’hotel fiero di mostrarci le sue “suites” kitch e intonse e 100 altri personaggi.
dove ho lasciato la neve.
densa, avvolgente, infinita. rispettata e odiata.
si, perché quella che ritroverò un domani qui a milano o davanti a qualche alpen resort&spa trentino non sarà la stessa.
mai più!

dove ho lasciato la fatica e le lacrime.
dove ho lasciato i miei compagni. le loro parole, i loro racconti, le loro idee così lontane dal “mio mondo” ma che grazie ad esse sto vivendo una vita parallela. vera, mia!
dove ho lasciato il loro aiuto che mi ha permesso di scrivere “è finita, sono arrivato”
dove ho lasciato.....
dove ho lasciato?
no, non è vero
sono qui a ricordare, a scrivere.....
non ho lasciato niente, è tutto dentro di me
e li resterà per sempre!

ciao nonno, sii orgoglioso, la tua bambina è una grande donna.

Lino torna a casa

Sabato 7 aprile 2018 finalmente riconsegneremo la piastrina di Lino Incerti al nipote! La cerimonia si terrà a Baiso (Reggio Emilia) dalle ore 10.30. Sarà un momento significativo per noi che abbiamo avuto l'onore di riportare in Italia un oggetto così importante di questo povero ragazzo e lo sarà anche per tutte le persone che interverranno alla cerimonia; sarà un modo per ricordare a tutti che questi ragazzi tanto sfortunati non devono essere dimenticati. Invitiamo chiunque ad intervenire!

martedì 27 marzo 2018

Le parole di Davide Mazzocato

A distanza ormai di 2 mesi dal termine del nostro trekking ho rivisto i miei compagni di viaggio; è stato un grande piacere per tutti. Abbiamo condiviso qualche cosa che ci porteremo dentro tutta la vita. Ho sentito quindi la necessità di far si che ognuno di loro potesse avere voce su questa pagina e ho quindi chiesto a tutti loro di scrivere qualche cosa in merito... li conosco ormai e non so se tutti si sentiranno di esternare quello che hanno provato e che ora pensano. Anche se non lo faranno apertamente io li ho visti in Russia, ho visto le loro emozioni a volte trattenute a fatica, li ho guardati negli occhi in certi momenti e so che le parole anche di uno solo di loro varranno per tutti quanti.

La Russia, il viaggio, i centomila che non tornarono, le emozioni di Davide Mazzocato.

Cari amici certo tutto questo scalpore un po' alla volta andrà a scemare, ma il nostro cuore custodirà per sempre quei luoghi, quella neve, quei boschi di betulle, quei villaggi tante volte descritti nei racconti di Mario Rigoni Stern, Giulio Bedeschi, e trovati esattamente così talmente precisi che a volte girandomi indietro mi aspettavo di vedere ancora qualche Alpino in ritirata, quante emozioni hanno attraversato il mio cuore, quante lacrime versate hanno solcato il mio viso, quelle piastrine ritrovate che emozioni forti e costudite con tanto rispetto e amore, quelle piastrine ci hanno detto riportateci in Italia siamo tutto quello che resta di due figli d'Italia, loro caduti in Russia questa Italia che se la potessero vedere sono sicuro non si riconoscerebbero. Ogni giorno era un giorno speciale perché siamo stati un gruppo speciale di compagni e amici speciali, i paesaggi immutabili sempre uguali un mare di neve, quelle interminabili camminate uno in fila all'altro senza dire una parola e lo sguardo perso oltre l'orizzonte innevato inevitabilmente i pensieri andavano a quei ragazzi di vent'anni impauriti, braccati dai Russi, affamati, inesorabilmente stretti nella morsa del gelo implacabile ti chiedevi quando grandi sono stati per affrontare tutto questo grazie Eroi, le sere rintanati all'interno delle isbe ospiti dei locali quanto calore, quanta passione, che ci abbiamo messo avevamo appena concluso la tappa giornaliera e già eravamo proiettati anima e corpo alla tappa del giorno dopo e poi...... eccola la in fondo a poco più di un kilometro Nikolajewka e ti accorgi che più ti avvicini più le gambe ti iniziano a tremare, la stanchezza l'affanno di colpo spariscono e gli ultimi duecento metri li fai correndo giù per il costone e poi all'improvviso ti si staglia davanti silenzioso avvolto dalla neve il sottopasso e il pensiero va a lui il Generale Reverberi e a tutti i ragazzi e se rimaniamo in silenzio sentiamo ancora riecheggiare il grido "TRIDENTINA AVANTI" e le lacrime non riesci più a controllarle e piangi, piangi a più non posso ce l'ho fatta noi tutti ce l'abbiamo fatta il nostro viaggio è giunto al termine, ora ci rimangono, ci rimarranno solo i ricordi. Ecco cari amici noi sappiamo quello che abbiamo fatto e per chi lo abbiamo fatto e loro tutti loro, per una decina di giorni facevano a gara per prendersi i posti migliori lassù in paradiso per poter guardare giù, loro si hanno parlato e continueranno a parlare di noi e alla fine è questo che mi riempie di ORGOGLIO, grazie Silvia, Danilo, Giancarlo, Christian, Roberto, Ezio, Vittorio, Andrea, Stefano, Federico, grazie amici miei per aver condiviso questo viaggio in memoria dei centomila che non tornarono mai più a baita!