Sono anche i giorni di Selenyj Jar, il quadrivio insanguinato...
Enrico Rebeggiani (Chieti, 1 agosto 1916 - Ivanowka, 22 dicembre 1942)… «Eroico combattente d'Albania, benché assegnato a servizio condizionato presso un deposito per ferite riportate in combattimento, chiese ed ottenne di seguire il suo battaglione in partenza per il fronte russo. In più giorni di sanguinosi combattimenti, contro nemico preponderante di uomini e di mezzi combatté ininterrottamente. Col suo coraggio fu di esempio costante ai suoi alpini. Il suo valore culminava il giorno 22 dicembre, quando, comandante di un plotone sciatori arditi, occupava di sorpresa una importante posizione che il nemico aveva strappato ad altro reparto. Contrattaccato più volte rimaneva in posto con mirabile fermezza, anche quando il suo plotone era quasi distrutto. Benché ferito, visto il nemico che si ritirava, riuniti i pochi superstiti, noncurante del micidiale fuoco di artiglieria, si slanciava all'inseguimento; ferito una seconda volta incitava i suoi alpini a proseguire nella lotta gridando: "Avanti, L'Aquila". Colpito a morte consacrava la sua vita alla Patria Fronte Russo, Ivanowka quota 204, 19-20-21-22 dicembre 1942.»
Nelle immagini quota 204 ripresa dal satellite e successivamente fotografata nell'inverno del 2020, l'ultimo, purtroppo, viaggio in Russia.
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Trekking ed escursioni in Russia sui campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale
Danilo Dolcini - Phone 349.6472823 - Email danilo.dolcini@gmail.com - FB Un italiano in Russia
giovedì 21 dicembre 2023
Un flammiere ad Arbusowka
"Alle ore 7.00 circa del giorno 22 dicembre il flammiere Mario Iacovitti, preso uno dei cavalli presenti, si lanciò contro le linee sovietiche sventolando un tricolore, galvanizzando così alcuni reparti italiani che avrebbero poi sferrato un improvviso attacco contro alcuni reparti sovietici; catturato, rientrò in Italia alla fine della guerra, gli fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare".
Mario Iacovitti riposa al cimitero del Verano a Roma; lo trovai casualmente anni fa presso il sacrario militare.
Mario Iacovitti riposa al cimitero del Verano a Roma; lo trovai casualmente anni fa presso il sacrario militare.
I giorni di Arbusowka
Sono i giorni di Arbusowka, sono le ore di Arbusowka, la "valle della morte"...
"I feriti, con le membra spezzate e mutilate, venivano trascinati via e affidati ai medici che, senza attrezzatura e con scarsissimi materiali, iniziarono, su questa banchina glaciale, un prodigioso impegno che sarebbe andato avanti fino alla notte del 24 dicembre e che alcuni di loro avrebbero proseguito in prigionia, restando a fianco dei loro sventurati pazienti. Tutti i feriti, da quella sera, iniziarono un vero calvario. I più fortunati furono stivati in fredde isbe. La maggior parte rimase all’addiaccio. Venivano addossati alle pareti esterne delle case o ai pagliai, avvolti in coperte. Molti sarebbero morti assiderati…".
Arbusowka può essere considerata la più sanguinosa battaglia sostenuta dal Regio Esercito durante la Campagna di Russia: dei circa 25.000 italiani chiusi nella sacca, ben 20.500 circa furono uccisi, feriti o presi prigionieri in circa 4 giorni di combattimenti.
Le prime due immagini sono rarissime fotografie scattate all'epoca ad Arbusowka; la terza l'ho scattata nell'estate del 2019 proprio nella zona delle isbe occupate dai nostri soldati.
"I feriti, con le membra spezzate e mutilate, venivano trascinati via e affidati ai medici che, senza attrezzatura e con scarsissimi materiali, iniziarono, su questa banchina glaciale, un prodigioso impegno che sarebbe andato avanti fino alla notte del 24 dicembre e che alcuni di loro avrebbero proseguito in prigionia, restando a fianco dei loro sventurati pazienti. Tutti i feriti, da quella sera, iniziarono un vero calvario. I più fortunati furono stivati in fredde isbe. La maggior parte rimase all’addiaccio. Venivano addossati alle pareti esterne delle case o ai pagliai, avvolti in coperte. Molti sarebbero morti assiderati…".
Arbusowka può essere considerata la più sanguinosa battaglia sostenuta dal Regio Esercito durante la Campagna di Russia: dei circa 25.000 italiani chiusi nella sacca, ben 20.500 circa furono uccisi, feriti o presi prigionieri in circa 4 giorni di combattimenti.
Le prime due immagini sono rarissime fotografie scattate all'epoca ad Arbusowka; la terza l'ho scattata nell'estate del 2019 proprio nella zona delle isbe occupate dai nostri soldati.
martedì 19 dicembre 2023
Conferenza a Novara
Per chi mi ha chiesto la possibilità di poter visionare la conferenza tenuta domenica a Novara, ecco il link delle riprese effettuate dalla Provincia di Novara... l'audio è un po' basso ma con l'adeguato volume è possibile ascoltarla per intero.
In ricordo di chi fu primo...
In ricordo di tutti quei soldati che primi sostennero e cercarono di arginare l'offensiva sovietica "Piccolo Saturno".
"Su Olimpo si stava rovesciando un uragano di fuoco. Non tirava un alito di vento e il fumo delle esplosioni ristagnava, irritando gli occhi abbagliati dalle vampe ininterrotte. Immersa nella fitta caligine, la spianata di Olimpo era percorsa in ogni direzione dai superstiti del caposaldo X, disorientati, terrorizzati, sbandati. Alcuni ufficiali, esausti, cercavano invano di bloccarli. Sulle nostre teste cominciarono a esplodere le granate a shrapnel. Sospese a 10 metri di altezza comparivano come d’incanto delle nuvolette dense, colorate in rosa ciclamino, in violetto o in arancione. Subito dopo le orecchie erano frustate dal rumore delle esplosioni e dai sibili aspri delle centinaia di pallettoni che ci piovevano addosso…".
Il caposaldo Olimpo e la spianata all'epoca nella prime due immagini; il caposaldo Olimpo e la spianata fotografato nell'estate del 2019.
"Su Olimpo si stava rovesciando un uragano di fuoco. Non tirava un alito di vento e il fumo delle esplosioni ristagnava, irritando gli occhi abbagliati dalle vampe ininterrotte. Immersa nella fitta caligine, la spianata di Olimpo era percorsa in ogni direzione dai superstiti del caposaldo X, disorientati, terrorizzati, sbandati. Alcuni ufficiali, esausti, cercavano invano di bloccarli. Sulle nostre teste cominciarono a esplodere le granate a shrapnel. Sospese a 10 metri di altezza comparivano come d’incanto delle nuvolette dense, colorate in rosa ciclamino, in violetto o in arancione. Subito dopo le orecchie erano frustate dal rumore delle esplosioni e dai sibili aspri delle centinaia di pallettoni che ci piovevano addosso…".
Il caposaldo Olimpo e la spianata all'epoca nella prime due immagini; il caposaldo Olimpo e la spianata fotografato nell'estate del 2019.
sabato 16 dicembre 2023
In memoria del Seniore Giacomo Comincioli
Comandante del 15° Battaglione "M" del Gruppo C.C.N.N. "Leonessa", partecipando a numerosi combattimenti, cadde in azione il 15 dicembre del 1942 durante un assalto durato quattro ore contro Quota 192 nei pressi di Orobinskji, nelle vicinanze del Don. Per questa azione nel 1952 fu insignito alla Medaglia d'argento al Valor Militare.
«Comandante di Battaglione, ricevuto l’ordine di contrattaccare una posizione aspramente contesa, nonostante la violenta reazione, si poneva alla testa del suo reparto e con magnifico slancio respingeva le soverchianti forze nemiche. Ferito gravemente, conscio della propria fine, incitava i suoi uomini alla lotta e cadeva da valoroso. Don - quota 192 (fronte russo), 15 dicembre 1942.»
In suo ricordo è stata posto un medaglione con inciso il suo nome al centro della grande Croce posta sulla cima dell'Adamello, e la sezione dell'Associazione Volontari di Guerra di Brescia porta il suo nome. Il 25 maggio 1999 è stata posta una lapide in suo ricordo presso la Chiesa degli Alpini di Boario Terme.
«Comandante di Battaglione, ricevuto l’ordine di contrattaccare una posizione aspramente contesa, nonostante la violenta reazione, si poneva alla testa del suo reparto e con magnifico slancio respingeva le soverchianti forze nemiche. Ferito gravemente, conscio della propria fine, incitava i suoi uomini alla lotta e cadeva da valoroso. Don - quota 192 (fronte russo), 15 dicembre 1942.»
In suo ricordo è stata posto un medaglione con inciso il suo nome al centro della grande Croce posta sulla cima dell'Adamello, e la sezione dell'Associazione Volontari di Guerra di Brescia porta il suo nome. Il 25 maggio 1999 è stata posta una lapide in suo ricordo presso la Chiesa degli Alpini di Boario Terme.
martedì 12 dicembre 2023
Podcast sulla Campagna di Russia
In pochi minuti cerco di sintetizzare quasi due anni di campagna sul fronte orientale dei nostri reparti dallo CSIR all'ARMIR.
Il viaggio del 2013, da Warwarowka a Shukowo
Immagini del mio primo trekking effettuato nel 2013... Mercoledì 23 gennaio - 5a tappa Km.26,0: da Warwarowka a Garbusowo, a Ribalzin a Shukowo. Lungo la strada che da Warwarowka ci porterà a Garbusowo.
In memoria di Peppino Prisco
In memoria di Peppino Prisco, scomparso il 12 dicembre di 22 anni fa... si arruola negli Alpini a 18 anni, partecipando alla Campagna di Russia in qualità di tenente nel Battaglione "L'Aquila" del 9º Reggimento Alpini, inquadrato nella Divisione Alpina Julia, e guadagnandosi una medaglia d'argento al valor militare.
Il Battaglione "L'Aquila" partecipò agli scontri che si verificarono a Selenyj Jar, il famoso quadrivio insanguinato, e rientrò in Italia al termine della campagna con 159 Alpini e 3 Ufficiali... lui era uno di quelli!
Il Battaglione "L'Aquila" partecipò agli scontri che si verificarono a Selenyj Jar, il famoso quadrivio insanguinato, e rientrò in Italia al termine della campagna con 159 Alpini e 3 Ufficiali... lui era uno di quelli!
domenica 10 dicembre 2023
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