sabato 16 gennaio 2021

Onori ad Diotalevio Leonelli

Il video postumo del reduce Diotalevio Leonelli creato dall'amico Pierpaolo Venturi, un altro modo per tenere vivo il ricordo e la memoria di quei ragazzi.

venerdì 15 gennaio 2021

Operazione Ostrogožsk-Rossoš'

Cartina originale sovietica relativa all'avvio dell'Operazione Ostrogožsk-Rossoš' da parte del Il Fronte di Voronež: inizia l'offensiva sull'Alto Don contro il Corpo d'Armata alpino e la 2ª Armata ungherese.

Ricordi del trekking ad un anno di distanza

Trekking 2020 lungo il percorso della ritirata del Corpo d'Armata Alpino in Russia nel gennaio 1943, dal Don a Nikolajewka; a distanza di un anno in ricordo di quelle giornate che ti rimangono per sempre nel cuore.

L'ARMIR nella II battaglia del Don, parte 6

L'8 Armata italiana nella seconda battaglia difensiva del Don (11 dicembre 1942 - 31 gennaio 1943), sesta parte.

Per parare alla minaccia viene ordinato alla 298a D. germanica - schierata sul Don fra la D. «Ravenna» e la D. «Pasubio» - di prendere posizione fronte a nord-ovest lungo la valle del Bogutschar; alla divisione alpina «Julia» - sostituita in linea dalla D. «Vicenza» - di tamponare il vuoto tra la 385a e la 298a germaniche; alla 27a D. cr. di coprire il vuoto con azioni mobili. Ma il nemico che attacca tenacemente da 8 giorni impedisce di attuare ogni progetto di ristabilimento mettendo in ritardo e di fronte a situazioni sempre sorpassate le forze accorrenti. La D. «Julia» si porterà sulla destra della «Cuneense» e della 385a germanica - ove cominciano ad affluire anche i primi elementi del Gruppo Fegelein - fronte ad est, e le unità corazzate procedenti alle spalle del nostro schieramento verso ovest verranno arrestate; ma la 298a germanica minacciata sull'ala sinistra da infiltrazioni di carri armati nemici, che nella giornata del 18 raggiungono la val Levaja, chiede ed attua, prima di ottenerne l'autorizzazione, l'arretramento dell'ala sinistra sulla linea Radtschenkoje-Kupinka allargando la breccia già esistente.

Il 18, Taly è investita per quasi tutta la giornata e gli attacchi continuano l'indomani. Il presidio, del quale ha assunto il comando il comandante della D. «Ravenna», assolto il compito di arresto temporaneo affidatogli verrà ritirato il 19 (dopo essere stato sostituito da forze germaniche sopraggiunte al mattino) ed avviato per Simaglejewka su Rossosch (questa aliquota della «Ravenna» rimarrà nel settore del C.A. alpino nei pressi di Rowenki con i reparti della «Cosseria» in riordinamento). Il 19, punte corazzate raggiungono la val Levaja, Kantemirowka e Tschertkowo, interrompendo la ferrovia e minacciando da tergo lo schieramento del XXXV e del XXIX C.A. A Kantemirowka un nostro nucleo (3000 uomini circa, in prevalenza truppe e servizi delle D. «Cosseria» e «Ravenna» e del II C.A.), raccolto nella località la sera precedente, praticamente disarmato di fronte ai carri, non può opporre una valida difesa. L'episodio, spiegabile con le particolari circostanze di fatto, viene artatamente ampliato da una larvata propaganda tedesca.

A Tschertkowo il presidio, costituito essenzialmente da nostre unità complementi, ivi sbarcate la sera prima, respinge invece l'avversario iniziando una resistenza che, successivamente alimentata da altre truppe, infrangerà per 25 giorni i continui attacchi del nemico. Nei giorni 20 e 21, i russi continuano il movimento verso sud raggiungendo Djogtewo dove, riunendosi con unità corazzate provenienti dal settore della 3a Armata romena, chiudono il cerchio a tergo del XXXV e XXIX C.A. A nord, nel settore del XXIV C.A. (il 18, in relazione agli avvenimenti in corso nei settori attaccati il comandante Gruppo Armate ordinava che il II C.A. cedesse la responsabilità del settore al comando XXIV C.A. il quale, provenendo dal fronte della 2a Armata ungherese, aveva stabilito la sua sede a Kantemirovka. Il comando II C.A., ad avvenuta cessione, doveva provvedere alla riorganizzazione delle unità defluite nelle retrovie per costituire al più presto formazioni di combattimento da rinviare in linea), che ha prolungato verso sud lo schieramento del C.A. alpino, la situazione, invece, si consolida. In zona Nowo Kalitwa il contrattacco di un btg. alpini della «Julia» ricaccia il nemico sulle posizioni iniziali.



giovedì 14 gennaio 2021

L'ARMIR nella II battaglia del Don, parte 5

L'8 Armata italiana nella seconda battaglia difensiva del Don (11 dicembre 1942 - 31 gennaio 1943), quinta parte.

LA BATTAGLIA DI ROTTURA.

GENERALITA'. Dal 16 al 21 dicembre si sviluppano le operazioni a fondo per rompere il nostro schieramento ed avvolgere l'ala destra dell'Armata. L'azione nemica si manifesta: con un attacco principale sul fronte del II C.A., da dove spinge sul tergo una branca per accerchiare in coordinazione con un'altra partente dal settore della contigua 3a Armata romena, il XXXV e XXIX C.A. e con attacchi sussidiari sul fronte della D. «Pasubio» (XXXV C.A.), della D. «Torino» e della «Celere» (XXIX C.A.). Nel quadro di questa manovra, a largo raggio, l'azione tattica sul fronte del II C.A., partendo dalle condizioni preliminari realizzate con la battaglia di logoramento, tende a conseguire la rottura della linea di difesa in corrispondenza dell'ansa di V. Mamon e l'aggiramento a breve raggio delle forze laterali, premesse necessarie per lo sviluppo della manovra strategica da realizzare lanciando in profondità robuste punte corazzate. Iniziata il giorno 16, in corrispondenza dell'ansa, la manovra si svilupperà nei giorni successivi minacciando prima l'ala sinistra del XXXV C.A. poi tutto lo schieramento dell'ala destra dell'Armata.

L'AZIONE NEMICA.

FRONTE DEL II C.A. - Alle ore 6 del 16, il nemico che per tre giorni ha preferito accanirsi contro il fronte della «Cosseria» attacca decisamente la «Ravenna». La «Ravenna» resiste nei suoi capisaldi per circa tre ore; verso le 9 parte dei carri armati riesce a penetrare attraverso la linea di resistenza e più tardi ad arrivare sugli abitati di Krassno Orechowoje, Filonowo, Gadiutsche; una inflessione si produce in corrispondenza della destra del 318° rgt. germanico. La breccia, aperta in corrispondenza di q. 158, si allarga fra Dubowikowka e Gadiutsche. Nel pomeriggio punte corazzate sono avvistate nei pressi di Golyi. I capisaldi ad uno ad uno sul fronte sono circondati, distrutti a cannonate o schiacciati dai carri. Restano sul posto fino all'estremo sacrificio anche i presidi dei capisaldi al centro dell'ansa. L'attacco continua durante la notte. Ma al mattino gli eventi precipitano. Tra le 9 e le 10, la situazione peggiora anche sul fronte della 385a D. germanica (già della D. «Cosseria»), Orobinskij è caduto e Zapkow sta per cadere. Il 17, punte corazzate arrivano al solco del Bogutschar, il 18 si spingono verso ovest risalendo la valle per raggiungere la ferrovia di Kantemirovka.



Il viaggio del 2011, quota Pisello

Immagini del mio primo viaggio "esplorativo" effettuato nel 2011... Quota Pisello e il monumento dedicato ai caduti sovietici; prima e vera esperienza con il freddo russo che quell'anno toccava temperature di circa 25/30° gradi sottozero ed una percezione ancora maggiore dovuta al vento sempre sempre presente.



mercoledì 13 gennaio 2021

Campagna U.N.I.R.R. 2021

Perché iscriversi ad U.N.I.R.R.? Semmai la domanda da porsi a chi segue e si interessa di queste vicende è perché non iscriversi in U.N.I.R.R.? L'Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia è un'associazione che non riceve finanziamenti e vive solo grazie al contributo dei suoi soci; l'Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia ricorda e commemora i soldati di tutte le armi che presero parte alla Campagna di Russia, tutti quanti nessuno escluso; l'Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia ha costituito ha dato vita ad U.R.P. - U.N.I.R.R. Recovery Pool, un progetto unico nel suo genere che ha quale primario obiettivo quello di effettuare studi e indagini nelle zone legate agli eventi della Campagna di Russia, ma SOPRATTUTTO di localizzare i luoghi di sepoltura e, in cooperazione con gli organi competenti italiani ed internazionali, contribuire fattivamente al recupero dei resti dei militari, affinché questi possano ricevere una degna sepoltura in Italia o nei loro paesi di origine.

Si avete letto giusto... andare in Russia e con tutti i permessi necessari provvedere al recupero dei corpi dei nostri caduti. Quante volte se ne parla? Quante volte giustamente i familiari chiedono questo? Se solo tutte le persone che seguono questa pagina si iscrivessero, U.R.P. - U.N.I.R.R. Recovery Pool potrebbe appena possibile intraprendere diverse missioni per cercare di riportare a casa i resti mortali di qualcuno di questi ragazzi. Alle belle parole di tanti possono finalmente seguire dei fatti concreti! Io sono un socio qualsiasi di U.N.I.R.R. da anni e ho già dato la mia adesione a questo progetto, ma per portarlo a termine serve davvero l'aiuto di ogni persona che ha a cuore queste vicende. Pensateci...

sabato 9 gennaio 2021

Campi di prigionia e fosse comuni, parte 8

Grazie al permesso ottenuto dai vertici di U.N.I.R.R. Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia, di cui faccio orgogliosamente parte, pubblico l'ottava parte di questo interessantissimo documento relativo ai "campi di prigionia e fosse comuni dello CSIR e dell'ARMIR": la scheda dei campi di Kamescovo, Kizel, Kokand, Krinovoe e Lesnievo.















Le mappe dello CSIR e dell'ARMIR 7

Le mappe delle operazioni del CSIR e dell'ARMIR dal giugno 1941 all'ottobre 1942 - L'avanzata al Dnjepr dopo la "Battaglia dei due fiumi".

Il viaggio del 2011, Mosca e il milite ignoto

Di questi tempi l'anno scorso e anche altri anni prima ero in piena preparazione per il trekking invernale... anche quest'anno sarei dovuto ripartire con "vecchi" e nuovi compagni di viaggio, ma la situazione sanitaria ha ovviamente bloccato tutto. E' proprio in questo periodo dell'anno che la voglia di tornare in Russia emerge con più forza. Virtualmente ci tornerò con le immagini del primo viaggio "esplorativo" effettuato nel 2011.

Il monumento del milite ignoto della Grande Guerra Patriotica a Mosca. La sera partimmo da una delle tante stazioni di Mosca in direzione di Rossosch... ero in Russia! I vagoni letto a 4 posti erano il nostro giaciglio per la notte; notte che ho passato quasi insonne perché volevo vedere tutto il possibile dal finestrino, seppur al buio. Lì ho iniziato a capire l'immensità della Russia: campi immensi per decine di minuti senza vedere una luce di una strada o di una casa.