Sono i giorni di Arbusowka, sono le ore di Arbusowka, la "valle della morte"...
"I feriti, con le membra spezzate e mutilate, venivano trascinati via e affidati ai medici che, senza attrezzatura e con scarsissimi materiali, iniziarono, su questa banchina glaciale, un prodigioso impegno che sarebbe andato avanti fino alla notte del 24 dicembre e che alcuni di loro avrebbero proseguito in prigionia, restando a fianco dei loro sventurati pazienti. Tutti i feriti, da quella sera, iniziarono un vero calvario. I più fortunati furono stivati in fredde isbe. La maggior parte rimase all’addiaccio. Venivano addossati alle pareti esterne delle case o ai pagliai, avvolti in coperte. Molti sarebbero morti assiderati…".
Arbusowka può essere considerata la più sanguinosa battaglia sostenuta dal Regio Esercito durante la Campagna di Russia: dei circa 25.000 italiani chiusi nella sacca, ben 20.500 circa furono uccisi, feriti o presi prigionieri in circa 4 giorni di combattimenti.
Le prime due immagini sono rarissime fotografie scattate all'epoca ad Arbusowka; la terza l'ho scattata nell'estate del 2019 proprio nella zona delle isbe occupate dai nostri soldati.
Dal 2011 camminiamo in Russia e ci regaliamo emozioni
Trekking ed escursioni in Russia sui campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale
Danilo Dolcini - Phone 349.6472823 - Email danilo.dolcini@gmail.com - FB Un italiano in Russia
giovedì 21 dicembre 2023
martedì 19 dicembre 2023
Conferenza a Novara
Per chi mi ha chiesto la possibilità di poter visionare la conferenza tenuta domenica a Novara, ecco il link delle riprese effettuate dalla Provincia di Novara... l'audio è un po' basso ma con l'adeguato volume è possibile ascoltarla per intero.
In ricordo di chi fu primo...
In ricordo di tutti quei soldati che primi sostennero e cercarono di arginare l'offensiva sovietica "Piccolo Saturno".
"Su Olimpo si stava rovesciando un uragano di fuoco. Non tirava un alito di vento e il fumo delle esplosioni ristagnava, irritando gli occhi abbagliati dalle vampe ininterrotte. Immersa nella fitta caligine, la spianata di Olimpo era percorsa in ogni direzione dai superstiti del caposaldo X, disorientati, terrorizzati, sbandati. Alcuni ufficiali, esausti, cercavano invano di bloccarli. Sulle nostre teste cominciarono a esplodere le granate a shrapnel. Sospese a 10 metri di altezza comparivano come d’incanto delle nuvolette dense, colorate in rosa ciclamino, in violetto o in arancione. Subito dopo le orecchie erano frustate dal rumore delle esplosioni e dai sibili aspri delle centinaia di pallettoni che ci piovevano addosso…".
Il caposaldo Olimpo e la spianata all'epoca nella prime due immagini; il caposaldo Olimpo e la spianata fotografato nell'estate del 2019.
"Su Olimpo si stava rovesciando un uragano di fuoco. Non tirava un alito di vento e il fumo delle esplosioni ristagnava, irritando gli occhi abbagliati dalle vampe ininterrotte. Immersa nella fitta caligine, la spianata di Olimpo era percorsa in ogni direzione dai superstiti del caposaldo X, disorientati, terrorizzati, sbandati. Alcuni ufficiali, esausti, cercavano invano di bloccarli. Sulle nostre teste cominciarono a esplodere le granate a shrapnel. Sospese a 10 metri di altezza comparivano come d’incanto delle nuvolette dense, colorate in rosa ciclamino, in violetto o in arancione. Subito dopo le orecchie erano frustate dal rumore delle esplosioni e dai sibili aspri delle centinaia di pallettoni che ci piovevano addosso…".
Il caposaldo Olimpo e la spianata all'epoca nella prime due immagini; il caposaldo Olimpo e la spianata fotografato nell'estate del 2019.
sabato 16 dicembre 2023
In memoria del Seniore Giacomo Comincioli
Comandante del 15° Battaglione "M" del Gruppo C.C.N.N. "Leonessa", partecipando a numerosi combattimenti, cadde in azione il 15 dicembre del 1942 durante un assalto durato quattro ore contro Quota 192 nei pressi di Orobinskji, nelle vicinanze del Don. Per questa azione nel 1952 fu insignito alla Medaglia d'argento al Valor Militare.
«Comandante di Battaglione, ricevuto l’ordine di contrattaccare una posizione aspramente contesa, nonostante la violenta reazione, si poneva alla testa del suo reparto e con magnifico slancio respingeva le soverchianti forze nemiche. Ferito gravemente, conscio della propria fine, incitava i suoi uomini alla lotta e cadeva da valoroso. Don - quota 192 (fronte russo), 15 dicembre 1942.»
In suo ricordo è stata posto un medaglione con inciso il suo nome al centro della grande Croce posta sulla cima dell'Adamello, e la sezione dell'Associazione Volontari di Guerra di Brescia porta il suo nome. Il 25 maggio 1999 è stata posta una lapide in suo ricordo presso la Chiesa degli Alpini di Boario Terme.
«Comandante di Battaglione, ricevuto l’ordine di contrattaccare una posizione aspramente contesa, nonostante la violenta reazione, si poneva alla testa del suo reparto e con magnifico slancio respingeva le soverchianti forze nemiche. Ferito gravemente, conscio della propria fine, incitava i suoi uomini alla lotta e cadeva da valoroso. Don - quota 192 (fronte russo), 15 dicembre 1942.»
In suo ricordo è stata posto un medaglione con inciso il suo nome al centro della grande Croce posta sulla cima dell'Adamello, e la sezione dell'Associazione Volontari di Guerra di Brescia porta il suo nome. Il 25 maggio 1999 è stata posta una lapide in suo ricordo presso la Chiesa degli Alpini di Boario Terme.
martedì 12 dicembre 2023
Podcast sulla Campagna di Russia
In pochi minuti cerco di sintetizzare quasi due anni di campagna sul fronte orientale dei nostri reparti dallo CSIR all'ARMIR.
Il viaggio del 2013, da Warwarowka a Shukowo
Immagini del mio primo trekking effettuato nel 2013... Mercoledì 23 gennaio - 5a tappa Km.26,0: da Warwarowka a Garbusowo, a Ribalzin a Shukowo. Lungo la strada che da Warwarowka ci porterà a Garbusowo.
In memoria di Peppino Prisco
In memoria di Peppino Prisco, scomparso il 12 dicembre di 22 anni fa... si arruola negli Alpini a 18 anni, partecipando alla Campagna di Russia in qualità di tenente nel Battaglione "L'Aquila" del 9º Reggimento Alpini, inquadrato nella Divisione Alpina Julia, e guadagnandosi una medaglia d'argento al valor militare.
Il Battaglione "L'Aquila" partecipò agli scontri che si verificarono a Selenyj Jar, il famoso quadrivio insanguinato, e rientrò in Italia al termine della campagna con 159 Alpini e 3 Ufficiali... lui era uno di quelli!
Il Battaglione "L'Aquila" partecipò agli scontri che si verificarono a Selenyj Jar, il famoso quadrivio insanguinato, e rientrò in Italia al termine della campagna con 159 Alpini e 3 Ufficiali... lui era uno di quelli!
domenica 10 dicembre 2023
Onori ad Arnaldo Sgarbi
Ieri in visita ad un cimitero ho trovato LUI: Arnaldo Sgarbi, caduto sul fronte russo, di Riccardo e Zampolli Margherita, nato il 21.03.2013 a Pegognaga (MN) e morto il 06.10.1942 in Russia; esumato nel 1993 e riconsegnato ai parenti nel 1994 e qui tumulato; inquadrato nel 79° Reggimento Fanteria "Roma" della Divisione Fanteria Pasubio. Almeno LUI è tornato a casa.
giovedì 7 dicembre 2023
Libri: "SOLO IL CIELO STELLATO"
Volevo segnalare questo nuovo libro, già acquistato, del Capitano Ugo Pesci rientrato in Italia al termine delle ritirate della Campagna di Russia. Particolarmente interessante anche per la sua presenza sia a Arbuzovka che a Čertkovo.
Il Capitano Ugo Pesci faceva parte del 109° Battaglione Mitraglieri aggregato al Corpo d’Armata Alpino. Posto in linea nel settore di Kasankaja il plotone del Capitano la sera del 16 dicembre 1942 ricevette l'ordine di spostarsi nelle retrovie verso Bogomoloff poi in direzione Makaroff e successivamente a Popowka.
L’inedito diario dell’ufficiale racconta i dettagli di una ritirata che ben presto diventa una rotta. Osserva reparti allo sbando, atti di eroismo, e incontra anche enormi magazzini stracolmi di viveri, utensili, slitte, mercanzie e vettovaglie che, se ben distribuite, avrebbero contribuito ad una difesa certamente migliore.
Osservando l’alleato tedesco, che ha mezzi e logistica di gran lunga migliori, il Capitano Pesci paragona scelte e comportamenti giungendo a giudizi non certo lusinghieri.
Dopo giorni e notti passate trascinandosi nella steppa finalmente il gruppo di Pesci raggiunge Starobilsk (nel diario Starobesck) e riesce a salire su un treno merci diretto a Valuiki. Poi verso Kharkiv dove viene ricoverato in un ospedale. È il 19 gennaio 1943: il Corpo d’Armata alpino ha ricevuto l’ordine di ripiegamento solamente da tre giorni.
L'Autore.
Ugo Pesci (Fermo, 1909-2005) aveva 33 anni, due figli e uno in arrivo quando partì come Capitano per la campagna di Russia nel 1942. L’ultimo figlio sarebbe nato dopo il suo ritorno. Diplomato perito all’Istituto tecnico industriale Montani di Fermo, ha lavorato al Consorzio di bonifica del Tenna occupandosi di acquedotti e opere di difesa idraulica. Frequentava i monti Sibillini, Appennino alle spalle di Fermo. Ha collezionato molti libri anche di guerra ma non ha mai avuto piacere nel raccontare quel periodo così terribile, né ha mostrato, se non a pochi intimi, il suo diario. Da giovane burbero e severo anche con i figli, è stato poi generoso e amichevole con i sei nipoti che ha avuto. Grande lettore, appassionato di musica classica, ha coltivato l’interesse per l’arte romanica, la fotografia e la buona tavola.
Lorenzo Pesci, che ha curato la pubblicazione del diario, è nato a Fermo nel 1971. Ingegnere civile è esperto di sistemi informativi geografici. È il nipote del Capitano Ugo Pesci.
Il libro è acquistabile a questo link https://www.tralerighelibri.com/product-page/solo-il-cielo-stellato-ci-%C3%A8-rimasto-diario-della-campagna-di-russia?fbclid=IwAR0CDZC2IkCdVozawFaw895IPVVqq3OHRX5c1UkKOpZicubkj98DlnmzsJU
Il Capitano Ugo Pesci faceva parte del 109° Battaglione Mitraglieri aggregato al Corpo d’Armata Alpino. Posto in linea nel settore di Kasankaja il plotone del Capitano la sera del 16 dicembre 1942 ricevette l'ordine di spostarsi nelle retrovie verso Bogomoloff poi in direzione Makaroff e successivamente a Popowka.
L’inedito diario dell’ufficiale racconta i dettagli di una ritirata che ben presto diventa una rotta. Osserva reparti allo sbando, atti di eroismo, e incontra anche enormi magazzini stracolmi di viveri, utensili, slitte, mercanzie e vettovaglie che, se ben distribuite, avrebbero contribuito ad una difesa certamente migliore.
Osservando l’alleato tedesco, che ha mezzi e logistica di gran lunga migliori, il Capitano Pesci paragona scelte e comportamenti giungendo a giudizi non certo lusinghieri.
Dopo giorni e notti passate trascinandosi nella steppa finalmente il gruppo di Pesci raggiunge Starobilsk (nel diario Starobesck) e riesce a salire su un treno merci diretto a Valuiki. Poi verso Kharkiv dove viene ricoverato in un ospedale. È il 19 gennaio 1943: il Corpo d’Armata alpino ha ricevuto l’ordine di ripiegamento solamente da tre giorni.
L'Autore.
Ugo Pesci (Fermo, 1909-2005) aveva 33 anni, due figli e uno in arrivo quando partì come Capitano per la campagna di Russia nel 1942. L’ultimo figlio sarebbe nato dopo il suo ritorno. Diplomato perito all’Istituto tecnico industriale Montani di Fermo, ha lavorato al Consorzio di bonifica del Tenna occupandosi di acquedotti e opere di difesa idraulica. Frequentava i monti Sibillini, Appennino alle spalle di Fermo. Ha collezionato molti libri anche di guerra ma non ha mai avuto piacere nel raccontare quel periodo così terribile, né ha mostrato, se non a pochi intimi, il suo diario. Da giovane burbero e severo anche con i figli, è stato poi generoso e amichevole con i sei nipoti che ha avuto. Grande lettore, appassionato di musica classica, ha coltivato l’interesse per l’arte romanica, la fotografia e la buona tavola.
Lorenzo Pesci, che ha curato la pubblicazione del diario, è nato a Fermo nel 1971. Ingegnere civile è esperto di sistemi informativi geografici. È il nipote del Capitano Ugo Pesci.
Il libro è acquistabile a questo link https://www.tralerighelibri.com/product-page/solo-il-cielo-stellato-ci-%C3%A8-rimasto-diario-della-campagna-di-russia?fbclid=IwAR0CDZC2IkCdVozawFaw895IPVVqq3OHRX5c1UkKOpZicubkj98DlnmzsJU
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