lunedì 1 novembre 2021

Immagini, lo CSIR a Stalino

Reparti dello CSIR a Stalino nel 1941.

Una serata con Giuseppe Bassi

Una serata con Giuseppe Bassi... Giuseppe è davvero un uomo eccezionale, 102 anni e una vitalità che sorprende e commuove nello stesso tempo, tante sono le sofferenze patite in prigionia.







venerdì 29 ottobre 2021

Terza lettera di Hitler a Mussolini

Sempre a scopo divulgativo e storico riporto la terza lettera scritta da Hitler a Mussolini a circa un mese dall'inizio dell'Operazione Barbarossa.

Terza lettera di Hitler a Mussolini.

Quartier Generale del Führer, 20 giugno 1941.

Duce, al termine della quarta settimana dall'inizio della guerra vorrei farvi, Duce, un breve riassunto della situazione, cosi come essa si presenta. Ho letto la Vostra ultima lettera con un vero piacere. Condivido completamente, Duce, le Vostre considerazioni politiche. Sono ora sorti alcuni nuovi problemi essenziali, ai quali vorrei brevemente accennare.

Dopo la prima breccia che ha portato all'annientamento di un certo di armate russe come pure alla distruzione di numerose divisioni russe, è trascorso un certo tempo 1) per annientare e costringere alla resa queste armate russe da noi circondate, le quali del resto comprendevano più di un milione di uomini; 2) per dar modo alle divisioni di fanteria di raggiungere le divisioni corazzate che erano andate molto avanti; 3) per riordinare la base di approvvigionamento e in particolare le linee ferroviarie e il centro di smistamento delle notizie e tenerle in contatto le armate che avanzano sempre più.

Trasporti e collegamenti.

Specie per quanto riguarda le ferrovie è stato fatto un lavoro eccezionale. Numerose strade ferrate sono state già messe in funzione. Di altre linee siamo riusciti temporaneamente a servirvi, in modo che i nostri treni appositamente attrezzati riescano a percorrerle fino ad un tratto che è molto ad oriente di Minsk. Queste strade ferrate, nonostante tutte le distruzioni, non solo raggiungeranno in pochi giorni la cosiddetta linea Stalin ma la sorpasseranno. Dopo che questi preparativi erano stati compiuti e le divisioni di fanteria, pronte all'attacco, si erano in collegamento con i reparti motorizzati che avevano già avanzato ho dato l'ordine di attaccare linea Stalin e di sfondarla nei punti stabiliti.

Questa operazione è riuscita su tutto il fronte. Attualmente in ben otto punti davanti al nostro fronte si trovano incapsulati reparti di armate russe. Il cerchio si stringe di ora in ora intorno a loro ed io non credo che importanti contingenti riusciranno ad aprirsi una breccia e a sfuggirci. In ogni modo, passeranno probabilmente ancora otto giorni prima che i nostri reparti corazzati, spintisi molto avanti in oriente, siano raggiunti dal grosso della nostra fanteria. Io ritengo che per la fine della prossima settimana gran parte delle armate russe che si trovano dinanzi alla ex linea Stalin sarà distrutta.

Attualmente, altre operazioni dirette alla distruzione dell'esercito nemico sono in via di preparazione e saranno attuate entro brevissimo tempo. Io ritengo fin da ora che sia da escludere che il comando russo possa riuscire a portare in salvo ingenti reparti dietro il Volga o dietro gli Urali. Comunque, io sono deciso ad inseguire l'armata finché russa essa sarà e distrutta interamente. Questa decisione è anche la decisione delle truppe. E' una decisione sorta nella sua durezza sotto l'impressione della crudeltà che il bolscevismo stesso ci ha dato. Poiché la forza contro la quale combattiamo non è composta di uomini ma di diavoli.

Ogni giorno di più si rafforza presso gli ufficiali ed i soldati la convinzione che era proprio l'ultimo minuto utile quello in cui noi siamo entrati a combattere un pericolo che minacciava l'Europa in un modo tale come non si era più visto dall'epoca delle incursioni degli Unni e dei Mongoli. Gli atti di crudeltà commessi da questi esseri bestiali non si possono immaginare. Ad esempio, la mia Guardia del Corpo fu aggregata ad un reparto di avanguardia del gruppo corazzato Kleist che spintosi molto avanti, fu tagliato fuori e sopraffatto dopo aver fatto uso di tutte le sue munizioni. I suoi componenti sono stati trovati tutti legati e ridotti in condizioni così crudeli che anche in Germania non si è potuto pubblicarne le fotografie. Conseguenza di queste impressioni è un sempre piu crescente fanatismo anche presso i nostri semplici soldati, i quali non vogliono fare più prigionieri.

La massa dei prigionieri in nostre mani - sia soldati che ufficiali - è rappresentata da esseri cosi bestiali e cosi in basso nella scala degli esseri animali che basta da sola a stabilire un netto confine fra l'Europa e l'interno dell'Asia - la quale però va distinta dall'estremo Oriente, cioè da quelle razze di antica ed alta civiltà che per secoli hanno dovuto faticosamente difendersi dagli attacchi dei Mongoli asiatici.

Rallegramenti per il C.S.I.R.

I Vostri contingenti, Duce, non appena le circostanze lo permetteranno entreranno subito nella lotta, ed io sono convinto che essi potranno in ogni caso partecipare utilmente e vittoriosamente alla seconda campagna del Sud. Mi rallegro soprattutto che si tratti di un corpo di spedizione numeroso e completo, poiché ciò facilita il compito per l'ulteriore avanzata. Però sarò soprattutto lieto, Duce, se potrò di nuovo salutarVi. Questa volta, ancora più di prima, sono convinto che la guerra è vinta, poiché dopo l'annientamento della Russia non vi sarà alcuna forza al mondo, Duce, che potrà scuotere la nostra posizione europea e la Vostra posizione nord-africana. Oltre ciò ci sarà possibile assicurarsi nell'immenso del continente Orientale quelle condizioni economiche fondamentali che, pure nel caso del prolungarsi della guerra, sono atte a sollevare anche il resto della Europa dalle attuali necessità e preoccupazioni.

Vogliate gradire, Duce, i miei più cordiali camerateschi saluti.

Vostro Hitler

Immagini, il ripiegamento

Immagini del ripiegamento, 20 e 23 gennaio 1943... la lunga strada verso casa.



martedì 26 ottobre 2021

Racconti di Russia, Novo Postojalowka

Un'altra testimonianza tratta dal libro "Nikolajewka: c'ero anche io" a cura di Giulio Bedeschi. Capitano Lino Ponzinibio, medaglia d'oro al V.M. Battaglione Mondovì, 1° Reggimento Alpini.

[...] Io a Nikolajewka non c'ero. Posso però egualmente affermare che essa fu la più grande battaglia fortunata combattuta in terra di Russia dal Corpo d'Armata Alpino, e per esso quasi esclusivamente dalla Tridentina. Io però c'ero a Nowo Postojalowka! Questa sanguinosa, disperata battaglia che doveva durare, quasi ininterrotta per più di trenta ore ed in cui rifulse il sovrumano e sfortunato valore dei battaglioni e dei gruppi della Julia e della Cuneense che ne uscirono poco meno che distrutti.

Di questa battaglia quasi nessuno dei molti che hanno scritto sulla campagna di Russia si è occupato, quantunque essa sia stata, senza dubbio alcuno, la più dura, lunga e sanguinosa fra le molte sostenute dagli alpini sia in linea sia nel corso del ripiegamento: ritengo quindi necessario affermare che essa, anche se al moltissimo sangue che fu sparso non corrisponde il meritato successo, costituì una delle pagine più gloriose che gli alpini abbiano mai scritto nella loro lunga storia e fu certamente la più splendida fra le molte di cui si compose l'epopea della Julia e della Cuneense in terra di Russia.

La lotta davanti a Novo Postojalowka era costata alla Cuneense la distruzione pressoché completa di quattro battaglioni, di due gruppi d'artiglieria e del battaglione genio ed alla Julia circa eguali perdite, sebbene i suoi reparti fossero già stati assottigliati in seguito a precedenti duri e sanguinosi combattimenti. Questo il tragico bilancio della battaglia di Nowo Postojalowka dei giorni 19 e 20 gennaio 1943. Ma non fu un inutile sacrificio perché attirando su di sé ed impegnando a lungo notevoli e poderose forze russe impedì loro di accorrere più a nord e di gettarsi sulla Tridentina che poté così superare meno duramente le numerose resistenze russe e uscire dalla sacca traendo in salvo, sulla sua scia, qualche migliaio di superstiti delle divisioni sorelle.

A queste ultime, invece, la sorte fu meno benigna ed i superstiti, nella maggior parte feriti o congelati, dovettero subire la triste sorte della prigionia. Non senza aver resistito e combattuto fino oltre ogni estremo limite e possibilità di resistenza. Infatti, prive di collegamenti con la Tridentina e quindi con il comando del Corpo d'Armata Alpino, ignare perciò del dirottamento su Nikolajewka, le superstiti colonne della Cuneense della Julia proseguirono il cammino puntando sulla meta originaria, Waluiki, che raggiunsero attraverso combattimenti pressoché continui alternati a estenuanti marce compiute soprattutto di notte, ben spesso fra violente bufere, sempre accompagnati dalla fame dal gelo. E ciò in una crescente progressione di atroci disagi fino al 27 gennaio, allorché dinanzi a Waluiki, nonostante il quasi totale esaurimento delle munizioni i generali Battisti e Ricagno e i loro superstiti alpini si impegnarono in combattimento ad oltranza e infine vennero catturati dai russi.

La colonna del 1° Alpini resisteva ancora dinanzi a Waluiki, all'alba del 28 gennaio, quando il colonnello Manfredi venne ucciso dai russi; e il battaglione Mondovì, sopraggiunto a metà giornata, combatté aspramente fino a notte, prima di essere sopraffatto dalle strapotenti forze nemiche che portavano a compimento l'effetto di dieci giorni di patimenti inauditi, accumulati dal rigore del clima e dalle quasi inverosimili circostanze nelle quali si trovarono infossati gli alpini nella sacca sul fronte russo.

Serata a Medesano

Sabato 6 novembre alle ore 20.45 saremo ancora una volta quasi tutti insieme, a Medesano in provincia di Parma, per raccontare il viaggio del 2018, ma soprattutto per ricordare tutti quei ragazzi che non sono tornati. Su invito e grazie all'iniziativa del Gruppo Alpini Medesano e con il patrocinio del Comune di Medesano, interverremo alla serata con un primo inquadramento storico della Campagna di Russia e successivamente proietteremo immagini e video del viaggio con la diretta testimonianza di chi ne ha preso parte. Chi fosse interessato può presentarsi al Teatro Comunale Adolfo Tanzi in Via Picelli 12 a Felegara, frazione di Medesano.

In realtà per noi sarà un doppio impegno, perché la mattina avremo anche il piacere di parlare della Campagna di Russia e della nostra intensa esperienza anche ai ragazzi della scuola media locale.

Cimitero di Lambrate, Milano

Milano, piazzale del cimitero di Lambrate...

sabato 23 ottobre 2021

Tributo ai combattenti di El Alamein

Parlo della Campagna di Russia e dei ragazzi che lì hanno combattuto e sofferto, ma questa sera il mio pensiero va a loro... ai soldati che proprio in queste ore ad El Alamein, 79 anni fa, affrontarono la morte.

martedì 19 ottobre 2021

MOVM - Iacovitti Mario

Le Medaglie d'Oro al Valor Militare della Campagna di Russia, Soldato Scelto Flammiere IACOVITTI Mario, 1° Battaglione Chimico d’Armata.

Motivazione: "Volontario in durissimi combattimenti difensivi, mentre l’unità di cui faceva parte, completamente circondata, era premuta da soverchianti forze nemiche, sfìnito da più giorni di combattimento e con gli arti inferiori menomati da principio di congelamento, in un disperato ritorno di energie, riusciva a montare su di un cavallo e, tenendo alto sulla destra un drappo tricolore, si lanciava contro il nemico, trascinando con l’esempio centinaia di uomini all’attacco. Incurante della reazione avversaria, attaccava ripetutamente. Alla quinta carica, rimasto miracolosamente illeso, dopo che una raffica di mitragliatrice gli aveva abbattuto il cavallo, si trascinava ancora avanti, carponi, verso una postazione di arma automatica nemica, della quale, con fredda astuzia e straordinario coraggio, riusciva a impadronirsi con lancio di bombe a mano. Nel prosieguo della lotta disperata, travolto dalla marea nemica veniva catturato. - Arbusow (Russia), 22 dicembre 1942".

MOVM - Vitale Vincenzo

Le Medaglie d'Oro al Valor Militare della Campagna di Russia, Caporale VITALE Vincenzo, 5a Compagnia Lanciafiamme, Divisione Cosseria.

Motivazione: "Vicecomandante di squadra lanciafiamme, si lanciava animosamente contro il nemico incalzante ricacciandolo col getto della sua arma. Esaurito il lancio sostituiva il suo apparecchio con un altro tolto ad un compagno ferito e si portava di nuovo arditamente e decisamente al contrassalto infliggendo notevoli perdite all’avversario. A lancio finito si toglieva di dosso l’apparecchio e spintosi davanti a tutti teneva testa ad un numero soverchiante di nemici, prima con la pistola e poi a colpi di bombe a mano. Mentre a voce alta incitava i compagni a seguirlo nella azione destando l’ammirazione dei superstiti, rimaneva ucciso da una granata avversaria. Già distintosi in azioni precedenti. Chiaro esempio di elevato senso del dovere spinto sino al sacrificio. - Fronte russo (Don Deresowka), 15 dicembre 1942".