martedì 24 novembre 2020

Leonardo Sassetti

Un altro reduce che se ne va... tornerà da tutti i ragazzi che ha lasciato in Russia.

La campagna di Russia, memorie

Pubblico grazie al permesso dell'amico Silvio Cherio questo bellissimo lavoro che la sezione UNIRR di Torino (a cui sono iscritto) dai lui presieduta ha realizzato insieme alla Regione Piemonte per ricordare "i 90000 soldati italiani che persero la vita sul fronte russo, i Caduti in combattimento, i Dispersi ed i Morti per il freddo durante la ritirata o nella prigionia, per fame, freddo e malattia, ma anche a colore che ebbero la fortuna di rientrare magari feriti o congelati, tutti colpiti nel profondo dell'anima, dalle sofferenze patite o a cui avevano assistito. [...] E' dedicato anche alle migliaia e migliaia di mamme, padri, mogli, fidanzate, figlie e figli che non poterono più abbracciare il loro famigliare e che spesso lo attesero fino all'ultimo loro giorno di vita".

© Copyright Regione Piemonte e UNIRR Sezione di Torino.































































































domenica 22 novembre 2020

Ricordi, parte 5

Il bosco tra Opit e Postojaly è l'unico che solitamente affrontiamo durante il trekking; si entra dalla piena steppa e si esce su una strada come tutte poco battuta. Ma è un bosco molto particolare... se già prima ti sembra di vivere dei momenti fuori dal comune, quando entri nel bosco allora si che ti stacchi completamente dalla realtà di tutti i giorni e ti ritrovi in una dimensione parallela. Il bosco è il silenzio ovattato, rotto solo dal rumore degli scarponi che calpestano la neve; il bosco è quel posto dove hai la sensazione che qualcuno nascosto fra i rami ti osservi. Io ci sono sempre entrato quasi in punta di piedi, come per non disturbare nessuno. La prima volta che ho percorso quel sentiero sembrava non finire mai; forse la neve particolarmente alta, forse la stanchezza; in realtà quel tratto sarà circa 1000 metri. Ma ogni volta che ne esco o a casa rivedo le fotografie, ho sempre quella sensazione che tutto sia finito troppo troppo presto.