Le fotografie di Mario Bagnasco, Primo Capo Squadra o Capo Squadra della Legione CC.NN. "Valle Scrivia".
"Sua Eccellenza Galbiati in visita 04.04.42".
Dal 2011 camminiamo in Russia e ci regaliamo emozioni
Trekking ed escursioni in Russia sui campi di battaglia della Seconda Guerra Mondiale
Danilo Dolcini - Phone 349.6472823 - Email danilo.dolcini@gmail.com - FB Un italiano in Russia
lunedì 30 settembre 2024
Le fotografie di Carlo Mezzena, 02
Le fotografie di Carlo Mezzena, Sottotenente della 31ª Batteria del Gruppo Bergamo, Divisione Alpina Tridentina. Ogni fotografia è stata recuperata dalla precedente pubblicazione dell'intero album e trattata con l'intelligenza artificiale per renderla più nitida e dettagliata.
"Una segheria in Polonia".
"Una segheria in Polonia".
venerdì 27 settembre 2024
La cartina dell'attacco a Postojalyj
L'ordine di operazione grafico per l'attacco a Postojalyj, fornitomi gentilmente dall'amico Vittorio Trinchi.
mercoledì 25 settembre 2024
Le fotografie di Carlo Mezzena, 01
Le fotografie di Carlo Mezzena, Sottotenente della 31ª Batteria del Gruppo Bergamo, Divisione Alpina Tridentina. Ogni fotografia è stata recuperata dalla precedente pubblicazione dell'intero album e trattata con l'intelligenza artificiale per renderla più nitida e dettagliata.
"Visioni della tradotta - A Gorlowka si scarica".
"Visioni della tradotta - A Gorlowka si scarica".
Libri: "CI RESTA SOLTANTO IL PIASTRINO"
Ricevo e pubblico con piacere la recensione del libro "Ci resta soltanto il piastrino. La storia di Quinto Damiani disperso a Pozdnyako 21 dicembre 1942". Il libro è acquistabile a questo link https://www.tralerighelibri.com/product-page/ci-resta-soltanto-il-piastrino-la-storia-di-quinto-damiani-disperso-a-pozdnyako.
"Ci resta soltanto il piastrino" è la storia di Quinto Damiani, disperso ufficialmente il 19 dicembre del 1942, a 22 anni, durante la tragica ritirata dell'ARMIR dal fronte russo. Una storia che potrebbe essere anche quella di tanti altri soldati italiani morti o dispersi in Russia. Il suo piastrino è stato trovato 79 anni dopo che era stato dichiarato disperso, in una fattoria di Pozdnyakov (o Posdnyakosky) nell'oblast di Rostov.
L'Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia (UNIRR) calcola che i morti e i dispersi, fra CSIR e ARMIR, dovrebbero essere circa 95.000. Si tratta di soldati deceduti in combattimento (e lasciati sul campo di battaglia per l'impossibilità di raccoglierli), oppure a causa di congelamento e sfinimento, o durante i trasferimenti verso i campi di concentramento, o all'interno degli stessi campi, e rimasti senza nome.
Il libro incomincia con la snervante speranza di un (illusorio) ritorno. Un sentimento comune a tanti familiari di scomparsi. Segue, quindi, le tappe della Divisione Pasubio, di cui Quinto Damiani faceva parte (inquadrato nella IX compagnia mista T.R.T. 4°reggimento Genio), seguendo in parallelo la vicenda della divisione e quella sua personale, dalla partenza da Verona nel giugno del 1941fino alla ritirata del dicembre 1942. In questo contesto vengono anche riportati episodi di buoni rapporti fra le nostre truppe e la popolazione civile, e difficili, invece, al limite della crudeltà, con l'alleato tedesco.
La caotica ritirata dal fonte del Don, seguita all'operazione Piccolo Saturno, e che ha visto le nostre truppe dividersi in due blocchi, quello Nord e quello Sud, è ricostruita sulla base delle relazioni militari. L'attenzione è focalizzata sul Blocco nord, che da Kantemirovka ha proseguito fino a Čertkovo, passando per Pozdnyakov, dove è stato trovato il piastrino, e Arbusov, la "valle della morte". La battaglia di Pozdnyakov è illustrata da una cartina militare russa che mostra l'accerchiamento della nostra colonna da parte dei carri armati T34 sovietici. La crudezza dello scontro, fra mezzi corazzati e soldati appiedati, è rievocata attraverso la narrazione cruda di un soldato russo che ha partecipato al massacro. In una località vicina è stata trovata una fossa con i cadaveri di circa 500 nostri soldati. Quasi tutti senza nome. E'probabile che il geniere Quinto Damiani sia uno di loro.
Il ritrovamento del suo piastrino in questa località, non offre, tuttavia, la certezza che sia deceduto in questo luogo. Il libro riporta ampi brani della corrispondenza con il ricercatore russo di cimeli che lo ha trovato. e fa luce sul perché si trovino parecchi piastrini non attaccati alle salme. Risulterebbe, così, che i soldati di scorta dei prigionieri, per spersonalizzarli, alle volte strappavano i piastrini e li gettavano via; che i soldati italiani in ritirata, per paura di essere considerati traditori, e di esporre a ritorsioni del regime fascista i loro familiari in patria, si liberavano del proprio piastrino quando temevano di essere fatti prigionieri (e questo spiegherebbe perché sono stati trovati piastrini di soldati che erano riusciti a tornare a casa); che dei piastrini sono stati sottratti ai caduti, subito dopo la battaglia, dagli abitanti del posto i quali, però, stando al racconto, sarebbero stati interessati soprattutto alla catenella alla quale erano appesi. E questo spiegherebbe, almeno in parte, perché diversi piastrini sono stati trovati in mucchi di rifiuti e senza catenella.
Il libro si avvale, dunque, non solo di documenti ufficiali, ma anche di testimonianze inedite, e riporta la documentazione fotografica di una cinquantina di piastrini trovati nell'oblast di Rostov.
Il piastrino di Quinto Damiani è ora custodito nel Museo dell'UNIRR dedicato alla Campagna di Russia, a Cargnacco, in provincia di Udine.
"Ci resta soltanto il piastrino" è la storia di Quinto Damiani, disperso ufficialmente il 19 dicembre del 1942, a 22 anni, durante la tragica ritirata dell'ARMIR dal fronte russo. Una storia che potrebbe essere anche quella di tanti altri soldati italiani morti o dispersi in Russia. Il suo piastrino è stato trovato 79 anni dopo che era stato dichiarato disperso, in una fattoria di Pozdnyakov (o Posdnyakosky) nell'oblast di Rostov.
L'Unione Nazionale Italiana Reduci di Russia (UNIRR) calcola che i morti e i dispersi, fra CSIR e ARMIR, dovrebbero essere circa 95.000. Si tratta di soldati deceduti in combattimento (e lasciati sul campo di battaglia per l'impossibilità di raccoglierli), oppure a causa di congelamento e sfinimento, o durante i trasferimenti verso i campi di concentramento, o all'interno degli stessi campi, e rimasti senza nome.
Il libro incomincia con la snervante speranza di un (illusorio) ritorno. Un sentimento comune a tanti familiari di scomparsi. Segue, quindi, le tappe della Divisione Pasubio, di cui Quinto Damiani faceva parte (inquadrato nella IX compagnia mista T.R.T. 4°reggimento Genio), seguendo in parallelo la vicenda della divisione e quella sua personale, dalla partenza da Verona nel giugno del 1941fino alla ritirata del dicembre 1942. In questo contesto vengono anche riportati episodi di buoni rapporti fra le nostre truppe e la popolazione civile, e difficili, invece, al limite della crudeltà, con l'alleato tedesco.
La caotica ritirata dal fonte del Don, seguita all'operazione Piccolo Saturno, e che ha visto le nostre truppe dividersi in due blocchi, quello Nord e quello Sud, è ricostruita sulla base delle relazioni militari. L'attenzione è focalizzata sul Blocco nord, che da Kantemirovka ha proseguito fino a Čertkovo, passando per Pozdnyakov, dove è stato trovato il piastrino, e Arbusov, la "valle della morte". La battaglia di Pozdnyakov è illustrata da una cartina militare russa che mostra l'accerchiamento della nostra colonna da parte dei carri armati T34 sovietici. La crudezza dello scontro, fra mezzi corazzati e soldati appiedati, è rievocata attraverso la narrazione cruda di un soldato russo che ha partecipato al massacro. In una località vicina è stata trovata una fossa con i cadaveri di circa 500 nostri soldati. Quasi tutti senza nome. E'probabile che il geniere Quinto Damiani sia uno di loro.
Il ritrovamento del suo piastrino in questa località, non offre, tuttavia, la certezza che sia deceduto in questo luogo. Il libro riporta ampi brani della corrispondenza con il ricercatore russo di cimeli che lo ha trovato. e fa luce sul perché si trovino parecchi piastrini non attaccati alle salme. Risulterebbe, così, che i soldati di scorta dei prigionieri, per spersonalizzarli, alle volte strappavano i piastrini e li gettavano via; che i soldati italiani in ritirata, per paura di essere considerati traditori, e di esporre a ritorsioni del regime fascista i loro familiari in patria, si liberavano del proprio piastrino quando temevano di essere fatti prigionieri (e questo spiegherebbe perché sono stati trovati piastrini di soldati che erano riusciti a tornare a casa); che dei piastrini sono stati sottratti ai caduti, subito dopo la battaglia, dagli abitanti del posto i quali, però, stando al racconto, sarebbero stati interessati soprattutto alla catenella alla quale erano appesi. E questo spiegherebbe, almeno in parte, perché diversi piastrini sono stati trovati in mucchi di rifiuti e senza catenella.
Il libro si avvale, dunque, non solo di documenti ufficiali, ma anche di testimonianze inedite, e riporta la documentazione fotografica di una cinquantina di piastrini trovati nell'oblast di Rostov.
Il piastrino di Quinto Damiani è ora custodito nel Museo dell'UNIRR dedicato alla Campagna di Russia, a Cargnacco, in provincia di Udine.
martedì 10 settembre 2024
giovedì 27 giugno 2024
Le fotografie di Carlo Mezzena
L'album fotografico del Sottotenente Carlo Mezzena, 31ª Batteria del Gruppo Bergamo, Divisione Alpina Tridentina.
venerdì 24 maggio 2024
Serata a Ballabio
Venerdì 19 aprile dalle ore 20.45 sarò a Fagnano Olona (VA) per un'altra serata sulla Campagna di Russia e sui nostri soldati; racconterò delle loro vicende e dei miei viaggi in Russia. Appuntamento presso l'aula magna della scuola E. Fermi in piazza Alfredo Di Dio.
martedì 30 aprile 2024
Invisibili, Alpino Abbondio Ostinelli
Un'altra storia raccontata, un'altra testimonianza degli INVISIBILI. Silvia è una mia cara amica da oltre 20 anni; ci siamo conosciuti quando io muovevo i primi passi nel raccontare le storie dei nostri soldati; grazie a lei e alla sua storia personale ho scoperto un'altra faccia della medaglia della Campagna di Russia, proprio quella che stiamo cercando di raccontare con questo progetto.
Grazie al contributo fondamentale di Emanuela Gregolin; questo il link del suo sito personale https://www.emanuelagregolin.it/.
Se hai una testimonianza viva ed autentica da raccontare e vuoi partecipare a questo progetto, scrivimi a questo indirizzo email 𝒅𝒂𝒏𝒊𝒍𝒐.𝒅𝒐𝒍𝒄𝒊𝒏𝒊@𝒈𝒎𝒂𝒊𝒍.𝒄𝒐𝒎.
Grazie al contributo fondamentale di Emanuela Gregolin; questo il link del suo sito personale https://www.emanuelagregolin.it/.
Se hai una testimonianza viva ed autentica da raccontare e vuoi partecipare a questo progetto, scrivimi a questo indirizzo email 𝒅𝒂𝒏𝒊𝒍𝒐.𝒅𝒐𝒍𝒄𝒊𝒏𝒊@𝒈𝒎𝒂𝒊𝒍.𝒄𝒐𝒎.
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